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Autore: Saysomething97    25/01/2014    2 recensioni
Cosa potrebbe succedere se Sebastian e Santana fossero coinquilini? Beh venitelo a scoprire.
*“Ho pensato che visto che questa è la nostra prima cena insieme avremmo dovuto mangiare la pizza! Adoro la pizza” mentre diceva quest’ultima frase sembrava un bambino davanti ad un negozio di caramelle, era adorabile.
“Perché mi stai fissando? Lo so che sono bello però un po’ di contegno dolcezza. Non ti starai già innamorando di me?” mi disse con quel suo dannato sorriso decisamente troppo ammiccante.
“Senti, ho capito che hai le manie da prima donna. Ma io non mi sto innamorando di te, come potrei? Mi piacciono le ragazze” almeno pensavo, fino a quel giorno.*
Genere: Angst, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Santana Lopez, Sebastian Smythe, Un po' tutti | Coppie: Santana/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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Lo odiavo, odiavo profondamente Sebastian Smythe.

Mi capiva, come se non facesse altro che leggermi nella mente. E io ovviamente non riuscivo a capire lui, quel ragazzo era un misto tra sarcasmo e bellezza, e qualsiasi cosa tu gli dica a sempre la battuta pronta. 

Non si faceva mai trovare impreparato.

Non lo vedevo da dopo quelli piccola scenetta fatta in cucina, e da come avevo deciso volevo stuzzicarlo un po’. Magari durante il lavoro, era ormai l’una e mezza ed io pronta andai a chiamarlo per avvisarlo che dovevamo cominciare ad andare altrimenti avremmo fatto tardi.

Quando lo chiamai mi feci un sorriso disarmante e mi chiese:

“Ma in quel locale c’è una specie di divisa?”

“Si, se decideranno di prenderti te la consegneranno lì.”

“Perfetto, tanto sono sicuro che avrò il lavoro.” Sorrise di nuovo. 

Qualcuno lo faccia smettere di sorridere, altrimenti sarà la mia rovina.

“Convinto tu.” Gli dissi. Andai a prendere il cappotto, era novembre inoltrato e a New York già si cominciava a sentire l’aria natalizia. Mi sarei messa la divisa nei camerini al lavoro. Faceva decisamente troppo freddo per andare in giro con quel completo striminzito.

Fece la stessa cosa Sebastian e mi seguì per le scale.

“Senti ma tu non hai una macchina?” mi chiese.

“No, non posso permetterla. E per questo che vado al lavoro con l’autobus.”

“Che merda” mi rispose lui con una smorfia.

Capirai il figlio di papà sarà stato abituato ad avere autisti personale o almeno una dozzine di macchine pronte a scaldare i motori solamente alla sua vista.
Non ho mai fatto commenti così acidi con qualcuno come li facevo con lui, mi dava fastidio sia i suoi comportamenti di sempre sia i suoi comportamenti con me di poco prima.

Ma lo trovavo decisamente affascinante, ed ero sicura che sotto quella sua scorza da ragazzo ricco ed affascinante c’era molto di più. 

Mi rivenne in mente quando il giorno prima mi ringraziò per averlo scelto come mio coinquilino, aveva un sorriso radioso e in quel suo “grazie” c’era molta gratitudine, niente a che vedere con il Sebastian di sempre.

“Ehi, bella addormentata. Mi senti?” mi disse il moro. 

Ormai eravamo seduti sull’autobus aspettando che arrivasse la nostra fermata.

“Si si, cioè cosa mi hai detto?”

“Se ci sono ragazzi carini in quel locale”

Riecco il caro e vecchio Sebastian.

“Eccome se ce ne sono, ma non penso siano alla tua portata. Sai com’è sono ragazzi comuni che lavorano per pagarsi l’università e l’affitto” riecco il mio tono accusatorio.

“Oh non ti devi preoccupare per questo, mica me li devo sposare. Io sono un tipo da una botta e via.”

Aveva un minimo di cuore o di sentimenti quel ragazzo? Lo conoscevo da poco ma avevo già capito che l’unica cosa che gli interessava era il sesso ed i soldi.

“Come vuoi” alzai gli occhi al cielo.

“Se vuoi posso fare la stessa cosa con te” mi guardò con sguardo complice.

Cosa diavolo stava facendo? Continuava a stuzzicarmi e poi non dovevo essere io quella che cercava di provocarlo? Visto che non gli interessavo?

Cominciai ad arrossire e lui se ne accorse infatti cominciò a ridere sotto i baffi.

Dove diavolo è andata a finire la Santana del liceo che era la più sexy della scuola e che avrebbe potuto far cadere un gay ai suoi piedi? A farsi fottere ecco dov’era insieme ai suoi sentimenti.

Certo avrebbe potuto far cadere un gay ai suoi piedi ma non di certo quel gay che aveva davanti. Anzi era lui che la stava facendo cadere ai suoi.

Ok respira Santana è solamente un ragazzo, quanti ragazzi ti sei fatta al liceo? Tanti, quindi lui è solamente uno uguale a loro. Questo non era affatto vero Sebastian era
l’unico che riusciva a tenergli testa. 

 “No grazie non mi piaci, e non mi piace l’aggeggio che hai in mezzo alle gambe, sai com’è sono lesbica.”

“Si, lesbica. Come no. Comunque la mia era solamente un’offerta, se non la vuoi accettare peggio per te.”

Riuscii a far finire quel discorso solamente perché eravamo arrivati al locale, e dovevamo scendere dall’autobus.

Entrammo nel bar, presentai Sebastian al capo quando quest’ultimo decise di prenderlo in prova per una settimana, poi deciderà se prenderlo o no.

Decise di dargli una prova perché su parole del capo “Sai Sebastian, sei davvero un bel ragazzo, magari con il tuo faccino potremmo fari aumentare le clienti.”

Capirai dopo quello che il boss gli aveva detto avrei dovuto sentirmelo vantarsi per tutta la giornata.

Mentre il signor Green dava le ultime spiegazioni alla mangusta, mi andai a cambiare. Quella divisa mi stava da favola, ovviamente qualsiasi cosa mettessi mi stava bene
ma quella mi rendeva più sexy del solito.

Uscii dai camerini, presi un block notes una matita e cominciai a prendere ordinazioni. Mentre lo facevo mi guardavo intorno per vedere se Sebastian avesse già iniziato a lavorare ma non lo vidi. 

Beh meglio così, almeno non lo avrei avuto per un po’ nella mente. 

Tra vassoi, ordinazioni, pranzi e preparazioni per la cena il pomeriggio passò e così anche il mio turno, erano ormai le 7 di sera. 

Ma di Sebastian neanche l’ombra, quindi decisi di andare a chiedere a Green che fine avesse fatto il mio coinquilino.

“Ehi capo ma Sebastian? Non l’ho visto per tutto il turno.”

“L’ho mandato con Sophie a prendere la sua divisa, cos’ da domani potrà cominciare la sua settimana di prova”

Sophie era la moglie del capo ed anche co-direttrice del locale. Era una donna paffutella che portava sempre un paio di occhiali da vista rossi legati al collo, portava quasi
sempre i capelli legati con un ferma capelli e già dalla prima volta che la vidi pensai fosse una donna gentile e premurosa.

Ed infatti è proprio così, è una specie di mamma per tutti noi del locale, si prende cura di noi e se hai qualche problema lei è la prima a capirlo e a cercare di aiutarti.

E ovviamente si occupava anche delle divise.

“Ah capito. Sai a che ora ritornano?”

“No, mi dispiace San. Ma ho sentito Sophie una mezz’oretta fa e mi ha detto che dalla sarta c’era una fila lunghissima, e mancava ancora tantissimo al loro turno. Ti
conviene tornare a casa e aspettare Sebastian lì”

“Già forse hai ragione, ok a domani capo”

“A domani, San”

Non so perché ma ero triste di tornare a casa da sola, si ok lo facevo tutti i giorni ma mi sarebbe piaciuto avere la compagnia del figlio di papà nel viaggio di ritorno.
Almeno non mi sarei sentita sola in quella grandissima città.

Basta pensieri depressi della sera, sarei tornata a casa, avrei cucinato qualcosa e poi dritta a dormire, visto che il giorno dopo mi sarebbe aspettato il giorno lavorativo di dodici ore.

Appena arrivata a casa, trovai Sebastian nel salone con la sua nuova divisa che si guardava nello specchio con aria soddisfatta, appena mi vide mi sorrise e mi chiese:

“Non pensi mi stia meravigliosamente? E poi volevo tornare al locale per tornare a casa insieme a te, ma quando ho chiamato Green mi ha detto che te n'eri già andata.” 

Beh si gli stava benissimo, ma non gliel’avrei mai data vinta.

“Insomma, ad alcuni ragazzi al locale sta decisamente meglio. E non ti preoccupare per il ritorno a casa, sono abituata a tornare da sola.”

“Bugiarda lo so che pensi che mi stia benissimo. Non vuoi darmi soddisfazione non è vero?”

Ecco mi aveva di nuovo letto nel pensiero.

“Comunque cosa c’è per cena?” disse togliendosi la maglia.

“Non lo so, cosa vorresti?” 

“Pasta.”

“Ok, vada per la pasta.”

Andai in cucina e comincia a preparare a cena. Poco dopo, entrò Sebastian con il pantalone del pigiama ed una semplice maglietta. 

“Senti ma l’offerta di oggi è ancora valida?”

Sebastian sbiancò e mi chiese:

“Quale offerta?”

“Come quale offerta? Lo so che hai capito”

E mi avvicinai a lui, Seb cominciò ad allontanarsi ed ad evitarmi. E si diavolo stava anche arrossendo! 

“Stai arrossendo?” 

“N-No, ma co-cosa vai a pensare?” abbassò lo sguardo.

Sebastian Smythe che arrossiva che grande novità. Forse stavo cominciando a capire un po’ il vero comportamento di quel ragazzo.

“Non ti preoccupare non ti stuprerò” dissi ridendo.

“Ti odio.” 

Bisbigliò lui.


*Ciao gente! Sono tornata! Alcuni staranno pensando e che ce ne frega ma ok. Facciamo i seri, mi dispiace tantissimo di non aver aggiornato per più di un mese. Ma ho avuto problemi con la connessione internet, lo studio ed in più c’è stato natale in mezzo. Cercherò di aggiornare questa storia almeno una volta a settimana. Quindi scusatemi ancora ed ecco un nuovo capitolo, ho deciso di cambiare un po’ il personaggio che abbiamo sempre visto di Sebastian, quindi spero vi piaccia. Ringrazio a tutte le persone che hanno messo la mia storia nelle seguite/preferite/ricordate. Quindi vi saluto, spero passiate un buon weekend e ci sentiamo alla prossima! E mi raccomando recensite e fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Dì*
  
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