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Autore: Edward_Son 2    25/01/2014    7 recensioni
Uno spaccato di vita di George, in un giorno ai Tiri Vispi prima delle vacanze di Natale
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angelina Johnson, George Weasley, Lee Jordan | Coppie: Angelina/George
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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“Questo è il suo resto, signora. Buon Natale e Buon divertimento!” disse Goerge Weasley all’indirizzo della signora, sui quarant’anni di età. Lei sorrise, e sistematosi il pesante berretto di lana, uscì dai Tiri Vispi, per affrontare l’abbondante nevicata che quell’anno si era abbattuto su Diagon Alley.

“E con questa ultima cliente, per oggi, abbiamo finito!” Lee Jordan esordì così ,mentre richiudeva una scatola di Petardi Silenziosi,  nell’apposito scaffale.

On arrivò risposta e si voltò a osservare il collega.
“Ohi, tutto bene?”
“Si, scusami, ero distratto.”
“Mh, sei stanco, si vede. Dai spegni tutto, chiudiamo e andiamo a casa.

”Ci fu un’attimo di pausa, di esitazione nello sguardo di Geroge.

“Vai pure, Lee, chiudo io. Devo finire di sistemare delle cose.”

L’altro lo guardò sospettoso.


“Sicuro che è tutto ok?”

“Ma si! TI fai troppe paranoie!”

“Vabbè, allora vado. Buone Feste” concluse il ragazzo di colore.

“Anche a te! E mi raccomando: tienimi aggiornato sulla tua Eveline eh!”

“La mia Eveline..Oh quanto sei idiota!” Risero insieme, poi Lee uscì dal negozio e si smaterializzò.

Rimasto solo, George si guardò attorno,
Sospirò.

“Era questo che volevi, vero Freddie?” Chiese al nulla.

“Non avrei mai potuto distruggere il nostro sogno. No proprio mai” Disse serio, mentrea fissava un punto non ben definito del negozio.

“Che te ne pare di Lee? Da quando Ron ha deciso di diventare Auror ho deciso di prendere lui come assistente: avresti dovuto vederlo, era al settimo cielo.”

Fece un sorriso amaro, di chi sa che non riceverà risposta.

Si diresse verso gli scaffali, percorrendo i corridoi che li intervallavano. Camminava lentamente, soffermandosi ogni tanto su qualche prodotto che vendevano: lo sistemava oppure controllava che fosse ancora in buono stato.

Prese una confezione da diecii dii merendine Marinare.

“Te le ricordi, queste? Sono state tra i primi scherzi che abbiamo, anzi hai, inventato”

Fred reggeva, nella mano destra, una merendina bicolore.
“Uhm, e questa a che servirebbe? Sembra un normale frutto.”
“Dici bene, fratello. Assaggia.” Disse con un ghigno malandrino.



Non prometteva nulla di buono.
Sembrava un agrume, piuttosto grande e dalla consistenza gommosa. Ne ingoiò una e repentino lo colse un conato di vomito tra le risate del gemello.
“Che… mi hai dato?” disse mentre era ancora tutto rosso in viso per lo sforzo di rimettere.
“Sono pasticche. Ma hai notato che sono divise in due?”
“Si ma non prima di aver rigettato l’anima” rispose per poi mettersi a ridere.
“Vomitose davvero.”
“Una metà invece fa da antidoto. Favoloso.”
“George sei un genio” lo rincarà il gemello mentre una luce gioiosa gli si accese negli occhi.
“Le chiameremo Pasticche…”
“…Vomitose. Grande! Con queste faremo fortuna!”

 
Te le ricordi queste? Percy ne ha mangiate due senza accorgersene di cosa fossero. Mamma si è spaventata tantissimo! ” e sul suo volto apparve un mezzo sorriso.

Con un sospiro ripose la scatola al suo posto, assicurandosi di averla chiusa per bene.
Continuò il suo peregrinare solitario tra gli scaffali.

Ora chi avrebbe avuto idee brillanti? Lui, George? A volte lo sconforto lo coglieva e pensava che non sarebbe mai riuscito a portare avanti il sogno iniziato col fratello.
Si sbagliava e tanto.
Ora lavorava con Lee e non poteva dire di lamentarsi. Sembravano aver ingranato bene, e la clientela che avevano sembrava testimoniarlo.
Notò, in un angolo di uno scaffale, una scatola di Crostatine Canarine.
                                 
“Fred! George!”  la voce alterata di una più giovane Molly Weasley, catturò l’attenzione dei due gemelli che si precipitarono al piano di sotto, precisamente in salone.

“Che sarà successo? Non saprei anche perché...”
“…Le crostatine le hai nascoste tu, vero?”

 “Dovevo farlo io?” chiese Goerge mentre sul suo volto si disegnava un’espressione di comica sorpresa.
“Allora? Vi decidete a venire, si o no?”
I due infine giunsero in salone. Per ritrovarsi davanti a uno spettacolo insolito: vicino a Molly, vi era un insolito Canarino.


Anzi no. Un Canarino dai capelli rossi  ricoperto di piume. E aveva le braccia ai fianchi, proprio come la madre.
“Oh Ginny, sei adorabile! È un nuovo costume per la festa in maschiera?”
“Bè bisogna dire che le sta bene!”

Il “canarino” in questione, seppure dall’alto del suo metro e sessantacinque, regalò loro uno sguardo pericoloso, che presagiva Fatture Orcovolanti a iosa se non avessero risolto il problema prima di subito.

“Siete stati voi, vero?” chiese Molly con tono di chi la sapeva lunga.

“Bè non era destinata a lei, davvero.”

“E’ un’ultima trovata del negozio.”


“ E avete pensato bene di testarlo su vostra sorella.” Concluse la madre.
“No, siamo sinceri. E’ stato un caso. Comunque non durerà tanto l’effetto…”
“…ma è davvero carina. Sembra quasi più bella!”


Quella giornata avevano perso il conto delle fatture scagliate dalla sorella.

“Quante risate che ci siamo fatti quel giorno eh?”
disse mentre sfiorava i bordi del contenitore che contevevano quelle merendine decisamente fuori dal comune.

Si guardò attorno, il locale stranamente silenzioso lo metteva a disagio.
Non era abituato al silenzio lui. Quando erao in due c’era sempre rumore, risate.
Scosse la testa, decisamente non gli faceva bene stare solo.

Aveva constantemente bisogno di persone accanto a lui dopo la perdita della sua metà gemella.
Si riscosse dai suoi pensieri e decise di uscire dal negozio. Spense le luci, uscì, chiuse a choave e poi si smaterializzò.
Riapparve poco lontano, sempre a Diagon Alley, a un cimitero dedicato alle vittime della Seconda Guerra Magica.

Entrò, il cancello aperto, cercando di fare meno rumore possibile.
Camminava lentamente, quasi preoccupato di disturbare la quiete del luogo. Fino a quando arrivò a una lapide di marmo chiaro:

Qui giace Fred Weasley,
Il Mago che schernì la morte.

Le aveva volute lui, quelle parole. Gli erano sembrate significative.
Era talmente preso a osservare la foto del gemello che non si accorse dell’arrivo di Angelina.

“Sapevo di trovarti qui.”

George sorrise.
La donna, al 3 mese di gravidanza, pose una fiore sulla lastra, vicino alla foto.
Poi prese per mano il marito.

“Sai, è un maschio.”
Disse come per cercare di risollevare il morale del ragazzo.

George fece un piccolo sorriso. Quella ragazza e il bambino in arrivo erano tra le poche cose in grado di renderlo nuovamente felice.

“Come lo chiamiamo?” chiese Angelina, senza smettere di fissare il volto sorridente incorniciato nella fotografia.

In quel momento un colpo di vento, più forte del solito, fece cadere il berretto di lana di George sulla lastra, proprio sopra il nome.

Si chinò, e una volta preso l’indumento sorrise.

“Vuoi che lo chiami come te, vero?” chiese alla foto.

Non avrebbe mai ricevuto risposta eppure il sorriso che in quel momento Fred gli stava regalando dalla fotografia sembrava un assenso.

“Ho trovato il nome. Fred. Si chiamerà Fred Junior. E sarà grande, proprio come suo zio.”
Angelina sorrise. Era d’accordo.
  
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