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Autore: tomlindoll    25/01/2014    7 recensioni
“Uumh… Ciao Louis… Ti dirò, insomma, tutte le cose della tua vita che ti sei dimenticato dopo all’incidente, sai…” [...] “Io sono Harry, il tuo fidanzato. Mi ami più del calcio, anche se non lo ammetterai mai.” detto questo si lasciò sfuggire una risata e tirò fuori un’altra foto. In quella c’eravamo solo io e lui - Harry. Era piuttosto difficile ricordare tutti quei nomi - e se nella foto precedente, assieme alla mia famiglia, sembravo essere contento in quella che mi stava mostrando Harry davo l’impressione di essere la persona più felice del mondo.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ci tengo a specificare una cosa: questa os è nata da un momento di noia più totale e si ispira al film ’50 volte il primo bacio’ che non mi è mai piaciuto troppo, ma mi ha fatto venire voglia di scrivere questa storiella un po’ (molto) corta. Niente, so che non è il massimo, ma avevo voglia di postarla, quindi… Ecco qua.

 

 

 

Encore ici? 

 

Di  nuovo a Grazia, perché oggi è il suo compleanno e non so che le dovrei regalare. 

Auguri bellissima, spero che questa cagata sia abbastanza per farmi perdonare!

 

 

“Uumh… Ciao Louis… Ti dirò, insomma, tutte le cose della tua vita che ti sei dimenticato dopo all’incidente, sai…” corrugai le sopracciglia cercando di collegare il viso del ragazzo alla tv ad un nome. Non avevo la più pallida idea di chi fosse, ma nonostante ciò mi ricordava vagamente qualcuno. 

Capelli ricci e disordinati, labbra rosse, a forma di cuore, fossette, occhi grandi e verdi che brillavano di luce propria e pelle bianca come il latte.

“Tu vivi a Doncaster con tua madre e le tue quattro sorelle.” il ragazzo mostrò una foto spiegazzata agli angoli, ritraeva me assieme ad una donna - che doveva essere mia madre - due ragazze, una mora ed una bionda, e due bambine sui sei anni, entrane bionde. Sembravamo felici. 

“Tua madre si chiama Johannah, le tue sorelle sono Charlotte, Felicitie, Phoebe e Daisy.” aggiunse indicandole una ad una, strinsi i pugni e scesi dal letto con un balzo. Cominciavo a ricordare, anche se un po’ a fatica, piccoli dettagli della mia vita. 

Una bambina - Daisy? - che versava succo d’arancia nel suo bicchiere mancando il bersaglio più e più volte e sporcando tutta la tovaglia azzurra con il liquido arancione, mentre la sua gemella - Phoebe - le rideva dietro  . Mia madre che preparava la colazione, Lottie - forse era così che chiamavo Charlotte - che finiva di fare i compiti in fretta e furia e Felicitie che parlava al telefono con un’amica. 

“Io sono Harry, il tuo fidanzato. Mi ami più del calcio, anche se non lo ammetterai mai.” detto questo si lasciò sfuggire una risata e tirò fuori un’altra foto. In quella c’eravamo solo io e lui - Harry. Era piuttosto difficile ricordare tutti quei nomi - e se nella foto precedente, assieme alla mia famiglia, sembravo essere contento in quella che mi stava mostrando Harry davo l’impressione di essere la persona più felice del mondo. 

Si rimise la foto in tasca e si asciugò il viso dalle lacrime, ma sorrise. E sorrisi anche io, il suo sorriso mi confortava, in un certo senso, mi faceva sentire al posto giusto.

“Okay, solo un attimo… Scusa.” mormorò, poi prese un respiro profondo e tirò fuori una terza fotografia.

“Questi sono i nostri migliori amici: Niall, Zayn e Liam…” disse indicando i tre ragazzi nella foto uno ad uno. 

“Tua madre ti mostra ogni mattina questo video per aiutarti a ricordare alcune cose fondamentali… Perché hai perso la memoria dopo ad un’incidente stradale, tre anni fa. E questo è tutto, buona giornata Lou, ti amo.” il video finì così, lasciandomi piuttosto interdetto dato che mi aspettavo qualcosa di più lungo.

Dettagli, dubbi e domandi cominciarono ad assalirmi appena lo schermo della tv si spense. Rimasi da solo con i miei vuoti, non erano pochi, assolutamente no.

Vivevo assieme a mia madre e alle mie sorelle, ma mio padre dov’era? Che scuola avevo frequentato? Che anno era? Cominciai a ricordarmi cose inutili, come il nome dei vicini di casa, il gatto di Harry, il ragazzo di Lottie - ragazzo? -, il cartone preferito di Daisy e tante altre cose assurde. 

Venni distratto all’improvviso dai miei pensieri da qualcuno che bussava alla porta.

“Lou, posso entrare?” chiese dolcemente quello che doveva essere Harry. 

“Un attimo!” esclamai appendo di scatto l’armadio, mi vestii in fretta e furia e corsi ad aprire. Harry era alto, decisamente alto, non me lo ricordavo così alto, a dire la verità non me lo ricordavo proprio.

“Ciao.” disse tormentandosi i palmi delle mani, sorrise nervosamente e fece un passo verso di me. 

“Ciao…” mormorai osservandolo di sbieco. Si sedette sul mio letto senza dire una parola, aprii la bocca per fare una domanda ma lui si mise a parlare prima di me. 

“Ci sono un paio di cose che tieni a sapere: tua madre e tuo padre hanno divorziato quando avevi tre anni, hai frequentato una scuola privata fuori città e sei diplomato…. Oh, ed oggi è il 25 settembre 2013.” disse sorridendo, accavallò le gambe e mi invitò a sedermi accanto a lui con un cenno della testa. Non me lo feci ripetere. 

“Come fai a sapere che… Insomma…” tentai di chiedere, lui si strinse nelle spalle e rise, un po’ a disagio. Era a dir poco adorabile, avevo voglia di infilare un dito in quelle fossette che aveva agli angoli della bocca.

“E’ da tre anni che mi chiedi sempre le stesse cose…” disse, improvvisamente mi venne in mente una scena simile, probabilmente avvenuta qualche giorno prima. Annuii, senza nemmeno sapere per quale motivo.

“Allora, cosa ti ricordi questa mattina? - si lasciò cadere sul materasso ridacchiando - Ad esempio… Ti ricordi di me?” chiese speranzoso, i suoi occhi erano spalancati. Mi sdraiai accanto a lui e sospirai.

“Sì, mi ricordo di te.” 

“Qualcosa in particolare?” insistette avvicinando il suo viso al mio e circondandomi le spalle con un braccio.

“Sei il figlio dei vicini, siamo cresciuti assieme praticamente. Hai un gatto che si chiama… Dusty? Ci siamo conosciuti quando avevo sei anni perché il mio pallone era finito nel giardino di casa tua e sono venuto a riprenderlo, eri piccolo e non mi hai nemmeno rivolto la parola. E poi… Poi mi ricordo che siamo stati in Francia assieme, una volta. E… Altre cose, ecco.” mormorai mordicchiandomi il labbro inferiore.

“Stai migliorando.” constatò Harry con un sorriso rassicurante stampato sulle labbra.

“E’ sempre così? - chiesi chiudendo la mia mano attorno alla sua - Tutti i giorni succede questo?” Harry rise e mi diede un bacio sulla guancia.

“Sì.” 

“E sei ancora qui?” 

“Certo, sono qui per te.” rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Una cosa la ricordavo, fin dal principio: Harry era forte ed era per questo che lo amavo.

   
 
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