Passarono alcuni giorni prima che Clove fece ritorno in palestra, ma non passò giorno senza che Cato andasse a farle visita. Ci andava di sera di nascosto, per poter stare con lei quanto voleva senza che nessuno gli dicesse di andarsene. Nella maggior parte dei casi, per non dire tutti, Clove dormiva beata.
Vederla sommersa in quegli aggeggi lo rattristava, era sempre stata una ragazza libera e combattiva e adesso invece era lì inerme e debole su un letto d’ospedale. Vederla ritornare in campo gli fece gettare un sospiro di sollievo. Anche Marvel fu contento di vederla, a differenza di Glimmer che avrebbe preferito che non ritornasse mai.
Clove si rimise subito alla pari con tutti gli altri tributi e si allenava fiera sotto gli occhi soddisfatti degli strateghi. Cato lasciò che tutto il suo entusiasmo si esprimesse nell’allenamento e fece a pezzi tutti e 3 i manichini che gli capitavano davanti.
“E’ inutile che ti pavoneggi, non attirerai mai la sua attenzione”gli disse Marvel mentre lucidava la lama della sua lancia.
“Cosa?”chiese Cato non afferrando al volo il discorso.
“Oh andiamo, non far finta di non aver capito”gli disse l’amico con un sorrisetto provocante in volto. Notando che Cato davvero non capiva di cosa stesse parlando decise di dargli un piccolo indizio.
“Sto parlando di Clove idiota! Non serve che ti pavoneggi, lei non ti dirà mai che sei bravo, a differenza di Glimmer che non perde occasione per ricordartelo.” Gli disse con un pizzico di sdegno verso la fine del suo discorso che Cato ovviamente notò. Appoggiò la sua spada a terra lasciando che la punta si conficcasse nel pavimento in legno e si appoggiò con il braccio sul manico.
“Ti da fastidio per caso?” gli domandò.
“Non dire cavolate, sono bravo quanto te”gli rispose Marvel a tono.
“Si, ma a te non ha mai detto che sei bravo” gli fece presente.
“be, neanche a te Clove lo ha mai detto”gli ricordò lui.
Appena finì di parlare la campana risuonò e tutti uscirono. Il discorso tra i due finì li e tutti si diressero nella sala grande per cenare.
Clove stava ancora sistemando i suoi coltelli nella custodia perciò ci mise un po’ prima di uscire, Marvel stava facendo la stessa cosa con le sue lance e i due restarono soli nella stanza.
Dato che Marvel era un ragazzo molto simpatico e aperto con tutti decise di attaccar bottone tanto per entrare in una qualsiasi conversazione, amava fare chiacchiere.
“Quindi sei tornata?”disse a Clove avvicinandosi a lei.
“A quanto pare”gli disse Clove nel suo classico tono acido e freddo.
“Sai,sono un po’ deluso”gli disse Marvel.
“Come mai?”gli chiese Clove voltandosi verso di lui.
“Mi sarei aspettato di vederti un po’ fuori allenamento dato il tuo breve periodo di riposo e invece …”
“Non illuderti Marvel, non riuscirai mai a superarmi”gli disse con tono di superiorità.
“Sempre scontrosa Clove”gli disse lui ridendo.
“Semplicemente realista”gli rispose a tono.
“Sicuro, chi oserebbe mai mettere in dubbio la parola della nostra regina dei coltelli”disse scherzando.
“Come mi hai chiamata?”chiese Clove.
“Perché non ti piace il mio soprannome? Li ho dati a tutti,per esempio la ragazza del distretto 12 hai presente? Bene, lei l’ho soprannominata la ragazza in fiamme, che ne pensi?e poi hai presente la ragazza dai capelli rossi? Sono stato io il primo a darle il soprannome di FoxFace perché ha il viso che mi ricordava una volpe, mentre Tresh l’ho soprannominato Furia buia” disse con un sorriso più ampio.
“Ammirevole”disse lei “però sei un vero portento con i soprannomi Marvel”continuò.
“Vuoi sapere come ho soprannominato Cato? SterminetorSpadaccino”disse gesticolando ampiamente.
Clove scoppiò a ridere.
“Si! Vedi che ci sono riuscito a farti tornare il sorriso? Sono grande!”disse Marvel elogiandosi da solo.
“E ancora una volta non illuderti, però devo ammettere che gli si addice a pennello”disse continuando a ridere. Rise così forte che non riuscì a smettere e si mise una mano davanti la bocca.
“Si,infatti. Speriamo che non se ne accorga altrimenti per me sono guai”disse ridendo.
“E già sai quanto sia suscettibile”disse lei ridendo.
“E a te piace il soprannome che ti ho dato? Regina dei coltelli?”gli chiese alzando un sopracciglio e incrociando le braccia sul petto.
Clove si chinò ad osservare i suoi coltelli messi nella custodia. Ne afferrò uno e lo guardò con ammirazione.
“Forse se ti impegni davvero riuscirai a vincere gli Hunger Games ragazza dei coltelli” disse Marvel osservando il riflesso dei suoi occhi nella lama del coltello affilato.
Clove sollevò di poco il coltello e lo scagliò contro bersaglio in legno davanti a se mirando al cuore. Centrò perfettamente il punto desiderato e milioni di piccole schegge svolazzarono dappertutto nella stanza. Clove si voltò di scatto e osservò con tono minaccioso Marvel.
“togli il forse.”gli disse.
Ritornò ad osservare la lama dei coltelli nella custodia e per un primo momento realizzò di essere ritornata in pista e si sentì potente come non mai. Si, il soprannome regina dei coltelli cominciava davvero a piacergli.

Angolo dell'autrice:
Mi sentivo in dovere di aggiungere l'angolo dell'autrice in questo capitolo....allora che dire l'ho riscritto ben 4 volte e ogni volta i soggetti cambiavano, prima avevo pensato di lasciare soli Cato e Clove , ma in seguito ho deciso di lasciarci Marvel per ... aspettate! Non posso dirvi tutto! E' una sorpresa, lo scoprirete soltanto leggendo gli altri capitoli e vi prego recensite, recensite, recensite!