Capitolo uno: prologo Mi guardai rapidamente allo specchio: dovevo essere assolutamente impeccabile se volevo far buona impressione sull'editore. Vidi il riflesso dei miei occhi blu circondati da un filo di matita e di mascara neri, dei miei capelli neri, liscissimi e lunghi fino alla vita, del mio fisico magrissimo, quasi anoressico, coperto da un paio di jeans stretti neri, da una maglietta a maniche corte bianca e con lo scollo a v (che mi stava larghissima) e un golfino di cotone grigio. Presi la borsa grigia ed uscii, portando con me il lavoro di cinque anni di vita. In cinque anni ero cambiata in modo quasi assurdo: alla fine della prima superiore ero ottimista, allegra, sorridente e vivace, poi la,mia migliore e unica amica era partita per l'America con la promessa di scrivermi sempre, ma dopo due mesi l'avevo persa, e quel fatto mi aveva fatto perdere la fiducia negli altri quasi quanto in me stessa. Alla fine della seconda superiore ero anoressica, depressa, senza amici e soffrivo di emicrania e svenivo ogni due o tre settimane per colpa dell'anoressia. Verso la fine della terza cominciai a riprendermi e a vivere più felice, ma sempre sola, all'inizio della quarta mia mamma, mio papà e mia nonna morirono in un incidente, uno dei miei tre fratelli rimase in coma e fu trasferito in Inghilterra dove fu guarito e dove rimase a vivere. Ero la più piccola, avevo sedici anni, Matt ne aveva diciannove, Ellen ventidue e Francesco ventiquattro, Francesco rimase in Inghilterra e quando, alla fine della quarta, Ellen si sposò io e Matt ci trasferimmo da lui a Londra. In tutti questi anni ero diventata magrissima, depressa e tutto quello che volete, ma non toccai mai sigarette ne mi tagliai ne cercai di togliermi la vita in alcun modo. Mi sfogavo seguendo il sogno che mamma e papà avrebbero voluto che io realizzassi: diventate scrittrice. In quattro anni a partire dalla prima liceo avevo scritto quattro libri, a Londra scrissi il quinto. Matt mi diceva che se non li avessi fatti pubblicare io ci avrebbe pensato lui, perciò dopo due mesi mi ero decisa a compose il grande passo: fidarmi di me stessa, credere nelle mie capacita e portare i miei lavori da un editore, chiedendo il suo parere. spazio autrice non capisco come mi sia venuta in mente una cosa simile, forse perché rispecchia un po chi sono e la mia più grande paura: quella di perdere le persone che amo e che mi amano. probabilmente se io fossi Hazel farei fatica anche solo a parlare, ed all'inizio non avevo nemmeno intenzione di farla parlare, ma poi ho pensato che sarebbe stato troppo. vabbè, se siete arrivate/i fino a qua, io postero ogni due, tre giorni, se vi siete incuriosire, vi aspetto con il prossimo capitolo! accetto molto volentieri i consigli, dato che è la mia prima ff, e anche le critiche. Grazie mille!