Ed eccomi di nuovo
qui.
Un altro anno tra
queste quattro dannatissime mura.
L’unica
consolazione che ho è che molto probabilmente questo sarà il mio ultimo primo giorno
di scuola.
Un’altra estate è
passata troppo in fretta: feste, mare, nottate passate con gli amici a fare
cavolate e a divertirsi.
Oramai soltanto
ricordi di quelli che sono stati gli ultimi giorni di assoluta libertà.
Sapete che vuol
dire per un ragazzo di 18 anni di Los Angeles rinunciare a tutto questo?
Semplice.
Vuol dire che per i
prossimi 9 mesi dovrà districarsi fra assurdi compiti da svolgere,
interrogazioni impossibili da preparare e terribili nottate passate a studiare
argomenti che probabilmente non serviranno per il resto della vita.
A che serve saper
risolvere un integrale?
A che serve sapere
a memoria i nomi dei più importanti fiumi d’Europa??
Certo, sono cose
che faranno sempre parte della tua cultura e un giorno, magari tra 10 anni
quando ti ritroverai a Londra, sarà importante che tu non scambi il Tamigi con il
Rio delle Amazzoni.
Ma questo provate a
dirlo ad un ragazzo delle superiori, se avete il coraggio!
Vi state chiedendo
chi sono io?
Beh, io sono…
“Mike vedi un po’
di darti una mossa! Vuoi forse farci le radici lì in cortile??”
Si, io sono Mike.
Piacere.
Michael Byron detto
appunto Mike.
E colui che mi ha
appena chiamato in un modo così gentile è il mio vecchissimo amico Tom, Thomas
Sheppard se proprio volete essere fiscali. Per tutti comunque Tom.
“Si arrivo! Tu
intanto cerca di prendere due posti nella fila più indietro” gli rispondo e
suggerisco io.
Salgo
svogliatamente i gradini che mi separano dalla mia amata aula, ma, non appena
entro, noto con piacere che Tom è riuscito nella sua impresa.
Perfetto.
Sia chiaro però.
Non sono Mister
Perfezione in classe, per quello basta Martha, ma di sicuro non sono neanche un
demonio.
Ascolto normalmente
le spiegazioni.
Non interrompo le
lezioni con banali battute, come fa, senza fare nomi, per esempio Mark.
E vado bene in
tutte le materie.
ALT
E vado bene in
QUASI tutte le materie.
Tra tutti questi
pensieri mi stavo dimenticando di un particolare non trascurabile della mia
vita scolastica, o per meglio dire, di una persona non trascurabile.
Edward McPherson.
Il mio professore
di storia.
Su di lui potrei
stendere senza alcun problema una tesi di laurea e penso che otterrei anche un
bel voto.
Lui. Il mio incubo da
ben 4 anni ormai. Da quando cioè il mio vecchio professore Drayton è andato in
pensione ed è arrivato da Chicago questo essere.
Non so veramente
come descriverlo.
Cioè, ne avrei
tante di parole da usare, ma potrei essere censurato per la maggior parte di
esse.
Dalla prima volta
che mi ha visto in 2° non ha mai perso occasione per lanciarmi stupide
sfrecciatine, alle quali io prontamente rispondo.
E questo appunto lo
fa arrabbiare ancora di più.
Io cerco in tutti i
modi di non provocarlo ulteriormente, però sembra che mi stuzzichi apposta.
Ogni santo anno mi
prefiggo di essere rispettoso nei suoi confronti e di non rispondergli, così
che magari un giorno la smetta.
Ma ogni santo anno
questi buoni propositi vanno a farsi friggere.
“Signor Byron ho
avuto come l’impressione che oggi iniziasse la scuola. Quindi perché non si
mette seduto al suo solito posto lontano da me?” dice la serpe.
Appunto.
Nemmeno l’ho pensato
che mi si è materializzato alle spalle.
Evito di
rispondergli stavolta, anche perché, come ogni anno, ho sempre i miei buoni
propositi.
Mi metto quindi
seduto e, lanciando un rapido sguardo a Tom, gli faccio capire che l’anno non
poteva iniziare in maniera migliore.
La lezione sembra
proseguire normalmente, anche se alterno le varie occhiatacce che mi manda
McPherson, alle quali cerco in tutti i modi di non rispondere, al conto alla
rovescia per la fine di questa ora.
“La vedo assorto
tra i suoi pensieri signor Byron. La lezione non le interessa forse?” mi
domanda il maledetto, facendomi persino dimenticare a che minuto fossi
arrivato!
“Si, mi interessa
professore” rispondo io, cercando di avere un tono normale, anche se,
ripensandoci bene, la mia voce aveva un non so che di sarcastico.
“Mi fa piacere
signor Byron. Sa, l’anno scorso ero molto indeciso se farla rimanere in 4° o
promuoverla: niente di personale, ma sono sicuro che non le sarebbe dispiaciuto
ascoltare ancora le vecchie spiegazioni. O mi sbaglio?” mi ribatte subito la
belva.
Ecco, proprio in
questo momento i miei buoni propositi sono stati gettati nel water.
So che non dovrei,
ma non resisto più.
“Ma se fossi
restato in 4°, lei probabilmente non sarebbe stato di nuovo il mio professore.
Quindi come sarebbe riuscito a fare normalmente lezione senza di me?” replico
io.
Lo so, lo so.
Forse la mia
risposta è stata un tantino ironica, ma tanto quello che è fatto è fatto.
“Noto che l’allegria
le è rimasta. Chissà se durante gli esami quest’anno sarà altrettanto
sprezzante nelle risposte” dice il dannato, guardandomi come se potesse
incenerirmi da un momento all’altro.
“Lo spero tanto
professore” gli rispondo io, fissandolo con lo stesso sguardo e sorridendogli.
A questo punto è
pronto a controbattere ancora quando, forse perché le mie preghiere sono state finalmente
ascoltate, la campanella segna la fine di questa ora e, prendendo così la sua
borsa, esce dalla classe, lasciandomi tra gli sguardi preoccupati e allo stesso
tempo divertiti dei miei compagni.
Finito il primo
capitolo!
Spero che vi sia
piaciuto e che lasciate anche dei piccoli commentini!
Per quanto riguarda
Always spero di aggiornarla presto, ma ormai sono nel periodo esami e credo
proprio che sarò libera solo da luglio in poi!
Per questa storia
ci sentiamo comunque al prossimo capitolo!
AngelOfLove