Capitolo 23:
Ancora un dolce risveglio
Q |
uando
il prode Alan riprese conoscenza, la prima sensazione che avvertì fu una
discreta pesantezza alla testa, seguita da un senso di spossatezza generale. Fu
comunque un notevole sollievo non sentirsi più addosso tutto quel freddo e
tutto quel bagnato. Anche la febbre doveva essersene andata, probabilmente per
merito di un’aspirina, poiché si sentiva anche un po’ sudato...
Istintivamente
fece per sfilarsi la camicia del pigiama, ma dovette constatare che
l’operazione era del tutto superflua, dal momento che non l’aveva affatto… e, a
dire la verità, quello non era l’unico indumento che gli mancava. Il sudore in
fronte gli aumentò poi copiosamente non appena realizzò che, a parte le coltri,
non aveva nient’altro addosso!
E
c’era di più… non soltanto non rientrava nelle sue abitudini coricarsi in
“costume adamitico”, ma nemmeno aveva mai avuto l’idea di arredare la sua
stanza con quella carta da parati rosa a fiorellini, né di disporre in giro tutti
quei colorati peluche e quegli altri graziosi ninnoli.
“Squitt…
queeeck… squitt, squitt…!!”
Voltata
la testa nella direzione di quegli strani versi, Alan constatò anche la
presenza di quello che il suo responsabile cerebrale aveva a suo tempo
classificato come Indizio n°4 per la
constatazione dell’Ipotesi Zero: ovvero Ruby, il piccolo riccio di Saint
Tail, che dopotutto, almeno da come stava saltando, non era affatto un peluche!
*È
inutile: la legge di Murphy non perdona* si disse, amaro, il tenace James
Watson *tutte le prove decisive saltano sempre fuori quando oramai non servono
più…!*
***
A
un tratto, la porta si aprì… al rumore, il ragazzo, che stava riflettendo in
posizione seduta, si ridistese fulmineo, portandosi le coperte alla gola.
Una
bellissima fanciulla dalla chioma ramata, avvolta in un’elegante vestaglia
azzurra, era entrata nella stanza.
“L…
Lisa…!” sussurrò il detective, balbettando.
L’alter-ego
diurno di Seya si avvicinò al letto ostentando un’espressione tranquilla, poi
allungò una mano a toccare la fronte del ragazzo, che non osava quasi
respirare. Un sorriso spuntò dal suo sempre stupendo volto.
“Non
hai più la febbre.” constatò con sollievo.
Dopo
un paio di deglutizioni ordinate da Wolfe, lui riuscì a risponderle: “No… credo
di no!”
“Sono
contenta… hai dormito bene?”
“Beh…
ho dormito… ma tu…”
“Ma
io?”
“Tu…
dov’eri…?”
La
ragazza corrugò le sopracciglia, quindi si lasciò scappare un ghigno: “Ho
dormito nella stanza di mia madre…” qui avrebbe voluto terminare, ma la
tentazione fu troppo forte “…mi dispiace per te!”
“Che
vorresti insinuare?!” ribatté lui, cercando di usare un tono opportunamente
indignato.
“Dai,
che hai capito benissimo…!”
Inutile
precisare che, nella centrale di Spade, dovettero affrettarsi a dare una
stretta significativa ai freni inibitori! Dal canto loro, quelli di Marlowe si
affrettarono invece a fargli dire: “Senti, cara: per tua norma e regola, sappi
che io sono un gentiluomo! Chiaro…?”
Lisa
annuì, sempre sorridendo… ma poi la sua espressione si fece un po’ triste: “È vero,
sei un gentiluomo. Anche se dal bacio un po’ facile…!”
Marlowe
dovette ordinare a Kirby di abbassargli gli occhi. Dopodichè, su suggerimento
di Watson, gli fece cambiare discorso: “Quindi… hai dormito con tua madre!”
“Già…!”
“E…
e tuo…”
“Mio
padre ha dormito sul divano, in salotto!”
*Ahi*
pensò il capo della Cerebrale *questa Silvan
ce la mette in conto di sicuro…!*
Alan
sospirò: “Mi dispiace molto per tutto questo disturbo!”
“Ma
figurati!”
“No,
davvero… non so che mi abbia preso, ieri sera! Io…”
“Non
importa” la ragazza scosse la testa “l’importante, adesso, è che tu ti
riprenda. Riposati!”
“Ma
no, senti” senza riflettere, Alan si rimise a sedere “se ho agito in questo
modo è perché…”
All’improvviso
la ragazza arrossì violentemente e gli voltò la schiena… dopo un istante di
perplessità, il detective constatò che le coperte gli erano scivolate
all’altezza dell’ombelico!
“Acc…
scusa…!!” esclamò, affrettandosi a ridistendersi e a ricoprirsi. Stava per
continuare il precedente discorso, quando l’incidente gli fece venire in mente
un particolare un po’ scabroso…
“Ma,
senti un po’… mi spieghi perché mi trovo senza niente addosso…??”
Sempre
voltandogli le spalle, Lisa cominciò a rispondergli con la voce discretamente
tremula: “Ieri sera… quando mi sono accorta che eri svenuto, in giardino… ho
avuto una paura tremenda, per te… non sapevo cosa fare, per aiutarti!”
“Non
capisco” rispose il ragazzo, corrugando la fronte “non hai avvertito i tuoi?”
Lisa
scosse la testa: “Non potevo: mio padre non sa niente di ciò che faccio di
notte… e men che meno che tu mi dai
la caccia! Che spiegazioni avrei potuto dargli? Così ho dovuto… tirarti su
nella mia camera!”
Decisamente
quella ragazza non avrebbe mai smesso di sbalordirlo.
“E
come ci sei riuscita…?” chiese, leggermente confuso.
“Con
l’aiuto dei miei palloncini. Poi, quando ti ho steso sul letto… ho sentito che
eri… completamente fradicio… e gelato… e allora…”
Parecchi
membri delle equipes organiche iniziarono a incrociare le dita… e Marlowe
decise di andare direttamente al sodo: fuori il dente, fuori il dolore!
“Chi
mi ha spogliato…?” domandò Alan con voce
assolutamente piatta, temendo già di conoscere la risposta.
Lisa
Haneoka si voltò e incrociò le braccia, prima di rispondere: “Sono stata io. E
allora?”
Rip
Kirby, capo della sezione Motoria, accusò un momentaneo blocco dei comandi
mascellari. Il ragazzo era rimasto a bocca aperta… anche perché quella frase
l’aveva già sentita pari pari da una certa Rina Takamya! Anche se, per la
verità, non solo quest’ultima gli aveva lasciato addosso la biancheria intima,
ma aveva anche avuto la “delicatezza” (parole di Watson) di infilargli il pigiamino!
Mentre, “quella furbastra di una ladra…”
La
faccia di Lisa era decisamente sul rosso spinto… ma se Alan si fosse potuto
vedere la propria, avrebbe constatato che, al suo confronto, lei era rimasta abbastanza
pallida!
“Ma…
Lisa… non dirmi che mi hai… proprio…”
“Certo, che cosa ti credi…?! Te l’ho
detto, eri gelato!! Assieme alla tua biancheria, completamente zuppa!! Ho
esitato un bel po’, sai, a sfilarti quei maledetti boxer…”
I
tecnici della Neuro ebbero un soprassalto, nel vedersi scoppiare letteralmente
i vetri dei galvanometri più importanti… e il loro povero capo si accasciò
ancora una volta sulla propria postazione.
“L’ha
visto…” mormorò, sconsolato “…glielo ha visto!!”
“E
in quali condizioni, poi” aggiunse
dalla sua Sam Spade, trattenendo a stento un’imprecazione irriferibile “ma che bella
sputtanata…!!”
Watson
non si lasciò sfuggire l’occasione: “Certo, Marlowe, che anche le tue idee, in
quanto a effetti collaterali…”
“STA’
ZITTO…!!!” urlò l’interessato.
Nemmeno
A1 era troppo contento, questa volta... ma ritenne più opportuno gettare acqua
sul fuoco: “Ora basta, finitela: tanto non possiamo più farci nulla!”
Alan
continuava a fissare con occhi sbarrati quella femmina notevole, dove la
proverbiale timidezza di Lisa lasciava sempre più il posto alla formidabile
risolutezza di Seya!
“…ma
l’ho dovuto fare! Poi ho dovuto asciugarti e metterti a letto. E, per tua
informazione, quando ti ho misurato la febbre, ce l’avevi quasi a 40…!”
“Oddio”
sobbalzò Blackie Wolfe, capo della Metabolica “non gli avrà mica infilato anche
una supposta, spero…??!!”
“BASTA…!!!”
gridò il povero Marlowe, tappandosi le orecchie “Non voglio più sentire niente…!!”
“Lisa…”
biascicò il ragazzo.
“…allora
ti ho spalmato una pomata sul petto… e a quanto pare, per fortuna, è bastato a
fartela passare!”
Un
molteplice sospiro di sollievo si fece sentire in tutte le sezioni organiche
del giovane investigatore…
“Sia
ringraziato il Cielo…!” sibilò Marlowe.
“Meno
male” aggiunse Lew Harper “credo che dovremo ringraziare quelli della Vicks!”[1]
Dopo
aver respirato a fondo, Alan riuscì finalmente ad abbozzare un sorriso: “Beh…
allora credo proprio di doverti ringraziare… anche se c’è qualcosa che ancora non
mi quadra…!”
“Che
cosa, impiccione d’uno sbirro?”
“Perché…
mi hai lasciato… così…?” chiese lui,
alludendo al fatto che non lo aveva rivestito come aveva invece fatto Rina…
anche se questo era meglio non dirglielo!
La
fanciulla tornò ad arrossire: “Non avevo niente da darti… senza coinvolgere mio
padre… e poi un suo pigiama ti sarebbe stato largo. O preferivi provare uno dei
miei negligé…?!”
“Che
sciocca, che sei…!” rispose lui, risentito. Poi gli venne in mente un’altra
cosa “Senti, ma… e tuo padre? Se non sa che sono qui, come l’hai convinto a
dormire sul divano?”
Lisa
fece spallucce: “Non è la prima volta che succede… ho detto ai miei che non
riuscivo a dormire per il temporale e se potevo dormire con la mamma! Il mio
papà non ha mai voluto dormire nel mio letto…”
“Ah,
davvero? Certo che sei sempre stata una tipa fortunata, tu… come so bene
anch’io!”
Lei
tornò a guardarlo con aria corrucciata: “Anche tu sei stato molto fortunato, questa notte, Alan…!”
Il
detective accusò il colpo, ma poi sorrise di nuovo: “Hai ragione… vieni qui!” e
sporse il braccio. Lisa si avvicinò e prese la sua mano, che il ragazzo strinse
subito.
“Grazie,
Lisa. Anzi… grazie, Seya! Ancora una volta, mi hai salvato la ghirba… anche se
non mi ami!”
Due
piccole lacrime spuntarono da quegli splendidi occhioni blu.
“Seya
ti ama, invece” lo corresse, decisa “ti ha sempre amato! È Lisa che ce l’ha con
te… almeno in questo momento!”
“Capisco…
in effetti, ora che ci penso, quelle due non sono mai andate molto d’accordo!”
“È
vero!”
“Ma
chissà… un giorno potrebbero anche pensarla allo stesso modo!”
“Forse…!”
“E…
secondo te…” dovette dare due colpi di tosse “…secondo te, quante probabilità
ci sono che questo accada?”
La
ragazza esitò un po’ a rispondere, ma poi si chinò su di lui che, rialzando il
busto, si lasciò abbracciare…
“Più
di quelle che pensi… sbruffoncello testardo e insensibile che non sei altro…!”
Poi,
senza nemmeno ristaccarsi da lui, Lisa cercò la sua bocca ed unì le proprie
labbra alle sue… e stavolta anche Marlowe non ebbe obiezioni. Anche perché,
dopo qualche titubanza, le labbra della ragazza si dischiusero e la sua lingua
delicata iniziò a premere delicatamente su quelle del ragazzo…
“Capo…!”
chiamò Spade, dalla Genetica.
“D’accordo,
autorizzo. Avanti Motoria: assecondare la partner. Confermato!”
Quel
bacio durò a lungo… molto a lungo… permettendo al contatore del Codice
Relazionale di aggiungere ben 313 punti all’ultimo livello di Lisa/Seya…
cosicché la fantastica avversaria del piccolo detective poté finalmente
arrivare alla quota di 1010!
“Finalmente…!!”
esclamò raggiante il capo della Neuro, non appena vide lo status della
relazione interpersonale cambiare da AFFECTION in LOVE… afferrò quindi il microfono del comunicatore
intersezionale e si mise in contatto con la sezione di Chandler.
“Sensitiva
da Neuro: trasmettere il seguente messaggio…”
Le
loro labbra finalmente si staccarono e i due ragazzi si guardarono negli occhi.
“Ti
amo, Lisa…!”
“Ti
amo, Alan…!”
Dopodiché,
tornarono a baciarsi… non ci è dato di sapere se sarebbero andati anche oltre,
in quella circostanza… probabilmente non lo sapremo mai, perché la porta della
camera si aprì un’altra volta e una bella donna dalla fulva chioma rossa rimase
bloccata sulla soglia… e, per poco, la tazza di tisana calda che portava sopra
il vassoio non fece una brutta fine!
“Scusate…”
esclamò, arrossendo, la signora Eimi Haneoka, ora piacente e raffinata
casalinga, ma un tempo inafferrabile ladra col nome di Lucifer “…temo di avervi disturbato…!!”
Il
malcapitato Marlowe, che stava scambiandosi “il cinque” col fido Timmy Murdock
(pregustando contemporaneamente la sua rivincita sul collega della Cerebrale),
tornò ad accasciarsi sgomento sulla propria poltroncina.
*Niente
da fare* pensò *la brutta settimana
continua…!*