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Autore: fraviaggiaincubi    26/01/2014    1 recensioni
Dal capitolo 7
“Un’arma?”domandò debolmente e il Nazgul annuì soddisfatto che la sua preda si interessasse delle sue parole, non c’era niente di meglio che allarmarlo facendogli intuire su quale baratro stesse per scivolare la Terra di Mezzo. Con un sorriso sadico che l’uomo non poteva cogliere proseguì: “Esatto, un’elfa che contiene in sé anche il sangue di uno stregone della terra di Angmar.”si indicò con un gesto teatrale. “Capace di creare guerrieri invincibili...
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Nuovo personaggio, Tauriel, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 4
 
Questo capitolo è dedicato a Iris_Blu  che ha recensito questa storia con passione e amore facendomi commuovere per l’entusiasmo che ha mostrato.
 
Qualcosa si muove ad est
 
Oggi EFP lettori non ho intenzione di fare commenti e lasciarvi alla lettura subito. D’altronde anche per me è ancora un enigma questo capitolo, nel senso che non ho ancora idea di come chiamarlo perché comincerò a far respirare anche altri personaggi in questa fic=) quindi...buona lettura!
P.S a parte le mie crisi quando lo leggerete avrò superato il problema e sarà perfetto, spero=). Starà a voi decidere.    
 
 
Lo splendore della bianca città di Minas Tirith luccicava sotto il sole della terra di Gondor, rifulgendo con l’accecante biancore dei suoi marmi contro la montagna su cui si arrampicava e sporgendo da essa con le sue alte torri e le mura di cinta, come a sfidare la vastissima prateria verde che si stendeva di fronte a lei piegando i delicati fili d’erba sotto il vento caldo che l’attraversava.
   Una figura correva in quello sconfinato mare verde smeraldo diretto alla capitale e la grazia con cui divorava la vasta distesa venne notato anche a grande distanza dalle sentinelle delle torri. Fu una di esse a indicare ammirata l’avanzare del cavaliere e del suo destriero. “Gandalf, sta arrivando Gandalf.” annunciò ad una guardia più in basso e questa balzò in sella al cavallo per correre verso la punta più alta della città al palazzo reale del sovraintendente di Gondor, ma nonostante l’andatura lanciata del cavallo non poteva competere con il destriero di Gandalf. Ombromanto, il signore dei cavalli della terra di Rohan, era la creatura più bella e veloce che la Terra di Mezzo potesse vedere e non era solo la velocità e l’instancabile forza dell’animale a renderlo una gemma dalla terra da cui proveniva, ma il suo stesso aspetto: Ombromanto era candido come la neve tranne per il muso e le zampe, nere come la notte. La criniera selvaggia che Gandalf lasciava libera sulla curva possente del collo scintillava come il Mithril, la pietra simile al diamante che i nani cercavano nella profondità della terra per la sua durezza e la sua favolosa lucentezza e l’orgoglio che traspariva dagli occhi scuri del cavallo dimostravano che Ombromanto era consapevole della sua potenza e la mostrava tendendo i muscoli del corpo in una danza di perfetto equilibrio nella corsa verso la città, instancabile come il suo cavaliere che lui stesso aveva scelto di far montare sul suo dorso. Il cavallo infatti era un dono di re Theoden e si diceva che mai nessuno avesse cavalcato quella bestia suprema se non lo stesso stregone, che lo faceva senza briglie o sella per rispettare la libertà che lo stallone esprimeva con la forza del suo cuore indomabile.
   Gandalf spronò Ombromanto e il cavallo accelerò ulteriormente scintillando sotto al sole come una folgore e in pochi istanti le immense porte di Minas Tirith si schiusero davanti a loro facendoli passare. Gandalf non fermò l’andatura del destriero e nemmeno ebbe bisogno di parlare. Il legame che lo univa al selvaggio animale era profondo come il mare e Ombromanto si lanciò senza indugio verso il cuore della città sbuffando con potenza dalle froge dilatate. Percorsero a tutta velocità la città schivando donne, uomini e soldati lungo la strada a spirale che univa ognuno dei piani della città tramite imponenti archi fino a raggiungere il culmine della capitale. Ovunque piccole case si affacciavano sulla strada o su stradine acciottolate che si diramavano nella roccia della montagna lasciando la strada principale aperta al passaggio di carri e messaggeri, costretti a gettarsi di lato al passare dello stregone. Molti scossero la testa preoccupati, era risaputo che Gandalf e il sovraintendente di Gondor non erano in buoni rapporti e lo stregone non si presentava mai se non per la massima urgenza alla bianca città in sella al suo veloce destriero. Voci dicevano addirittura che Ombromanto potesse tenere testa ai Nazgul alati in velocità, ma nessuno aveva mai potuto accertare le leggende che giravano attorno alla figura del misterioso stregone grigio.
Finalmente in cima Ombromanto si arrestò scuotendo la lunga criniera luccicante e scrollò i fianchi lucidi di sudore mentre Gandalf scendeva brandendo il bastone magico in mano. “Ben fatto vecchio amico.”si congratulò avviandosi verso il palazzo che sorgeva oltre una gigantesca piazza al cui centro spiccava un albero bianco volto con i rami al cielo in quella che sembrava una muta preghiera o una silenziosa attesa. Lo stregone passò vicino accarezzando distrattamente la corteccia candida e si perse sull’intricato rilievo di bozzi e segni che la coprivano.
E’ come se attendesse il ritorno di qualcuno e io credo di sapere chi. Tu aspetti il re di questa terra, ma lui non verrà, pensò silenziosamente verso l’albero che sembrò fremere sotto un vento invisibile, come avvertendo i pensieri di Gandalf.
“Benvenuto.” esordì una voce distraendolo dai suoi pensieri e lo stregone si girò verso il giovane che si avvicinava in armatura. La chioma rossa brillò sotto il sole come rame fuso mentre stringeva il braccio di Gandalf con un sorriso spavaldo sotto il pizzetto ben curato.
“Boromir, figlio di Denethor.” lo salutò Gandalf con un sorriso sincero. “Niente viaggi estenuanti nelle città?”
“Lo sai bene che non siamo in buoni rapporti con gli altri regni Gandalf.” rispose il giovane con un nuovo sorriso. “E comunque siamo in pace ora, i contratti vanno a gonfie vele e ognuno sta al suo posto.”aggiunse con soddisfazione, ma lo stregone non si lasciò trascinare affilando ancora di più lo sguardo sotto le sopraciglia cespugliose. “Lo dici tu Boromir, ma non sarà sempre così.”
Boromir lo fisso confuso e il sorriso morì sulle sue labbra, ma Gandalf si limitò a sorpassarlo domandando: “Dove si trova tuo padre? Urge per me parlargli e subito.”, ma il giovane sbuffò camminandogli dietro con calma. “E’ partito per un importante evento nel regno, se hai bisogno dimmi pure a me.”tentò, ma Gandalf lo ignorò borbottando furente: “Importante c’è quello che devo dirgli, non stupidi eventi.”
“Il benessere del suo regno è di vitale importanza.”ribatté e l’ira avvelenò le sue parole, ma Gandalf non si lasciò impressionare e rispose con altrettanta durezza. “Non è il suo regno, il vero erede non è qui.”
Boromir si fermò scoppiando a ridere e la sua voce risultò forzata echeggiando nell’immensa piazza. “Esatto Gandalf, non c’è perché non gli interessa quello che è meglio per Gondor...”
“Nemmeno tu sai cos’è meglio per Gondor Boromir!”gridò Gandalf e le nuvole si addensarono un attimo coprendo il calore del sole. “Sennò sapresti bene che forze molto potenti si stanno muovendo ad est ed è tempo di smettere con i silenzi tra le terre. Il vostro equilibrio è fragile dove invece i vostri nemici sono forti”. Si girò facendo frusciare il mantello grigio e si pose di fronte al volto arrogante del giovane principe. “Qualcosa a Mordor si sta risvegliando, qualcosa che dovrebbe essere sepolto.”aggiunse e al nome della terra nera Ombromanto in lontananza alzò le orecchie, come in ascolto di un messaggio che solo lui poteva captare. Anche Gandalf si accorse che il vento era cessato e la preoccupazione scosse il suo cuore. Avvertiva che qualcosa di terribile era accaduto, un evento che poteva decidere il destino oscuro che sembrava spalancare affamato le fauci su di loro e tentò di trasmettere le sue sensazioni al giovane di fronte a lui. “Dobbiamo cominciare ad allacciare i rapporti con gli altri regni, qualcosa sta per accadere.”
Boromir fece un sorriso di sufficienza portandosi una mano all’elsa della spada per sostenere la mano. “Gandalf, sei saggio e abbiamo sempre ascoltato le tue parole, ma stai esagerando. Mordor è una storia antica e niente si muove ad est.”
“Io ti dico di si Boromir e fino a quando starai al sicuro nel tuo regno seppellendo la testa sotto la sabbia come fa tuo padre allora non vedrai mai niente di quello che ti accade attorno fino a quando ti schiaccerà.”incalzò lo stregone ignorando il suo sguardo beffardo improvvisamente infiammato di rabbia alle sue ultime parole. Toccare i punti giusti era una dote in Gandalf e lui sapeva bene che Boromir, al contrario del padre, sapeva guardare oltre ai suoi interessi. Per qualche minuto lottarono in silenzio con gli sguardi, poi lentamente Boromir cedette abbassando il capo e annuì impercettibilmente. “Parlerò con mio padre Gandalf e lo convincerò ad allacciare un dialogo con gli altri regni, ma tu promettimi che indagherai per accertarti che sia vero quello che hai visto.”
Lo stregone sorrise dietro la lunga barba e si avviò verso il cavallo chiamandolo con un piccolo fischio melodico. “Sarai un grande sovraintendente Boromir.”si congedò respingendo l’occhiata delusa del giovane.
Non potevo di certo dirti “re” Boromir figlio di Denethor, non sarai mai re di Gondor perché per quanto lo ami non è tuo questo regno.
Affondò i piedi nei fianchi di Ombromanto e si lanciò di nuovo verso l’ingresso di Minas Tirith. Era un’altra ora la persona che doveva cercare e in cuor suo sperò che glielo permettesse. Era difficile trovare qualcuno che avesse scelto l’esilio e l’invisibilità come armi della sua esistenza.
 
 
~~~
 
 
La foresta cessò di sussurrare davanti alla sua presenza, ma appena si accorse che l’uomo non era un pericolo ricominciò ad animarsi ignorando quella creatura che non le apparteneva capace di muoversi con disinvoltura in mezzo ad essa.
Aragorn scivolò fuori dal sentiero inoltrandosi nel cuore pulsante del bosco, là dove il muschio copriva ogni traccia del suo passaggio e gli alberi si stringevano in una sequenza sempre diversa, ma agli occhi attenti dell’uomo piccoli dettagli lo lasciavano libero di vagare indisturbato nella fitta vegetazione senza rischiare di perdersi.
Il sole in alto faceva capolino tra i rami a intervalli accarezzando l’intenso bruno dei capelli di Aragorn, lunghi e liberi fino alle spalle, o scivolavano sulla corta barba che copriva il volto dell’uomo donando ai suoi occhi scuri un’aria ancora più sfuggente e malinconica.
Anni di sapienza lo avevano fatto diventare capace di essere invisibile quando si muoveva nella Terra di Mezzo tanto che ormai era conosciuto solo come Grampasso, il ramingo, e Aragorn non aveva mai smentito quelle voci. Il suo scopo era sempre stato di fuggire al suo destino che scorreva nel suo sangue di discendente, appartenente ad una stirpe che aveva segnato il destino di quel mondo quando il suo avo Isindur aveva sconfitto Sauron, l’oscuro re di Mordor portandogli via la fonte del suo potere: un anello capace di racchiudere un potere devastante che a lungo l’aveva consumato prima di andare perduto.
Uno scricchiolio e il ramingo si voltò di scatto sguainando una lunga lama, ma niente si mosse a svelare la presenza di qualcosa o qualcuno e Aragorn riprese la sua marcia, i sensi all’erta. Sentiva che era sbagliato il rumore che la foresta e i suoi abitanti emettevano, come se fosse rilasciata in modo falso per coprire l’avanzare di un pericolo e fargli abbassare la guardia.
L’uomo sorpasso una chiazza di luce dorata che filtrava tra i rami e si fermò a fissare il verde brillante delle foglie in controluce sotto la polvere danzante nell’aria. Di nuovo gli parve di avvertire una minaccia strisciare silenziosa verso di lui, ma si costrinse a mantenere il viso rilassato, distendendo i muscoli tesi sotto il mantello per evitare di tradirsi.
Qualcosa si mosse alla sua sinistra e Aragorn sguainò la lama, ma lo scalpitare di un cavallo nel sottobosco cacciò indietro l’inseguitore e il ramingo si voltò verso l’avanzare del fiero stallone bianco.
“Ombromanto.”lo salutò riconoscendolo e il cavallo agitò le lunghe zampe nere sbuffando dolcemente dalle froge al suono del suo nome. L’uomo alzò lo sguardo sorridendo allo stregone in groppa ad esso. “Ciao Gandalf, qual buon vento ti porta qui?”
“Vento di pericolo Aragorn e diventa sempre più difficile trovarti.”disse lo stregone scendendo per avvicinarsi all’uomo. Puntò i suoi occhi saggi alle sue spalle. “Tutto bene?”indagò e Aragorn annuì ma i suoi occhi trasmettevano un messaggio chiaro. “Non qui Gandalf, seguimi.”
Sorpassò Ombromanto rinfoderando la lama senza che le sue dita abbandonassero l’impugnatura e lo stregone gli andò dietro accompagnato dal bianco stallone, cogliendo nel tendersi delle sue orecchie che anche lui avvertiva quello da cui il ramingo era appena fuggito.
Il problema è che non sappiamo cosa. Accelerò l’andatura inoltrandosi dietro ad Aragorn nel folto della foresta e lo scorrere di un ruscello guidò Ombromanto ad immergere il muso scuro nelle sue correnti fresche.
Gandalf attese paziente che l’uomo parlasse e quando finalmente il ramingo si decise a rilassarsi cogliendo nello stallone che anche lui era rilassato la sua voce fece trasparire un velo di ansia. “Qualcosa mi seguiva Gandalf e non era di certo amichevole”. Tacque un istante fissando con i profondi occhi neri lo stregone prima di aggiungere in un bisbiglio: “E nemmeno una creatura del bosco.”
“Che cosa sarebbe allora Aragorn?” domandò Gandalf, anche se sapeva bene a cosa l’uomo si riferisse. Era venuto fin lì per parlargliene, ma sapere che il meccanismo era già molto più avanti di quanto credeva lo fece tacere.
Aragorn lo studiò un istante. “Dimmelo tu Gandalf, lo so che sei qui per parlarmene.”rispose e lo stregone sorrise amaro. Se c’era una persona che poteva indovinare ciò che pensava era proprio quell’anima tormentata davanti a lui. “A est Mordor si risveglia Aragorn.”
“Non ne vedo il motivo, l’Unico è perduto da molti secoli e Sauron non avrebbe motivo di risvegliarsi, sarebbe meglio cacciare in segreto il suo prezioso anello.”
I due tacquero e la foresta si tese in avanti, come in ascolto di quella conversazione oscura che nessuno sperava di dover sentire, ma né lo stregone, né il ramingo potevano evitarla. Non più ormai.
“Sauron mira ad altro, avverto una strana sensazione, come se il nostro antico nemico abbia trovato qualcosa che gli permetterà di finire ciò che Isindur bloccò moltissimi anni fa.”attaccò Gandalf e una luce si accese negli occhi di Aragorn mentre intuiva a cosa lo stregone mirasse. “Io non sono un pericolo per lui e lo sai bene. Non sono io che cerca.”
“E come spieghi quella cosa che ti inseguiva?”domandò Gandalf alzandosi in piedi e Ombromanto alzò la testa. “Tu sei l’erede che può spezzare il suo potere, sai bene che Gondor ha bisogno di te, ora più che mai in un tempo in cui i regni sono divisi e tu l’unica speranza di creare un ponte tra loro. Conosci gli elfi, Rohan, i nani...sei erede di colui che tagliò il dito di Sauron.”
“E nel mio sangue ho la stessa debolezza. Cosa succederebbe se trovasse l’Unico e io dovessi di nuovo portarglielo via? Ricominceremo da capo Gandalf e io non voglio...non posso, ti prego. Gondor ha un re.”ribatté Aragorn e una luce amara brillò nei suoi occhi. “Non so cosa fosse quella cosa e che volesse da me, ma non di certo non eliminarmi perché mi considera una minaccia.”
Gandalf sbuffò irritato, ma lasciò cadere l’argomento. Non avrebbe ceduto e Aragorn lo sapeva bene, ma ora più che mai aveva bisogno di proteggere la speranza del popolo degli uomini e l’unico modo era cercare di coinvolgerlo nella sua prossima missione per poterlo tenere d’occhio.
Non c’è altra spiegazione del perché Sauron si stia svegliando. Che cosa lo spingerebbe a mostrarsi se non la minaccia dell’erede di Isindur? Non c’è altro oltre l’Unico che possa aiutare a vincerlo.
Scosso da quei pensieri lo stregone si avvicinò ad Ombromanto passando le dita tra la criniera lucida come argento fuso. “Ad ogni modo,” cominciò,“avrò bisogno del tuo aiuto nel luogo in cui vado.”
Il ramingo si alzò avvicinandosi. “Dove sei diretto?”
“Alle Alte Colline.”rispose semplicemente lo stregone e Aragorn spalancò gli occhi sentendo un brivido scorrergli sulla spina dorsale e scivolare nella foresta come un vento malsano. “Tu temi...temi si siano risvegliati”. Non era una domanda e Gandalf chinò il capo. “Si lo temo. Hai una cavalcatura Aragorn?”
Il ramingo lo fissò senza riuscire a nascondere un debole sorriso. “Sei già sicuro che ti accompagnerò insomma.”
Gandalf sorrise di rimando e dentro al suo cuore esultò. Avrebbe potuto tenere d’occhio l’erede di Isindur a sua insaputa. “Esatto.”fu la semplice risposta e il ramingo indicò un punto nella foresta. “Io viaggio a piedi di solito, ma poco lontano c’è una radura dove ho lasciato un cavallo che ho avuto in dono da re Theoden di Rohan.”
Gandalf spronò Ombromanto ad un piccolo trotto nella direzione indicata da Aragorn. “Allora andiamoci, la nostra meta è lontana.”
 
 
Buona domenica EfP lettori, alzi la mano chi ha sentito il campanello alla parola Alte Colline;)
Per chi è ancora nella fase =? le Alte Colline sono le tombe dei Nove e le vediamo su(SPOILER!!!) “Lo Hobbit la desolazione di Smaug”, quando Gandalf và a indagare e scopre essi sono stati risvegliati.
Ora ovviamente sorge la domanda: Ma scusa se sono passati due anni dalla liberazione della montagna Gandalf dovrebbe già sapere che sono state aperte, ci è già stato, che ciufolo scrivi? Eh eh eh io ho pensato a tutto signori/e, so bene che Gandalf dovrebbe già sapere che Sauron si è risvegliato perché su Lo Hobbit 2(SPOILER!!!) viene fatto prigioniero a Gol Undur,come sa bene chi ha visto il film, e vede che le armate di Mordor stanno crescendo per portarci alla fase “Signore degli Anelli”.
 Traaaanquilli ho pensato a tutto e nel prossimo capitolo saprete perché Gandalf si sveglia fuori adesso nello scoprire che Sauron è tornato quando sono due anni che Mordor si mobilita. Tutto calcolato, dovete solo attendere.=D
Per passare al capitolo che ne dite? Gandalf povero non ci và neanche vicino al perché Sauron si sta mostrando, quello che voleva trovare l’ha trovato ed è Tauriel...Eeeeeeh viva Mordor e i suoi intrighi!!!
Prossimo capitolo in fase di lavorazione, non temete saprete presto tutto.
Grazie per chi recensisce, legge solo e ama questa fic. Vi voglio ben!<3<3<3
Fraviaggiancubi
 
 
  
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