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Autore: mok_A    08/06/2008    4 recensioni
la persona che ora vediamo zompettare allegramente sul palco o per strada, è sempre stata così felice?
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: miyavi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ero nella mia camera, ormai abituata a quel caldo parquet, e a quel futon colorato, osservavo la lucente luna, la strada era deserta, era primavera, e iniziava a sentirsi nell’aria il profumo di freschezza

Ero nella mia camera, ormai abituata a quel caldo parquet, e a quel futon colorato, osservavo la lucente luna, la strada era deserta, era primavera, e iniziava a sentirsi nell’aria il profumo di freschezza. Sull’asfalto, il riflesso della luce fioca della mia finestra, a tenere compagnia alla sua ombra, ve ne era un’altra, quella del vicino. Sicuramente un uomo, l’ombra parlava bene, impugnava stretta una chitarra, picchiava delicatamente le corde, ed emetteva da quel oggetto una dolce melodia, all’improvviso sentì la sua voce, soave, mi trasportò in quel brano che diceva così:

 

Yume miru you na otoshigoro wa tokku ni sugiteru                         Anche se ormai dovrei aver passato da un pezzo l'età

hazu na no ni,yumebito (kimi) ni koi shite shimau                in cui si sogna, mi sono innamorato di una persona nei miei

nante BAKA geteru. BAKA geteru... kedo, tomerarenai           sogni (di te), mi sento proprio stupido..Mi sento stupido...                               

Wasurerarenai.                                                                                 però, non riesco a smettere. Non riesco a dimenticare.

                                                                                                                               
Asahi ni tataki okosarete yume no tochuu me ga                  Vengo svegliato dalla luce del mattino e apro gli occhi nel bel

samete shimau.Mou ichido me o tsubutte mite mo                   mezzo del sogno. Anche se provo a chiuderli di nuovo tu

kimi wa inai.Kimi no inai kurayami dake. Munashii dake.    non ci sei. Solo un'oscurità in cui non ci sei. Soltanto il vuoto.

"Oyasumi" kara hajimaru kimi to no DEETO                                  L'appuntamento con te inizia dalla "buonanotte"
"Ohayou" de SAYONARA mata yume de aimashou                  Con il "buongiorno" arrivederci, ci ritroveremo nei sogni

"Konya wa kimi ni aeru kana" yaru koto nasu koto uwa no sora.             Con la testa tra le nuvole qualunque cosa faccia
kanpeki ni douka shichimatteru ne
.       " Chissà se stanotte ti potrò rivedere". Sono proprio impazzito, eh? Rapito da te,
Kimi ni muchuu, kimi ni muchuu. Masa ni yume ni muchuu, HAHA..aa. perso in te. Proprio perso nei sogni, ahaha...aaa.

Sono egao ga boku o nayamaseru no ni,                           Anche se il tuo sorriso mi fa tormentare, quando vieni da me,
boku to kitara sono egao ga nani yori suki mitai de.                 sembra che il tuo sorriso sia la cosa che mi piaccia di più.
"Oyasumi" kara hajimaru kimi to no DEETO                               L'appuntamento con te inizia dalla "buonanotte"
"Ohayou" de SAYONARA mata yume de aimashou               Con il "buongiorno" arrivederci, ci ritroveremo nei sogni


Kimi wa itsumo sou, aitai toki ite kurenai.                              Con te è sempre così, quando ti voglio incontrare non ci sei.
Boku no yume na no ni, itsumo kimi shidai                                     Anche se è il mio sogno, dipende sempre da te.

Moshi asu aeta nara, kondo koso kimi ni.                                    E se domani ti potrò incontrare, questa volta no, da te
"zutto hanasanai"                                                                                                     "non mi separerò mai"

mou yume demo kamawanai                                                           anche se sarà un sogno non me ne importa più.

 

fu strano tutto quello, perché mi addormentai, non appena finì di cantare, mi feci cullare dalle ultime note, e rannicchiata allo stipite, incontrai Morfeo. Occhi lucenti, a mandorla, puntati su di me, sembravano tristi, turbati, mi parlavano, non sentivano niente le mie orecchie, ma il mio cuore percepiva stranamente in messaggio. Poi lo rividi, quel bambino, lo stesso che per anni mi aveva turbato, lo stesso che per anni avevo incontrato in sogno. Scalzo, se ne stava su i binari deserti di un treno, aspettando l’arrivo di qualcuno, che mai sarebbe arrivato. Il viso era pulito, anche gli abiti, ma i suoi occhi e le sue mani erano sporchi.

Mi svegliai, con il sole che mi batteva sulla fronte, e un profumo di caffè, che haimè non derivava dal mio appartamento. Decisi di prepararne uno anche io, era presto, ma dovevo muovermi se anche quel giorno non volevo arrivare in ritardo. Così mi preparai ed andai a scuola. odiavo le divise, nonostante quella della mia scuola fosse una delle più carine della città, io la detestavo. Nella mia classe non ero ben vista dalla maggior parte delle ragazze, non mi invitavano, a pranzare con loro, a uscire la sera e a fare shopping insieme. Eravamo come delle estranee, e questo mi rendeva triste. Ma in compenso gli unici quattro ragazzi della classe, erano anche i miei unici amici, durante il pranzo ero con loro, e nelle ore di ginnastica, ci incontravamo per ridere e scherzare, il pomeriggio uscivamo insieme, e rimanevamo fuori casa fino a sera tardi, ma loro avevano una famiglia, e dovevano rientrare, e anche questo mi metteva tristezza. Quel giorno toccava a me pulire l'aula, così rimasi fino alle cinque a scuola, tornando a casa non potei fare a meno di osservarlo, era bello, aveva un viso pulito, grandi occhi, e capelli un po’ strani, aveva vari piercing sul viso, e impugnava stretto la sua chitarra, era scattato il verde, così fui costretta a camminare, e ad attraversare la strada, ma quando arrivai all’altro capo della strada, alzai la testa, e  sullo schermo il suo viso non c’era più. ero molto informata sulla musica, ma quel cantante non l’avevo mai visto. Andai a lavoro, in una pasticceria molto famosa del centro, con un solito sorriso stampato in faccia servivo ai clienti, quella era la mia maschera, a furia di indossarla, ormai non riuscivo più a toglierla, così ero diventata anche con i miei amici, ogni qual volta avevo un problema, lo celavo dietro ad un finto sorriso, deprimendo dentro di me i dolori. Anche quella sera mi misi alla finestra, ed ascoltai ancora una volta quella melodia, gli impegni, i pensieri, i dolori, l’avevano fatta rimuovere dalla mia memoria. Ma al suono di quella chitarra, rimasi allietata, mi svuotai dalle paure, e dai pensieri, e ancora mi addormentai non appena finì di suonare.

La mia vita non era una ruota, non c’era monotonia, e questo era l’unico vantaggio.

Quel giorno in aula il professore di arte, annunciò il progetto di iscriverci ad un concorso di giovani artisti. Da quel giorno iniziai subito l’opera, per me era una cosa quotidiana, dipingere, ma le mie tele erano tutte chiuse in un armadio, stavolta invece qualcuno le avrebbe viste.

Quel giorno dopo aver dipinto uscì di casa, per fare un giro con Hitoshi, Fujio e Arata, loro erano musicisti, insieme avevano il sogno di sfondare nel campo della musica, io avevo fiducia in loro, e sapevo che ce l’avrebbero fatta. Quella sera sentì terribilmente la mancanza della dolce melodia della voce e della chitarra di quel signore, del mio vicino.

 

  
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