Ero nella mia
camera, ormai abituata a quel caldo parquet, e a quel
futon colorato, osservavo la lucente luna, la strada era deserta, era
primavera, e iniziava a sentirsi nell’aria il profumo di freschezza.
Sull’asfalto, il riflesso della luce fioca della mia finestra, a tenere
compagnia alla sua ombra, ve ne era un’altra, quella
del vicino. Sicuramente un uomo, l’ombra parlava bene, impugnava stretta una
chitarra, picchiava delicatamente le corde, ed emetteva da quel
oggetto una dolce melodia, all’improvviso sentì la sua voce, soave, mi
trasportò in quel brano che diceva così:
Yume miru you na
otoshigoro wa tokku ni sugiteru Anche se ormai dovrei aver passato da un pezzo l'età
hazu na no ni,yumebito (kimi) ni koi shite shimau in cui si
sogna, mi sono innamorato di una persona nei miei
nante BAKA geteru. BAKA geteru... kedo, tomerarenai sogni (di te), mi sento proprio stupido..Mi sento stupido...
Wasurerarenai. però, non riesco a smettere. Non riesco a dimenticare.
Asahi ni tataki okosarete yume no tochuu me ga Vengo
svegliato dalla luce del mattino e apro gli occhi nel bel
samete shimau.Mou
ichido me o tsubutte mite mo mezzo
del sogno. Anche se provo a chiuderli di nuovo tu
kimi wa inai.Kimi
no inai kurayami dake. Munashii dake. non ci sei. Solo
un'oscurità in cui non ci sei. Soltanto il vuoto.
"Oyasumi" kara hajimaru kimi to no
DEETO L'appuntamento
con te inizia dalla "buonanotte"
"Ohayou" de SAYONARA mata yume de aimashou Con
il "buongiorno" arrivederci, ci ritroveremo nei sogni
"Konya wa kimi ni aeru kana" yaru koto nasu koto uwa no sora. Con la testa tra le nuvole qualunque cosa faccia
kanpeki ni douka shichimatteru ne.
" Chissà se stanotte ti potrò
rivedere". Sono proprio impazzito, eh? Rapito da te,
Kimi ni muchuu, kimi ni muchuu. Masa ni yume ni muchuu, HAHA..aa. perso in te. Proprio perso nei
sogni, ahaha...aaa.
Sono egao ga boku o nayamaseru no ni, Anche se il
tuo sorriso mi fa tormentare, quando vieni da me,
boku to kitara sono egao ga nani yori suki mitai de. sembra che il tuo sorriso sia la cosa che mi piaccia di più.
"Oyasumi" kara hajimaru kimi to no DEETO L'appuntamento con te inizia
dalla "buonanotte"
"Ohayou" de SAYONARA mata yume de aimashou Con il
"buongiorno" arrivederci, ci ritroveremo nei sogni
Kimi wa itsumo sou, aitai
toki ite kurenai. Con te è sempre così, quando ti voglio
incontrare non ci sei.
Boku no yume na no ni, itsumo kimi shidai Anche se è
il mio sogno, dipende sempre da te.
Moshi asu aeta nara, kondo koso kimi ni. E se domani ti potrò incontrare,
questa volta no, da te
"zutto hanasanai"
"non mi separerò mai"
mou yume demo kamawanai anche se sarà
un sogno non me ne importa più.
fu strano tutto quello, perché mi addormentai, non appena finì di
cantare, mi feci cullare dalle ultime note, e rannicchiata allo stipite,
incontrai Morfeo. Occhi lucenti, a mandorla,
puntati su di me, sembravano tristi, turbati, mi parlavano, non sentivano
niente le mie orecchie, ma il mio cuore percepiva
stranamente in messaggio. Poi lo rividi, quel bambino, lo stesso che per anni
mi aveva turbato, lo stesso che per anni avevo incontrato
in sogno. Scalzo, se ne stava su i binari deserti di un treno, aspettando
l’arrivo di qualcuno, che mai sarebbe arrivato. Il viso era pulito, anche gli
abiti, ma i suoi occhi e le sue mani erano sporchi.
Mi svegliai, con il sole che mi batteva sulla
fronte, e un profumo di caffè, che haimè non derivava dal mio appartamento. Decisi di
prepararne uno anche io, era presto, ma dovevo muovermi se anche quel giorno
non volevo arrivare in ritardo. Così mi preparai ed andai a scuola. odiavo le divise, nonostante quella della mia scuola fosse
una delle più carine della città, io la detestavo. Nella mia classe non ero ben
vista dalla maggior parte delle ragazze, non mi invitavano,
a pranzare con loro, a uscire la sera e a fare shopping insieme. Eravamo come
delle estranee, e questo mi rendeva triste. Ma in
compenso gli unici quattro ragazzi della classe, erano anche i miei unici
amici, durante il pranzo ero con loro, e nelle ore di
ginnastica, ci incontravamo per ridere e scherzare, il pomeriggio uscivamo insieme,
e rimanevamo fuori casa fino a sera tardi, ma loro avevano una famiglia, e
dovevano rientrare, e anche questo mi metteva tristezza. Quel giorno toccava a
me pulire l'aula, così rimasi fino alle cinque a scuola, tornando a casa non
potei fare a meno di osservarlo, era bello, aveva un viso pulito, grandi occhi,
e capelli un po’ strani, aveva vari piercing sul viso, e impugnava stretto la
sua chitarra, era scattato il verde, così fui
costretta a camminare, e ad attraversare la strada, ma quando arrivai all’altro
capo della strada, alzai la testa, e
sullo schermo il suo viso non c’era più. ero
molto informata sulla musica, ma quel cantante non l’avevo mai visto. Andai a
lavoro, in una pasticceria molto famosa del centro, con un solito sorriso
stampato in faccia servivo ai clienti, quella era la
mia maschera, a furia di indossarla, ormai non riuscivo più a toglierla, così
ero diventata anche con i miei amici, ogni qual volta avevo un problema, lo
celavo dietro ad un finto sorriso, deprimendo dentro di me i dolori. Anche
quella sera mi misi alla finestra, ed ascoltai ancora una volta quella melodia,
gli impegni, i pensieri, i dolori, l’avevano fatta
rimuovere dalla mia memoria. Ma al suono di quella
chitarra, rimasi allietata, mi svuotai dalle paure, e dai pensieri, e ancora mi
addormentai non appena finì di suonare.
La mia vita non era una ruota, non c’era
monotonia, e questo era l’unico vantaggio.
Quel giorno in aula il professore di arte, annunciò il progetto di iscriverci ad un concorso
di giovani artisti. Da quel giorno iniziai subito l’opera, per me era una cosa
quotidiana, dipingere, ma le mie tele erano tutte chiuse in un armadio,
stavolta invece qualcuno le avrebbe viste.
Quel giorno dopo aver dipinto uscì di casa, per fare un giro con Hitoshi,
Fujio e Arata, loro erano musicisti, insieme avevano
il sogno di sfondare nel campo della musica, io avevo fiducia in loro, e sapevo
che ce l’avrebbero fatta. Quella sera sentì terribilmente la mancanza della
dolce melodia della voce e della chitarra di quel signore, del mio vicino.