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Autore: leggetenonamate    26/01/2014    0 recensioni
Abigail ancora nuota nel suo mare di ricordi, provenienti dalla sua vita sia famigliare che sentimentale. A tenerla a galla, è soltanto il suo migliore amico; scaraventata in un contesto londinese, la ragazza verrà travolta dall'indifferenza di un ragazzo, freddo come l'inverno per il suo travagliato passato che lo seguirà nel presente. Sarà lui ad aprirgli gli occhi sul vivere il presente, sul vivere il loro amore.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1.
‘Im in the past’
Era nella mia testa, potevo sentire tutto. Le mie urla vane, i miei tentativi di scivolare via dalle sue braccia, i miei sforzi che si spegnevano, il mio corpo non rispondeva più: ero immobile. Avevo paura, paura che potesse reagire in modo ancora più violento. I suoi occhi mi legavano al suo sguardo, mentre lui rideva ed emetteva striduli agghiaccianti. Avevo paura di lui, ma mi sentivo impotente, fino a quando non si stancò. Non sentivo più le gambe, o i miei polsi, non sentivo più di appartenermi in quel corpo. E poi la sua voce, limpida che sfiorò il mio lobo e che sussurrò con freddezza quelle parole ‘ecco a cosa servi, puttana’. Una lacrima rigò il mio volto, era il passato; ma come posso chiamarlo passato se quelle immagini pulsano ed emergono dalla mia mente?
Il suono del cellulare mi tirò fuori da quell’ ammasso d’immagini e di parole amare, in cui annegavo ogni volta che guardavo scendere un temporale dalla mia finestra. Esitai qualche minuto prima di rispondere al cellulare: ‘Abigail? Aby dio rispondimi’ mugolai un ciao ‘Abigail?’ ‘Cosa c’è?’ dissi con voce ferma. ‘Sto arrivando’ ‘Fai come vuoi’ dissi con freddezza.
Mentre aspettavo che arrivasse, scesi giù e andai a farmi della cioccolata. Ero sola, mia madre era uscita a fare delle commissioni, credo. Non sapevo che ora fosse, quando sporgendo il mio sguardo verso la credenza del microonde, mi accorsi che erano appena le sei del mattino. Non avevo dormito tutta la notte, ero stata sveglia a fissare le lacrime insistenti del cielo, graffiare dolcemente la mia finestra.
Suonò alla porta e sorprendentemente gli aprii. Trovai il suo volto, pallido dal freddo preoccupato per me, provai rancore per lui, non amo trattarlo così ma ormai è inciso nel mio carattere.
‘sei impazzita cazzo? cosa ti salta in mente eh?’
Buttò il giubbotto e la sciarpa sul mio divano, incominciando a gridare e a gesticolare con le mani.
‘smettila di gridare, mi fa male la testa.’
Dissi con voce ferma e rigida. Si calmò e con tono placato ribattè.
‘non rispondi al cellulare da tre giorni, non ho dormito solo per aspettare un tuo semplice messaggio!’
Mi diressi nuovamente in cucina, afferrando la mia cioccolata e tentando di offrirne un po’ anche a lui ma in vano.
‘scusami.’
Dissi sorseggiando la bevanda. Si sedette sul mio divano, socchiudendo il suo viso tra le mani. Piangeva, sapevo che dovevo rassicurarlo o almeno abbracciarlo, ma riuscii a fare ben poco. Posai la cioccolata sul tavolino di fronte il divano e mi sedetti accanto a lui. Potevo sentire il suo respiro affannato e disperato e le sue guance sporgere e arrossirsi a causa delle lacrime che non cessavano di scendere da quei suoi due cristalli. Gli misi una mano sulla sua schiena calda innescandogli bugie come il famoso “tutto andrà per il meglio”. Le lacrime cessarono di scendere da quel volto, ormai macchiato dal suo sfogo; lasciò cadere una sua mano sulla mia gamba, con l’altra alzò il mio sguardo con due dita sotto il mio mento, lasciandomi annegare in quei suoi due oceani infiniti.
‘non farlo mai più, sai che senza te io sarei perso, forse sarò l’unico, ma sono fiero di poterlo dire, tu sarai parte di me, sempre.’
Mi lasciai trasportare da un suo abbraccio e sussurrai un debole ‘grazie’.
Ero in camera, Nialler era andato via, quando mia madre entrò prestando attenzione a non creare rumore, ma la vidi spiarmi dalla porta della mia camera socchiusa. Ero sul letto a leggere
‘sono le due, di notte.’
Lei rispose con voce impaurita.
‘si tesoro lo so, è che Jack mi ha invitata a cena fuori.’
‘e il resto del giorno?’
Con voce insicura si rassegnò.
‘scusa tesoro, ho avuto molto da fare oggi, notte Abigail.’
‘sìsì, notte.’
Risposi ancora turbata.
Ripresi il libro, accesi una sigaretta e con lo sguardo fisso sulla finestra, incominciai a ripensare ad oggi: Niall mi aveva salvato e passammo quel giorno stando a casa, a guardare film insieme, mi fece distrarre.
  
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