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Autore: fraviaggiaincubi    26/01/2014    1 recensioni
Dal capitolo 7
“Un’arma?”domandò debolmente e il Nazgul annuì soddisfatto che la sua preda si interessasse delle sue parole, non c’era niente di meglio che allarmarlo facendogli intuire su quale baratro stesse per scivolare la Terra di Mezzo. Con un sorriso sadico che l’uomo non poteva cogliere proseguì: “Esatto, un’elfa che contiene in sé anche il sangue di uno stregone della terra di Angmar.”si indicò con un gesto teatrale. “Capace di creare guerrieri invincibili...
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Nuovo personaggio, Tauriel, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 5
 
La terra nera
 
EFP lettori, guardate qua, un capitolo scritto uno dietro l’altro. Se i lettori che seguono la fic di The Lone ranger lo sapessero mi lapiderebbero. Ah ah scherzo, non sono così boriosa da credere che aspettino me per leggere, ci sono tante fic bellissime=) e poi essendo l’ultimo capitolo è già lungo come un capitolo normale e sono solo a metà quindi ho fatto una pausa e ho scritto di seguito due capitoli di questa fic prima di dedicarmi a quel titano da 14 facciate che temo diventerà.=O
A parte questo ero impaziente di farvi leggere questo cap perché dentro ho messo un personaggio che mi piace tanto e che solo chi ha visto le scene tagliate del Signore degli anelli conosce. Ora sarebbe carino che lo vedeste prima di leggere la fic così avete un idea di chi è e lo amerete di più.
Si chiama la Bocca di Sauron e potete vederlo in due modi:
1 fate felice la scrittrice=D e leggete la 4 OS della mia fic “Racconti perduti della terra di Mezzo in cui all’inizio c’è anche il link per vederlo su youtube.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2406155&i=1
2 non mi cagate di striscio la One-shot e copiate il link qua sotto per vederlo e basta.
http://www.youtube.com/watch?v=1bk5afqRcus
Qualunque sia la vostra scelta guardatelo perché merita, o non sarebbe nella mia fic;) 
 
 
Lo scricchiolio del cancello nero e il fragore finale che echeggiò quando tornò sprangato dopo il passaggio dei Nove sembrò rimbombare anche nel cuore di Tauriel e l’elfa ci mise un istante a capire che in realtà era il battito impazzito del suo cuore che le rimbombava nello sterno con tanta violenza. Si chinò oltre la sella e vomitò sentendo la nausea raggiungere il culmine accanto all’aura dello Stregone di Angmar e assieme alla sensazione di essere in trappola giocò a suo sfavore facendole rigettare il pane acido che si era costretta a mangiare.
Tentò di scostare i capelli rossi per non sporcarli, ma perse l’equilibrio e dovette aggrapparsi alla criniera del cavallo. Sotto le sue dita era secca e stopposa e Tauriel la strinse immaginando fosse l’elsa di una spada che trafiggeva il cuore inesistente dello stregone.
“Falla scendere.”ordinò secco il capo dei Nove e un orco comparve dal nulla afferrandola per gettarla a terra. L’elfa cadde sul terreno polveroso e le sue mani schizzarono i rigetti del suo stomaco sollevando un’onda che le spruzzò viso e capelli. Ansimò aprendo gli occhi e un grido lacerante le ferì le orecchie mentre la voce agghiacciante dello stregone sputava parole nella lingua di Mordor come proiettili prima di tornare alla lingua corrente.
“Idiota, ti ho detto di farla scendere non di gettarla sul suo stesso vomito”. Smontò da cavallo e la sua figura imponente si avvicinò all’orchetto. Un arco metallico si disegnò nell’aria e la testa dell’orco rotolò a terra con un tonfo malsano mentre il corpo cadeva a terra schizzando di sangue il suolo nero. Il Nazgul rinfoderò la lama con un sibilo irato e sussurrò qualcosa. Il corpo esplose come una bomba schizzando intestini e ossa in un gaiser di sangue e liquidi e Tauriel si coprì la testa mentre la risata dello spettro le afferrava la mente come le spire di un boa. “Sempre troppo divertente.”proruppe la sua voce fredda come una lastra di ghiaccio. Girò altezzosamente la testa e sollevò il lungo mantello nero evitando i resti del malcapitato per tornare all’elfa. “Alzati giovane guerriera, farò in modo che tu possa pulirti.”ordinò e Tauriel scattò in piedi con furia. Sotto lo strato di sporco che la copriva gli occhi luccicavano come schegge nere e lo stregone sibilò di fronte quella sfida.
“Non mi serve la tua finta gentilezza mostro!”gridò Tauriel e i Nove scattarono in avanti, ma ad un cenno del loro capo tornarono immobili. L’apertura nera sul cappuccio dello stregone inghiottì lo sguardo di Tauriel e l’elfa si mise in allerta avvertendo da quel silenzio che lo stregone la fissava. Il capo dei Nazgul si avvicinò e Tauriel dovette alzare la testa per fissarlo; la superava di mezzo metro abbondante e lei vantava un altezza di un metro e ottanta di statura. Lo stregone si inchinò in avanti fino a quando non fu a pochi centimetri dal viso di Tauriel e l’elfa avvertì un vento gelido sfiorarle il viso, ma si sforzò di non battere gli occhi quando il sibilo del Nazgul le attraversò le orecchie puntute con una stilettata dolorosa continuando la sua corsa lungo la spina dorsale.
“Gentilezza?”le domandò con un tono ancora più freddo del solito, come se quel vento gelido raffreddasse le parole prima che uscissero dal cappuccio. “Io non so nemmeno cos’è la gentilezza elfa e se finora ti ho trattato bene è perché mi servi, ma immagino che debba darti un assaggio di cosa ti farò quando il mio amato signore ti avrà dissanguato dal tuo prezioso sangue”. Allungò la mano e strinse fulmineo il polso pallido di Tauriel. Un calore rovente le attraversò all’istante il corpo, come se le versassero ghisa fusa nelle vene e Tauriel gridò cercando di sfuggire a quella presa ferrea, ma era inutile. Disperata e in preda ad un dolore che sembrava scioglierle le vene tirò con forza il polso ignorando il dolore e lo schioccò dell’osso slogato aggiunse un nuovo grido a quelli che la magia dello stregone le strappava.
Sentì le ginocchia piegarsi e si costrinse a stringere i denti fino a farsi male. Non cedere...non cedere...non cedere si comandò, ma lo stregone sembrò indovinare i suoi pensieri perché il calore diventò talmente forte che Tauriel gridò fino a perdere la voce.
“Inchinati...”le sussurrò il Nazgul e l’elfa ubbidì cercando disperata di perdere i sensi per scappare a quel dolore che le scioglieva il sangue trasformandolo in magma incandescente. Ogni battito di cuore le strappava un gemito e lo spettro si godette un ultimo istante il corpo tremante della fanciulla prima di lasciare la presa e sciogliere così l’incantesimo. La fissò dall’alto con arroganza e Tauriel si accasciò a terra lasciando scivolare i capelli rosso scuro sul viso.
Un battito di mani risuonò nel silenzio calato all’improvviso sull’ingresso della terra di Mordor, là dove prima c’erano state urla e versi gutturali e una figura avanzò a cavallo.
Portava un armatura di metallo che occhieggiava attraverso la stoffa nera che lo fasciava fin sulla testa, dove cadeva come una tenda lugubre alle spalle. Sulla testa portava un elmo che pioveva sul viso a celarne la parte superiore senza lasciare fessure ove poter guardare e finendo con due punte ai lati della mascella, dove formava un arco che si apriva sulla bocca dell’essere. Tauriel si costrinse a sollevare la testa per osservarla meglio:essa infatti era spropositata per quel viso e sfigurata dal sorriso irreale che sfoggiava, irto di denti affilati e spezzati di un colore guasto e malsano. La pelle pallida del viso attorno alle labbra era deturpata di graffi profondi che la solcavano come una macabra raggiera di cicatrici profonde.
L’essere si fermo senza smettere di sorridere con quella smorfia grottesca sulla bocca esageratamente grande e nonostante la maschera celasse totalmente  la parte superiore del viso all’elfa crebbe la sensazione strisciante che quel mostro riuscisse comunque a vederla.
“Stai già piegando la volontà della nostra...prigioniera?”domandò il nuovo arrivato e la voce beffarda con cui lo fece ricordò a Tauriel qualcuno che tentasse di parlare con la gola trafitta da mille lamette affilate.
Lo stregone scoppiò a ridere.“La nostra elfa è un cavallo sciolto, ma ci penserò io a metterla in riga prima di mostrarla al grande Sauron.”
L’essere si voltò verso il Nazgul prima di tornare con precisione inquietante a fissare l’elfa nonostante non avesse fessure per poterla scrutare dietro lo strano elmo. Spronò il cavallo ad avvicinarsi ancora e piegò la testa verso di lei ricambiando lo sguardo furioso dell’elfa. “E’ proprio bella, non si vede facilmente una creatura così piena di forza da sfidare lo Stregone di Angmar.”commentò e Tauriel colse una nota di desiderio nella voce roca del mostro. Come con il Nazgul non poteva vedere il volto dell’avversario per carpirne le emozioni e si concentrò sulla voce per capire cosa l’essere cercasse di trasmetterle e quella brama malcelata indirizzata a lei le lasciò un sapore amaro sulla lingua. Si alzò tenendo d’occhio lo stregone e si allontanò dal nuovo arrivato. “Chi saresti tu?”domandò fredda e l’essere drizzò la schiena schiudendo le labbra in un nuovo sorriso. “La Bocca di Sauron, il suo messaggero giovane elfa.”rispose e di nuovo l’attenzione di Tauriel venne attirata da quella bocca spropositata e deturpata. “E posso sapere come ti chiami tu?”domandò con quella voce roca e profonda.
“Tauriel.”intervenne lo stregone ponendosi di fronte a lei. Alzò altezzosamente la testa e la maschera di ferro sul capo luccicò sotto le torce di un gruppo di orchi che passavano poco distante. “E non farti strane idee, è la mia preda e Sauron lo sa bene che sono io ad averla catturata.”sibilò con una nota compiaciuta che all’elfa non sfuggì.
Il messaggero di Sauron scoppiò a ridere chinandosi sulla sella e il suo timbrò risuonò nell’aria come l’affilare di una lama. “Oh certo, so bene che la tua posizione privilegiata agli occhi del nostro re ti rende superbo, ma a me interessa l’elfa dopo che Sauron avrà finito con lei”. Si girò verso la giovane e la sua lingua nera scattò a leccare le labbra livide. “Ho sempre avuto un debole per gli elfi in tutti i sensi.”sussurrò con voce carica di desiderio.
“Non la puoi avere mostro schifoso!”
Sia il capo dei Nazgul che il messaggero si voltarono verso Kili. Il nano era appoggiato malamente al cavallo su cui era prigioniero e il viso pallido tradiva la sofferenza che il suo corpo riceveva, ma nei suoi occhi si leggeva la rabbia che indirizzava come una freccia avvelenata ai due. Strinse la presa sul braccio rotto mordendosi il labbro per non gemere e Tauriel lo fissò con gli occhi lucidi.
Oh Kili...pensò con affetto sentendosi stringere il cuore in una morsa di amore per il coraggio che il nano mostrava. Kili la fissò un istante scaldando lo sguardo prima di tornare a fulminare il messaggero che sorrise nuovamente. “E tu sei...?”
“Kili e Tauriel è mia!”rispose il nano drizzandosi con aria sicura sulla sella. “Se osi toccarla ti ammazzo capito?”minacciò e lo Stregone di Angmar si voltò facendo gonfiare la veste nera. Emise un sussurro divertito e guardò il messaggero da sopra la spalla. “E’ l’amante dell’elfa, non è ripugnante questa cosa?”domandò con scherno e la Bocca di Sauron fece avanzare il destriero ponendosi di fronte a Kili con un mezzo sorriso di sufficienza. “Al contrario, lo trovo ancora più divertente. Questo nano proteggerebbe la sua bella elfa al costo della vita e se può interessarti ne ho torturati molti di nani e hanno una resistenza incredibile nel morire”. Si accarezzò le labbra con le dita pallide e Kili notò che le punte erano nere, come un principio di congelamento.
Il messaggero lo squadrò un’ultima volta e scese da cavallo avvicinandosi all’elfa, ma mentre colmava la distanza non smise un istante di rimanere voltato verso Kili. Quando fu davanti a Tauriel le sfiorò una guancia con un dito e ridacchiò mentre lei si scostava con rabbia al contatto. “Che ne dici nano, quanto resisterai prima di impazzire appena Sauron mi concederà di tenermi questo piccolo trofeo di caccia? Ho grandi progetti per lei.”
Kili si divincolò e la furia che attraversò i suoi tratti costrinse Tauriel a scuotere la testa. “Non Kili è quello che vogliono, ti prego no!”supplicò e l’amato si rilassò senza smettere di fissare il mostro, che arricciò le labbra snudando divertito i denti. “Sentito Kili tesoro, è quello che voglio!”lo derise con una vocetta agghiacciante e lo stregone scoppiò a ridere facendo rabbrividire Tauriel, ma lei non staccò un istante gli occhi scuri da quelli di Kili annegandoci dentro per cancellare la furia che ancora covava come fuoco sotto le ceneri.
Non farlo...lo pregò silenziosamente e finalmente Kili distolse lo sguardo irrigidendosi solo quando il messaggero sibilò: “Codardo.”
Deluso dalla mancanza di reazione del nano l’essere montò di nuovo in sella e passò di fronte al Nazgul con baldanza. “Sauron mi dice di riferirti che l’elfa deve stare a Mordor e non a Minas Morgul, quindi tranquillo mi prenderò io cura di lei”. Si girò verso Kili con uno scatto. “Il nano viene con voi invece.” aggiunse con malcelata soddisfazione e Kili scattò a terra sorprendendo il Nazgul che lo teneva. Si gettò su Tauriel e la strinse a sé sentendola abbandonarsi contro di lui. “Mai, lei starà con me altrimenti vi ammazzò tutti a partire da te.”gridò verso la Bocca di Sauron.
A quelle parole lo stregone alzò un dito e Kili venne sbalzato via dall’elfa come se fosse un fuscello, cadendo a terra. Tauriel agì senza nemmeno pensare e con un balzo schivò una lama di uno degli spettri atterrando con una mezza capriola sul terreno nero. Vi affondo le dita e ne afferrò una manciata tirandola in aria contro lo Stregone di Angmar che emise un grido lacerante portandosi le mani dove sarebbe dovuto esserci il viso. Tauriel afferrò Kili per il braccio sano e il suo cuore fece un’impennata a contatto con la pelle calda del suo amato. Appoggiò le labbra sulle sue e una luce l’avvolse sfolgorando come un’aura. Tauriel si concentrò e l’idioma elfico le scorse sulla lingua accelerando assieme al tono pressante della sua voce melodica. Il corpo di Kili cominciò a svanire e Tauriel alzò la voce in un grido per compiere il finale dell’incantesimo che lo avrebbe teletrasportato lontano dalla terra malefica di Mordor.
Ti salverò Kili, almeno tu salvati.
Le lacrime le scivolarono sulle guance come diamanti liquidi e l’ultima parola spiccò il volo dalla sua gola per essere lanciata nell’aria quando qualcosa le strinse il collo in una morsa. Il respiro si mozzò assieme alle parole e l’aura lucente si spense come il sole al tramonto. Tauriel si portò le mani al collo nonostante uno dei polsi fosse slogato e dolorante e una presa invisibile strinse la morsa sui suoi polmoni assetati di aria. Boccheggiò agitando le gambe e scalciando e macchie scure ballarono sui suoi occhi mentre metteva a fuoco Kili. Lo vide alzarsi faticosamente in piedi e afferrare le sue dita, i suoi occhi scuri fissarla e per un istante ci furono solo quelle iridi di mille sfumature del marrone come la corteccia dei pini bagnati dalla pioggia, così tante che Tauriel non era mai riuscita a catturarle per il loro continuo mutare. Si concentrò su di esse e Kili schiuse le labbra, ma solo un urlo muto ne uscì e le sue pupille si fecero vitree come la punta della lama che trapassava il suo fianco comparendo da dietro come un predatore in agguato al momento del balzo sulla preda.
Tauriel la fissò con orrore e lentamente tutto si tinse di rosso.
 
 
~~~
 
Lo Stregone di Angmar allentò la presa e Tauriel cadde a terra, il volto delicato come un giglio disteso nel dolce oblio della perdita dei sensi. Vederla così dava il sospetto che non fosse pericolosa, ma il Nazgul sibilò frustrato facendo scattare una mano in aria in un gesto di rabbia. Da quando l’aveva catturata la giovane elfa aveva fatto di tutto per ostacolarlo e il Nazgul non era abituato a combattere contro qualcuno che fosse così agguerrito e capace di tenergli testa.
E per un nano per giunta.
Studiò l’onda di capelli rossi che si apriva come un ventaglio intorno alla testa, in squisito contrasto con il suolo nero di Mordor come sangue fresco su un tessuto scuro e sorrise divertito. Era un vantaggio che gli avversari non potessero notare il suo viso, gli dava la piacevole libertà di poter esprimere liberamente quello che pensava senza che nessuno potesse capire cosa il suo stato d’animo esprimesse.
Voltò la testa verso la torre lontana di Mordor e il luccicare dell’occhio di Sauron lo scosse piacevolmente. Poteva avvertire lo sguardo incandescente del suo signore e si beò di quella sensazione inclinando la testa per lasciarsi avvolgere dal peso di quell’occhio fisso su di lui. Anche da quella distanza Sauron riusciva a trasmettere la sua soddisfazione per la missione riuscita e il Nazgul sentì il desiderio bruciante di poter sfiorare le rocce roventi della torre per bearsi della totale vicinanza con l’anima del re della terra nera.
“Permettimi di avvicinarmi mio signore”disse mentalmente in un sussurro sibilante nella lingua di Mordor e la voce di Sauron ghermì la sua mente strappandogli un sospiro di beato desiderio.
Porta l’elfa alle prigioni e fa in modo che il nano non muoia, ci servirà.”ordinò Sauron e la lingua di Mordor accarezzò la mente del Nazgul strappandogli brividi di piacere. Inclinò la testa in un inchino e lo sguardo di Sauron si spostò ad osservare altre zone dei suoi domini.
Una volta rimasto solo lo stregone si voltò verso i Nazgul e questi sibilarono di desiderio verso Sauron, ma il capo dei Nove non ebbe pietà. Lui stesso avrebbe dovuto aspettare per avere il privilegio di volteggiare davanti il grande occhio a sfidare sulle potenti ali dei loro destrieri alati la forza di gravità per godere della presenza del signore di Mordor.
“Portate l’elfa alle prigioni e anche il nano, almeno fino a quando non sarà guarito.”ordinò guardando Kili a terra, il battito lento come lo scorrere del sangue dalla ferita sul suolo polveroso. Si voltò verso il messaggero in sella al cavallo passandogli accanto con aria orgogliosa. “Ordini del nostro signore.”aggiunse con voce gelida, ma alla Bocca di Sauron non sfuggì la nota di scherno. “Non sarete i suoi cocchi per sempre.”sputò velenoso spronando il cavallo al galoppo, non prima di aver rivolto a Tauriel un’occhiata affamata.
Lo Stregone di Angmar si aggiustò il mantello di seta nera facendo scorrere il guanto metallico sul tessuto lucido e liscio come la pelle dei serpenti. “Lo saremo sempre perché siamo potenti.”rispose e il messaggero si voltò con un occhiata carica di astio che nonostante l’elmo lo stregone percepì.
Rimasto solo il Nazgul montò a cavallo avviandosi verso il cuore di quella terra. Ovunque sorgevano bassi edifici e piccole tende dove stuoli di orchi si muovevano come tante formiche sotto lo sguardo vigile del grande occhio, la cui luce brillava al passaggio della sua iride verticale.
Lo stregone guardò con disgusto le piccole creature dalla pelle grigia e i denti affilati. La loro unica forza era il numero e la totale assenza di dolore che li rendeva macchine di massacro in guerra, ma Mordor aveva bisogno di forze più potenti per spezzare ogni ribellione delle terre libere e solo un nuovo esercito di creature frutto di esperimenti avrebbe potuto crearlo assieme al sangue di Tauriel. L’elfa era la chiave ai loro problemi per la creazione di creature degne di Sauron e il capo dei Nazgul sollevò orgoglioso la testa al passaggio dello sguardo di Sauron su di sé. Grazie a lui e a quella piccola mezzosangue avrebbero spazzato via i popoli liberi e il dominio di Mordor sarebbe stato l’unico su ogni essere che osasse strisciare sulla Terra di Mezzo.
Una volta nei pressi del grande castello irto di torri e guglie affilate di Bara-Dùr il suo sguardo si arrampicò sulla pietra nera che formava l’immenso palazzo di Mordor. Ovunque punte bucavano il cielo e piccole finestre sbucavano come ferite sulle pietre nere, illuminate dal bagliore delle torce e dal passaggio degli orchi dietro di esse. Era una costruzione fatta per incutere paura al cielo stesso, infiammato di fumi e lapilli sputati dal vulcano del Monte Fato dove era stato forgiato l’Unico e i corpi di molti nemici erano stati infilzati a marcire sui davanzali, la carne strappata dai corvi o infestata di vermi che strisciavano sul biancheggiare delle ossa spolpate.
Nel cielo coperto di nuvole e fumo velenoso volteggiavano i draghi alati che i Nazgul usavano come cavalcatura e prima che lo Stregone di Angmar potesse richiamarne uno la voce di Sauron vibrò come una scarica nella sua testa con un nuovo ordine per i suoi micidiali servi dell’anello: “Dirigiti alle Alte Colline, ho bisogno che tu elimini lo stregone grigio e l’erede di Isindur.”
Il capo dei Nazgul sibilò furioso a sentir nominare Isindur, ma la sua voce rimase gelida e calma mentre evocava il suo destriero; al suo richiamo il drago spalancò le ali immense lasciando che la luce tremolante delle fiamme del vulcano passassero attraversò la membrana tesa  tra gli artigli prima di ripiegarle e cadere in una vertiginosa picchiata verso terra. Il fuoco fece luccicare le squame nere del corpo e gli artigli immensi delle zampe posteriori, guizzanti di muscoli che si gonfiarono per attutire l’impatto dell’atterraggio. La bestia incurvò il magnifico collo irto di punte scure e lasciò che lo stregone passasse il guanto metallico sul muso irto di denti.
“Tra poco ti darò di che saziare la tua fame.”disse con voce crudele lo stregone e con un balzò saltò in groppa al rettile facendo scivolare il manto sulla schiena nervosa della bestia. Passò lo sguardo sui muscoli che si gonfiavano come onde sotto di lui mentre il drago inarcava il collo ruggendo al cielo. Spazzò la terra con la coda irta di punte aprendo le fiere ali e con un salto si alzò in volo scrollando il morso delle rendini con la lingua forcuta e virò verso l’immenso occhio passando accanto al calore delle fiamme che lo avvolgevano poi, con un’ampia virata, si lanciò verso il cancello nero e lo superò con un nuovo ruggito che scosse la Terra di Mezzo.
 
 
Un capitolo tutto Mordor, che belluuuuu, adoro questi capitoli anche se in realtà non mi dispiace neanche quello che ho pubblicato prima e poi non dite che non vi voglio bene, ben due capitoli in uno stesso giorno...ah ah come passare una bella domenica=)=)=)
Come vedete per ora i fatti si sono mossi a rilento, ma tranquilli ci sarà tempo per azioni sempre più frequenti e capitoli che probabilmente diventeranno più lunghi, uff!!! Dopo almeno avrò solo “Racconti perduti della Terra di Mezzo” e questa da seguire visto che l’altra fic è quasi finita.
Comunque sia ragazzi, qua si mette male per Aragorn e Gandalf se ci sguinzaglia dietro lo Stregone di Angmar, nn digo altro và.
Tauriel e Kili? Il loro viaggio è appena iniziato e solo il loro amore potrà aiutarli e riguardo alla Bocca di Sauron che ne dite? Eh, se volete farmi sapere qualcosa recensione...fà sempre piacere sapere cosa pensate.=)
Fraviaggiaincubi
 
 
 
 
 
  
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