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Autore: Marvel91    26/01/2014    2 recensioni
I 74esimi Hunger Games sono alle porte. E servono due tributi. Onore e gloria caratterizzeranno i due ragazzi. O morte e vergogna in caso di perdita.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Marvel
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
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Il mattino successivo mi svegliai solo. Clove doveva essere andata a cacciare. Cato e il ragazzo del 3 stavano ancora dormendo. Il sole era già in alto. E nei paraggi non c'era nessuno. "Buongiorno!" disse seria una voce da dietro. Clove era tornata con delle mele e una banana. Mi lanciò il frutto giallo e mi incitò a mangiarla. "Io non faccio mai colazione ma per te, farò un'eccezione." dissi strizzandole l'occhio. Lei sorrise. Cato si era svegliato e anche il ragazzino del 3. Sentivo odore di bruciato. Ma non era il fuoco che avevamo acceso noi. Quello era spento ormai da ore. "Là!" urlò Clove, indicando una scia di fumo nero proveniente dalla foresta. Mollammo tutto ciò che avevamo in mano. Afferramo velocemente le armi e corremmo in direzione della fiammata scura. "Tu sta qua!" ordinò Cato al ragazzo del 3 "se torniamo e sei scappato con qualcosa di nostro, ti darò la caccia finché non ti avrò trovato! Chiaro?" Sbraitò. Il ragazzino annuì spaventato. "Forza!" disse guardandomi. Arrivati nella foresta ci accorgemmo che il fumo nero era quasi dissolto, e a pochi metri da quello, un'altra fumata grigia stava divampando sopra le creste degli alberi. Era una trappola. Cato lo aveva intuito, ma voleva comunque andare a vedere chi stava provocando i favoriti. Giungemmo al primo falò, ormai spento. Nessuna presenza. Nemmeno un indizio. Dalla rabbia, il biondo del 2, prese la spada e l'affondò in un albero facendolo cadere all'indietro. Clove si girò di scatto in direzione del nostro arrivo. Un botto incredibile investì le nostre orecchie. Qualcuno doveva essersi avvicinato alle provviste per rubarle, ma senza successo. Quello di attirarci al fuoco nella foresta, era stato un diversivo per potersi avvicinare al cibo. Peccato, però, che avessimo piazzato più di cinquanta bombe attorno alla nostra "cambusa". Cato rise. "Non si fregano i favoriti" disse stringendo i denti. Poi rinfoderò la spada nella cintura e corse verso la cornucopia. Io e Clove lo seguimmo. Arrivati alla struttura dorata, il ragazzo del 3 aveva le mani nei capelli e ansimava agitato. Clove guardava la desolazione che si era creata. Le fiamme ancora vive delimitavano il perimetro delle provviste. O quel che ne rimaneva. Tutto il cibo era andato perduto. Quel nemico doveva aver capito delle bombe, e usò la nostra idea per rivolarcela contro. Astuto, devo ammetterlo. Cato si infuriò. Guardava il ragazzino del 3 con occhi cattivi. La sua rabbia ribolliva nell'espressione del volto. Infine, la sua forza si sfogò nel collo del povero ragazzo. Colpo di cannone, ed eravamo di nuovo in tre. Clove restò paralizzata a guardare la scena. Ma non con gusto, con paura. Le si leggeva in volto, che temeva potesse succedere anche a lei la stessa cosa. Cato ancora col fiatone fissava il corpo senza vita del tributo. Io non parlai. Il silenzio ci stava uccidendo. La ragazza dei coltelli corse incontro al biondo, abbracciandolo. Non capivo. Lui era di spalle, e lei aveva le sue braccia intorno al suo collo. Mi guardava, mentre il loro calore si confondeva nel corpo dell'altro. Mentre le loro anime si univano. Lei mi fissava con una piccola lacrima, che le rigava la guancia rossa. Il mio cuore si fermò. Avrei preferito essere al posto del ragazzo del 3, piuttosto che sopportare tutto quel dolore che mi sentivo dentro. Era come se mille aghi inseguitori mi stessero pungendo il cuore, contemporaneamente. Il tempo si bloccò e mi sentii vuoto. In un attimo, tutto il mondo mi stava schiacciando. Il mio respiro era veloce ed irregolare. Gli occhi della ragazza del 2, non ingannavano mai. Mi stava chiedendo scusa. Si scusava del fatto che non potevo essere io a proteggerla, ma lui. Aveva scelto lui. Mi tornò alla mente la scena del fiume, il giorno prima. Ora capivo tutto. Le parole di Cato a cui non diedi peso allora, erano chiare nella mia mente. Lui amava la sua compagna di distretto. Ecco con chi stava parlando la notte precedente, nella cornucopia: con Clove. La storiella con Glimmer era solo per farla ingelosire. Ma ero certo che la ragazza dei coltelli non lo amasse, la ragazza dei coltelli amava me. Lo intuivo da suoi occhi verdi, che mi guardavano tristi. Quegli occhi verde chiaro che ora lacrimavano chiedendomi di perdonarli. Lei aveva scelto Cato, per potersi assicurare la sua protezione. Era l'unico modo per uscire vittoriosa da quella maledetta arena. Poi le sue labbra si mossero, senza provocare alcun suono. "Ti amo anche io Marvel". Chiusi gli occhi e immaginai di essere io al posto del biondo del 2. Le nostre anime stavano danzando felici, in quei due involucri chiamati "corpi". Eravamo giusti, ma nel tempo sbagliato. Sapevo bene che quell'abbraccio non sarebbe mai avvenuto nella realtà, ma non mi importava. Non mi ero mai sentivo così vicino ad una persona, sebbene fosse distante. Sentivo ugualmente il suo profumo, il suo respiro, il suo battito che andava in sintonia col mio. Quell'amore, il nostro amore, andava oltre al tempo e allo spazio. E mi sentivo completo con lei tra le mie braccia. Le mie mani stringevano forte la sua vita, in modo da non poterla lasciare mai più. Le sue braccia mi avvolgevano il collo dolcemente. Aprii gli occhi e tornai alla cruda realtà. "Chiunque sia stato" disse Cato "deve essere andato nella foresta, lo seguirò io...". Lo interrupi con un secco "NO!". Lui mi guardò con volto interrogativo. Sapevo che non sarei tornato da quella perlustrazione. Ma preferivo morire, piuttosto di vedere la ragazza che amavo stare con qualcun altro. Il dolore sarebbe stato troppo lancinante e insopportabile. Non sarebbe bastata una vita per smettere di amarla. Si sa, da certe ferite non si guarisce mai del tutto. E la mia Clove non era una ferita, ma una voragine nel petto, che non si sarebbe risanata mai più. Ci sono molti modi di andarsene, io avevo scelto quello più bello: lei. Afferrai la lancia e mi precipitai senza guardare nessuno verso la radura. Katniss e la ragazzina dell' 11 si stavano abbracciando. Impugnai la lancia e mirai la giovane ragazza scura di pelle. Dopotutto, avevo vinto la scommessa con gli altri favoriti: la sua morte era mia. La lancia centrò giusto lo sterno del docile corpo. Poi una freccia mi colpì il petto, vicino al cuore. Si fece buio e sentivo freddo. Vidi il mondo cadere e io con lui. Non avevo niente per cui vivere, tantovaleva morire. I miei respiri erano affaticati e la freccia argentata mi premeva nel torace. Ma il dolore più straziante era per miei genitori, per mio fratello e il mio distretto. Non avrei più rivisto nessuno loro. Non avrei mai più visto mio padre orgoglioso di me, non avrei più assaggiato il dolce alle arance che mi preparava ad ogni compleanno, non avrei mai visto mio fratello sposarsi. Ma soprattutto non avrei mai più rivisto il sorriso di Clove. Ero solo. L'ultimo pensiero andò a lei, alla ragazza dei coltelli. "Ti amo, Clove." dissi a bassa voce, e sentii la sua voce nella mia mente "anche io, per sempre." E udii il cannone sparare per un'ultima volta. ***Dedico quest'ultimo capitolo alla persona che amo, anche se non è più con me. Dovunque sei e in qualunque tempo ti troverai, sappi che il mio cuore ti apparterrà sempre. ****Grazie a tutti per aver seguito le disavventure del tributo del distretto 1. A presto :)
   
 
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