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Autore: Sakurina    09/06/2008    15 recensioni
Una terribile tempesta si abbatte su Konoha proprio mentre Shikamaru torna da Suna... e Ino è sparita! Ci penserà lui a ritrovarla e...
Una piccola shot SHIKAINO [forever mosca bianca u.u] MOSCHE BIANCHE FATEVI SENTIREEEE! ShikaIno RuleZ!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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…La Tempesta…

L’ennesima ShikaIno di Sakurina… dedicato a tutti noi studenti che anche quest’anno ce l’abbiamo fatta a finire la scuola (in bene o in male! Spero a tutti in bene) e a quelli che come me devono affrontare la maturità…

Mi sembra di aver scritto Titanic! Massì, tanto perché ero in astinenza di ShikaInoMosche Bianche fatevi sentireeee!!!

 

…La Tempesta…

 

 

Era bello rivederla dopo tanto tempo.

Lei era così vitale, fresca e viva, mentre l’altra era così silenziosa, seria, quasi spettrale. Insomma, Konoha non era nemmeno paragonabile a Suna.

Shikamaru sorrise soddisfatto non appena i suoi occhi intravidero la maestosa montagna degli Hokage ed i colorati tetti del suo amato Villaggio della Foglia, dopo ben due mesi immerso nelle sabbie, fra quegli edifici tutti uguali.

Un boato minaccioso lo portò a sollevare lo sguardo verso la coltre di nubi scure e cariche di pioggia che sovrastavano l’intera area; Shikamaru sorrise nuovamente non appena percepì qualche gocciolina sporadica bagnargli il volto.

-“Mpf… pioggia…”- commentò fra sé e sé, ghignando compiaciuto.

Con uno scatto insolito per un pigro come lui, il Nara cominciò a correre verso l’amato villaggio, come rinfrancato da quella pioggerella fresca. Del resto, a Suna non pioveva mai.

 

-“Uffa… non è possibile!”- sbottò Sakura, soffermandosi accanto alla finestra.

-“Che cosa c’è che non va, Sakura?”- le chiese la bella biondina, appoggiando gli enormi volumi di medicina sul tavolo.

-“Ha ricominciato a piovere!”- sbuffò la Haruno, raggiungendo la compagna.

Ino sollevò i suoi brillanti occhi azzurri verso la finestra, guardando con disappunto l’ininterrotta pioggia che da quasi un mese cadeva costantemente sul villaggio.

-“Maledizione… ho tutti i capelli crespi per colpa sua!”- sbuffò la Yamanaka, lasciando scivolare dei ciuffi dorati tra le dita e guardandoli contrariata.

-“Ma se i tuoi capelli sono sempre perfetti, Ino… sei la solita esagerata!”- sospirò l’amica, cominciando a prendere la sua borsa.

La biondina aveva regalato un leggero sguardo alla compagna, dopodiché aveva riportato lo sguardo al cielo nuvoloso, continuando a giocherellare col ciuffo di capelli.

Gli occhi verdi dell’altra scrutarono attentamente l’espressione pensierosa sul volto di Ino: era da qualche tempo che la ragazza si perdeva nei suoi pensieri, assumendo un atteggiamento distante e insolito.

Sakura non capiva cosa avesse l’amica, percepiva solo che non riuscivano più a comunicare come una volta: Ino diventava sempre più distaccata e misteriosa.

-“Allora Ino, sai quando tornerà Shikamaru?”- chiese la Haruno, tanto per interrompere quel pesante silenzio. Ma evidentemente aveva toccato un tasto alquanto sbagliato, visto che fu fulminata da uno sguardo astioso dell’amica.

-“Quel cretino? E che ne so io! Quello parte e se ne frega degli altri! Non fa sapere niente e non scrive a nessuno, come pensi che io possa sapere quando tornerà se non so nemmeno se è vivo o morto?!”- si sfogò la biondina, sollevando una grossa pila di libri con una forza del tutto straordinaria. –“Mpf, quel cretino… va beh, io vado a mettere a posto i libri Sakura…”- borbottò infine, ancora su di giri.

La Haruno, che sogghignava divertita ora che aveva capito il perché del nervosismo della compagna, la guardò perplessa per qualche secondo.

-“Ma Ino… non torni a casa? È tardi ormai e non c’è più nessuno nel palazzo!”- protestò Sakura, turbata.

-“Non importa… piove troppo forte e non ho intenzione di passare altre ore con la piastra in mano per stirarmi i capelli per colpa della pioggia! Aspetto che si calmi un po’ e poi torno… intanto metto un po’ a posto i laboratori nei sotterranei, che li abbiamo lasciati in una condizione disastrosa…”- spiegò la Yamanaka, sorridendo per tranquillizzare l’amica.

-“Mmh… d’accordo, Ino… ma stai attenta! Sai che a causa della continua pioggia l’Hokage ha emanato lo stato d’allerta…”- la riprese la Haruno, un po’ preoccupata.

-“Ma dai Sakura, di cosa ti preoccupi? È solo acqua!”- ridacchiò Ino, salutando l’amica con un cenno e scendendo le scale verso i sotterranei.

-“Già, solo acqua…”- sospirò Sakura, facendo spallucce e andandosene.

 

-“Uffa, che palle questa pioggia!”- sbottò Naruto, portando gli occhi sul cielo notturno scuro e piovoso mentre camminava sotto l’ombrello con la compagna di team.

-“Già, hai proprio ragione Naruto… guarda le strade!”- si lamentò Sakura, indicando lo strato d’acqua che ricopriva la superficie del suolo. Pioveva da così tanto tempo che le strade rimanevano allagate senza riuscire ad asciugarsi, creando una fastidiosa fanghiglia.

Finalmente, i due giunsero da Ichiraku per cenare come ogni sera, ma furono piacevolmente sorpresi di trovare lì anche qualcuno di loro conoscenza…

-“Shikamaru!”- lo salutò Naruto, sorridendo a trentadue denti mentre gli stringeva con forza la mano, contento di rivedere il suo amico.

-“Ehi Naruto… come va?”- sorrise il Nara, invitandolo a sedersi affianco a lui. Sakura prese posto accanto a Choji, seduto al lato del compagno.

-“Finalmente sei tornato! Pensavamo che Temari ti avesse rapito e non ti volesse più far tornare!”- ridacchiò l’Uzumaki, battendo una mano sulla spalla dell’amico.

-“Mendokuse… diciamo che più o meno era così…”- sbottò Shikamaru, grattandosi la nuca parecchio infastidito. –“Più che un ritorno la mia è stata una fuga…”- borbottò, sorseggiando un bicchiere d’acqua.

-“Ce ne hai messo di tempo per tornare! Sai, giusto oggi ne parlavo con Ino!”- asserì Sakura, attirando l’attenzione del chunin.

-“Ah sì? E che diceva Ino?”- chiese il Nara, indifferente.

-“Mah, era parecchio preoccupata a dir la verità…”- rispose la Haruno, con un sospiro.

Per poco il Nara non si strozzava. All’udire la parola “preoccupazione” rivolta a lui da parte di Ino, l’acqua gli era andata di traverso, facendolo tossire con forza.

-“Preoccupata?!”- ripeté una volta ripresosi, quasi incredulo.

-“Sì, perché?”- lo guardò Sakura, interdetta.

-“Ma perché mi suona strano sentire Ino preoccupata per me…”- commentò il chunin, perplesso.

-“Guarda che è vero, Shika!”- aggiunse Choji, convinto –“Fa tanto l’offesa come suo solito, ma si vede lontano un miglio che era in ansia! D’altronde ha anche ragione… non mandi né lettere né messaggi quando stai via, e nessuno sa che fine tu abbia fatto! Potresti almeno farti sentire, no?”- lo rimproverò Choji, un po’ offeso dal menefreghismo dell’amico.

-“Oh, mendokuse… d’accordo, d’accordo… la prossima volta vi manderò una lettera, seccatori che non siete altro… a proposito, dov’è Ino?”- chiese poi il Nara, perplesso.

-“Beh, è rimasta  nei laboratori sotterranei del palazzo dell’Hokage… ultimamente fa sempre così! È diventata una fissata per l’ordine e la pulizia! Rimane fino a tardi a rassettare i laboratori e poi ci si addormenta e rimane lì fino a notte fonda… non riesco proprio a capirla!”- sospirò Sakura, confusa.

-“Bah, io ormai ci ho rinunciato da tempo a capirla…”- ghignò Shikamaru, rassegnato.

In quel momento, Teuchi servì il suo ramen a tutti i presenti, distogliendoli dal loro discorso.

-“Bene, buon appetito! E Shikamaru… bentornato!”- sorrise Naruto, prima di cominciare ad abbuffarsi.

 

Era triste stare chiusi in casa quella sera, ma forse un po’ riposo era ciò di cui aveva bisogno dopo l’estenuante viaggio di quel giorno. Fuori, una terribile tempesta imperversava violenta, allagando le strade e piegando gli alberi.

Prima i suoi amici e poi sua madre gli avevano raccontato dell’incessante pioggia che da un mese a quella parte cadeva su Konoha, rendendo le strade inagibili e la visibilità ridotta, facendo scattare uno stato d’allerta in tutto il villaggio. I jonin erano perennemente al lavoro, posti a controllare i confini in caso qualche nemico volesse approfittare delle difficoltà causate dal maltempo per conquistare Konoha e i chunin erano sempre al lavoro per riparare qualche danno. Insomma, era proprio una bella scocciatura.

Qualcuno bussò delicatamente alla porta, richiamando la sua attenzione. Shikamaru si mise a sedere sul letto sul quale era sdraiato, mentre vedeva la madre entrare nella sua camera con aria preoccupata.

-“Shikamaru, scusami se ti disturbo, ma…”- si scusò Yoshino, insolitamente calma e tesa quella sera.

-“Che è successo, mamma?”- le domandò il ragazzo, notando la preoccupazione della donna.

-“Giù c’è il padre di Ino… potresti venire un secondo?”- gli chiese la madre, con sguardo turbato.

Shikamaru si precipitò fuori dalla porta, animato da uno brutto presentimento, raggiungendo il salone. Qui vide Inoichi con il volto pallido e preoccupato, mentre parlava con un altrettanto sconvolto Shikaku, che si grattava nervosamente il pizzetto.

-“Dovevamo immaginare che presto il fiume sarebbe straripato… gli argini non potevano reggere molto a lungo…”- commentò il signor Nara, prima di accorgersi della presenza del figlio. –“Ehi, Shikamaru…”- lo salutò con un cenno il padre.

-“Che succede?!”- chiese il ragazzo, allarmato dalla tensione nell’aria.

Inoichi e Shikaku si scambiarono uno sguardo d’intesa, dopodiché il biondo si avvicinò con sguardo implorante al chunin, appoggiandogli le mani sulle spalle.

-“Shikamaru, ascolta… per caso sai dove possa essere mia figlia?! Purtroppo con l’allarme che si è verificato a causa della rottura degli argini del fiume non sono riuscito a rintracciare né l’Hokage né Sakura per chiederlo a loro… Ino non è tornata nemmeno a casa dalle lezioni oggi! Ora non so dove possa essere… e Konoha è mezzo inondata… oh mio Dio…”- trasalì il signor Yamanaka, disperato.

Shikamaru spostò velocemente il suo sguardo turbato da Inoichi a suo padre, che lo fissava serio e agitato.

-“Gli argini?”- ripeté confuso il giovane Nara, pretendendo delle spiegazioni dal padre.

-“Sì, il fiume ha straripato ed ha inondato tutta la zona nord di Konoha… stanno sfollando parecchie case…”- spiegò Shikaku, seriamente preoccupato.

-“Dannazione, che guaio!”- sbottò Shikamaru, allarmato.

-“Shikamaru… e di Ino? Non sai nulla di lei?”- chiese Yoshino, richiamandolo alla questione principale.

-“Ino… lei, non so… oggi non l’ho vista!”- rispose il chunin, senza pensarci troppo, preoccupato per la situazione del villaggio. –“Ma sono sicuro che starà bene e, conoscendola, sarà andata a dare una mano agli sfollati!”- aggiunse il Nara, serio.

-“Capisco…”- sospirò Inoichi, sconsolato.

-“Bene, io proporrei di andare a dare una mano agli sfollati, allora… muoviti figlio, vieni con noi!”- ordinò Shikaku, con un cenno del capo.

 

I tre ninja correvano per i tetti scivolosi delle case, guardando allibiti il terribile spettacolo di quella Konoha allagata dalle acque del fiume sotto una pioggia che proprio non ne voleva sapere di smettere. Ci saranno stati una cinquantina di centimetri di acqua, mentre nella zona più a valle raggiungeva quasi il metro.

Shikamaru era allibito, non aveva mai visto tanta devastazione in vita sua. In realtà era anche stanco, ma ora come ora non poteva di certo mollare la presa. Doveva resistere e andare ad aiutare i suoi concittadini.

I tre si fermarono quando incontrarono Kakashi che stava correndo in direzione opposta.

-“Com’è la situazione, Kakashi?”- domandò Shikaku, con tono grave.

-“Non buona… Konoha è interamente sommersa, soprattutto le zone nord ed est, senza contare che il palazzo dell’Hokage, trovandosi in una lieve depressione, è stato completamente allagato nei piani inferiori.”- spiegò il jonin, indicando il palazzo in lontananza.

-“E l’Hokage?”- domandò l’uomo col codino.

-“Lei sta bene, il palazzo è stato abbandonato in fretta e furia…”- continuò a spiegare l’Hatake.

All’udire quelle parole, qualcosa si accese improvvisamente nel cervello di Shikamaru. Il ragazzo si voltò di scatto verso la residenza dell’Hokage, mentre la voce squillante di Sakura risuonava nelle sue orecchie, nitida e chiara come non mai, mescolandosi con le parole del suo maestro…

 

“…è rimasta  nei laboratori sotterranei del palazzo dell’Hokage… ultimamente fa sempre così! Rimane fino a tardi a rassettare i laboratori e poi ci si addormenta e rimane lì fino a notte fonda…”

 

“…il palazzo dell’Hokage, trovandosi in una lieve depressione, è stato completamente allagato nei piani inferiori…”

 

-“…mendokuse…”- sussurrò fra sé e sé Shikamaru, fissando con occhi sbarrati e allarmati il palazzo dell’Hokage.

Ma forse si sbagliava. Forse era solo una congettura errata. Forse si preoccupava per niente. Ma “forse” era una parola troppo relativa. Qual era la differenza fra “forse Ino sta aiutando gli sfollati” e “forse Ino si trova ancora nel palazzo dell’Hokage”? Nessuna. Non vi era alcuna differenza. Erano entrambe frasi terribilmente… incerte.

 

Il vetro della finestra si frantumò rumorosamente. Shikamaru si alzò, ripulendosi dai frammenti di vetro rimasti sulla sua maglia. Si guardò attorno seriamente, mentre sentiva l’acqua scorrere con veemenza nei piani sotterranei.

-“Mendokuse…”- sibilò scocciato, aggrottando le sopracciglia e ripensando alle parole di Sakura.

 

-“No, Ino non si è vista qui… pensavo fosse tornata a casa!”-

 

“No che non è tornata a casa, maledizione.” rispose fra sé e sé il ragazzo, guardando con costernazione le scale che portavano ai piani inferiori.

 

Ciò che vide fu devastante. I sotterranei erano quasi del tutto allagati, e immergendosi, notò che l’acqua gli arrivava fino alle spalle.

-“Ma che cazzo ci faccio io qui…”- sibilò, sempre più incazzato. Si guardò intorno, nuotando nell’acqua alta e gelida, attaccando ad un lampadario del soffitto per non farsi portare via dalla corrente. –“Ino! Ino, ci sei?!”- gridò con forza, facendo riecheggiare la sua voce per i corridoi sempre più inondati.

Niente. Nessuna risposta. Solo il violento scrosciare dell’acqua. Ma che diavolo ci faceva lui là? Ino non era così stupida da rimanere laggiù mentre il palazzo si allagava. Magari l’allagamento era stato lento e lei aveva avuto tempo di scappare, e non violento e improvviso come tutti glielo avevano descritto.

Pensando questo, Shikamaru si diresse verso le scale, con l’intento di uscire da quel torrente infernale, ma subito qualcosa lo trattenne. Un urlo. Disperato, straziante. Un grido di aiuto.

-“INO!”- sbottò il Nara, rituffandosi in acqua senza pensarci due volte e nuotando controcorrente, seguendo le grida e i pugni che la ragazza stava tirando alla porta in fondo al corridoio.

Il ragazzo raggiunse la porta dietro la quale la biondina chiamava aiuto disperatamente.

-“Ino! Ino, sono qui! Esci fuori!”- le urlò il chunin, preoccupato.

-“Non posso, è bloccata! Razza di cretino, se fossi riuscita ad aprirla secondo te sarei ancora qui?!”- sbottò la Yamanaka dall’altra parte.

-“Mendokuse…”- sbuffò Shikamaru, non riuscendo a capire cosa potesse bloccare la porta.

-“Non hai niente di più costruttivo da dire?!”- protestò la kunoichi, dando un potente pugno alla porta bloccata.

-“Ma certo, è la corrente che la blocca, razza di cretina! Quanto cavolo hai aspettato prima di scappare, si può sapere?!”- ringhiò lui, furibondo.

-“Mi ero addormentata! E poi si è allagato tutto all’improvviso, che ne sapevo io?! Ho rischiato pure di morire annegata! Ma tanto che te ne frega a te, eh?!”- urlò la biondina, al limite dell’esasperazione.

-“Se non me ne importasse nulla di te non sarei qui a rischiare di annegare per salvarti!”- la ammonì il Nara, immergendosi per trovare la maniglia della porta.

Ino non rispose, ma si sentì veramente colpevole. Era appena tornato da Suna e per la prima volta che si “incontravano” dopo tanto tempo, che facevano? Litigavano in punto di morte!

Improvvisamente, la porta contro la quale era appoggiata si aprì, creando una fortissima corrente che la trascinò sottacqua senza darle il tempo di respirare. Tutto accadde troppo velocemente, non ebbe neanche il tempo di reagire mentre sentiva l’acqua entrarle nei polmoni e la corrente trascinarla via. Ma qualcosa la bloccò: una presa salda e forte la afferrò per il braccio, trascinandola in superficie con uno strattone.

Ino tossì con forza, appoggiandosi alla spalla del compagno, non riuscendo a nuotare.

-“Mendokuse…”- sussurrò Shikamaru, scocciato –“Ino… cerca di tenerti stretta a me… non mollare…”- cercò di convincerla il Nara, percependo la stretta della ragazza farsi sufficientemente salda.

Lo shinobi si fece forza, nuotando con fatica attraverso l’acqua e raggiungendo miracolosamente le scale, quasi del tutto allagate pure loro. Strinse Ino col braccio sinistro e col destro le cinse le ginocchia, prendendola in braccio.

Salì le scale esausto, mentre sentiva la compagna continuare a tossire con forza. Raggiunse il corridoio e non disse nulla, si limitò a guardarsi intorno nella speranza di trovare una via d’uscita a quell’inferno. Ma con disappunto notò che l’acqua cominciava ad entrare anche dalla porta d’ingresso: le strade si stavano allagando. La situazione era grave.

Il ragazzo seguì l’istinto, correndo al piano superiore ed entrando in una stanza adiacente a quella dell’ufficio di Tsunade.

Lasciò Ino inginocchiarsi a terra, mentre questa continuava a tossire e a sputare acqua.

-“Ehi Ino…”- cercò di calmarla Shikamaru, sostenendola per la vita.

La ragazza perse l’equilibrio, cadendo all’indietro, ma percepì il petto del Nara sostenerla  e le sue braccia circondarle delicatamente la vita. Si sentiva ancora piuttosto stordita e scossa per l’accaduto, e non riusciva a riprendere lucidità. La vicinanza inaspettata col compagno, però, sapeva infonderle un senso di protezione mai provato prima di allora, mai.

Non capiva bene cosa stesse accadendo, tutto era così confuso e le parole di Shikamaru suonavano così incomprensibili e lontane, mentre il mondo intorno a lei si oscurava lentamente…

 

Le tenebre furono spezzate da un violento tuono che rimbombò per tutto l’edificio. Ino riaprì lentamente gli occhi, mentre il mondo intorno a lei tornava a prendere forma, finalmente.

Realizzò di essere sdraiata a terra, coperta da un lenzuolo e con la testa su di un piccolo cuscino. Fuori, la pioggia cadeva più violenta che mai, mentre il cielo continuava ad illuminarsi d’improvvisi bagliori seguiti da potenti tuoni, che sembravano poter spezzare l’aria con la sola forza del suono.

La Yamanaka si rannicchiò sotto il lenzuolo, rabbrividendo per via del freddo: era bagnata fradicia. Solo allora cominciò a pensare a cosa fosse accaduto poco prima e pian piano ogni pezzo sembrò tornare al suo posto. Ma quella storia pareva talmente assurda da non poter sembrare reale, e per qualche minuto Ino pensò di essere stata vittima di allucinazioni.

Ma quando udì il cigolio della porta aprirsi e la figura di Shikamaru entrare nella stanza, fissarla col suo solito ghigno beffardo, capì di non aver sognato nulla.

Non disse nulla, si limitò a fissare il ragazzo inginocchiarsi accanto a lei, scrutarla con quell’insopportabile sguardo divertito e superiore che pian piano si trasformò in un’espressione vagamente preoccupata.

-“Come va?”- le chiese, serio.

-“Mmh. Male.”- rispose lei, nascondendo parzialmente il volto sotto la coperta.

-“Cosa c’è che non va?”- domandò ancora, inarcando un sopracciglio, preoccupato.

Ino afferrò un ciuffo di capelli dorati, mostrandoli all’amico.

-“Mi sono venuti i capelli crespi.”- mugugnò la ragazza, contrariata.

Shikamaru schioccò la lingua sul palato, scocciato, come se non ne potesse più di sentire quelle solite sciocchezze.

-“Qualcosa di rotto, che non sia qualche unghia, Yamanaka?”- chiese poi, estraendo una sigaretta ma lanciando via immediatamente il pacchetto: erano fradice.

-“No… direi che è tutto okay… ma cosa…?”- cercò di dire, sollevandosi e appoggiandosi sui gomiti.

-“Si è allagato tutto. Konoha è praticamente una palude. I piani inferiori del palazzo dell’Hokage sono popolati da pesci e quelli al piano terra da rane. E il livello non ha smesso di salire. Se continua così presto ci troveremo in fondo al mare con la sirenetta.”- sbuffò il ragazzo, sdraiandosi al lato di Ino.

-“Ma… com’è possibile?!”- sbottò incredula la ragazza.

-“I vantaggi di vivere in una valle leggermente depressa, che in questo caso non vuol dire triste, con accanto un fiume…”- commentò ironico.

-“E noi… non possiamo fare nulla?”- protestò la biondina, aggrappandosi al suo giubbotto, implorante.

-“Che vuoi fare, Ino… tu sei ancora indebolita e io sono stanco morto… oltretutto siamo intrappolati su quest’isola senza via di fuga… e, cosa ancora più importante, tu hai i capelli crespi! Come puoi pensare di entrare in azione conciata così!”- la sbeffeggiò il Nara, sarcastico.

-“Cretino! Tornatene a Suna, che è meglio! Niente alluvioni e niente capelli crespi!”- ringhiò la kunoichi, sempre più offesa dalle battutine ironiche del compagno. Da quando era tornato, non gliene aveva risparmiata una.

-“Mendokuse…”- sbuffò il chunin, schioccando la lingua sul palato.

-“…scusa tanto se non sono perfetta come Temari…”- commentò acida la ragazza, da sotto le lenzuola.

-“Ancora con questa storia, Ino?”- ghignò incredulo Shikamaru.

-“Yamanaka per te, signor Nara!”- brontolò Ino, sempre più acida.

-“Che palle che sei, Ino... mi fai sempre tribolare!”- sbottò il Nara, mettendosi a sedere e avvicinandosi a lei, cercando di guardarla in faccia.

-“Io faccio tribolare te?!”- replicò Ino, saltando fuori da sotto le coperte e avvicinando inaspettatamente il suo volto a quello del compagno –“Ma se sei tu quello che sparisce per due mesi senza dire niente a nessuno! Maledetto Nara! Che ne so io se sei vivo o morto, se sei ferito o hai bisogno di aiuto?! Scrivere un foglietto con su le due parole sto bene costa troppa fatica, forse?!”- ringhiò infuriata, per poi rintanarsi nuovamente sotto le coperte.

-“Certo che se mi tratti così ogni volta che ci vediamo come faccio a sapere che quando me ne vado ti preoccupi per me?! Anzi, penso che magari ne sei anche contenta!”- ribatté Shikamaru, veramente arrabbiato.

-“Si vede che non capisci niente di me!”- sbottò la Yamanaka da sotto le coperte, profondamente ferita.

-“E perché tu di me invece capisci tanto, no?”- protestò il ragazzo, irritato.

Cadde un pesante silenzio fra i due, interrotto solamente dai tuoni che imperterriti spezzavano il cielo.

Shikamaru si sdraiò nuovamente, mordendosi il labbro inferiore e maledicendo fra sé e sé la testardaggine della compagna di squadra e di tutto il genere femminile. Finché dei leggeri singhiozzi soffocati non attirarono la sua attenzione su quel piccolo rigonfiamento delle coperte.

Il ragazzo si alzò dal suolo, fissando dapprima scocciato, poi sempre più pentito, la compagna singhiozzare sotto le lenzuola.

-“Avanti Ino… non fare così…”- sbuffò Shikamaru, avvicinandosi rassegnato all’amica.

-“Che vuoi?! Vattene!”- inveì Ino, stringendo a sé le lenzuola, tentando invano di nascondere il suo pianto.

-“Macché vattene… dove vuoi che vada… e smettila di piangere, dai…”- la riprese il Nara con tono calmo e comprensivo. Cercò di levarle le coperte di dosso, ma la biondina le stringeva con forza, decisa a non farsi veder piangere da lui.

-“Io non sto piangendo, cretino!”- ribatté lei, singhiozzando come una disperata.

-“No, singhiozzi tanto per hobby…”- sospirò il chunin, mollando la presa della coperta. –“Waah… ma che cazzo… aaah… che dolore…”- si lamentò improvvisamente, accasciandosi al suolo dolorante.

All’udire quei continui lamenti, la Yamanaka si levò le coperte, fissando il compagno sofferente a terra.

-“Shikamaru, che ti succede?!”- trasalì la ragazza, avvicinandosi all’amico.

-“Assolutamente niente.”- rispose improvvisamente il Nara, ritornando completamente normale e afferrando Ino per le braccia, trascinandola a terra sul pavimento e sovrastandola col suo corpo, bloccandola a terra.

-“Ma… ma… MA CHE FAI, MANIACOOO!!!”- gridò la biondina, arrossendo terribilmente imbarazzata.

-“Niente, però… facciamo pace, dai. Mi dà fastidio vederti piangere, lo sai.”- spiegò Shikamaru, tranquillamente.

-“No! Dovevi pensarci prima, razza di imbecille!”- fece l’offesa la ragazza, spostando la testa di lato per evitare il suo sguardo indagatore.

-“Certo che sei proprio insopportabile, ragazzina…”- sospirò lui, al limite della sopportazione. –“Dai, lo sai che non dicevo sul serio… e comunque è normale non capirci, siamo troppo diversi!”- aggiunse poi, amaramente.

-“Ma io… io ci ho provato a capirti!”- asserì la Yamanaka, con occhi lucidi e pronti alle lacrime –“E’ solo che tu… tu sei sempre così freddo, non ti apri mai con me… lo so che non mi consideri nient’altro che una stupida ragazzina, ma io---“- cercò di dire Ino, ma venne interrotta dal dito dell’amico che si posò delicatamente sulle sue labbra, zittendola.

-“Io non l’ho mai pensato questo, Ino. A volte non ti sopporto, ma solo perché sei una donna, e non perché ti considero una stupida. Dici che non ti capisco, eppure io so così tante cose di te, anche senza parlarti. So che quando scosti gli occhi da qualcuno è perché sei in imbarazzo, anche se quelli che non ti conoscono credono che una come te non conosca nemmeno la parola “timidezza”. So che sei dolce e sensibile anche se ti atteggi a spavalda e superficiale per evitare di essere ferita dalle persone. So che sei tanto fragile dentro e che desideri tanto che qualcuno ti protegga. Io faccio del mio meglio per proteggerti, ma sei talmente testarda ed orgogliosa che vuoi fare tutto da sola! Accetta la realtà dei fatti, Ino: tu hai bisogno di me!”- le spiegò con tono pacato Shikamaru, fissandola seriamente.

Ino abbassò il volto, sospirando e percependo un pesante groppo in gola che stava per sciogliersi in lacrime: ma il suo orgoglio non era ancora morto sotto l’imperante bisogno che aveva di sentire Shikamaru vicino a lei.

-“E tu… tu non hai bisogno di me?”- gli chiese la biondina, tremante, liberando qualche lacrima involontariamente.

-“Uff… certo che ho bisogno di te, mendokuse…”- asserì il ragazzo sbuffando e grattandosi la nuca, imbarazzato. Che brutto era ammettere una cosa del genere!

Ino non riuscì a trattenersi e scoppiò in un pianto liberatorio, sfogando tutta la solitudine che aveva provato senza di lui in quei due lunghissimi mesi.

-“E dai, non piangere, baka…”- sospirò Shikamaru, segretamente contento di averla commossa e di aver riconquistato la sua fiducia. E poi, l’adorava mentre piangeva. Era così terribilmente dolce ed indifesa, non era quella solita Ino terrorizzante e minacciosa di sempre. Amava quel suo lato fragile. Peccato che la biondina fosse troppo forte e non aveva spesso bisogno di lui, però quando lo necessitava… era veramente bello abbracciarla, rigirarla come più voleva, accarezzarle il volto morbido, intrecciare le dita con i suoi morbidi capelli (anche se quella volta erano un po’ crespi), regalarle qualche bacio furtivo sulle gote con la scusa di consolarla e di asciugarle le lacrime, e poi… lasciare scivolare le labbra sempre più in basso, lasciando il cervello in disparte e il cuore alla guida dei suoi sensi, fino a quando le labbra non toccavano quelle di lei leggermente e dolcemente, in un piccolo e caldo bacio stampo…

Ino ci mise un po’ a riprendere il controllo di se stessa, e riaprì gli occhi non appena percepì che Shikamaru voleva approfondire il bacio. La ragazza si scostò leggermente, rabbrividendo percependo il respiro caldo del compagno sul proprio volto.

-“C-che fai… mi baci…?!”- trasalì la Yamanaka, alquanto perplessa.

-“Mendokuse…”- si limitò a sospirare Shikamaru, non sapendo né come giustificarsi né il motivo reale per cui l’aveva fatto.

I due si fissarono intensamente per qualche secondo, coscienti entrambi che non sarebbero riusciti a trattenere quella scintilla che era scoccata fra di loro, ma in quel momento la porta si aprì violentemente, facendo allontanare i due ragazzi l’uno dall’altra, imbarazzati.

-“Beh? Che ci fate voi due qua dentro?!”- sbottò Tsunade, fissando i due allibita.

-“T-Tsunade-sama!”- arrossì Ino, alzandosi immediatamente in piedi.

-“Donne… mendokuse…”- borbottò Shikamaru, grattandosi la nuca e alzandosi in piedi. –“Ma come ha fatto ad arrivare fin qui, Godaime-sama? A nuoto?”- commentò poi, ironico.

-“No… ah già, voi non sapete niente, siete rimasti marginati qui come due eremiti! In realtà la tempesta non era nient’altro che un attacco combinato da dei ninja dei Villaggi della Pioggia e del Fulmine… fortunatamente Kakashi, Kurenai, Gai e Yamato sono riusciti a scovarli e ad annientarli. Il problema si è risolto immediatamente e tutte le acque in eccesso sono scomparse… e voi? Che avete combinato quaggiù?”- chiese infine l’Hokage, con una punta di malizia nella voce.

-“Niente!”- protestò Ino, arrossendo.

-“Eh… sapesse, Tsunade-sama…”- commentò invece Shikamaru, con tono malizioso.

-“C-che cosa?! Ma che dici, cretino?!”- ringhiò la Yamanaka, sempre più imbarazzata.

-“La verità, cara mia!”- asserì il ragazzo, incrociando le braccia dietro la nuca e uscendo dalla stanza.

-“Nara Shikamaru, non dire cose equivoche!!! Non è vero niente!!!”- sbottò la biondina, fuori di sé.

-“Ehi Ino, vieni qui un attimo, ti devo dire una cosa…”- la invitò Shikamaru, facendole cenno di avvicinarsi a lui.

-“Che vuoi?!”- ringhiò la ragazza, accostandosi furiosa.

-“Sai una cosa, Ino…”- le sussurrò suadentemente ad un orecchio –“…hai i capelli crespissimi!”- la provocò infine, dileguandosi velocemente giù per le scale.

-“Co…? NARA SHIKAMARU, QUESTA E’ LA TUA FINE!!! Ti rispedisco a Suna a calci, hai capito?! Vieni qui!!!”- proruppe Ino, correndo dietro al compagno per tutto l’edificio.

-“Quei due… sarebbero una gran bella coppia se riuscissero ad andarsi incontro!”- ridacchiò fra sé e sé Tsunade, alquanto divertita.

 

 

 

-The End-

 

 

 

Dedicato a

Paccy, Mimi18,

Andreatorinista,

Ayumi, Luna

InoYamanaka89

Perché mi sopportate sempre

E in ogni occasione! Graccie ^^

 

E un grazie speciale anche a

Diana88, Kikichan,

Nicichan, Rinoa81,

Nejisfan 94,

Per le vostre bellissime

E continue recensioni! *.*

Graccie!!!

 

Sakurina Vi Adora!

(E chi se ne frega?! NdTutti)

 

See You Space ShikaIno Fan!

XD Bacione Sakurina

 

 

 

  
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