L’ennesima ShikaIno di Sakurina… dedicato a
tutti noi studenti che anche quest’anno ce l’abbiamo fatta a finire la scuola
(in bene o in male! Spero a tutti in bene) e a quelli che come me devono
affrontare la maturità…
Mi sembra di aver
scritto Titanic! Massì, tanto perché ero in astinenza
di ShikaIno… Mosche
Bianche fatevi sentireeee!!!
…La
Tempesta…
Era
bello rivederla dopo tanto tempo.
Lei
era così vitale, fresca e viva, mentre l’altra era così silenziosa, seria,
quasi spettrale. Insomma, Konoha non era nemmeno
paragonabile a Suna.
Shikamaru
sorrise soddisfatto non appena i suoi occhi intravidero la maestosa montagna
degli Hokage ed i colorati tetti del suo amato
Villaggio della Foglia, dopo ben due mesi immerso nelle sabbie, fra quegli
edifici tutti uguali.
Un
boato minaccioso lo portò a sollevare lo sguardo verso la coltre di nubi scure
e cariche di pioggia che sovrastavano l’intera area; Shikamaru sorrise
nuovamente non appena percepì qualche gocciolina sporadica bagnargli il volto.
-“Mpf… pioggia…”- commentò fra sé e sé, ghignando
compiaciuto.
Con
uno scatto insolito per un pigro come lui, il Nara cominciò a correre verso
l’amato villaggio, come rinfrancato da quella pioggerella fresca. Del resto, a Suna non pioveva mai.
-“Uffa…
non è possibile!”- sbottò Sakura, soffermandosi accanto alla finestra.
-“Che
cosa c’è che non va, Sakura?”- le chiese la bella biondina, appoggiando gli
enormi volumi di medicina sul tavolo.
-“Ha
ricominciato a piovere!”- sbuffò la Haruno,
raggiungendo la compagna.
Ino
sollevò i suoi brillanti occhi azzurri verso la finestra, guardando con
disappunto l’ininterrotta pioggia che da quasi un mese cadeva costantemente sul
villaggio.
-“Maledizione…
ho tutti i capelli crespi per colpa sua!”- sbuffò la Yamanaka, lasciando
scivolare dei ciuffi dorati tra le dita e guardandoli contrariata.
-“Ma
se i tuoi capelli sono sempre perfetti, Ino… sei la solita esagerata!”- sospirò
l’amica, cominciando a prendere la sua borsa.
La
biondina aveva regalato un leggero sguardo alla compagna, dopodiché aveva
riportato lo sguardo al cielo nuvoloso, continuando a giocherellare col ciuffo
di capelli.
Gli
occhi verdi dell’altra scrutarono attentamente l’espressione pensierosa sul
volto di Ino: era da qualche tempo che la ragazza si perdeva nei suoi pensieri,
assumendo un atteggiamento distante e insolito.
Sakura
non capiva cosa avesse l’amica, percepiva solo che non riuscivano più a
comunicare come una volta: Ino diventava sempre più distaccata e misteriosa.
-“Allora
Ino, sai quando tornerà Shikamaru?”- chiese la Haruno,
tanto per interrompere quel pesante silenzio. Ma evidentemente aveva toccato un
tasto alquanto sbagliato, visto che fu fulminata da uno sguardo astioso
dell’amica.
-“Quel
cretino? E che ne so io! Quello parte e se ne frega degli altri! Non fa sapere
niente e non scrive a nessuno, come pensi che io possa sapere quando tornerà se
non so nemmeno se è vivo o morto?!”- si sfogò la biondina, sollevando una
grossa pila di libri con una forza del tutto straordinaria. –“Mpf, quel cretino… va beh, io vado a mettere a posto i
libri Sakura…”- borbottò infine, ancora su di giri.
La
Haruno, che sogghignava divertita ora che aveva
capito il perché del nervosismo della compagna, la guardò perplessa per qualche
secondo.
-“Ma
Ino… non torni a casa? È tardi ormai e non c’è più nessuno nel palazzo!”-
protestò Sakura, turbata.
-“Non
importa… piove troppo forte e non ho intenzione di passare altre ore con la
piastra in mano per stirarmi i capelli per colpa della pioggia! Aspetto che si
calmi un po’ e poi torno… intanto metto un po’ a posto i laboratori nei
sotterranei, che li abbiamo lasciati in una condizione disastrosa…”- spiegò la
Yamanaka, sorridendo per tranquillizzare l’amica.
-“Mmh…
d’accordo, Ino… ma stai attenta! Sai che a causa della continua pioggia l’Hokage ha emanato lo stato d’allerta…”- la riprese la Haruno, un po’ preoccupata.
-“Ma
dai Sakura, di cosa ti preoccupi? È solo acqua!”- ridacchiò Ino, salutando
l’amica con un cenno e scendendo le scale verso i sotterranei.
-“Già,
solo acqua…”- sospirò Sakura, facendo spallucce e andandosene.
-“Uffa,
che palle questa pioggia!”- sbottò Naruto, portando
gli occhi sul cielo notturno scuro e piovoso mentre camminava sotto l’ombrello
con la compagna di team.
-“Già,
hai proprio ragione Naruto… guarda le strade!”- si
lamentò Sakura, indicando lo strato d’acqua che ricopriva la superficie del
suolo. Pioveva da così tanto tempo che le strade rimanevano allagate senza
riuscire ad asciugarsi, creando una fastidiosa fanghiglia.
Finalmente,
i due giunsero da Ichiraku per cenare come ogni sera,
ma furono piacevolmente sorpresi di trovare lì anche qualcuno di loro
conoscenza…
-“Shikamaru!”-
lo salutò Naruto, sorridendo a trentadue denti mentre
gli stringeva con forza la mano, contento di rivedere il suo amico.
-“Ehi
Naruto… come va?”- sorrise il Nara, invitandolo a
sedersi affianco a lui. Sakura prese posto accanto a Choji, seduto al lato del
compagno.
-“Finalmente
sei tornato! Pensavamo che Temari ti avesse rapito e
non ti volesse più far tornare!”- ridacchiò l’Uzumaki,
battendo una mano sulla spalla dell’amico.
-“Mendokuse… diciamo che più o meno era così…”- sbottò
Shikamaru, grattandosi la nuca parecchio infastidito. –“Più che un ritorno la
mia è stata una fuga…”- borbottò, sorseggiando un bicchiere d’acqua.
-“Ce
ne hai messo di tempo per tornare! Sai, giusto oggi ne parlavo con Ino!”-
asserì Sakura, attirando l’attenzione del chunin.
-“Ah
sì? E che diceva Ino?”- chiese il Nara, indifferente.
-“Mah,
era parecchio preoccupata a dir la verità…”- rispose la Haruno,
con un sospiro.
Per
poco il Nara non si strozzava. All’udire la parola “preoccupazione” rivolta a
lui da parte di Ino, l’acqua gli era andata di traverso, facendolo tossire con
forza.
-“Preoccupata?!”-
ripeté una volta ripresosi, quasi incredulo.
-“Sì,
perché?”- lo guardò Sakura, interdetta.
-“Ma
perché mi suona strano sentire Ino preoccupata per me…”- commentò il chunin,
perplesso.
-“Guarda
che è vero, Shika!”- aggiunse Choji, convinto –“Fa tanto l’offesa come suo
solito, ma si vede lontano un miglio che era in ansia! D’altronde ha anche
ragione… non mandi né lettere né messaggi quando stai via, e nessuno sa che
fine tu abbia fatto! Potresti almeno farti sentire, no?”- lo rimproverò Choji,
un po’ offeso dal menefreghismo dell’amico.
-“Oh,
mendokuse… d’accordo, d’accordo… la prossima volta vi
manderò una lettera, seccatori che non siete altro… a proposito, dov’è Ino?”-
chiese poi il Nara, perplesso.
-“Beh,
è rimasta nei laboratori sotterranei del
palazzo dell’Hokage… ultimamente fa sempre così! È
diventata una fissata per l’ordine e la pulizia! Rimane fino a tardi a
rassettare i laboratori e poi ci si addormenta e rimane lì fino a notte fonda…
non riesco proprio a capirla!”- sospirò Sakura, confusa.
-“Bah,
io ormai ci ho rinunciato da tempo a capirla…”- ghignò Shikamaru, rassegnato.
In
quel momento, Teuchi servì il suo ramen
a tutti i presenti, distogliendoli dal loro discorso.
-“Bene,
buon appetito! E Shikamaru… bentornato!”- sorrise Naruto,
prima di cominciare ad abbuffarsi.
Era
triste stare chiusi in casa quella sera, ma forse un po’ riposo era ciò di cui
aveva bisogno dopo l’estenuante viaggio di quel giorno. Fuori, una terribile
tempesta imperversava violenta, allagando le strade e piegando gli alberi.
Prima
i suoi amici e poi sua madre gli avevano raccontato dell’incessante pioggia che
da un mese a quella parte cadeva su Konoha, rendendo
le strade inagibili e la visibilità ridotta, facendo scattare uno stato
d’allerta in tutto il villaggio. I jonin erano
perennemente al lavoro, posti a controllare i confini in caso qualche nemico
volesse approfittare delle difficoltà causate dal maltempo per conquistare Konoha e i chunin erano sempre al lavoro per riparare
qualche danno. Insomma, era proprio una bella scocciatura.
Qualcuno
bussò delicatamente alla porta, richiamando la sua attenzione. Shikamaru si
mise a sedere sul letto sul quale era sdraiato, mentre vedeva la madre entrare
nella sua camera con aria preoccupata.
-“Shikamaru,
scusami se ti disturbo, ma…”- si scusò Yoshino,
insolitamente calma e tesa quella sera.
-“Che
è successo, mamma?”- le domandò il ragazzo, notando la preoccupazione della
donna.
-“Giù
c’è il padre di Ino… potresti venire un secondo?”- gli chiese la madre, con
sguardo turbato.
Shikamaru
si precipitò fuori dalla porta, animato da uno brutto presentimento,
raggiungendo il salone. Qui vide Inoichi con il volto
pallido e preoccupato, mentre parlava con un altrettanto sconvolto Shikaku, che si grattava nervosamente il pizzetto.
-“Dovevamo
immaginare che presto il fiume sarebbe straripato… gli argini non potevano
reggere molto a lungo…”- commentò il signor Nara, prima di accorgersi della
presenza del figlio. –“Ehi, Shikamaru…”- lo salutò con un cenno il padre.
-“Che
succede?!”- chiese il ragazzo, allarmato dalla tensione nell’aria.
Inoichi e Shikaku si
scambiarono uno sguardo d’intesa, dopodiché il biondo si avvicinò con sguardo
implorante al chunin, appoggiandogli le mani sulle spalle.
-“Shikamaru,
ascolta… per caso sai dove possa essere mia figlia?! Purtroppo con l’allarme
che si è verificato a causa della rottura degli argini del fiume non sono
riuscito a rintracciare né l’Hokage né Sakura per
chiederlo a loro… Ino non è tornata nemmeno a casa dalle lezioni oggi! Ora non
so dove possa essere… e Konoha è mezzo inondata… oh
mio Dio…”- trasalì il signor Yamanaka, disperato.
Shikamaru
spostò velocemente il suo sguardo turbato da Inoichi
a suo padre, che lo fissava serio e agitato.
-“Gli
argini?”- ripeté confuso il giovane Nara, pretendendo delle spiegazioni dal
padre.
-“Sì,
il fiume ha straripato ed ha inondato tutta la zona nord di Konoha…
stanno sfollando parecchie case…”- spiegò Shikaku,
seriamente preoccupato.
-“Dannazione,
che guaio!”- sbottò Shikamaru, allarmato.
-“Shikamaru…
e di Ino? Non sai nulla di lei?”- chiese Yoshino,
richiamandolo alla questione principale.
-“Ino…
lei, non so… oggi non l’ho vista!”- rispose il chunin, senza pensarci troppo,
preoccupato per la situazione del villaggio. –“Ma sono sicuro che starà bene e,
conoscendola, sarà andata a dare una mano agli sfollati!”- aggiunse il Nara,
serio.
-“Capisco…”-
sospirò Inoichi, sconsolato.
-“Bene,
io proporrei di andare a dare una mano agli sfollati, allora… muoviti figlio,
vieni con noi!”- ordinò Shikaku, con un cenno del
capo.
I
tre ninja correvano per i tetti scivolosi delle case, guardando allibiti il
terribile spettacolo di quella Konoha allagata dalle
acque del fiume sotto una pioggia che proprio non ne voleva sapere di smettere.
Ci saranno stati una cinquantina di centimetri di acqua, mentre nella zona più
a valle raggiungeva quasi il metro.
Shikamaru
era allibito, non aveva mai visto tanta devastazione in vita sua. In realtà era
anche stanco, ma ora come ora non poteva di certo mollare la presa. Doveva
resistere e andare ad aiutare i suoi concittadini.
I
tre si fermarono quando incontrarono Kakashi che
stava correndo in direzione opposta.
-“Com’è
la situazione, Kakashi?”- domandò Shikaku,
con tono grave.
-“Non
buona… Konoha è interamente sommersa, soprattutto le
zone nord ed est, senza contare che il palazzo dell’Hokage,
trovandosi in una lieve depressione, è stato completamente allagato nei piani
inferiori.”- spiegò il jonin, indicando il palazzo in
lontananza.
-“E
l’Hokage?”- domandò l’uomo col codino.
-“Lei
sta bene, il palazzo è stato abbandonato in fretta e furia…”- continuò a
spiegare l’Hatake.
All’udire
quelle parole, qualcosa si accese improvvisamente nel cervello di Shikamaru. Il
ragazzo si voltò di scatto verso la residenza dell’Hokage,
mentre la voce squillante di Sakura risuonava nelle sue orecchie, nitida e
chiara come non mai, mescolandosi con le parole del suo maestro…
“…è rimasta nei laboratori sotterranei del palazzo dell’Hokage… ultimamente fa sempre così! Rimane fino a tardi a
rassettare i laboratori e poi ci si addormenta e rimane lì fino a notte fonda…”
“…il palazzo dell’Hokage, trovandosi in una lieve depressione, è stato
completamente allagato nei piani inferiori…”
-“…mendokuse…”- sussurrò fra sé e sé Shikamaru, fissando con
occhi sbarrati e allarmati il palazzo dell’Hokage.
Ma
forse si sbagliava. Forse era solo una congettura errata. Forse si preoccupava
per niente. Ma “forse” era una parola troppo relativa. Qual era la differenza
fra “forse Ino sta aiutando gli sfollati” e “forse Ino si trova ancora nel
palazzo dell’Hokage”? Nessuna. Non vi era alcuna
differenza. Erano entrambe frasi terribilmente… incerte.
Il
vetro della finestra si frantumò rumorosamente. Shikamaru si alzò, ripulendosi
dai frammenti di vetro rimasti sulla sua maglia. Si guardò attorno seriamente,
mentre sentiva l’acqua scorrere con veemenza nei piani sotterranei.
-“Mendokuse…”- sibilò scocciato, aggrottando le sopracciglia
e ripensando alle parole di Sakura.
-“No, Ino non si è vista
qui… pensavo fosse tornata a casa!”-
“No
che non è tornata a casa, maledizione.” rispose fra sé e sé il ragazzo, guardando
con costernazione le scale che portavano ai piani inferiori.
Ciò
che vide fu devastante. I sotterranei erano quasi del tutto allagati, e
immergendosi, notò che l’acqua gli arrivava fino alle spalle.
-“Ma
che cazzo ci faccio io qui…”- sibilò, sempre più incazzato. Si guardò intorno,
nuotando nell’acqua alta e gelida, attaccando ad un lampadario del soffitto per
non farsi portare via dalla corrente. –“Ino! Ino, ci sei?!”- gridò con forza,
facendo riecheggiare la sua voce per i corridoi sempre più inondati.
Niente.
Nessuna risposta. Solo il violento scrosciare dell’acqua. Ma che diavolo ci
faceva lui là? Ino non era così stupida da rimanere laggiù mentre il palazzo si
allagava. Magari l’allagamento era stato lento e lei aveva avuto tempo di
scappare, e non violento e improvviso come tutti glielo avevano descritto.
Pensando
questo, Shikamaru si diresse verso le scale, con l’intento di uscire da quel
torrente infernale, ma subito qualcosa lo trattenne. Un urlo. Disperato,
straziante. Un grido di aiuto.
-“INO!”-
sbottò il Nara, rituffandosi in acqua senza pensarci due volte e nuotando
controcorrente, seguendo le grida e i pugni che la ragazza stava tirando alla
porta in fondo al corridoio.
Il
ragazzo raggiunse la porta dietro la quale la biondina chiamava aiuto
disperatamente.
-“Ino!
Ino, sono qui! Esci fuori!”- le urlò il chunin, preoccupato.
-“Non
posso, è bloccata! Razza di cretino, se fossi riuscita ad aprirla secondo te
sarei ancora qui?!”- sbottò la Yamanaka dall’altra parte.
-“Mendokuse…”- sbuffò Shikamaru, non riuscendo a capire cosa
potesse bloccare la porta.
-“Non
hai niente di più costruttivo da dire?!”- protestò la kunoichi,
dando un potente pugno alla porta bloccata.
-“Ma
certo, è la corrente che la blocca, razza di cretina! Quanto cavolo hai aspettato
prima di scappare, si può sapere?!”- ringhiò lui, furibondo.
-“Mi
ero addormentata! E poi si è allagato tutto all’improvviso, che ne sapevo io?!
Ho rischiato pure di morire annegata! Ma tanto che te ne frega a te, eh?!”-
urlò la biondina, al limite dell’esasperazione.
-“Se
non me ne importasse nulla di te non sarei qui a rischiare di annegare per
salvarti!”- la ammonì il Nara, immergendosi per trovare la maniglia della
porta.
Ino
non rispose, ma si sentì veramente colpevole. Era appena tornato da Suna e per la prima volta che si “incontravano” dopo tanto
tempo, che facevano? Litigavano in punto di morte!
Improvvisamente,
la porta contro la quale era appoggiata si aprì, creando una fortissima
corrente che la trascinò sottacqua senza darle il tempo di respirare. Tutto
accadde troppo velocemente, non ebbe neanche il tempo di reagire mentre sentiva
l’acqua entrarle nei polmoni e la corrente trascinarla via. Ma qualcosa la
bloccò: una presa salda e forte la afferrò per il braccio, trascinandola in
superficie con uno strattone.
Ino
tossì con forza, appoggiandosi alla spalla del compagno, non riuscendo a
nuotare.
-“Mendokuse…”- sussurrò Shikamaru, scocciato –“Ino… cerca di
tenerti stretta a me… non mollare…”- cercò di convincerla il Nara, percependo
la stretta della ragazza farsi sufficientemente salda.
Lo
shinobi si fece forza, nuotando con fatica attraverso
l’acqua e raggiungendo miracolosamente le scale, quasi del tutto allagate pure
loro. Strinse Ino col braccio sinistro e col destro le cinse le ginocchia,
prendendola in braccio.
Salì
le scale esausto, mentre sentiva la compagna continuare a tossire con forza. Raggiunse
il corridoio e non disse nulla, si limitò a guardarsi intorno nella speranza di
trovare una via d’uscita a quell’inferno. Ma con disappunto notò che l’acqua
cominciava ad entrare anche dalla porta d’ingresso: le strade si stavano
allagando. La situazione era grave.
Il
ragazzo seguì l’istinto, correndo al piano superiore ed entrando in una stanza
adiacente a quella dell’ufficio di Tsunade.
Lasciò
Ino inginocchiarsi a terra, mentre questa continuava a tossire e a sputare
acqua.
-“Ehi
Ino…”- cercò di calmarla Shikamaru, sostenendola per la vita.
La
ragazza perse l’equilibrio, cadendo all’indietro, ma percepì il petto del Nara
sostenerla e le sue braccia circondarle delicatamente
la vita. Si sentiva ancora piuttosto stordita e scossa per l’accaduto, e non
riusciva a riprendere lucidità. La vicinanza inaspettata col compagno, però,
sapeva infonderle un senso di protezione mai provato prima di allora, mai.
Non
capiva bene cosa stesse accadendo, tutto era così confuso e le parole di
Shikamaru suonavano così incomprensibili e lontane, mentre il mondo intorno a
lei si oscurava lentamente…
Le
tenebre furono spezzate da un violento tuono che rimbombò per tutto l’edificio.
Ino riaprì lentamente gli occhi, mentre il mondo intorno a lei tornava a
prendere forma, finalmente.
Realizzò
di essere sdraiata a terra, coperta da un lenzuolo e con la testa su di un
piccolo cuscino. Fuori, la pioggia cadeva più violenta che mai, mentre il cielo
continuava ad illuminarsi d’improvvisi bagliori seguiti da potenti tuoni, che
sembravano poter spezzare l’aria con la sola forza del suono.
La
Yamanaka si rannicchiò sotto il lenzuolo, rabbrividendo per via del freddo: era
bagnata fradicia. Solo allora cominciò a pensare a cosa fosse accaduto poco
prima e pian piano ogni pezzo sembrò tornare al suo posto. Ma quella storia
pareva talmente assurda da non poter sembrare reale, e per qualche minuto Ino
pensò di essere stata vittima di allucinazioni.
Ma
quando udì il cigolio della porta aprirsi e la figura di Shikamaru entrare
nella stanza, fissarla col suo solito ghigno beffardo, capì di non aver sognato
nulla.
Non
disse nulla, si limitò a fissare il ragazzo inginocchiarsi accanto a lei,
scrutarla con quell’insopportabile sguardo divertito e superiore che pian piano
si trasformò in un’espressione vagamente preoccupata.
-“Come
va?”- le chiese, serio.
-“Mmh.
Male.”- rispose lei, nascondendo parzialmente il volto sotto la coperta.
-“Cosa
c’è che non va?”- domandò ancora, inarcando un sopracciglio, preoccupato.
Ino
afferrò un ciuffo di capelli dorati, mostrandoli all’amico.
-“Mi
sono venuti i capelli crespi.”- mugugnò la ragazza, contrariata.
Shikamaru
schioccò la lingua sul palato, scocciato, come se non ne potesse più di sentire
quelle solite sciocchezze.
-“Qualcosa
di rotto, che non sia qualche unghia, Yamanaka?”- chiese poi, estraendo una
sigaretta ma lanciando via immediatamente il pacchetto: erano fradice.
-“No…
direi che è tutto okay… ma cosa…?”- cercò di dire, sollevandosi e appoggiandosi
sui gomiti.
-“Si
è allagato tutto. Konoha è praticamente una palude. I
piani inferiori del palazzo dell’Hokage sono popolati
da pesci e quelli al piano terra da rane. E il livello non ha smesso di salire.
Se continua così presto ci troveremo in fondo al mare con la sirenetta.”-
sbuffò il ragazzo, sdraiandosi al lato di Ino.
-“Ma…
com’è possibile?!”- sbottò incredula la ragazza.
-“I
vantaggi di vivere in una valle leggermente depressa, che in questo caso non
vuol dire triste, con accanto un fiume…”- commentò ironico.
-“E
noi… non possiamo fare nulla?”- protestò la biondina, aggrappandosi al suo
giubbotto, implorante.
-“Che
vuoi fare, Ino… tu sei ancora indebolita e io sono stanco morto… oltretutto siamo
intrappolati su quest’isola senza via di fuga… e, cosa ancora più importante,
tu hai i capelli crespi! Come puoi pensare di entrare in azione conciata
così!”- la sbeffeggiò il Nara, sarcastico.
-“Cretino!
Tornatene a Suna, che è meglio! Niente alluvioni e
niente capelli crespi!”- ringhiò la kunoichi, sempre
più offesa dalle battutine ironiche del compagno. Da quando era tornato, non
gliene aveva risparmiata una.
-“Mendokuse…”- sbuffò il chunin, schioccando la lingua sul
palato.
-“…scusa
tanto se non sono perfetta come Temari…”- commentò
acida la ragazza, da sotto le lenzuola.
-“Ancora
con questa storia, Ino?”- ghignò incredulo Shikamaru.
-“Yamanaka
per te, signor Nara!”- brontolò Ino, sempre più acida.
-“Che
palle che sei, Ino... mi fai sempre tribolare!”- sbottò il Nara, mettendosi a
sedere e avvicinandosi a lei, cercando di guardarla in faccia.
-“Io faccio tribolare te?!”- replicò Ino, saltando fuori da sotto le coperte e
avvicinando inaspettatamente il suo volto a quello del compagno –“Ma se sei tu
quello che sparisce per due mesi senza dire niente a nessuno! Maledetto Nara!
Che ne so io se sei vivo o morto, se sei ferito o hai bisogno di aiuto?!
Scrivere un foglietto con su le due parole sto
bene costa troppa fatica, forse?!”- ringhiò infuriata, per poi rintanarsi
nuovamente sotto le coperte.
-“Certo
che se mi tratti così ogni volta che ci vediamo come faccio a sapere che quando
me ne vado ti preoccupi per me?! Anzi, penso che magari ne sei anche contenta!”-
ribatté Shikamaru, veramente arrabbiato.
-“Si
vede che non capisci niente di me!”- sbottò la Yamanaka da sotto le coperte,
profondamente ferita.
-“E
perché tu di me invece capisci tanto, no?”- protestò il ragazzo, irritato.
Cadde
un pesante silenzio fra i due, interrotto solamente dai tuoni che imperterriti
spezzavano il cielo.
Shikamaru
si sdraiò nuovamente, mordendosi il labbro inferiore e maledicendo fra sé e sé
la testardaggine della compagna di squadra e di tutto il genere femminile.
Finché dei leggeri singhiozzi soffocati non attirarono la sua attenzione su
quel piccolo rigonfiamento delle coperte.
Il
ragazzo si alzò dal suolo, fissando dapprima scocciato, poi sempre più pentito,
la compagna singhiozzare sotto le lenzuola.
-“Avanti
Ino… non fare così…”- sbuffò Shikamaru, avvicinandosi rassegnato all’amica.
-“Che
vuoi?! Vattene!”- inveì Ino, stringendo a sé le lenzuola, tentando invano di
nascondere il suo pianto.
-“Macché
vattene… dove vuoi che vada… e smettila di piangere, dai…”- la riprese il Nara
con tono calmo e comprensivo. Cercò di levarle le coperte di dosso, ma la
biondina le stringeva con forza, decisa a non farsi veder piangere da lui.
-“Io
non sto piangendo, cretino!”- ribatté lei, singhiozzando come una disperata.
-“No,
singhiozzi tanto per hobby…”- sospirò il chunin, mollando la presa della
coperta. –“Waah… ma che cazzo… aaah…
che dolore…”- si lamentò improvvisamente, accasciandosi al suolo dolorante.
All’udire
quei continui lamenti, la Yamanaka si levò le coperte, fissando il compagno
sofferente a terra.
-“Shikamaru,
che ti succede?!”- trasalì la ragazza, avvicinandosi all’amico.
-“Assolutamente
niente.”- rispose improvvisamente il Nara, ritornando completamente normale e
afferrando Ino per le braccia, trascinandola a terra sul pavimento e
sovrastandola col suo corpo, bloccandola a terra.
-“Ma…
ma… MA CHE FAI, MANIACOOO!!!”- gridò la biondina, arrossendo terribilmente
imbarazzata.
-“Niente,
però… facciamo pace, dai. Mi dà fastidio vederti piangere, lo sai.”- spiegò
Shikamaru, tranquillamente.
-“No!
Dovevi pensarci prima, razza di imbecille!”- fece l’offesa la ragazza,
spostando la testa di lato per evitare il suo sguardo indagatore.
-“Certo
che sei proprio insopportabile, ragazzina…”- sospirò lui, al limite della
sopportazione. –“Dai, lo sai che non dicevo sul serio… e comunque è normale non
capirci, siamo troppo diversi!”- aggiunse poi, amaramente.
-“Ma
io… io ci ho provato a capirti!”- asserì la Yamanaka, con occhi lucidi e pronti
alle lacrime –“E’ solo che tu… tu sei sempre così freddo, non ti apri mai con
me… lo so che non mi consideri nient’altro che una stupida ragazzina, ma
io---“- cercò di dire Ino, ma venne interrotta dal dito dell’amico che si posò
delicatamente sulle sue labbra, zittendola.
-“Io
non l’ho mai pensato questo, Ino. A volte non ti sopporto, ma solo perché sei
una donna, e non perché ti considero una stupida. Dici che non ti capisco,
eppure io so così tante cose di te, anche senza parlarti. So che quando scosti
gli occhi da qualcuno è perché sei in imbarazzo, anche se quelli che non ti
conoscono credono che una come te non conosca nemmeno la parola “timidezza”. So
che sei dolce e sensibile anche se ti atteggi a spavalda e superficiale per
evitare di essere ferita dalle persone. So che sei tanto fragile dentro e che
desideri tanto che qualcuno ti protegga. Io faccio del mio meglio per
proteggerti, ma sei talmente testarda ed orgogliosa che vuoi fare tutto da
sola! Accetta la realtà dei fatti, Ino: tu hai bisogno di me!”- le spiegò con
tono pacato Shikamaru, fissandola seriamente.
Ino
abbassò il volto, sospirando e percependo un pesante groppo in gola che stava
per sciogliersi in lacrime: ma il suo orgoglio non era ancora morto sotto
l’imperante bisogno che aveva di sentire Shikamaru vicino a lei.
-“E
tu… tu non hai bisogno di me?”- gli chiese la biondina, tremante, liberando
qualche lacrima involontariamente.
-“Uff… certo che ho bisogno di te, mendokuse…”-
asserì il ragazzo sbuffando e grattandosi la nuca, imbarazzato. Che brutto era
ammettere una cosa del genere!
Ino
non riuscì a trattenersi e scoppiò in un pianto liberatorio, sfogando tutta la
solitudine che aveva provato senza di lui in quei due lunghissimi mesi.
-“E
dai, non piangere, baka…”-
sospirò Shikamaru, segretamente contento di averla commossa e di aver
riconquistato la sua fiducia. E poi, l’adorava mentre piangeva. Era così
terribilmente dolce ed indifesa, non era quella solita Ino terrorizzante e
minacciosa di sempre. Amava quel suo
lato fragile. Peccato che la biondina fosse troppo forte e non aveva spesso
bisogno di lui, però quando lo necessitava… era veramente bello abbracciarla,
rigirarla come più voleva, accarezzarle il volto morbido, intrecciare le dita
con i suoi morbidi capelli (anche se quella volta erano un po’ crespi),
regalarle qualche bacio furtivo sulle gote con la scusa di consolarla e di asciugarle
le lacrime, e poi… lasciare scivolare le labbra sempre più in basso, lasciando
il cervello in disparte e il cuore alla guida dei suoi sensi, fino a quando le
labbra non toccavano quelle di lei leggermente e dolcemente, in un piccolo e
caldo bacio stampo…
Ino
ci mise un po’ a riprendere il controllo di se stessa, e riaprì gli occhi non
appena percepì che Shikamaru voleva approfondire il bacio. La ragazza si scostò
leggermente, rabbrividendo percependo il respiro caldo del compagno sul proprio
volto.
-“C-che fai… mi baci…?!”- trasalì la Yamanaka, alquanto
perplessa.
-“Mendokuse…”- si limitò a sospirare Shikamaru, non sapendo
né come giustificarsi né il motivo reale per cui l’aveva fatto.
I
due si fissarono intensamente per qualche secondo, coscienti entrambi che non
sarebbero riusciti a trattenere quella scintilla che era scoccata fra di loro,
ma in quel momento la porta si aprì violentemente, facendo allontanare i due
ragazzi l’uno dall’altra, imbarazzati.
-“Beh?
Che ci fate voi due qua dentro?!”- sbottò Tsunade,
fissando i due allibita.
-“T-Tsunade-sama!”- arrossì Ino, alzandosi immediatamente in
piedi.
-“Donne…
mendokuse…”- borbottò Shikamaru, grattandosi la nuca
e alzandosi in piedi. –“Ma come ha fatto ad arrivare fin qui, Godaime-sama? A nuoto?”- commentò poi, ironico.
-“No…
ah già, voi non sapete niente, siete rimasti marginati qui come due eremiti! In
realtà la tempesta non era nient’altro che un attacco combinato da dei ninja
dei Villaggi della Pioggia e del Fulmine… fortunatamente Kakashi,
Kurenai, Gai e Yamato sono
riusciti a scovarli e ad annientarli. Il problema si è risolto immediatamente e
tutte le acque in eccesso sono scomparse… e voi? Che avete combinato quaggiù?”-
chiese infine l’Hokage, con una punta di malizia
nella voce.
-“Niente!”-
protestò Ino, arrossendo.
-“Eh…
sapesse, Tsunade-sama…”- commentò invece Shikamaru,
con tono malizioso.
-“C-che cosa?! Ma che dici, cretino?!”- ringhiò la Yamanaka,
sempre più imbarazzata.
-“La
verità, cara mia!”- asserì il ragazzo, incrociando le braccia dietro la nuca e
uscendo dalla stanza.
-“Nara
Shikamaru, non dire cose equivoche!!! Non è vero niente!!!”- sbottò la
biondina, fuori di sé.
-“Ehi
Ino, vieni qui un attimo, ti devo dire una cosa…”- la invitò Shikamaru,
facendole cenno di avvicinarsi a lui.
-“Che
vuoi?!”- ringhiò la ragazza, accostandosi furiosa.
-“Sai
una cosa, Ino…”- le sussurrò suadentemente ad un orecchio –“…hai i capelli
crespissimi!”- la provocò infine, dileguandosi velocemente giù per le scale.
-“Co…?
NARA SHIKAMARU, QUESTA E’ LA TUA FINE!!! Ti rispedisco a Suna
a calci, hai capito?! Vieni qui!!!”- proruppe Ino, correndo dietro al compagno
per tutto l’edificio.
-“Quei
due… sarebbero una gran bella coppia se riuscissero ad andarsi incontro!”-
ridacchiò fra sé e sé Tsunade, alquanto divertita.
-The End-
Dedicato a
Paccy, Mimi18,
Andreatorinista,
Ayumi, Luna
InoYamanaka89
Perché mi
sopportate sempre
E in ogni
occasione! Graccie ^^
E un grazie
speciale anche a
Diana88, Kikichan,
Nicichan, Rinoa81,
Nejisfan 94,
Per le vostre
bellissime
E continue
recensioni! *.*
Graccie!!!
Sakurina Vi Adora!
(E
chi se ne frega?! NdTutti)
See You Space ShikaIno Fan!
XD Bacione Sakurina