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Autore: paoletta76    26/01/2014    1 recensioni
..un seguito e tutto ciò che non s'era ancora detto in "A million other things"
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'A Million Other Stories'
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Il palazzo era circondato dal silenzio, sotto le fioche ed umide luci della notte asgardiana.
 
Loki continuava a fissare il cielo, gomiti appoggiati alla balaustra del balcone e mento sui polsi, mentre il tempo sembrava non scorrere mai.
 
La ferita era lentamente guarita, le cure di sua madre avevano pian piano avuto effetto anche sulle sue forze. Adesso riusciva a reggersi in piedi senza problemi e a mantenere la propria forma umana per quasi un giorno intero, senza sentirsi debole ed affaticato.
 
Avesse avuto per le mani carta ed una penna, avrebbe ripreso a scrivere. Un altro libro, magari. Sarebbe stato curioso di sapere come gli altri avevano presentato la sua morte ai midgardiani. Sicuramente, Stark era stato capace d'inventarsene una delle sue.
 
Certe volte è un osso duro anche per me..
Chissà che starà combinando.. che staranno facendo, tutti.. che starà facendo.. lei..
 
Le aveva promesso che sarebbe tornato, che non l'avrebbe lasciata. Mai più.
Invece il tempo scorreva, fra le sue dita e sotto quel balcone. Scorreva e lo allontanava sempre di più.
 
Un sospiro, mentre scivolava silenzioso fuori dalle proprie stanze.
 
Heimdall, dammi la visione.
 
Sai che non posso, principe. Sono gli ordini del re.
La voce gli aveva risposto, cupa, senza che il guardiano si voltasse.
- Perché? - gli aveva chiesto, muovendosi intorno a lui fino a scoprirne il viso sotto l'elmo dorato.
- Il tuo tempo non è ancora giunto.
- Perché lo dice il padre degli dei? - gli aveva risposto, carico di sarcasmo.
- Perché hai contravvenuto ai suoi ordini, scendendo su Midgard quando non eri ancora pronto. La procedura del risveglio..
-..E' lunga e delicata, lo so.- aveva caricato un sospiro - ed interromperla mi rende soggetto alla sua punizione.
- Ti rende soggetto alla morte, principe. Senza via d'uscita. Fossi in te, comincerei a pensare. Hai smesso di farlo da troppo tempo, ormai.
 
Loki chinò il viso, sospirando di nuovo ma senza traccia di sarcasmo o ribellione.
Quanto tempo?
 
- Quanto..?
- Quanto tempo durerà, ancora? Questa procedura, questa.. prigionia.
- Quanto necessario al tuo corpo, principe. Guardati, non hai ancora energie sufficienti per mantenere la tua forma.. umana. Non puoi affrontare il viaggio, né dureresti a lungo in vita, nelle tue condizioni.
 
Aveva sollevato le mani, ed ora prestava più attenzione al loro virare lentamente al blu che alle parole del guardiano.
- Voglio tornare da loro - mormorò - voglio la mia famiglia, la mia casa.
- La tua casa è qui, principe.
- Con questo intendi dirmi che non le rivedrò mai più? - il giovane gli sollevò contro occhi di fuoco.
- No. Le rivedrai. Quando sarà il tempo.
- Il tempo scorre troppo velocemente sulla terra, Heimdall. Quanto basta perché si dimentichino di me. Mia figlia non mi ha neppure conosciuto.
- Tua figlia è legata a te da un filo più potente anche del sangue, Loki. Ha in sé il futuro ed il passato, i sogni e la realtà.
 
Chissà se sarà in grado di riconoscermi, quando potrò rivederla. O se vedrà suo padre nell'uomo che affianca sua madre ogni giorno e ne insidia le attenzioni..
 
L'aveva fatto. Di nuovo. Aveva parlato con il solo pensiero. Il guardiano l'aveva sentito, ed ora s'era voltato a fissarlo con sospetto in quegli occhi dorati.
 
- Sì. Le ho viste, Heimdall. Di nascosto, quando hai aperto la visione su di loro per mia madre. E ho visto lui. Sulla terra è già trascorso un anno, mia figlia muove i primi passi, e dice le prime parole. E non c'è suo padre, con lei. Credevo che Odino mi capisse. Ma forse è questo, che merito. Scomparire.
 
Il guardiano emise un respiro, lungo e profondo.
Solo la visione, principe. E solo per pochi istanti. Ma non credo che questo alleggerirà la tua pena..
 
Michael.
 
E pensare che lo credeva un amico.
 
Una lapide decorava quell'angolo di verde nel cimitero urbano. Grigia ed anonima, decorata da una rosa bianca.
L'immagine di una donna, inginocchiata sulla tomba. Muoveva le labbra, sembrava parlare con chi non c'è più. Non riusciva a comprenderne le parole.
Sif.
 
Tese le dita a sfiorarne il profilo, illudendosi che potesse percepire quel tocco. E forse lei poteva, perché sollevò una mano a toccarsi la guancia, proprio dov'erano state le sue dita.
 
Un uomo. Si avvicinava lentamente alle sue spalle, teneva in braccio la bambina.
Michael. Catherine.
 
L'aiutava a sollevarsi, le affidava quel corpo minuscolo e lei le posava un bacio sulla fronte, mormorando ancora parole che non riusciva a sentire.
Michael. Il dottor Michael Jones, fidato amico e collega. Quello a cui l'aveva affidata per la gravidanza.
 
L'uomo che stava cercando di sostituirlo nel cuore della sposa.
 
Non riusciva a sentirne la voce, ma il labiale era cristallo puro ai suoi occhi di jotun.
 
Se n'è andato, Amy. Lucas non c'è più. Devi trovare la forza di andare avanti.
 
Lei annuiva, impercettibile, tornando a posare lo sguardo su quella lapide.
Lui l'accompagnava con un tocco della mano sul fianchi, la convinceva ad allontanarsi.
 
Ad allontanarsi.
 
Lucas non c'è più. Devi trovare la forza..
 
Heimdall voltò lo sguardo. Solo un istante, e Loki era già lontano, quasi a metà del ponte.
 
  
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