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Autore: Atomic Chiken    26/01/2014    1 recensioni
Un gatto.
Già, un semplice gatto.
" Non le manca Jeb? ". Aveva messo da parte i ferri per cucire e mi aveva guardata sorridendo
" Jeb non è morto tesoro, è sempre qui, con me ".
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" J-Jeb? Come fa a sapere che.."
" Tutto a tempo debito " disse interrompendomi " E credimi, non ne ho molto ".
Il soggiorno era divenuto ancor più silenzioso di prima. Scorsi un'ombra sul tavolo, e per un'attimo mi parve di vedere la sagoma trasparente di una gatto...Quel gatto con cui avevo passato mesi della mia vita. La Wickson era tornata ad essere un umano (non che avesse cambiato sembianze) e sedeva di fronte a me, gli occhi stranamente pieni di vita.
" Nicole? Ascoltami per piacere ". Ingurgitando più saliva del dovuto e pententomi di essere venuta a trovarla, porsi la mia attenzione all'anziana signora.
" Dimmi dov'è Jeb "
" ..Come? "
" Dov'è il mio Jeb, dov'è il nostro gatto " ripetè quasi urlando.
" E'..E' morto..Credo ". Una scintilla apparve nei suoi occhi
" Non esattamente Nicole. E' morto, ma è ancora vivo ".
Trattenni un urlo di frustrazione. Morto ma vivo? Che diavolo significava!?
" E' stato lui a dirmi che hai chiamato così il tuo gatto. Ed è stato lui a dirmi che è un pericolo per la tua vita ". Stavo per ribattere ma mi fermò con un cenno della mano " Lo so che non credi a una singola parola di quello che sto balbettando tesoro. Jeb? Vieni qui ". Rimasi pietrificata a guardare la scena. Anne avanzò le braccia nell'aria e fece per prendere qualcosa tra le mani. Solo allora mi accorsi di un piccolo particolare. Non c'era più niente sul tavolo. Rimasi a guardarla per un minuto, fino a che non proferì parola " Quel graffio " disse " E' stato Jeb, l'altro, a farlo. Cercavi di prenderlo in braccio. Giusto? ". Sorrise, e senza attendere continuò " Sei..Sei svenuta, ieri sera, e hai rotto un bicchiere. Anche questa volta centra Jeb. O sbaglio? ". Mi trovavo in balia delle lacrime, ero distante dal mondo, da quel soggiorno, da quel maledetto divano. Non sentivo più le vibrazioni del mio corpo, ero terrificata.
" S-.....Come... " balbettai stentando a riconoscere la mia voce stridula.
" Non lo vedi, ma è il mio amico a dirmi tutto. Una settimana fa sono uscita a fare la spesa. Pensavo di aver chiuso bene tutte le porte e le finestre, e invece mi sbagliavo. Jeb è uscito nel balcone come faceva ogni giorno, e mentre guardava ipnotizzato un uccelino è scivolato dalla ringhiera. E' caduto, era spaventato e disorientato. Per questo è corso alla cieca ed è finito sulla strada. Una macchina lo ha mancato per poco, il guidatore è sceso e lo ha preso, portandoselo via ". Una lacrima le attraversò la guancia " E' finito nelle mani di uno psicopatico. Il mio tesoro....Lo ha torturato, e dopo averlo tenuto a digiuno per giorni godendo delle sue sofferenze, gli ha tolto la vita senza pietà. Il corpicino di Jeb giace sotto metri di terra, tagliato in tanti piccoli pezzi irriconoscibili ".
Iooowwww.
Avevo cominciato a singhiozzare. Fin da sempre ero convita di riuscire a sopraffare ogni sorta di situazione. Non avevo pianto dopo la morte dei miei nonni, non avevo pianto quando avevo scoperto di essere stata adottata, non avevo nemmeno pianto tanto in seguito alla sparizione di mio padre.
Jeb. Quel piccolo micio mi aveva catturata, i suoi piccoli occhi innocenti sostavano davanti ai miei mentre cercavo di coprirli goffamente.
" E' tornato da me " la sentii dire " Non ho inteso come funzioni, ma io, il mio amore nei suoi confronti, il nostro legame, gli facciamo da cordone ombelicale a qeusto mondo. Mi ha detto che è il mio angelo custode, sapessi io come me li immaginavo gli angeli " disse con una risatina " Ha raccontato tante cose di cui non sapevo niente, cose che tutti noi ignoriamo. Il luogo dove sarebbe dovuto finire è terrificante, pieno di creature indescrivibili, esseri deformi che urlano di dolore. Una volta che sarò morta il cordone si spezzerà e Jeb volerà via come un uccellino laddove dovrebbe stare. Non so se potrò rimanere con lui, è l'unico pensiero che mi tormenta. Ma, anche se quel Dio cercherà di fermarmi, farò in modo che il mio Jeb non finisca in quel posto ". Prese fiato e liberò ciò che le stava tra le braccia " Ti chiederai cosa centri tutto questo con te ".
Prese la tazzina del thè ormai freddo e bevve un sorso " Mi hai detto che prima di te, il gatto ha avuto una bambina in seguito morta. Morta. E' questo il punto Nicole. Chiunque quella ragazzina sia è morta...Assassinata, per esattezza, e cercherà di rimanere attaccata al cordone che la lega al nostro mondo a tutti i costi "
" Jeb.. " sussurai cominciando a capire
" E' ciò che la lega qui, e tu glielo stai portando via. La bambina è molto cara allo stesso Jeb, e non ti permetterà di prendere il suo posto, qualsiasi cosa tu faccia per entrare nelle sue grazie ".
" E allora cosa.."
" Devi ucciderlo ".
Prese il bastone e alzandosi a fatica mi raggiunse. Le sue parole eccheggiavano nella mia testa come una pallina. Devi ucciderlo. Jeb. Il tuo gatto. No. Il suo gatto.
" Nicole? Nicole?! Guardami, ascoltami, devi ascoltarmi! ". Mi voltai verso di lei senza effettivamente vederla. Tutto ciò che i miei occhi riuscivano a percepire era l'arrivo dell'oscurità.
" Devi farlo Nicole, così renderai pace a tutti e due. Lei non finirà in quel mondo pieno di sofferenza e Jeb non dovrà più sopportare il suo peso. Staranno di nuovo insieme,  per sempre ".
" Non posso...Non.."
" Vuoi lasciarlo soffrire? Vuoi che facciano soffrire anche te? Ragiona Nicole! Se non lo farai sarà lei a ucciderti, Jeb morirà e la bambina si ritroverà in un mondo orribile! "
" Perché devo uccidere per renderli felici!? " urlai all'improvviso " Cosa cazzo centra la morte con la felicità? Come può qualcosa che porta solo dolori e sofferenze rendere qualcuno felice!  ". Scostai il suo braccio alzandomi " Devo andare..La mamma mi starà aspettando ".
Una pressione circondò il mio braccio. Per essere vecchia era molto forte
" E' stata assassinata, e per questo deve soffrire come ha sofferto mentre perdeva la vita per l'eternità. Ti sembra giusto Nicole? Guardami, e dimmi come puoi avere il coraggio di lasciare che ciò accada! Jeb non aspetta altro Nicole, uccidilo e falli riposare in pace ".
Lentamente, molto lentamente, annuii con la testa. Sentii allentare la pressione e un rumore alle mie spalle. Mi voltai trovandola in piedi
" Devi farmi un altro favore Nicole " disse prendendomi per mano
" Il mio Jeb mi sta aspettando. E solo tu puoi riunirci, evitando che finisca in quel postaccio ".
Una piccola sagoma ci raggiunse sul divano.
Iooowwww.
" Chiuderò gli occhi, e tu farai lo stesso. Così nessuno vedrà " disse quasi bisbigliando " E non soffrirò " proferì
" E' una promessa ".





Sedevo sul divano immersa nel silenzio più totale. Il corpo di Anne era nel suo letto. Nessun'ombra era più apparsa. Nessun gatto. Lasciai cadere le lacrime e con loro tutto il dolore che stavo provando. L'avevo uccisa, con le mie mani. Uccisa. Sì, uccisa, messa a dormire per sempre.
Urlai a quella stanza vuota, urlai a me stessa, a Chu Sun, a Jeb, al mondo. Piansi per un tempo indefinito.
Anne aveva intriso un fazzoletto con del veleno, e muovendo la mia mano come una marionetta lo aveva fatto appoggiare sulla bocca. Avevo fatto pressione. Troppa. L'avevo vista agonizzare, tossire, stringere la gola e il viso. L'avevo uccisa. Nemmeno il pensiero di lei e Jeb insieme mi rassicurò. Ero colpevole, le avevo tolto la vita. Io.
Asciugai le lacrime e raggiunsi con una lentezza esasperante il mio zaino. Tra due giorni sarebbe arrivata la figlia della Wickson. Avrebbe trovato il corpo della madre, il fazzoletto con le sue impronte. Suicidio, doveva essere la diagnosi. E invece..
L'ho uccisa io.
Uscì di casa e scesi senza far rumore le scale. Il sole era ancora in cielo, gli uomini spensierati nelle loro azioni.
Devi ucciderlo.
Con quell'unico pensiero, m'incamminai verso casa.
  
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