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Autore: JeJe__    27/01/2014    2 recensioni
Dal capitolo 13:
Una lacrima percorse dolcemente la sua guancia.
Stava piangendo, e non potei fare niente a meno di guardare quegli occhi incantevoli. Gli stessi che quella notte dissero di amarmi.
Cosa le era successo?
Perché non era rimasta con me?
Julie, perché?
***
Il raiting varierà a seconda dei capitoli.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Continua...-


Un’estate fa, non c’eri che tu.
Ma l’estate somiglia a un gioco.
E’ stupenda, ma dura poco...*





 
 
-Dove cavolo è!?-gridai, sbattendo per terra il mio cellulare.
Era passata una settimana da quando era finita la nostra estate.
Mi piaceva definirla così, la nostra…Ma erano passati 6 giorni che non sentivo la sua voce, cercavo inutilmente di chiamarla, di bussare alla sua porta.
Ma ogni volta che provavo a farlo, nessuno mi apriva o mi degnava di risposta. Né lei né Hyuna. Cos’è successo?
Neanche Jinki mi parlava più!
L’unico idiota che non sapeva niente, ero io. Poi, come un’improvvisa allucinazione, mi ricordai del suo amico, Minho. Così il giorno dopo, andai fuori alla nostra vecchia scuola, e ovviamente subito lo notai: la sua altezza si distingueva dai suoi amici che lo circondavano. Presi più coraggio possibile, e mi avvicinai.
-C-ciao.-dissi, con una nota d’imbarazzo.
Lui prima mi squadrò, e poi come se si fosse ricordato di me, mi sorrise.
-Tu sei il fidanzato di Julie, giusto?-chiese.
-Si..-risposi, abbassando lo sguardo.
-Vuoi qualcosa?- e con semplice gesto della mano, i suoi seguaci sparirono davanti ai nostri occhi.
-Per caso hai visto Julie in quest’ultima settimana?-domandai, arrivando subito al sodo.
-Si.- rispose freddamente, incrociando le braccia al petto.
-Dove!?- e preso dall’entusiasmo, gettai le braccia sulle sue spalle. Finalmente avevo notizie di lei!
-E-ehi!- riconoscendo una situazione d’imbarazzo, fece dei passi indietro, -Stava partendo!-esclamò.
-Per dove?-
-Non lo so..-disse, grattandosi la testa.
-Grazie!!-esclamai.
Non aspettai neanche un secondo in più; corsi il più veloce possibile, verso quella casa, verso quelle domande che ancora aspettano risposte.
Adesso devo scoprire che cosa sta succedendo, davvero.
Arrivai fuori di casa sua, e come al solito bussai, ma nessuno mi rispose.
-Apri Hyuna!-gridai, bussando ancora.
-Lo so che è partita!-urlai ancora.
-Voglio andare da lei..-mormorai, abbassando la testa.
Mi manca così tanto…
Con sorpresa, la porta si aprì lentamente.
-Prima che vai, devi sapere tutto..-sussurrò Hyuna, facendomi entrare.
Chiuse la porta, e mi limitai a seguirla, finché non vidi un volto nuovo davanti ai miei occhi. Seduta al tavolo della cucina, c’era la madre. Ci scambiammo sguardi veloci, ma potei lo stesso notare quella tristezza e quel poco di speranza che si nascondeva in quegli occhi. Speranza del tutto rivolta a me.
M’inchinai, e poi con la ragazza mi sedetti, pronto per sapere quei ricordi.
Quei ricordi che lei non ebbe mai il coraggio di raccontare. Se solo...se solo l’avessi ascoltata quella notte. Se mi avesse raccontato di suo padre,  forse oggi sarebbe qui con me. L’avrei capita, l’avrei amata ancor di più.
E’ tutta colpa mia...
-Erano una famiglia normale, fino a che la madre non morì.- incominciò d’improvviso, interrompendo i miei sensi di colpa.
Respirai forte, mentre la guardai rivolgere lo sguardo a sua madre.
-Lei ebbe uno shock e non seppe raccontare l’accaduto al padre. Lui quindi crede che la moglie si sia sacrificata per lei, e fino a 14 anni passava inosservata e ignorata davanti ai suoi occhi.-
Serrai le mani in due pugni, immaginando il continuo.
Cosa le avrà fatto..
Sospirò, -C’era un temporale, quel giorno.- e mi accarezzò la spalla.
-Continua..-dissi, cercando di trattenere le mie emozioni.
-Doveva uscire con gli amici… Il padre era ubriacato e l’ha fermata, dandole…-e si interruppe, portandosi una mano per coprire la bocca.
-Ti prego…Dimmi tutti i particolari..-sussurrai, guardandola.
-Dandole uno schiaffo, urlava, ma lui la prese e la portò in camera.-
Chiusi gli occhi, aspettando che continuasse, e strinsi di più i pugni, tanto che da far sbiancare le nocche.
-L-la picchiò con calci, pugni, oggetti trovati per caso… Poi la svestì.-
Presi la testa tra le mani, forse non ero pronto per quella cosa, forse erano i sensi di colpa, forse era la rabbia verso quell’essere umano, chiamato suo padre. Dovevo sembrare forte davanti a quei 4 occhi, ma non ce la feci. Cominciai a piangere silenziosamente; non potei neanche immaginare le paure che passa Julie, per colpa di quell’uomo.
Come ha potuto..!
-La offese, la picchiò ancora, e..-
-L’ha violentata!?-gridai sfinito tra le lacrime.
-No.. Stava per farlo, ma Julie gridò tanto da far chiamare la polizia dai vicini.-
Cominciai un po’ a calmarmi, mi asciugai le lacrime mentre lei abbassò la testa.
-D-dov’è andata adesso?-chiesi.
-Domani ci sarà un processo… Ed è ritornata a Napoli.-
-E voi glielo avete permesso?!-gridai arrabbiato.
-A-assolutamente no, ci ha lasciato una lettera..-
-Cosa dice...- e mi asciugai con il dorso della mano, le lacrime che scendevano lunghe le guance.
-Deve decidere se aiutare il padre in riabilitazione...Taemin , ti prego, tu sei la nostra unica speranza..-
-Sapete almeno, dove abitava prima?-chiesi, alzandomi.
-Si..-
-Datemi l’indirizzo, allora.-
* * *
All’alba del giorno dopo, partii.
Non m’importava in quale posto avrei dormito, o che non sapessi una sola parola di quel paese.
Dovevo assolutamente trovarla. Non potevo lasciarla ancora nelle mani di quel..
Sospirai, mentre con la valigia, alzai la mano chiamando un taxi.
Si fermò, e posando la mia valigia nel bagagliaio, entrai e gli porsi il biglietto con quell’indirizzo.
Ero stanchissimo. Non avevo proprio chiuso gli occhi né nella notte precedente, né durante il viaggio. Così restai a guardare quella città così diversa da Seoul, da fuori al finestrino.
Mi avevi promesso che saresti stata per sempre, affianco a me.
E di colpo mi ritornò in mente il nostro primo bacio, o di quando mi prese per mano in quel parco, o il suo viso di quando facemmo l’amore per la prima volta..
Il taxi si fermò, e guardando il tassametro, gli porsi i soldi.
-Thank you.-gli dissi scendendo e poi mi porse la mia valigia.
Disse qualcosa, ma io non ci capii niente.
Doveva insegnarmi l’italiano..
 Mi allontanai, e riconoscendo il nome della strada, mi appoggiai ad un muro di fronte a quel palazzo. Guardai l’orario. Erano le quattro del pomeriggio, non ero sicuro che sia andata lì..
Il padre potrebbe ritornare in un’altra casa..
Non conoscevo neanche il suo vero cognome.
Ogni minuto che passava, mi convinsi sempre di più di aver fatto un buco nell’acqua. Anche perché era ormai sera, così sfinito e deluso, ripresi la valigia, e mi allontanai dal muro. Poi vidi una persona…
Cappuccio alzato, i capelli raccolti di lato, e con passo felpato camminava quella strada, adiacente al palazzo.
E’ lei..
-Julie!-gridai, correndo verso di lei.
Si fermò di colpo, e si girò. Incrociai per un attimo i suoi occhi, ma non mi lasciò il tempo di dire niente, che incominciò a correre.
Lasciai la valigia lì, e la seguii. Prendeva diversi vichi, o saliva scale, ma le stavo sempre dietro, fino a che non entrò in una stradina, e qualcuno mi chiuse il cancello in faccia.
Restai bloccato a guardarla scappare, poi scomparì.
-Merda!-esclamai.
La strada per ritornare lì, non la ricordavo, e ovviamente persi anche la valigia.
Incominciai a camminare, non so per dove, ma sotto ai miei pensieri e alla mia preoccupazione, mi ritrovai di fronte una piazza. Questa città era davvero bella, e questa piazzetta non tralasciava per niente la bellezza di quel mare.
Raggiunsi quella strada adiacente al lungo mare, e mi appoggiai sopra alla ringhiera.
-Perché..-mormorai, girando la testa alla mia destra.
Era lì, davanti ai miei occhi, con il cappuccio abbassato.
Una lacrima percorse dolcemente la sua guancia.
Stava piangendo, e non potei fare niente a meno di guardare quegli occhi incantevoli. Gli stessi che quella notte dissero di amarmi.
Cosa le era successo?
Perché non era rimasta con me?
Julie, perché?
Stavo per avvicinarmi, volevo abbracciarla, accarezzarla, amarla per una seconda volta, ma mi bloccai quando si avvicinò un ragazzo.
La abbracciò lui, poi se la portò, e scomparirono dai miei occhi.

 
Ti riporterò a casa, amore..




* Frase tratta dalla canzone tradotta "Un'estate fa" di Franco Califano.




Note dell'autrice:
Zan-zan-zan!
Eccomi qui con questo capitoolo! Allora, che ne dite? Adesso si, che ho l'anima messa in pace dopo aver spiegato quello che accadde a Julie. E poi non dite che sono cattiva u.u
Ma, come avrete capito, adesso io sono (?) Taemin, e da questo capitolo in poi, mi divertirò di più a scoprire cosa ne pensate. Perchè? Mh...
lo scoprireemo solo vivendo~
Okay..sparisco... devostudiareeconomiahelpme
A presto :3!!!

 
  
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