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Autore: KaterinaVipera    27/01/2014    3 recensioni
Era cambiato. Era cambiato grazie a lei.
Può il Dio dell'inganno cambiare per una donna? per una mortale?
Questa è la storia di come un incontro inatteso può cambiare la vita.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache dei Nove Regni'
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Il sole picchiava forte, tanto da far ribollire l'asfalto, e si stagliava nel cielo azzurro all'apice del suo percorso. 
Scese alla fermata del bus davanti all'edicola, da lì in poi avrebbe continuato a piedi fino a casa.
Si incamminò lungo il marciapiede con lo zaino sulle spalle, prese il cellulare dalla tasca dei jeans e chiamò la sua amica Linda.

"Ohi Cate."

"Perchè non eri a scuola oggi?" 

"Perchè non avevo voglia di venire. E poi è l'ultimo giorno, che venivo a fare?" rispose leggermente seccata.

"Ci dovevi essere proprio perchè è l'ultimo giorno! Non te lo dovevi perdere."

"Pazienza, ci vedremo per gli esami." 

"Ti saresti divertita." ribattè Caterina.

"Che cosa avete fatto?" sapeva che la sua amica stava scherzando perchè aveva usato un tono ironico.

"I prof hanno interrogato fino all'ultima ora. Inoltre, quelli dell'istituto tecnico ci hanno tirato palloncini pieni d'acqua ed è iniziata la solita guerra tra i vari istituti." disse sorridendo. Era stata bagnata fino al midollo, ma nel giro di poco era già tornata asciutta.

"Già, immagino il divertimento."

Continuarono a parlare finchè Caterina non giunse al parcheggio della sua palazzina, dove qualcosa, o meglio, qualcuno catturò la sua attenzione. Si ritrovò a fissarlo incuriosita senza prestare ascolto a quello che diceva la sua amica.

"Pronto? Ci sei? Mi stai ascoltando?"

"No, scusa. Senti adesso devo andare. C'è uno disteso a terra e sembra ridotto male. Vado a vedere se ha bisogno di aiuto."
Stava per attaccare ma Linda cercò di dissuaderla.

"No, aspetta. Potrebbe essere pericoloso. Non sai chi sia e se avesse brutte intenzioni?" domandò preoccupata.

"Non credo proprio nelle condizioni in cui si trova." Si stava avvicinando a quel poveretto disteso per terra. "Senti, io vado ad aiutarlo, tu chiamami tra dieci minuti e se non ti rispondo o non ti richiamo, tu potrai allertare chi vuoi, va bene?" 

"Non molto, ma me lo farò bastare." e riattaccarono.
Si avvicinò con circospezione, guardandosi intorno ma lì non c'era anima viva. Solo lei e quel povero ragazzo ridotto uno straccio.

"Ehi , stai bene?" non osava avvicinarsi per paura che fosse morto. "Tutto okay?" e gli dette un leggero colpetto con il piede.
Il ragazzo si destò immediatamente facendola saltare all'indetro per lo spavento.

"Chi sei? Che cosa vuoi?" domandò lo strano ragazzo frastornato e confuso.

"Stai tranquillo, voglio aiutarti."

"Non ho bisogno del tuo aiuto, lasciami stare."

Cavolo, come è scontroso. Non si arrese. 

"Io credo proprio di si. Lascia che ti curi i tagli e poi sei libero di andartene." gli sorrise gentilmente.

Il ragazzo la guardò a lungo tanto da farla sentire a disagio. Non aveva intenzione di farsi aiutare da un'umana, il suo orgoglio non glielo avrebbe permesso.
Prima ancora che dicesse qualcosa, la ragazza gli porse la mano ma il Dio la rifiutò in malo modo.

“Ce la faccio anche da solo.” appoggiò la mano sulla carrozzeria della macchina e cercò di tirarsi su. Le sue gambe però cedettero e crollò nuovamente a terra.

Lo hanno ridotto un vero schifo, poveretto. Chissà cosa avrà fatto per meritarsi tutto questo; sempre ammesso che se lo sia meritato.

“Dai, ti aiuto io.” lo tirò su per un braccio e se lo mise intorno al collo, barcollando si diressero verso casa.

Mentre varcavano la soglia di casa si domandò se avesse fatto bene a far entrare uno sconosciuto mentre era sola. Ormai era troppo tardi, non poteva tirarsi indietro.
Lo fece stendere sul divano mentre lei andava a cercare il disinfettante, del cotone e dei cerotti.
Loki si guardava intorno ma con aria assente. Non riusciva ad accettarlo eppure era così facile da capire: suo fratello Thor, divenuto tanto saggio all'improvviso, lo aveva esiliato su Midgard togliendoli forza e poteri. Non che prima ne avesse molta di forza ma per quanto riguardava i poteri magici, poteva battere chiunque ad occhi chiusi nella casa di Odino.
Inoltre non capiva perché quella creatura mortale si desse tanto da fare per lui. Era sicuro che non sapesse la sua vera identità; lo aveva scambiato per un miserabile della sua stessa razza, eppure stava facendo avanti e dietro per curarlo.
La ragazza lo aveva fatto mettere seduto per curarlo meglio. Gli aveva scostato i capelli e con un tocco delicato gli aveva ripulito il viso con un panno umido e medicato i tagli. Il Dio fu sempre assorto nei suoi pensieri oscuri e vendicativi che non se ne accorse neppure.

“Ecco fatto. Ho finito.” disse quasi con soddisfazione, ma non ricevette risposta.

“Ohi! Sveglia!!” e gli schioccò due dita vicino al viso per farlo ritornare alla realtà.

Ma chi si crede di essere per trattarmi in questo modo?

“Che vuoi?” fu brusco, Caterina ci rimase male ma le passò subito.

“Adesso sei apposto.”

Ora che lo guardava più attentamente notò che non era proprio un ragazzo. Era uno uomo, si vedeva bene, dall'età ignota in quanto non avrebbe saputo dire quanti anni avesse. Forse sulla trentina.
Gli occhi freddi e indagatori di lui si posarono sul volto di lei che si sentì in soggezione.
Nonostante quel suo sguardo truce, i suoi occhi erano di un celeste chiarissimi, incorniciati da una chioma di capelli corvini.
Si ritrovò a fissarlo con aria ebete e per togliersi da quella situazione imbarazzante, si presentò.

“Io sono Caterina, tu sei?”

“Io sono Loki.” pronunciò quella frase in modo minaccioso, ma la sua interlocutrice non se ne accorse.

Più lo guardava, più si convinceva che in lui ci fosse qualcosa che non andava. Non sapeva esattamente cosa, però sapeva che era così. Sembrava una persona normale anche se una vocina, il suo sesto senso, le diceva che non era come appariva. Notò che aveva le occhiaie, non doveva dormire da molto tempo; anche se era stato scontroso con lei decise di aiutarlo di nuovo.
Andò in cucina, il Dio la sentì armeggiare con un oggetto metallico e imprecare un paio di volte; quando tornò aveva in mano una tazza con dentro una strana sostanza nera fumante.

“E' caffè.” disse porgendogliela.
Il Dio la guardò disgustato.

“Non è il massimo, lo so. Andrà benissimo per svegliarti.” e gliela mise davanti.
Loki prese la tazza e bevve il contenuto con riluttanza. Appena le sue labbra assaggiarono la bevanda bollente allontanò il recipiente.

“E' amaro. E bollente.”

“Lo so. Neanche a me piace, però ti darà l'energia che ti serve per affrontare la giornata.” si sentiva soddisfatta.
Il Dio si alzò e si diresse verso la porta, pronto per uscire senza dire niente.

“Che fai?” domandò stupita della sua maleducazione.

“Me ne sto andando.” adesso i due erano faccia a faccia.

Certo che è proprio arrogante. Pausa. Però quanto è carino.

Cancellò l'ultima frase. Non poteva pensare ai ragazzi adesso, per tre motivi: 1. doveva pensare solo agli esami ormai prossimi; 2. l'ultima relazione era finita malissimo e si era decisa a non soffrire più per un uomo e 3. la più importante, era un perfetto sconosciuto e quei suoi occhi angelici promettevano una marea di guai. Quindi, meglio lasciar perdere.

“Non puoi uscire con quella indosso, è sporca di sangue. Aspetta qui, torno subito.”
Quando tornò aveva tra le mani una maglietta che gli fece mettere quasi a forza.

“Perchè ridi?” domandò il Dio infastidito del suo comportamento.

“La maglietta ti sta un po' stretta, ma sei carino lo stesso.” disse scherzando.

Loki la guardò meglio. In fondo per essere una banale mortale, non era poi così banale. Era piccolina e minuta in confronto a lui, però i suoi occhi grigi e quel suo sguardo sincero e ingenuo gli fecero venire un'agitazione allo stomaco, che non riuscì a capire.

“Tornerò a riprendermi la mia camicia. Addio.” e uscì a grandi passi.
Voleva allontanarsi il più veloce possibile da quella ragazza. Aveva un piano e nulla gli avrebbe impedito di portarlo a termine. 






P.S. Questa è la prima storia che faccio leggere ad altri. Aspetto tanti commenti. Siate costruttivi ma con delicatezza.
Buona lettura a tutti :)

  
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