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Autore: Love_My_Spotless_Mind    27/01/2014    1 recensioni
Hyuk decide di studiare a Seoul insieme all'amico di suo fratello, HongBin. Cosa potrebbe nascere dalla loro particolare amicizia?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hongbin, Hyuk
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 HongBin si voltò.
Guardai il suo corpo immobile, senza riuscire a focalizzare l’immagine, scorgendo solamente la sua sagoma. I miei occhi erano colmi di lacrime, tanto che non riuscivo quasi più a vedere.
“Perché non fai nulla?” pensai. Il suo modo di reagire mi faceva sentire svuotato. Perché non mi diceva nulla? Era così terribile quello che gli avevo detto?
Mi alzai, mi tremavano le gambe. Mi avvicinai a lui e cercai di sfiorargli una spalla ma HongBin evitò il mio contatto. Ero così agitato che non riuscivo a restare in piedi. Riuscii a scorgere il suo viso, mi parve che stesse piangendo.
Attesi che dicesse qualcosa, che si muovesse o che semplicemente la frequenza del suo respiro si modificasse, ma non accadde nulla, esattamente nulla. Non sapevo come interpretare la sua fredda reazione, ma, in effetti, non riuscivo a pensare molto.
Il suo silenzio iniziò ad innervosirmi terribilmente. Strinsi le dita, cercando di distendere i nervi.
HongBin si voltò verso di me, finalmente. Stava piangendo più sommessamente di quanto credessi. Dai suoi occhi non traspariva nessuna emozione particolare. Avevo immaginato che la sua reazione sarebbe stata diversa, ma nulla era andato secondo i miei piani.
-Sono un ragazzo, Hyuk – balbettò.
-Lo so – cercai di rispondere.
-Se lo sai… perché mi stai dicendo questo? –
-Come perché? Perché vuoi condividere un segreto con me. –
Si voltò nuovamente verso la spiaggia ed ammirò la distesa d’acqua di fronte a sé. Avrei voluto scomparire in quella distesa scura, sarebbe stato perfetto.  HongBin continuava a restare in silenzio e non sapevo più cosa pensare.
Raccolsi la coperta da terra ed afferrai il mio zaino. Ero deciso ad andarmene, ma HongBin mi afferrò per un braccio. Quando mi voltai verso di lui e lo guardai sentii il cuore scoppiare. 
I suoi occhi scrutarono attentamente i miei, mi parve che mi stesse leggendo dentro. Trattenni il respiro per tutto il tempo in cui mi guardò, non riuscivo ad assumere un’espressione rilassata. Il suo viso era stupendo, i suoi capelli erano spettinati ed il ciuffo gli accarezzava la fronte.
-Vorrei non essere io ,in questo momento. – disse
Le lacrime continuavano a scivolare lungo le mie guance e non riuscivo quasi più ad accorgermene.
-Chi vorresti essere? –
HongBin avvicino il suo viso al mio e affondò le sue labbra sulle mie. Restai immobile ad assaporare il suo bacio delicato. Si divise dopo qualche istante ed io restai ad occhi chiusi.
Pensai a cosa si celava nel mio cuore, tutto attorcigliato, che si contorceva per l’emozione. Il mio amore per lui era ancora lì ma sembrava star crescendo, si stava gonfiando a dismisura e credevo che sarebbe esploso. Per quanto tempo avevo pensato alla prima volta in cui qualcuno mi avrebbe baciato? I pensieri divennero confusi e non riuscii più a ragionare.
La sensazione delle sue labbra sulle mie era sempre più evanescente, fra qualche altro minuto non mi sarebbe rimasto più niente del suo bacio. Lo baciai nuovamente, stringendo i suoi polsi per tenerlo più vicino. Sfiorare le labbra di qualcuno era qualcosa di indescrivibile, una sensazione che non avevo mai provato nella mia vita.
Appena mi divisi HongBin mi abbracciò. Mi strinse forte a sé ed io premetti il mio viso contro il suo petto. Chi era diventato per me HongBin, quella notte? Non potevo saperlo. Restavo semplicemente al suo fianco, dolcemente. Non sapevo cosa stesse pensando.
Non avevo mai ragionato sul fatto che entrambi fossimo due ragazzi. Per me tutto era stato estremamente naturale, non avevo mai pensato che il mio amore potesse essere strano agli occhi di qualcuno. Ma HongBin mi aveva fatto comprendere che il mio mondo era molto diverso da quello degli altri. Non potevo pensare solamente alle mie emozioni, all’amore. Dovevo pensare al fatto che la vita delle persone era studiata per essere vissuta in un certo modo.
A sedici anni non mi ero mai ritrovato a pensare al matrimonio, ad avere una famiglia o dei figli. Forse era normale o forse no. Probabilmente ero davvero molto più ingenuo dei ragazzi della mia età, ma non potevo farci nulla.
Quando HongBin divise l’abbraccio mi sentivo frastornato.
Trascorremmo tutta la notte seduti sulla sabbia ad ammirare il cielo e le stelle. HongBin mi tenne abbracciato tutto il tempo, per impedirmi d’avere freddo.
Mi chiedevo cosa sarebbe accaduto quando quella notte sarebbe finta. Ero spaventato, in realtà. HongBin avrebbe potuto ricredersi, in fondo ero io quello innamorato, non lui. Non sapevo come mi sarei comportato dal giorno seguente in poi ma non volevo pensarci più del dovuto.
Guardammo il sole sorgere all’orizzonte. Il cielo fu invaso da splendidi colori che mi fecero sentire in un sogno.  Io ed HongBin ci alzammo e comprammo un ghiacciolo. Lo mangiammo camminando lungo la piccola strada della città e poi andammo in stazione per l’arrivo del treno.
Durante il viaggio  mi addormentai sulla spalla di HongBin e restai addormentato tutto il tempo. Appena il treno si fermò alla stazione di Seoul, HongBin mi svegliò dolcemente, scuotendomi un po’. Mi sentivo confuso ed incredibilmente stanco, ma non dissi nulla.
Era fastidioso vedere tutte quelle persone da appena sveglio. HongBin mi prese la mano e camminammo, senza che io mi chiedessi dove stessimo andando. Dopo aver preso la metropolitana tornammo a casa e trascorremmo lì tutta la giornata, studiando e riposandoci un po’.
Mercoledì, durante l’ora del pranzo, ricevetti un messaggio da HongBin. Mi chiese di raggiungerlo nella sua classe poiché era vuota. Il lunedì ed il martedì non ci era stato possibile incontrarci, le lezioni erano durate più del solito e quando lui rientrava a casa, io ero già addormentato.
La sua classe era l’ultima del corridoio del secondo piano. Salii le rampe di scale correndo e corsi anche per il corridoio, che mi parve stranamente infinito. Quando lo raggiunsi era seduto sul suo banco ed aveva le cuffiette infilate nelle orecchie.
Chiusi la porta e mi avvicinai a lui. Mi accomodai sul banco di fianco ed afferrai una delle sue cuffiette, infilandomela nelle orecchie.  Stava ascoltando una canzone che mi sembrava di conoscere molto bene ma in quel momento non riuscivo a capire davvero quale fosse. HongBin iniziò a canticchiarla. Non mi ero mai accorto di quanto la sua voce fosse piacevole.
La luce del sole entrava dalla finestra e mi illuminava il viso. Fra poco l’inverno sarebbe finito e sarebbe tornata la primavera, pensandoci sentii una leggera malinconia.
-Non ci vediamo da due giorni, nonostante viviamo insieme. – disse.
-Già, siamo davvero troppo impegnati. –
HongBin strinse la mia mano. Accarezzai lei sue dita sottili ed affusolate, le unghie tenute lunghe e limate. Mi piaceva il suo modo di curare i particolari, forse quella era una delle ragioni per cui mi ero innamorato di lui. Mi stava osservando, il suo sguardo era fisso su di me ma io non riuscivo a guardarlo. Tenni lo sguardo basso e guardai la sua divisa, esattamente identica alla mia.
 La canzone continuava a suonarmi nell’orecchio e lui di tanto in tanto la canticchiava. Avere HongBin così vicino mi faceva sentire come se avessi i riflessi appannati, tutto sembrava iniziare a scorrere lentamente, a tempo di musica.
-Scusami, ti ho fatto saltare il pranzo. –
-Non importa, hyung, non avevo fame. –
HongBin scese dal banco e si fermò in piedi, di fronte a me. Mi infilò anche l’altra cuffietta nell’orecchio ed alzò il volume della musica. Il mondo venne avvolto da una luce irreale, come un video musicale. Io continuai ad osservare HongBin, senza pensare a nulla, se non alla bellezza di quella canzone.
HongBin mi strinse entrambe le mani.
You're my only one way
Ojik neoreul wonhae
Naega ni gyeote isseume gamsahae
In quel momento riconobbi la canzone e sorrisi.
Iniziai a canticchiarla anch’io, sentendomi profondamente fiducioso. In qualche modo capii che tutto sarebbe andato per il meglio, me lo sentivo, doveva essere così.
-Grazie, per quello che mi hai detto, Hyuk. –
Cercai di leggere il labiale, ma lui aveva parlato così a bassa voce che non riuscii a capire. La sua stretta divenne più forte ed io arrossii. Sollevò lentamente una delle mani e la avvicinò al mio viso, timoroso.
Il contatto delle sue dita con la mia pelle mi sembrò come una scossa elettrica. Chiusi per qualche istante gli occhi e quando gli riaprii il suo viso era vicinissimo al mio. Respirai lentamente, la canzone stava quasi per finire.
HongBin mi diede un leggero bacio sulle labbra e si divise immediatamente. Sapevo che la situazione lo imbarazzava, in fondo.
Mi sfilò le cuffiette dalle orecchie e mi guardò intensamente negli occhi.
La classe appariva stranamente silenziosa e mi sembrava di aver attraversato con estrema velocità tutto l’universo.
-Forse avresti voluto che ti dicessi qualcosa ma per me non è affatto semplice, lo sai. –
Annuii. Il mio cuore palpitava come non mai.
-Non so se sono capace di ricambiare i tuoi sentimenti, non so come mi sento, cosa provo a riguardo. È complicato. Ma voglio provare…anche se so di poter rovinare tutto. Voglio provare. –
Sospirai pesantemente e lui sorrise. Il suo splendido sorriso sembrò illuminare la stanza. Le sue mani tremavano leggermente mentre stringevano le mie.
Mi baciò nuovamente, ma questa volta, lo afferrai per un lembo della camicia, impedendogli di dividersi troppo in fretta. Lui sembrò sorpreso da questa mia intraprendenza. Mi strinse, ma non troppo, sempre con un po’ di titubanza.
Sorrisi, sinceramente felice ed emozionato. 
  
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