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Autore: Pandacoffee    27/01/2014    3 recensioni
Ziall!
Così era iniziata la sua fantasmagorica impresa: dichiararsi a Zayn Malik senza proferire verbo.
Niall aveva la serata di quel giorno e tutta la giornata dopo. Doveva trovare un modo. Un dannatissimo modo. Dichiararsi senza dirlo...mmh, ci voleva un’idea.
Si mise mentalmente a pensare, mentre se ne stava sdraiato a stella sul letto di casa sua, a cosa sapesse fare di fico. Provò a ipotizzare di fare un disegno. Niente, non sapeva disegnare nemmeno per sbaglio e questo, tra l’altro, era un problema a parte. Doveva imparare a dipingere in praticamente 24 ore. Come avrebbe motivato a Zayn l’assenza di un qualsivoglia quadro da lui progettato?
Impossibile praticamente.
Niall non sapeva cantare, danzare, suonare in modo decente o recitare. Sapeva cucinare! Poteva fargli dei biscotti! A forma di cuore!!!! “Zayn io non dipingo. Sono un pasticcere!”
“Ommioddio Niall, sono a forma di cuore, ma allora tu mi ami!”
Dio, orribile. No, non andava bene e non sarebbe mai accaduto soprattutto. E poi d’un tratto, mentre sul display del suo telefonino appariva il nome “Louis”, un lampo di genio...
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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The Meaning Of...

 
 
In un mondo dove non esistono parole persino dichiararsi alla persona che si ama è un’impresa ardua. Beh, lo è in tutti i mondi in realtà. Con o senza parole il risultato non cambia, dire: “mi piaci” è davvero difficile.
Niall ci aveva provato. Aveva finto di vivere in un mondo senza parole, un piano geniale, non c’è che dire.
Ed era nata così la sua idea... conquistare l’uomo dei proprio sogni senza dirglielo. Senza dichiararsi o cose simili. Semplicemente, SENZA dire una parola, avrebbe fatto innamorare la propria irraggiungibile cotta.
Un mondo dove quello che conta sono i simboli così da evitarsi la titanica impresa di un: “mi piaci” detto a voce o peggio ancora scritto (che le cose scritte poi restano per sempre).
Così aveva mandato un cuore di pupazzo a Zayn Malik, la sua tragica cotta.
Uno di quei pupazzi orrendamente trash con le mani e gli occhietti. Non uno di quelli senza le scritte tipo I love you perché altrimenti sarebbe stato punto e a capo. Niente parole.
Lo aveva lasciato davanti alla porta di casa di Zayn, aveva suonato il campanello e poi era corso via il più velocemente possibile.
Si era nascosto oltre il parcheggio, a nemmeno tanti metri di distanza dalla casa, e lo aveva osservato.
Zayn aveva aperto la porta, si era chinato per prendere quell’orrendo cuore melenso e poi, con sguardo disgustato: “Waliyha” aveva urlato per chiamare la sorella “hai uno spasimante molto triste a quanto pare”.
Il fatto era questo: Niall e Zayn si vedevano solo in palestra. Non erano amici né nient’altro. Zayn aveva avuto una storia con il proprietario della Happy Fit, la palestra appunto, e quando i due si erano lasciati Niall era diventato una sorta di confidente privato.
“Oh Niall come sono triste”, “Sai Niall, Josh mi manca tanto”, “Mi mancano tutte le cose carine che mi diceva...”. Ecco tre delle più comuni frasi che Niall si sentiva riversare addosso nei primi mesi dopo la rottura di Zayn e quel coglione.
E si era abituato, Niall, a consolare la sua cotta dicendo: “ne troverai un migliore”, lo diceva ma non è che ci credesse molto. Zayn era cotto perso di quel pallone gonfiato di Josh. Non lo avrebbe mai dimenticato.
Poi, un giorno: “Sai Niall, vorrei un uomo che non mi riempisse di parole come faceva lui... perché gli credevo ma non avevo niente in cambio. Voglio fatti, gesti, dimostrazioni”.
Bingo. Niall aveva registrato e memorizzato la cosa: basta parole.
 
Così era iniziata la fantasmagorica impresa: dichiararsi a Zayn Malik senza proferire verbo.
 
Tentativo numero 1: simboli.
Niall aveva lasciato davanti casa di Zayn un peluche a forma di cuore senza firmarsi.
Risultato: Zayn non aveva nemmeno preso in considerazione che il cuore fosse per lui.
Punti a favore: Zayn non pensa più a Josh, altrimenti avrebbe creduto fosse lui il misterioso mittente.
Punto a sfavore: Zayn non ha minimamente pensato a Niall.
 
Tentativo numero 2: dimostrazioni plateali di interesse.
Niall aveva sabotato il motorino di Zayn con il preciso scopo di offrirsi di accompagnarlo a casa dopo la palestra nonostante abitino a oltre un’ora di distanza.
Risultato: Zayn ha un amico meccanico (sexy tra l’altro) che è stato ben lieto di riparargli il motorino e di accompagnarlo poi a casa dopo essersi fatto offrire una birra come forma di pagamento.
Punti a favore: Zayn ha apprezzato l’offerta di Niall e ha commentato con: “Sei così tenero”
Punti a sfavore: Il meccanico ha detto a Zayn che il motorino è stato sabotato.
Punto a sfavorissimo: Zayn ha creduto fosse colpa di Josh quindi lo ha chiamato standoci così  al telefono per un’ora.
 
 
Tentativo numero 3: destino.
Niall ha rubato l’agenda di Zayn per sapere con precisione dove si sarebbe trovato in tutto l’arco della settimana così da presentarsi in ogni luogo e dire “oh il destino”
Risultato: Zayn ha sporto denuncia contro la palestra per furto negli spogliatoi. Ha saltato l’appuntamento di lunedì perché si trovava dalla polizia per la denuncia. L’appuntamento di lunedì è slittato a martedì, quello di martedì a mercoledì e così via. Niall non lo sapeva.
Punti a favore: Zayn ha apprezzato il regalo di Niall (un’agenda nuova)
Punti a sfavore: Zayn ha parlato con Josh tutto il tempo per discutere di quanto schifo faccia quella palestra
Punti a sfavorissimissimo: “Cambio palestra Niall”
 
“COSA?”
“Sì Niall, sono sicuro che Josh stia cercando in tutti i modi di sabotarmi, e... davvero non lo reggo più”
“Ma... ma no... ma che dici. E poi scusa, gliela dai vinta se te ne vai! Ti prego, ragiona. Fai una pessima scelta se te ne vai per lui, sarebbe come dirgli che ti interessa ancora”
“Hai ragione... dio mio Niall, come facevo prima senza di te? SEI UN AMICO
 
NOOOOOOOOOOOOOOO!
 
Tentativo numero 4: interessi comuni
Niall ha finto di essere un pittore.
Risultato: Zayn vuole vedere i dipinti di Niall e in cambio lui mostrerà i propri.
Punti a favore: si incontreranno per scambiarsi idee e opinioni sulla propria arte. Ottimo.
Punti a sfavore: Niall non è un fottuto pittore di merda!!!!!!!
Punti a sfavorissimo: “Domani sera da te?” “Ma è magnifico Zayn, ti aspetto”
 
 
Niall aveva la serata di quel giorno e tutta la giornata dopo. Doveva trovare un modo. Un dannatissimo modo. Dichiararsi senza dirlo...mmh, ci voleva un’idea.
Si mise mentalmente a pensare, mentre se ne stava sdraiato a stella sul letto di casa sua, a cosa sapesse fare di fico. Provò a ipotizzare di fare un disegno. Niente, non sapeva disegnare nemmeno per sbaglio e questo, tra l’altro, era un problema a parte. Doveva imparare a dipingere in praticamente 24 ore. Come avrebbe motivato a Zayn l’assenza di un qualsivoglia quadro da lui progettato?
Un problema alla volta: Niall contava di dichiararsi prima ancora che Zayn scoprisse l’assenza di un dipinto.
Impossibile praticamente.
Niall non sapeva cantare, danzare, suonare in modo decente o recitare. Sapeva cucinare! Poteva fargli dei biscotti! A forma di cuore!!!! Pessimo.
“Zayn io non dipingo. Sono un pasticcere!”
“Ommioddio Niall, sono a forma di cuore, ma allora tu mi ami!”
Dio, orribile. No, non andava bene e non sarebbe mai accaduto soprattutto.
Scrivere? Poteva scrivere, ma certo. Così si alzò dal letto speranzoso, si mise seduto alla scrivania e... no, cazzo! No! Non poteva scrivere. Scrivere equivaleva a parlare, no... non andava bene.
E poi, d’un tratto, mentre sul display del suo telefonino appariva il nome “Louis” un lampo di genio gli attraversò la mente.
“Le sue stupide virgolette!!!!!” urlò felice.
BINGO!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
 
Il giorno dopo, in palestra, Niall andò da Zayn e: “Ciao, dobbiamo rimandare. Questa sera non posso” poi, contando sulle dita di una mano disse: “ci vediamo tra sei giorni a casa mia?”
E Zayn era perplesso, dispiaciuto anche ma: “ok” accettò senza fare troppe domande.
Niall, quel giorno stesso iniziò il suo lavoro.
 
 
 
6 giorni dopo.

Zayn suonò il campanello di casa Horan in perfetto orario, alle 20 precise.
“Ciao Zayn” sorrise Niall aprendo la porta rosso in viso. Anche il linguaggio del corpo in effetti sarebbe stato un buon modo per dichiarasi, avrebbe dovuto pensarci, si disse. Scosse la testa poi per far entrare l’ospite in casa.
“Vuoi bere qualcosa?” domandò sul sorrisino di Zayn che acconsentì di buon grado.
“Stai molto bene vestito così Niall” aggiunse anche
“Anche tu stai bene” rispose il biondo.
E fu più o meno così la loro conversazione mentre sorseggiavano un aperitivo: sembravano le battute premeditate di una qualche scadente pellicola. Niente di che, niente di veramente sentito. Per questo: “Beh, passiamo all’arte, ti va?” domandò Niall scattando in piedi e lasciando l’altro ancora con il bicchiere in mano, sul divano.
“Certo” sorrise cercando di alzarsi.
“No...” lo fermò il padrone di casa “resta lì, ho da raccontarti una storia” proseguì schiarendosi la voce e posizionandosi davanti all’altro.
Stava con i piedi uniti nel centro esatto del tappeto persiano, le braccia abbandonate lungo la linea del suo corpo asciutto tipo i bambini quando cantano in un coro. Immobile e impostato.
“Dunque: questa è la storia dei due punti” iniziò il biondo.
Zayn strabuzzò gli occhi: “come scusa?”
“La storia dei due punti. Taci ora” Niall schiarì ancora la voce “allora... i due punti sono un errore. Sono nati un giorno, per caso. I punti, in uno scritto, non sono mai vicini e se lo sono beh, generalmente sono in tre. Quando sono in tre decidono di non amarsi perché uno altrimenti sarebbe escluso. Quindi ecco... i punti non sono mai vicini ma hanno tutta la libertà di amarsi. Per questo un giorno, un punto, decise di saltar via dalla sua frase e di lanciarsi sopra un altro punto. Cosa successe a quel punto? Che i due punti restarono uno sopra l’altro pensando di non essere notati. Occupavano lo spazio di un punto solo, che male facevano? A quel punto però accadde un pasticcio: una frase era senza fine, perché il punto se n’era andato e l’altra pure perché chi legge invece di fermarsi, se vede i due punti, fa solo una pausa”.
Silenzio.
Niall andò verso la cucina e tornò con un foglio di carta, uno dei sei fogli che aveva preparato: “ecco qui” disse porgendo a Zayn un cartoncino con sopra disegnato un “due punti” gigante.
“Niall io...” provò il moro ma si zittì non appena l’altro riacquistò la sua posizione al centro del tappeto.
“Questo è la storia del punto” annunciò Niall sotto l’ennesimo sguardo perso di Zayn  “Non è che ci sia molto da dire sulla sua storia... Il punto non è quello che sembra. In realtà tutti credono lui sia solo e triste ma si sbagliano. Ecco, in realtà il punto noi crediamo sia solo un minuscolo puntino di colore invece è l’insieme di un’intera frase, solo che noi non lo vediamo. È un’intera storia scritta in caratteri così piccoli che se non la guardi con una lente di ingrandimento ti sembra solo un punto, appunto. Per questo quando leggi e arrivi alla fine della frase ti fermi, perché è come se la tua mente si prendesse il tempo di leggere la minuscola storia scritta nel minuscolo puntino”.
A quel punto stessa scena. Silenzio e Niall che va in cucina ad agguantare un foglio bianco con un minuscolo punto nel centro esatto.
Poi, senza aspettare una qualche reazione da parte del moro, Niall continuò.
“C’è la storia del punto e virgola poi. La sua storia è un po’ triste in realtà. Il punto e virgola nasce con la stessa passione dei due punti. Sono due macchioline che hanno deciso di amarsi, così, come ti ho detto prima, una delle due un giorno ha deciso di scappare dalla propria frase e di lanciarsi sull’altra. Cosa c’è di diverso dai due punti? Che il punto e virgola è una storia etero perché ad un certo punto una delle due macchioline ha ceduto al peso dell’opinione sociale e ha deciso di essere diversa dall’altra macchia. Così, da due punti uguali, sono diventati un punto e una virgola”.
Zayn sorrise prima di mettersi una mano sulla pancia e ridere di gusto.
Ma anche quella volta Niall uscì dal salotto, andò in cucina, prese un foglio, tornò da Zayn, gli diede il foglio e continuò: “c’è la virgola poi” disse “lei in realtà faceva parte dei tre punti... sai quelli che non si amano, ti ricordi? Ecco, da tre punti che non si amano per non far torto a qualcuno di loro, nascono le virgole, che sono appunto... punti che piangono. Per questo le virgole hanno quella forma allungata, perché sono punti in lacrime. La loro codina è in realtà la scia delle lacrime”.
“Oow” disse Zayn triste facendo anche il broncio.
Dopo aver portato anche quel foglio, Niall si mise a raccontare la storia del punto esclamativo.
“È in pratica la storia dei due punti. Nasce anche lui dall’amore, solo che a differenza dei due punti che sperano di non essere notati stando uno sopra l’altro, il punto esclamativo si è eretto in altezza. Un punto è rimasto piccolino e l’altro è cresciuto per farsi notare da tutto il resto della frase. È un amore alla luce del sole. Il punto esclamativo non ha paura di far vedere che lui e l’altro puntino si amano. Per questo dopo un ti amo si mette il punto esclamativo, per sottolinea un sentimento senza paura”.
Cucina, salotto, foglio.
Ultima storia:
“Il punto di domanda è come il punto esclamativo solo un po’ troppo esuberante... si è alzato talmente tanto in altezza, si è pavoneggiato tanto del suo amore che ha finito per non starci più nella riga e ha dovuto ripiegarsi su stesso”.
E anche l’ultimo foglio era stato consegnato.
 
“Ora mi spieghi?” domandò a quel punto Zayn facendo spazio a Niall sul divano.
“Sì...” iniziò Niall guardandosi intorno imbarazzato “ti ho dato appuntamento sei giorni dopo il previsto perché ogni giorno ho scritto una di queste storielle”
“Oh, scrittore allora, non pittore”
“No... nessuno dei due in realtà” sorrise imbarazzato Niall “sono solo... mmh... boh, non sono nulla” concluse poi arrossendo.
“Ok” tagliò Zayn “... quindi...”
“Ecco. In realtà, quello che penso è che... vorrei che... tu leggessi una lettera che ti ho scritto” buttò lì il biondo mordendosi un labbro.
“Ah” rispose Zayn a sua volta, anche lui intento a mordicchiarsi il labbro incerto sul da farsi.
“Ecco...non è una lettera... te la scrivo via messaggio, ok?” propose Niall prendendo il cellulare “posso?”
Zayn spalancò gli occhi: “non ti seguo Niall”
“Non è una lettera. Ma devo dirti una cosa che non voglio dirti. Posso scrivertela?”
“Sì, sì che puoi”
“Benissimo... allora aspetta eh” disse Niall concentrandosi sulla tastiera del telefonino “fatto”  disse poi alzandosi dal divano e, prima che Zayn potesse leggere il messaggio appena ricevuto: “io vado in bagno aggiunse”.
Così, Zayn, perplesso, cliccò sull’icona della letterina luminosa apparsa sul display.
 
Da: Niall palestra
Oggetto:        .   :
 
Zayn si assicurò di aver letto bene. Lo lesse addirittura ad alta voce: “punto, due punti”
Così, incredulo e divertito insieme cercò di far mente locale sulle storie raccontate da Niall.
Allora, il punto non è un punto... non è quello che sembra... è un’intera storia appallottolata su stessa. Ok... che il punto sia Niall? Niall non è quello che sembra? Poi, i due punti sono due punti uguali che decidono di amarsi anche se generalmente due punti non possono farlo ma se ne fregano se interrompono il flusso di una frase o di un pensiero. Giusto? Giusto... pensò Zayn andando avanti.  I due punti sono loro due?
Cosa stava cercando di dirgli Niall?
Zayn alzò dal divano e “Niall?” domandò incerto
“Sì?” disse una voce proveniente dal fondo del corridoio.
Zayn sorrise e seguì la voce arrivando davanti ad una porta chiusa. Bussò.
“Sei qui?”
“Sì” rispose Niall
“Cosa stai cercando di dirmi?”
“Mmh...” esistò Niall “sto... cercando… di non dirti niente in realtà”.
Zayn ci pensò su... “non capisco”
“Ah” disse la voce triste di Niall “beh allora non importa”
Zayn sorrise, di nuovo. Dio mio, tutta quella storia lo metteva di buon umore. Aveva ascoltato sei storielle e si sentiva pieno come avesse letto almeno due romanzi. Sorrise di nuovo mentre: “sei buffo”
“Grazie” rispose il biondo. Poi, di nuovo, silenzio.
“Perché ci hai messo sei giorni per scriverle?” domandò Zayn “puoi uscire dal bagno?”
“No.”
“Mi rispondi almeno? Perché ne hai scritta una al giorno?”
Niall sospirò “perché ogni giorno pensavo di te una cosa diversa e... pensavo di noi una cosa diversa... e... volevo farti capire che ci ho pensato al fatto che... cioè... e alla fine boh, il risultato è quel messaggio” spiegò in maniera sconclusionata, impacciata.
Non sembrava nemmeno la stessa persona che aveva ideato la storiella della punteggiatura.
“Il risultato è un punto e un due punti?”
“Sì”
“E che vuol dire?” domandò Zayn prima di aggiungere “hai pensato al fatto …? Cosa stavi per dire?”
“Non te lo dico”
“Dai Niall”
Silenzio... Zayn ci riprovò: “il punto sei tu e i due punti noi?” buttò lì
Niall era attaccato alla porta, chiuso nel bagno con doppia mandata. Chiuse gli occhi e sorrise.
“Beh quasi” disse
“Il punto sono io? Non sono quello che sembro?”
“no... boh, anche”
“Il punto siamo noi?” ipotizzò
“Esatto!!!” esultò Niall “visto che era facile?”
Zayn rise e poi, scuotendo la testa: “dunque non siamo quello che sembriamo?”
Silenzio.
“Vorresti fossimo altro? Non un punto ma un’intera frase condensata?”.
Altro silenzio ma ormai a Zayn non importava più perché finalmente seguiva il filo del discorso di Niall e gli sembrava che tutto quel discorso fosse proprio il gomitolo di parole accartocciato in unico punto.
“E anche i due punti siamo noi, due puntini che hanno deciso che non gli importa del resto”.
Stavolta non lo domandava più. Lo affermava.
Prese il telefono e:
 
A: Niall Palestra
Oggetto:    !
 
Bip bip sentì Zayn da dietro la porta.
Quello che senti dopo fu un: “davvero?” e successivamente una chiave che scatta che gira due volte e una porta che si apre.
“Hai capito cosa volevo dirti senza che te lo dicessi chiaro?” domandò Niall sorridendo incerto.
Zayn rise, invece, finalmente sicuro di qualcosa.
“Anche tu mi piaci Niall e non me ne frega niente del resto e... posso essere il punto che si innalza oltre la frase? Quello fiero di avere un idiota accanto?” domandò
Niall sorrise stavolta felice e: “basta che non fai come il punto di domanda”  aggiunse poi mentre le ultime parole si perdevano in un bacio.
 
 
 
 
 
  
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