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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    09/06/2008    3 recensioni
"Ken uscì da scuola, le mani immerse nelle tasche, la mente avvolta dai pensieri. Una folata di vento gelido, insinuatasi sotto il cappotto, lo fece rabbrividire non poco." Questa è una longfic un pò particolare, nata sull'aereo che da Copenhagen mi riportava a Milano.. Spero che possa piacere a qualcuno. E se Ken si fosse trasferito, lasciando tutti gli amici a Tokyo? Come l'avrebbero presa gli altri? Nota bene: Jun Motomiya sarà una pedina importante nella storia, quindi... Godetevi le peripezie della sorella di Dais!! ROBY-CHAN!!!!!! GRAZIE!!!
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daisuke Motomiya/Davis, Ken Ichijoji
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Prove

EPILOGO

“Il volo proveniente da Denver, Colorado, delle ore 12.45, è in arrivo al gate 40 A. Si prega il personale di terra di tenersi pronto ad eventuali chiamate.”.

“Ken-kun, è il loro volo!!! Andiamo a prenderli, forza!” esclamò un ragazzino dai capelli bruni, strattonando un’altro ragazzo, dai folti capelli neri, “Dais, calma! Non scappano mica!” cercò di trattenerlo, ma era tutto inutile.

Daisuke, trascinandosi dietro il suo ragazzo, si diresse di corsa verso il gate, seguito a breve distanza dal resto del loro gruppo di amici, che ridevano, “Però, sono passati parecchi mesi dal nostro ultimo incontro. Devo ammettere che mi fa piacere rivedere Willis, Terriermon e Kokomon, mi sono mancati parecchio.” interloquì Taichi, incrociando le mani dietro la nuca, “Già, e almeno per una volta possiamo goderci delle vacanze tranquille tutti insieme, è piuttosto raro per noi, no?!” rise Sora, “Già, Sora-chan, e speriamo che duri!” rispose Taichi, prendendo Yamato sottobraccio, facendolo arrossire vistosamente.

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“Willis! Ehi, Willis!!! Siamo qui!!!!”.

Un ragazzino biondo, con un paio di occhiali da sole sul naso, con due peluche tra le braccia, entrò nella sala arrivi, uscendo dal gate, trainando un piccolo trolley blu notte. Con un gesto teatrale, si tolse gli occhiali, mostrando due occhioni color azzurro cielo, e sorrise felice, correndo incontro al gruppo di amici che lo aspettavano poco lontano, anche loro con strani peluche in braccio.

“Ciao a tutti!!! Da quanto tempo che non ci vediamo!!!” esclamò, abbracciandoli, “Troppo tempo!!! Ciao Kokomon, Terriermon!” salutò Daisuke, dandogli piccole pacche sulla schiena, “Ken mi ha detto di quel che ti è successo, spero che tu stia bene adesso!” affermò il biondo americano, accenndando un leggero inchino, “Certo, ora sto benissimo, non preoccuparti! Tu, piuttosto? Notizie di Micheal e degli altri?”.

Eh, si, era passato molto tempo dal loro ultimo incontro, ai tempi dell’ultima crisi di Digiworld, quella causata da Diaboromon, rivelatosi poi essere Kokomon, uno dei digimon gemelli di Willis, ma il loro legame di amicizia, legame che univa tutti i Digiprescelti mondiali, malgrado la lontananza, era sempre più saldo.

Malgrado vivessero in luoghi diversi, in continenti perfino diversi, il semplice essere Digiprescelti era ciò che li univa, e finchè lo fossero stati, il loro vincolo non si sarebbe mai spezzato.

Forse solo la morte.

Il gruppo si diresse tranquillamente verso l’uscita, chaiccherando del più e del meno.

O meglio.

Daisuke parlava, e gli altri stavano zitti, essendo impossibile fermare Daisuke Motomiya una volta che ha cominciato a parlare.

“Ken, ti prego, se sai dove è l’interruttore per spegnere Dais, dimmelo, così lo spegniamo per un pò e ci riposiamo le orecchie!” implorò a mezza voce Takeru, avvicinandosi al moretto, “Mi dispiace, lo sto cercando anche io!” ammise ridendo Ken, guardando il proprio ragazzo ridere felice con i suoi migliori amici, “Anche io stavo cercando quello di Taichi, ma sembra invisibile. Probabilmente si sono dimenticati di mettercelo!” scherzò Yamato, avvicinandosi al fratello, “Certo che quei due sono infaticabili! Povero Willis, tempo di arrivare a casa e avrà già la testa come un pallone..” interloquì Sora, sbucando con la testa tra le loro, “Lo penso anche io! Taichi e Dais sono proprio due persone speciali!” continuò Izumi.

Fuori, c’era un minivan azzurro ad aspettarli.

Ne scese il padre di Yamato e Takeru.

“Eccovi qui! Vi aspettavo. Benvenuto in Giappone, io sono il padre di Yamato, molto piacere.” si presentò, tendendo la mano al ragazzo americano, prima di caricare a bordo il bagaglio del giovane, “Nice to meet you, grazie signore, io sono Wilis.” ricambiò lui, stringendogli la mano.

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Si era deciso che, per il periodo che Willis avrebbe passato in Giappone, sarebbe stato da Dais, e con loro ci sarebbe stato anche Ken.

I genitori e la sorella del brunetto sarebbero partiti per l’Europa, e il figlio avrebbe passato le vacanze con gli amici.

La signora Motomiya si fidava enormemente degli amici del figlio, quindi, partendo, era fiduciosa nel lasciare la casa in mani sicure: “Taichi, mi raccomando, controlla questo pigrone indolente di Dais.” si raccomandò la signora, poco prima di partire, “Non si preoccupi, lo terremo d’occhio!” assicurò il bruno, “Dai, mamma, non sono così tremendo!” sbuffò il ragazzino, incrociando le mani dietro la nuca, “Si, si, allora vi saluto ragazzi! Buona settimana a tutti voi!” li salutò la signora Motomiya, prima di uscire di casa.

L gruppo di ragazzi si ritrovò da solo nell’appartamento.

“Allora, che ne dite di sistemare i futon, per prima cosa,?” proposero Izumi e Takeru, “Certo!!! Forza, li metteremo in salotto, è la cosa migliore!!” affermò Dais, correndo in camera a prenderli, li avevano messi lì prima di andare a prendere Willis all’aeroporto.

Ken e Willis si ritirarono in un angolo a parlare.

“Hai visto? Non era così difficile, no?” interloquì l’americano a bassa voce, “Già, grazie dell’aiuto, amico!” rispose con un sorriso il moretto, “Ma ti pare? Per gli amici questo e altro! E poi, io ho naso per queste cose, Daisuke era troppo affezionato a te perché questo affetto non si tramutasse in qualcosa di più profondo, e così è stato. Sono contento per voi.” replicò Willis, sistemando alcuni dei futon, “Grazie a te, sono riuscito finalmente a dire a Dais quanto gli ho sempre voluto bene…” mormorò a mezza voce.

Willis sorrise.

Sapeva da sempre quanto Ken fosse affezionato a Daisuke, e proprio per quel motivo, quando ebbe saputo che Ken sarebbe tornato in Giappone, lo aveva convinto a parlare, e a tornare col gruppo.

Lui sapeva cosa voleva dire la solitudine.

E non voleva che anche i suoi amici lo sapessero.

O almeno, non voleva che la rivivessero.

Perché ogni problema ha la sua soluzione, anche i piccoli problemi di cuore.

E Willis aveva trovato la soluzione per quello di Ken e Dais.

Si era affezionato a quei due ragazzi, li sentiva vicini a lui, molto più degli altri, quasi fossero legati da un filo, e per questo, mai avrebbe permesso che soffrissero.

Perché l’amore e l’amicizia sono due ali che possono portare lontano.

E Ken e Dais l’avevano finalmente capito.

SALVE A TUTTI!!!

FINALMENTE SONO ARRIVATA ALLA FINE!!!!

GIÀ, È STATO UN LUNGO PERCORSO, MA FINALMENTE SIAMO GIUNTI ALLA FINE!

DEVO RINGRAZIARE PER TUTTO QUESTO SOLO LA MIA GRANDE MITICA SORELLONA, DARKSELENE89NOEMI, LA MITICA ROBY!!!!

SOLO SUO È IL MERITO PER QUELLO CHE SONO!!

E A LEI LO DEDICO, CON I MIEI AUGURI PER LA MATURITÀ!!!!

RINGRAZIO ALTRESì KARI89 PER LE RECENSIONI!!

ADDIO A TUTTI!!

SHUN

   
 
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