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Autore: ineedamikashug    27/01/2014    3 recensioni
Un grazie non basterebbe.
Adesso è famoso ma scommetto che si ricorda di me.
Abbiamo passato assieme gli anni più belli.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Finalmente.
Il suo sogno, il suo unico sogno, si sarebbe realizzato.
Susanne era perfetta, non sembrava avesse nessun male.
Sembrava serena.
Lei, che lo è stato solo per un piccolo periodo della sua vita.
Chissà cosa sarebbe successo se non le avessero portato via la bimba.
La bimba che, ormai donna, era cresciuta senza una madre.
Susanne sicuramente era una bella donna.
Mi immagino lei mentre aspettava il fidanzato a casa.
Mi aveva fatto vedere una sua foto, era un militare, un bell'uomo.
Mi immagino lei, sorpresa di vederlo, che lo bacia.
Lo bacia e lo porta in cameretta a vedere sua figlia.
Lui la guarda, le sorride e le da un bacio sulla fronte.
Poi afferra la sua donna e la porta in giardino.
Si danno un bacio e, illuminati dal tramonto, lui si inginocchia e le chiede di sposarlo.
Lei accetta e abbraccia.
Come sarebbe stato bello.
Immagino anche il giorno del suo matrimonio, con la piccola Camille in braccio per la foto.
Lei raggiante in viso, lui emozionato.
Riesco anche ad immaginare il periodo di malattia di Susanne se si fosse sposata.
Lui, giorno e notte che le stringeva la mano.
Camille, in ospedale appena poteva.
Scommetto che sarebbe stata felice.

Mi riportarono nella mia stanza alle 10:00, non avevo nulla.
Il mio letto era freddo.
Susanne non c'era.
Probabilmente stava facendo una visita.
Ammirai con piacere che papà mi aveva portato un libro da leggere.
Lo presi e quasi mi veniva da piangere da quanto ero felice.
Poi entrò una donna.
Pensavo fosse un'infermiera, ma non era vestita di bianco.
Mi fece un cenno con la testa per salutarmi.
Era bellissima: abbastanza alta, bionda, occhi verdi.
Un verde un po' più scuro di quello di Yasmine.
Sembrava persa.
"Scusi, cerca qualcuno?".
"Sinceramente si, ma non voglio disturbarti".
"Dica pure".
"E' in stanza con te una cerca Susanne?".
"Si".
"Dov'è ora?".
"Pensa abbia una visita".
"Ok grazie".
"Può aspettarla qui se vuole".
"Davvero? Grazie".
"Certo, faccia pure".
Ritornai a leggere il mio libro, ma mi bloccai.
"Sei Camille?".
"Si, come fai a saperlo?".
"Sei qui grazie a me".
"Un certo Michael ha parlato con me".
"Si, è il mio migliore amico".
"Sono felice di essere qui sai?".
"Mi racconti la tua storia?".
"Da quando?".
"Da quando ricordi".
Si sedette meglio e iniziò a parlare.
"Quando ero piccola papà mi raccontò poco della mamma. Diceva che l'amava come noi mai. Quando nacqui, lui mi prese e mi portò via con se. Non la vide più. Ogni tanto lo vedevo stringere una foto e a volte piangeva. Quando gli chiedevo cos'aveva, mi cacciava via. Soffriva tanto. A scuola tutte le bambine salutavano la propria mamma prima di entrare, tranne io, che salutavo mio padre. Mi sentivo sola in quel periodo. Un giorno chiesi a mio padre di portarmi dalla mamma, ma non volle. Diceva che non poteva, ma capii più tardi che non sapeva dove potesse essere. Non si è mai sposato".
"Mai?".
"No. Voleva troppo bene a Susanne".
Voltai lo sguardo verso la porta e la vidi: Susanne, con la mano al volto, che piangeva.
"Tutto bene signora?". Non la riconobbe subito, ci mise un minuto. Erano identiche. "Mamma?".
Susanne annuì e Camille le corse incontro e la abbracciò.
Erano tenere, piangevano entrambe.
Dopo poco entrò un signore con un mazzo di tulipani rossi in mano.
"Papà..".
"Zitta Camille".
L'uomo guardò Susanne esterrefatto.
Le diede i fiori.
Io uscii, volevo lasciarli soli e, sinceramente, non c'entravo nulla.
Fuori vidi Michael che sorrideva.
"E' lui".
"Sono dolci".
"Mi ha detto che i tulipani sono i suoi fiori preferiti, ancora se lo ricorda".
"Wow".
"Peccato non si siano sposati".
"Già, mi dispiace così tanto! Ora che lei è malata poi".
"Sopravviverà, sopravviverete".
"Dobbiamo farcela".
"Certo, credo in voi".
"Yasmine?".
"Mi dispiace, non è potuta venire, ma in compenso ti presento gli altri componenti della mia famiglia"-
"Sono tutti qui?".
"Lei è mia mamma, già la conosci, mio papà Michael, Paloma, Zuleika e quella peste di mio fratello, Fortunè".
"Ti assomiglia". Sorrisi.
"Ci assomigliamo un po' tutti, mamma, ragazzi, andatevene di la".
Lo vidi pensieroso.
"Che c'è?".
"Ora ha realizzato il suo unico sogno".
"Lasciamoglielo vivere e cerchiamogliene un altro".
"Non ne avrà altri".
"Impossibile, io ne ho così tanti".
"Hai ragione, ora devo pensare a te".
"A me? Ma dai, abbiamo..tempo".
"Vieni con me".
Mi prese la mano e mi portò in una sala, dove solitamente si guarda la tv.
E li lo vidi per la prima volta da vicino.

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SPAZIO AUTRICE:
Mi scuso subito, non è molto lungo, ma devo ripassare per la verifica di domani.
Ringrazio di tutte le fantastiche recensioni ricevute fino ad oggi, davvero, certe sono commoventi.
Ho creato un profilo Ask.fm dove potrete farmi domande, dirmi che ne pensate della storia, criticare, la mia ff.
Lo faccio principalmente per chi non è iscritto al sito e per chi ha dei dubbi sulla storia.
Mi chiamo @ineedamikashug non fatevi problemi. Scrivetemi pure in anonimo, siete liberi.
A presto.
  
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