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Autore: Killkenny    27/01/2014    2 recensioni
[Fate/kaleid liner Prisma Illya ]
"Una Mahou Shoujo condannata a combatter da sola contro le Forze Maligne lancia un disperato grido di appello... un grido che riceverà risposta.
Rinasce la Speranza per le Maghette, che d'ora in avanti... non saranno più sole."
Con questo mio inizio, resuscito un vecchio progetto straniero con lo stesso titolo, su autorizzazione dello staff originario di Space Battles.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Disclaimer: Puella Magi Oriko Magica è proprietà dei rispettivi autori.
Rochelle, la Strega dei Rimpianti, è parimenti proprietà di Chibi – Reaper, autore di svariate fanfictions, tra cui la quest “Witch Quest” su SpaceBattles, che ne ha concesso l’uso per la versione italiana del Battle Fantasia Project.
 
Nota personale: questo capitolo serve per introdurre non solo Oriko e la backstory (alterata per questa linea temporale) di Yuma, ma anche Rochelle e OniBei, per questo è un poco più lungo di quanto vorrei…
 
 
 
Reazioni:
 
Puella Magi Oriko Magica
 
 
 
Da qualche parte in Mitakihara, in un posto che non era un posto, una ragazza dai lunghi capelli grigio – argentati si stava rilassando, occhi socchiusi, ed una mano a carezzare i capelli di una sua coetanea, questa mora con i capelli a caschetto, che stava usando le sue ginocchia a mò di cuscino.
 
‘È strano.’ Pensava la ragazza, Oriko Mikuni.
 
Da un lato, la natura dei poteri suoi e della sua partner avrebbero significato un combattimento letale contro la padrona della loro nuova temporanea residenza e nascondiglio.
 
Dall’altro… dall’altro, la padrona di casa era così innocente, pura… e pucciosa, che non se l’erano sentite di combattere contro di lei.
 
Oriko, qualche tempo prima, aveva espresso alla creatura nota come Kyubei il desiderio di “conoscere il senso della sua vita”, ottenendo poteri precognitivi e di veggenza.
 
Alle volte, Oriko si chiedeva se la Cassandra di ellenica fama non fosse stata una Puella Magi con poteri simili ai suoi: ora che lei poteva vedere il futuro, la giovane Mikuni si rendeva conto di come le sue capacità non fossero un dono, ma una maledizione.
 
Quando alla sua partner/fidanzata/strumento di morte, Kirika Kure, era una giovane timida ed introversa che frequentava uno dei licei pubblici di Mitakihara, probabilmente nello stesso anno di quella che tra le Puella Magi era la ‘matrona’ locale, Mami Tomoe.
 
Il suo desiderio, dopo un loro incontro casuale in cui Oriko l’aveva difesa da un paio di teppisti, era stato di cambiar sé stessa in una persona che potesse stare al fianco di Oriko.
 
Né Oriko né Kyubei erano riusciti a capire come un simile desiderio si fosse tradotto in “diventa un’omicida fedele solo ed esclusivamente ad Oriko” e da dove fossero usciti i poteri di manipolazione del tempo soggettivo, ma Oriko non se ne lamentava.
 
Odiava ammetterlo, ma il carattere che adesso Kirika esibiva, che passava da infantile a violento (nei confronti dei loro nemici) con poco preavviso, la sua devozione fanatica… le piacevano.
 
Nel momento stesso in cui aveva attivato i suoi poteri, aveva VISTO la minaccia che si stagliava nel futuro.
 
Prima una strega così potente da poter distruggere una città, che sarebbe apparsa in quella che in Germania era la Notte Delle Streghe, Walpurgis Nacht.
 
Seguita poi da una Majo ancora più potente, in grado di portar il mondo alla distruzione nel giro di pochi giorni.
 
Una fitta alla testa, ed entrambe le Streghe erano sparite dalle sue visioni, rimpiazzate da una figura biancovestita, gli stessi capelli rosa della ragazza destinata a diventare la strega in grado di distruggere il mondo, che intraprendeva il ruolo di Speranza per tutte le Puella Magi nel passato, nel presente e nel futuro, salvandole dalla loro disperazione prima che diventassero Streghe.
 
Un futuro di speranza, di salvezza… condannato da una figura nera che si stagliava più avanti, la cui ossessione per la ragazza in bianco aveva già condannato/avrebbe condannato mondi e mondi alla distruzione, e che per ‘salvare’ l’altra era pronta a condannare a morte l’Universo.
 
Era tentata di lasciare che la ragazza in bianco ascendesse… per poi eliminare senza scrupoli la ragazza che sarebbe diventata l’altra minaccia, in una distorta forma di pietà…
 
Dieci secondi dopo, ed un mal di testa grosso come la Strega Imbattibile fece urlare Oriko di dolore.
 
Subito Kirika scattò in piedi, cambiando posizione e cercando di sorreggere Oriko, raggiunta subito dopo dalle altre due inquiline di quello spazio.
 
La prima era una bambina, forse neanche otto anni, vestita con un abitino verde, scarpe da passeggio gialle, capelli verde menta corti (con alcune ciocche raccolte ai lati della testa in due codine corte) ed occhi azzurro scuri, di nome Yuma.
 
La seconda era la proprietaria del luogo.
Mossi capelli biondi (a detta di Kirika, impettinabili. Cosa forse vera, dato che nessun ammontare di pettine e olio di gomito riusciva a dare alla ragazza un’acconciatura decente), occhi azzurri (privi di pupilla) ed un abito da Puella Magi color giallo paglierino, un simbolo simile ad un ragno attorno all’ombelico, Rochelle era la loro alleata più insolita.
 
Perché Rochelle era una Majo, la Strega del Rimpianto per essere precisi.
 
 
**FLASHBACK**
 
 
Neanche dieci secondi dopo aver ‘collaudato’ il suo potere di preveggenza, Oriko aveva ordinato a Kirika di darsi alla fuga.
 
Scelta piuttosto saggia: venti secondi dopo la loro fuga improvvisata, la semi-abbandonata e ormai decrepita residenza Mikuni veniva squarciata da un’esplosione e data alle fiamme.
 
Si poteva dire qualunque cosa di Homura Akemi, ma non che non conoscesse i suoi esplosivi.
E sapeva fin troppo bene come usarli.
 
Il piano delle due Puella Magi fuggitive era molto semplice: trovare un Labirinto di una Majo, distruggere la strega ed usare i poteri di Kirika per rallentare al minimo assoluto il disgregamento del mondo artificiale, e torturare il Kyubei che avevano sottomano per ottenere tutte le informazioni possibili su Akemi Homura e su Kaname Madoka.
 
Trovato un Labirinto, erano entrate… il bizzarro ambiente era una ragnatela verdognola gigante, che si estendeva senza apparente fine tutt’attorno a loro.
 
Fin qui, niente di troppo anormale.
Grazie alle sue abilità precognitive, Oriko era stata in grado di ‘vedere’ i Labirinti di parecchie possibili Streghe, riducendo quindi il fattore ‘sorpresa’.
Kirika? Se la cosa non preoccupava Oriko, allora per lei non aveva alcuna importanza.
 
Che i fili di tela (abbastanza grossi per sostenere una macchina) emettessero lamenti, gemiti e piagnucolii? Si rientrava ancora nella ‘media’ di una Strega normale.
 
La ninna nanna canticchiata in sottofondo, il cui volume aumentava mano a mano che ci si avvicinava al centro della ragnatela? Ok, QUELLO iniziava ad esser strano.
 
Arrivate al centro del Labirinto, persino QB aveva dovuto ammettere di esser sorpreso: al centro esatto, sospesa sopra un Vuoto senza fine e legata come un salame dai fili di quella ragnatela gigante c’era sì una Strega, ma una che dava una ‘sensazione’ diversa da quella del luogo.
 
Su invece un ammassamento di fili, stava seduta una ragazza bionda vestita di stracci che canticchiava la ninna nanna che avevano sentito entrando.
 
A fianco della stessa, addormentata sotto una coperta verde, dormiva quella che avrebbero poi saputo esser Yuma Chitose, una giovane neo – orfana.
 
“Oh, degli ospiti… Gertrud e Margot? No… no questi non sono i vostri nomi, ma delle voi che non sono voi… posso sapere chi siete?”
 
“Mikuni Oriko. La mia partner, Kure Kirika. E tu… tu sei la Strega padrona di questo labirinto.” Non era una domanda.
 
“Rochelle, Strega dei Rimpianti.” Iniziò ad annuire la bionda. “La bambina si chiama Chitose Yuma, e…”
 
Un ruggito ricordò ai presenti che c’era anche un’altra strega lì con loro.
 
“Che seccatura. Una di voi potrebbe zittire Guinevre, qui dietro? È irritante, e rischia di far svegliare Yuma.”
 
“Kirika?”
 
“Subito!” E, con uno scatto rapidissimo delle mani, adornate dalle lame violacee che erano la sua arma principale, Kirika saltò davanti alla Strega, una creatura che rassomigliava ad un cerbero di placche metalliche (tipo corazza da cavaliere medioevale) con la testa centrale rimpiazzata da un busto di armatura eretto, privo di elmo… e con un volto ghignante che costituiva il pettorale di quella parte di armatura, le ‘braccia’ terminanti in due artigli d’acciaio giganteschi.
 
Una serie di rapidissimi fendenti, e la Strega venne ridotta a pezzi, esplodendo e lasciando dietro di sé un Grief Seed.
 
“E lei?” Chiese poi la mattoide, indicando Rochelle.
 
“No. Lo vedi anche tu che parla, ragiona, ha forma umana… e penso non abbia ucciso nessun umano, o sbalgio?”
 
“Umani, no. Un paio di mostri, che avrebbero dovuto esser i genitori di Yuma, sì.
Penso che i famigli che ho ricavato da loro siano ancora da qualche parte qui nel mio Labirinto.”
 
“Violenti?”
 
“La madre la stava usando come posacenere e la picchiava con una spazzola per capelli ed il padre stava a guardare ridacchiando.
Vi sembra strano che persino un mostro come me possa sentirsi disgustato da azioni del genere?”
 
“Naaaa. Fossi stata al posto tuo li avrei crocifissi con le loro ossa.” Kirika, ovvio.
 
Da qui in poi le tre avevano parlato, stringendo una strana amicizia.
 
Rochelle in origine era una ragazzina di dodici anni che aveva espresso il desiderio, ad un qualcosa di simile a QB, che la sua famiglia smettesse di litigare e fosse in pace.
 
Subito dopo il contratto, i suoi genitori ed i suoi due fratelli si erano uccisi a vicenda, con la creatura che diceva “Come hai desiderato, ora sono in pace.
E non è forse vero che la pace finale è quella della morte?”.
A causa dello choc la bambina che lei era si era trasformata in Majo praticamente subito.
 
QB si era difeso dicendo che loro non erano in grado di influenzare i risultati di un desiderio.
 
Rochelle aveva descritto il coso, a cui mancavano le ‘protusioni auricolari’ tipiche di QB, aveva due code in più ed un muso volpino.
 
“OniBei. Un’unità Kyubei che è stata corrotta da qualcosa un secolo fa.
Offre contratti e li manipola per far sì che la contraente divenga una Strega nel giro di poco tempo.
Hai tutte le mie scuse.”
 
“Scuse accettate.” Ed con una piccola torsione delle mani della Strega senziente l’unità Incubatore veniva strappata in due e gettata in pasto ad uno dei famigli di Rochelle (una specie di ragno giallo peloso grosso come un piatto da cucina).
 
Rochelle era poi rimasta nella sua barriera, piangendo sulle sue disgrazie in una condizione a metà tra la follia e la normalità, in una forma di ragno gigante, per svariati anni.
 
‘Quanti?’, aveva chiesto Oriko.
 
‘Parecchi’, era stata la risposta, visto che l’anno prima del desiderio, in un periodo di elevata tranquillità familiare, suo padre aveva festeggiato l’evento acquistando una nuova macchina da scrivere.
 
Qualche tempo prima, attirata dalla disperazione di Yuma, aveva preso ad affacciarsi sul mondo normale.
 
La vista di quello che quella donna stava facendo alla bimba era stata abbastanza da scatenare in lei una furia omicida.
 
Quando si era calmata Yuma era svenuta e Rochelle aveva un paio di nuovi famigli nel suo Labirinto.
 
“Come hai riacquistato la forma umana?”
 
“Ieri sono incappata nella barriera di Guinevre, l’ho combattuta… e sconfitta, un vantaggio del saper pensare, e quando ho provato ad assaporare il suo Grief Seed qua nel mio Labirinto io ero di nuovo umana e Guinevre al centro della mia dimora.
L’ho legata e stavo cercando di decidere cosa farne mentre mi occupavo di Yuma quando siete arrivate voi.”
 
 
**END FLASHBACK**
 
 
Da lì in poi era stato facile continuare a coesistere lì dentro.
Certo, avevano dovuto procurarsi un altro Kyubei per far fare un contratto a Yuma, per evitare che i danni causati dalla sua precedente ‘amata’ famiglia la uccidessero nel giro di un anno, ma per il resto se la stavano cavando.
 
Ora… ora Oriko lo vedeva, tutto era cambiato.
 
“Rochelle… puoi aprire un ‘varco’ che veda la Tokyo Sky Tree? Penso che stia succedendo qualcosa di interessante…”
 
“Subito.” Un poco di concentrazione, e le quattro poterono vedere Akiko nella sua forma di Star Reviere annunciare il suo passato, la sua disperata richiesta d’aiuto, il salto giù dalla torre…
 
… ed il suo salvataggio per mano di un’altra Magical Girl.
 
La cosa più incredibile era questa: Rochelle non vedeva nessun ‘nome’ mentre guardava le due.
 
Erano Ragazze Magiche, ma non come loro.
 
“Cosa significa tutto questo Oriko?”
 
“Significa che se ce la giochiamo bene potremo finalmente vivere fuori di qui senza correre il rischio che Akemi ci uccida tutte.” Rispose la veggente del gruppo, il mal di testa atroce curato dai poteri di guarigione di Yuma.
 
“Dobbiamo proprio? A Yuma piace vivere qui…” Chiese la più piccola del gruppo con il suo normale tono infantile.
 
“Oh, ma continueremo a viver qui. Ed avremo molta compagnia, in un prossimo futuro.” ‘Un’intera Alleanza di altre Maho Shoujo, per essere precise.’ “Ma vorrei poter essere sicura di non svegliarmi una mattina ridotta in braci ardenti dalla bombarola.
Kirika? Mi servono due cellulari usa – e – getta. Cerca di non uccidere nessuno nel procurarteli.”
 
“Awww, devo proprio? Il modo non violento è così è noioso…”
 
“Meglio la noia che dare a queste nuove arrivate una scusa per dare una mano ad Homura.
Rochelle? Mi servirà poi una ‘porta’ per consegnare uno dei cellulari ad Homura.”
 
“Napalm – chan? Ok, vado a cercare uno dei famigli che ho creato in quell’occasione, così anche se lei me li incenerisce non è che sia una gran perdita.”
 
“Ne sono certa. Yuma? Sei la sola di noi che può uscire da qui ed esser vista da Homura senza che lei decida di dare la parola alle armi da fuoco.
Dovrai usare un telefono pubblico per chiamare questo numero…” Piccola applicazione di potere per ‘divinare’ il numero di telefono di una certa miko in un tempio a Juuban e copiarlo su un foglietto di carta. “…e dire alla ragazza che ti risponderà che c’è un problema grosso a Mitakihara che richiederà l’attenzione delle Sailor Senshi.”
 
“Non sono una leggenda urbana Oriko?”
 
“Dopo quello che abbiamo visto adesso, ne dubito fortemente. Pensi di poter fare quello che ti ho chiesto Yuma?”
 
“Yuma ci proverà e ci riuscirà!”
 
“Brava bambina.” Disse Oriko, carezzando la testa di Yuma.
 
“Grazie… mamma.” Rispose Yuma, l’ultima parte a voce così bassa che Oriko non la sentì.
 
Poche ore dopo, erano pronte.
Ad agire, e a riconquistare i loro futuri… e come molte altre Ragazze Magiche in giro per il mondo, a riconquistare la speranza. Perché oramai… ormai, non erano più sole.
   
 
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