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Autore: gwuncan99    27/01/2014    8 recensioni
Ci troviamo a New York, dove tutto ebbe inizio.
Due ladri ricercati per loro vari precedenti, Duncan e Geoff, cercano di rapinare una delle tante banche della città, ma Gwen, la ragazza che stava lavorando lì, involontariamente, gli mette i bastoni tra le ruote. I due sono costretti a fuggire, portandosi dietro anche lei.
Sarà una fuga dalla polizia, da avvocati e spacciatori assetati di vendetta, in tutto gli Stati Uniti, tra Rave Party, rapine e traffici illegali.
Riusciranno i nostri tre fuggitivi a scappare dal loro destino?
Serie DxG
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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--->Capitolo VII


"Dai su, basta piangere..." mi coccolava tra le sue braccia, mentre mi accarezzava dolcemente i capelli.
"I-io...non so più che fare...Di chi fidarmi..." fui bloccata dai mille singhiozzi. "T-Trent...io n-non lo credevo così..."
Lui mi strinse ancora di più. "Ci penserò io a fargliela pagare." cercò di tranquillizzarmi. "Sappi però che per te ci sarò sempre..." 
Rimasi in silenzio ad assaporare quel momento di protezione che provavo solo con lui, il mio migliore amico.
"Dove hai intenzione di andare adesso?" spezzò poi il silenzio, che si faceva sempre più teso.
"P-pensavo di andare a New York...Lontano da tutti..." risposi insicura, con la paura di una sua brutta reazione.
"Lontano da me?" mormorò quasi offeso.
"Resteremo in contatto..." proposi, facendolo sorridere.
"Quando potrò ti raggiungerò. Non voglio perderti."
Mi voltai verso di lui, scoprendo i miei occhi rossi e gonfi per il pianto e le mie guance sporche di mascara colato. Gli sfuggì un dolce sorriso sul volto, mentre con la sua mano mi asciugava le lacrime.
"Ti amo, Gwen..." si dichiarò, con un po' di esitazione. Si avvicinò pian piano a me, fino a sfiorare il mio naso.
"Anch'io, Scott."


"Gwen..."
Mi girai verso la voce che aveva invocato il mio nome, con una nota di stanchezza e sorpresa. Era Duncan.
"Buongiorno!" lo salutai con un sorrisino malizioso, notando il suo aspetto poco lucido, con i capelli scompigliati, gli occhi che a malapena restavano aperti per la luce del sole e le labbra impastate per colpa della birra del giorno prima.
"Buongiorno mattiniera...Che stai facendo?" chiese curioso, poggiandosi accanto a me sul cofano.
Alzai la mano per fargli vedere la sigaretta, ma con mia grande sorpresa, scoprii che era del tutto consumata.
"Merda..." imprecai a bassa voce, buttando a terra il mozzicone e schiacciandolo con il piede. "Pensavo..." risposi poi sinceramente alla domanda del punk, che era rimasto in silenzio ad osservare ogni mia mossa con interesse.
Senza dire altro prese il suo pacchetto dalla tasca. "Vedo che sei una ladra molto esperta, eh?" mi stuzzicò ironicamente, dopo aver scoperto di avere una sigaretta in meno. Ops.
Scoppiammo a ridere tutti e due, poi me ne porse un'altra. "Tieni." sorrise amichevolmente, contagiando anche me.
Avvicinandoci pericolosamente accendemmo le nostre Marlboro con il suo accendino nero, espirò una nuvola di fumo e si mise le mani in tasca con fare da bulletto del liceo.
"Ti manca la tua vecchia vita?" domandò poi il punk, guardandomi negli occhi come per pretendere una risposta sincera, ma dal suo sguardo notavo che stava comprentendo finalmente la mia situazione.
"Un po'..." risposi abbassando la testa.
Rimase muto ad osservarmi.
"Se vuoi...sei libera di andare."
Sgranai gli occhi, per poi rivoltarmi verso di lui senza parole.
"C-cosa..Davvero?" balbettai, pensando di aver capito male cosa avesse detto.
"Hai capito bene." spiegò semplicemente, facendo un altro tiro di sigaretta.
Abbassai nuovamente la testa. Nella mia mente balenarono mille pensieri su come sarei ritornata a New York, ripresentandomi davanti a tutti come la sopravvissuta di un rapimento. Mi sarei dovuto dimenticare della nostra piccola e breve avventura, delle nostre litigate, di Geoff...e di Duncan.
"No." obbiettai sicura di me, facendo sussultare il punk accanto a me. "Io...voglio venire con voi a San Francisco."
 Mi avvicinai lentamente a Duncan, che mi guardava confuso, e intrecciai le braccia sul suo collo.
Baciai un angolo del suo volto, e dissi, dopo un momento, con un'ombra di tagliente dolcezza:

"Voglio essere tua."

"Cos'è l'amore?" Che domanda... 
E'da anni che l'umanità si pone certe domande.
'Perché siamo nati?'
'Perché esiste la morte?'
'Perché soffriamo?'
Nessuno ha mai dato una risposta ben precisa a tutti questi quesiti che ci tormentano l'esistenza.
Eppure, io una risposta alla mia domanda, sono riuscita a trovarla.
"Cos'è l'amore?" 
"L'amore, è lui."


Mi avvicinai alle labbra del punk, desiderosa e impaziente di riassaporarle dopo quella notte. Anche lui bramava quel desiderio. Mi prese il viso tra le mani,  dischiusi gli occhi, e...
"BEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEP."
Spalancammo tutti e due gli occhi dalla paura. Io caddi a terra, mentre Duncan si girò in direzione dell'improvviso rumore del clacson.
"GEOFF!!" urlò sbattendo un pugno sul cofano dell'auto. Il ragazzo in questione si svegliò improvvisamente, sbattendo la testa da qualche parte.
"Ahi!!" gridò anche lui, massaggiandosi il punto in cui si era appena fatto male. 
Scoppiai a ridere, capendo che aveva poggiato per sbaglio la testa sul clacson mentre dormiva.
"Geoff! Sei sempre il solito!" commentò Duncan, aiutandomi ad alzarmi.
"Ricordo che ti eri comportato diversamente l'ultima volta!" accennai un sorriso divertito, riferendomi a quella volta in cui mi scontrai per la prima volta con lui.
Dopo che ebbe capito, sfoggiò un sorriso strafottente. "Ehi bambola, dovevo fare una rapina, io!" si scusò ironicamente, provocando un'altra mia risata.
"Maledizione!" imprecò Geoff, scendendo dall'auto goffamente. "Ho bisogno di una bella doccia. Puzzo di birra!" si avvicinò a noi annusandosi la maglietta.
"Anch'io..." ribatté anche il punk.
"Dove andiamo?" chiesi io, incrociando le braccia
"Mmmh..." prese il cellulare dalla tasca, probabilmente controllando il GPS. "Una piccola città....Terre Haute" rispose dopo un po' alla mia domanda, lasciandomi perplessa.
"Terre Haute?" ripetei pensierosa. "Conosco un'amica che si è trasferita lì per stare con sua nonna..." continuai poi.
I due ragazzi mi guardarono perplessi, per cui dovetti spiegargli meglio.
"Potrei farmi ospitare da lei per un po'! Almeno avremo un tetto per un po'!"
"E un bagno!" aggiunse ironicamente il festaiolo, facendo annuire Duncan.
"Mh, potrebbe andare bene." disse incrociando anche lui le braccia. "Lei sa del tuo 'rapimento', e di noi?" domandò poi.
"No, non credo. E' da un bel po' che non le parlo. Posso dire che siete due amici!" 
Alla fine accettarono tutti e due, e ci avviammo verso Terre Haute, non prima di aver fatto un salto in un bar e di aver svaligiato qualcuno...

***

Con un po' di esitazione, premetti il dito contro il campanello.

*Ding Dong*

Erano le 17.00, chissà se era in casa!
"Chi è??" urlò dall'interno della sua casetta rosa la ragazza, aprendo la porta lentamente.
Davanti a sé si ritrovò la sua vecchia amica, in compagnia di due ragazzi sconosciuti che puzzavano di birra, tra cui un punk non molto amichevole.
"Gwen!" invocò la mia voce con sorpresa, quasi confusa.
"Dov'è il bagno?" chiese con indifferenza il festaiolo, scansando la ragazza ed entrando goffamente in casa. Maleducato. Aveva anche una sigaretta in bocca, peggio di così?
"Heather..." abbassai la testa, imbarazzatissima per quello che aveva appena fatto Geoff, e per quello che sicuramente avrebbe fatto il ragazzo accanto a me.
Quest'ultimo mi circondò la vita con un braccio, tirandomi a sé dolcemente.
"Gwen, non mi presenti la tua amica?" mi domandò con falsa gentilezza, accennando un sorriso alla ragazza in questione.
Sbuffai, facendo ciò che aveva detto. "Heather, lui è Duncan. Duncan, lei è Heather." farfugliai con indifferenza. I due si strinsero la mano. Heather era ancora più perplessa.
"Gwen...Qual è il motivo della tua amichevole visita?" chiese lei,  con una nota di irritazione. Sì, eravamo nemiche giurate al liceo.
"Ehm..." riuscii ad emettere solo questo, dovendo ancora inventare tutta la faccenda.
"Dai, entrate."

"Il tuo amichetto è molto simpatico..." commentò sarcastica l'asiatica, osservando il festaiolo che usciva dal bagno con un asciugamano fregandosene di tutti i presenti nel salotto. "E molto...educato?" aggiunse poi, facendo una smorfia.
Intanto Duncan era seduto accanto a me, ed ancora mi teneva la mano, ma era da un bel po' che ammirava rapito la mia vecchia 'amica'.
Beh, ci credo. Una ragazza bellissima, magrissima, curve sensuali, fisico perfetto, capelli perfetti, viso perfetto....Chissà a cosa stava fantasticando il punk? No, non volevo saperlo.
L'asiatica si accorse di essere osservata, per cui domandò:
"State insieme?"
"E'?" Duncan uscì dai suoi pensieri, scuotendo la testa e rivolgendosi a Heather.
Io mi ero irrigidita, non sapendo cosa rispondere. Idiota, certo che non state insieme!
"Sì, stiamo insieme!" rispose il punk, sfoggiando un ghigno malizioso mentre mi stringeva ancora di più. Cosa stava cercando di fare?!
Girai la testa verso di lui molto lentamente, lanciandogli poi uno sguardo assassino.
"Wow! Allora dovresti tenerlo al guinzaglio il tuo fidanzatino." sibilò guardando male quest'ultimo.
Lui, notando i nostri sguardi minacciosi, si alzò di scatto. "Vado...a farmi una doccia!" si giustificò, sgattaiolando fuori dalla stanza. Anche Geoff lo seguì, confuso da ciò che aveva sentito poco fa. Sicuramente voleva una spiegazione, e la volevo anch'io.
"Come sta tua nonna?" cambiai discorso, ma sbagliai di grosso.
L'asiatica abbassò la testa. "Beh...è morta un anno fa." spiegò tristemente.
"Ah..." rimasi a bocca aperta. "M-mi dispiace..." maledetta la mia lingua lunga!
"No, non preoccuparti..." accennò un sorriso per tranquillizzarmi. "Come mai da queste parti?"
Oddio, cosa potevo inventarmi?!
"Beh...io..abitavo con Duncan...il mio ragazzo..." oddio, dirlo ad alta voce mi faceva uno strano effetto. "Però abbiamo perso la casa...E quell'altro mio amico, Geoff, ci ospiterà a casa della sua ragazza, a San Francisco." spiegai, balbettando. "E per adesso eravamo qui nei dintorni, e mi sono ricordata di te!"
"Mi fa piacere!" sorrise lei.
Il silenzio si diffuse nella stanza, un silenzio un po' teso.
"Tu abiti da sola?" chiesi all'improvviso.
"No, cioè...sì. Ma ogni tanto viene a farmi compagnia un ragazzo." arrossì visibilmente, facendomi ghignare.
"Bene!" trattenni una risatina.
"Comunque è molto meglio del tuo!" si vantò ricomponendosi. "E' educato, sexy, bellissimo, con buoni gusti nel vestire, e soprattutto...E' molto bravo!" mi fece l'occhiolino. Wow, la fanatica Heather è ritornata alla riscossa dopo quattro anni! Quasi mi mancava! Quasi.
"Wow." mi limitai a dire.
"E quella specie di punk?" chiese poi spavalda.
"Che?" feci finta di non capire. Non doveva arrivare a quei discorsi! Non stavo con Duncan! Cosa potevo inventarle?!
"Dai Gwen! Lui è bravo in quelle cose?" fece un altro occhiolino, diventando più maliziosa del solito.
Abbassai lo sguardo. Cosa potevo saperne io?! Ero ubriaca marcia quando l'ho...
Arrossii al solo pensiero. Strinsi i pugni e ritornai a guardare gli occhi impazienti della mia amica.
"Diciamo che è molto esperto. Sa soddisfarmi." risposi inventandomi tutto. O forse non tutto.
Infondo,  di quello che mi ricordavo...Non era affatto male! ...STUPIDA!
"E...che fine ha fatto Trent?"
Mi irrigidii di colpo, cominciando a tremare improvvisamente.
"T-Trent..." mormorai, sentendo già gli occhi lucidi. Il ricordo era ancora così vivo dentro di me? Tutto quello che mi aveva fatto passare? Tutto, ricordo tutto, nonostante me ne fossi andata proprio per dimenticare.
Mi portai le mani davanti la faccia, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
"Heather...n-non parliamo di lui..T-ti prego..." la supplicai tra i singhiozzi.
Non sapevo che espressione avesse ora lei, visto che non volevo farmi vedere in lacrime, anche se lo aveva capito...
"Gwen..." sussurrò sorpresa da quella reazione.
In quel momento sentii entrare nella stanza i due ragazzi.
"Ehi..che succede?" chiese confuso Geoff.
"Gwen..." Duncan mi si avvicinò, sfiorandomi una spalla. Sentendo quel contatto tanto familiare, mi fiondai tra le sue braccia, affondando il mio viso bagnato dalle lacrime sulla sua felpa, anzi, sicuramente una felpa trovata in giro per la casa.
Il ragazzo in questione mi abbracciò forte a sua volta, accarezzandomi i capelli.
"Che è successo?" domandò serio a Heather davanti a noi, confusa  più di loro da quella scena.
"N-non lo so...le ho chiesto se avesse ancora contatti con un suo ex..." rispose un po' intimorita che la sentissi.
"Meglio se vai a driposare un po', ok?" sussurrò lui poi a me,  avvicinandosi dolcemente al mio orecchio.
"Beh...ho la stanza di mia nonna libera...Lì c'è il letto matrimoniale, dove potete stare voi. Per il biondino..." spiegò quasi irritata parlando di Geoff. "Lui può stare nella stanza degli ospiti. C'è un solo letto!" aggiunse.
Io e Duncan ci girammo nello stesso momento verso di lei. "Dobbiamo dormire nella stessa stanza?!" domandammo sbalorditi, quasi urlando, all'unisono, facendo sobbalzare Heather.
"S-sì...Mi avete detto che state insieme e convivevate!" si scusò perplessa. "Che problema c'è?"
Lanciai un'occhiataccia minacciosa al punk, che però non rese bene l'idea dell'odio che stavo provando per lui in quel momento per colpa dei miei occhi ancora lucidi e arrossati.
"Nessun problema." ribattei, sciogliendomi dalle braccia di Duncan per raggiungere la stanza.
"Non ceni?" mi fermò Heather.
"Non ho fame..." mormorai, uscendo dal salotto.

***

Dopo essermi fatta un meritato bagno rilassante, mi diressi nella mia momentanea stanza. Tempo fa era della nonna di Heather, e questa cosa mi metteva un po' paura...
Heather mi aveva lasciato un suo pigiama sul letto. Era diventata più gentile e amichevole con me adesso...Non eravamo più ragazzine!
Mi tolsi l'accappatoio che mi copriva a malapena, e mi vestii in un lampo. Non vorrei che Duncan entrasse proprio in questo momento!
Poco dopo, parli del diavolo e spuntano le corna, entrò lui, pure senza bussare. 
Io mi ero appena seduta sul bordo del letto e lo fissavo mentre si scompigliava i capelli con una mano e l'altra ce l'aveva in tasca, mentre sbadigliava. Era anche a torso nudo!
Mi lanciò un'occhiata veloce, prima di buttarsi sull'altro lato del letto, emettendo un gemito di sollievo.
"Aaah! Da quand'è che non dormivo su un letto così comodo??" disse contento, girandosi poi verso di me, che lo fissavo quasi divertita.
"Ehm..." si ricompose. "...Se vuoi posso dormire da un'altra parte..." propose, pensando che mi desse fastidio.
Oddio, oddio, oddio. Io e Duncan dovevamo dormire nello stesso letto?
"N-no no...resta pure..." ribattei uscendo dai miei pensieri. Mi sistemai sotto le coperte, dando le spalle al punk.
"Ok...Buonanotte" mormorò, girandosi anche lui dall'altro lato.
Sentivo la sua schiena sfiorare la mia, ed un brivido di piacere mi percorse tutto il corpo.
"Gwen..." mi chiamò dopo interminabili minuti di silenzio.
"Mh?"
"...Cosa c'era tra te e...lui?"
Spalancai gli occhi a quell'improvvisa domanda. Era troppo curioso per i miei gusti.
"...Gelosia?" lo stuzzicai, non sapendo come scappare dal quel discorso.
"Sì. Cioè, no!" si ingarbugliò con le parole, alzandosi e sedendosi sul letto.
Mi girai verso di lui, restando allungata. Accennai un sorriso divertito.
"Cioè..." si grattò la nuca nervosamente. "Ti ho vista in quelle condizioni prima, e...penso che...non sia stata una bella relazione quella..." si spiegò meglio, facendomi scomparire la risata.
"Eh già..." annuii, staccando lo sguardo da lui per guardare il vuoto. "Ho passato tante cose brutte prima di trasferirmi a New York..." aggiunsi, sedendomi anch'io accanto al punk.
Mi portai il ciuffo di capelli che mi ricadeva sul viso dietro l'orecchio, mentre Duncan mi osservava stranamente.
"Sei bellissima..." sussurrò, portandosi poi velocemente le mani davanti la bocca. "...Cioè, no! Volevo dire...Mi dispiace molto per te..." si corresse poi, balbettando come un bambino.
"Anche a me..." mormorai. I miei occhi caddero sui suoi pettorali, restandone abbagliata.
Duncan, che se ne accorse, mi scompigliò giocosamente i capelli, sfoggiando un suo bellissimo sorriso da bambino. Restai rapita anche da quello, prima di tirargli la cresta.
"Ehi! Che fai!" 
"Vendetta!"
Cominciammo a giocherellare come due ragazzini, tirandoci i capelli e rotolando nel letto.
La lotta finì quando Duncan mi bloccò sotto di lui, guardandoci negli occhi.
"Duncan..." sussurrai sensualmente, facendolo avvicinare.
Quando fu abbastanza vicino da sentire quasi il suo respiro sulla mia pelle, sorrisi e...
"MA COME CAVOLO TI E' VENUTO IN MENTE DI DIRE QUELLE COSE A HEATHER?" lo sgridai, facendolo allontanare.
"C-che?" mi guardò confuso. Sì sarà spaventato...Avrò esagerato?
"Ora cercherà di rubarti per farmi ingelosire!" spiegai meglio la mia improvvisa reazione.
Il suo sguardo dapprima perplesso si trasformò in malizioso.
"Allora sei gelosa!" si riavvicinò lentamente a me.
"No!" ribattei secca, girando la testa per non guardarlo negli occhi.
"Ammettilo..." sussurrò al mio orecchio, accarezzandomi con un dito la mia guancia arrossata, facendomi venire i brividi.
"Duncan..." mormorai, per supplicarlo di smetterla.
"Ti da fastidio?" mi stuzzicò malizioso, continuando a passare il dito fino a dietro l'orecchio.
Trattenni un gemito di piacere. Basta, Duncan. 
Mi avvicinò di più a sé, baciandomi sul collo e lasciandomi qualche piccolo morso sullo stesso punto. 
Sorrise sulla mia spalla. "Cosa provi?" continuò a depositarmi una scia di baci sulla mia pelle candida e liscia, facendomi rabbrividire ancora di più.
"Che stai facendo?" cercai di chiedergli in un sussurro, spezzato dai gemiti che trattenevo per quel contatto tanto ravvicinato con Duncan.
"Sono drogato." sghignazzò piano, risalendomi lungo il collo fino al viso. "Mi sono drogato di te." disse, fiondandosi ardentemente sulle mie labbra, congiungendole con le sue.
Scese la mano sul bacino, accarezzandomi poi la coscia, portandosela sul suo fianco, mentre con l'altra mano mi teneva il viso più vicino a sé. Incrociai le  braccia sul suo collo, scompigliandogli lentamente i capelli con lo stesso ritmo di come le nostre lingue danzavano nelle nostre bocche.
Ci staccammo per sfilarmi la maglia del pigiama, ricercando subito le sue labbra per paura che scappasse via da me.
"Duncan..." sospirai, poggiando le mani sul suo petto per scansarlo.
"Mh?" chiese, ristaccandosi di malavoglia da me. 
Cercai i suoi occhi azzurri, perdendomici dentro.

"Ti amo." dissi.

Sorrise, prima di azzerare la breve distanza tra noi due.



--->Angolino dell'autrice pervertita<----

Ma ciao a tutti i miei cari lettori!
L'aggiornamento, eccolo!^^
Ve lo aspettavate che sarebbe entrata in scena Heather?
E....Scott e Gwen erano molto uniti! E Trent è OOC, lo so...^^"
Credo che tarderò un po' a mandare i nostri fuggitivi da Bridgette,
ho in mente tanti colpi di scena!
Ringrazio tutti quelli che mi hanno recensito fin dal primo capitolo! Ve se ama!*3*
Un bacino a tutti!



 
  
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