Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Lys3    27/01/2014    1 recensioni
Tutti a Capitol City amano gli Hunger Games. Tutti tranne Leo.
Lui è diverso, lo è sempre stato fin da piccolo, ma nessuno comprende le sue ragioni. E in un mondo così grande, così forte, lotterà nel suo piccolo per far valere le sue idee in una società travagliata da questi Giochi mortali.
Martia era una ragazza come tante altre. Questo prima di vincere gli Hunger Games. Ora lotta per non perdersi nei suoi incubi, per mantenere la sua famiglia che sta cadendo verso l'oblio e per dare a sé stessa una speranza di una vita migliore.
Dal testo:
“Siamo diversi. Apparteniamo a due mondi diversi. E questa cosa non cambierà mai. [...] Vuoi un ragazzo che ti salvi dagli Hunger Games, non uno il cui padre ha progettato la tua morte.” [...]
“Ti sbagli. Tu mi salvi dagli Hunger Games. Mi salvi dagli Hunger Games ogni volta che mi guardi, ogni volta che mi stringi la mano, ogni volta che mi sorridi. Ogni singola volta in cui tu sei con me, mi sento libera di nuovo, come se nulla fosse mai accaduto. [...]”
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Nuovo personaggio, Strateghi, Tributi edizioni passate
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 17 – Lei o lui?
 
Il mattino seguente, Martia fu svegliata molto presto.
Il telefono squillava insistentemente e lei non fece altro che chiedersi chi diavolo poteva essere a telefonare a quell’ora. “Pronto?” fece ancora assonnata.
“Buongiorno, la chiamavo per informarle di una cosa” rispose una voce gelida e stranamente familiare dall’altro capo del telefono.
“Chi parla?” domandò.
“Sono Ivon Hampfit.” Il sangue nelle vene della ragazza sembrò ghiacciarsi. “Volevo informarla che è previsto per domani mattina un festino, alla Cornucopia. Le consiglio di preparare qualcosa per i suoi Tributi. Mi farà avere il necessario domani mattina presto. Se le mancano i soldi cerchi degli sponsor alla festa di stasera. Oggi si riposi, sono stato informato del suo malessere.”
“Oh, sì. Certo… Grazie. Arrivederci.”
Quella conversazione l’aveva piuttosto scossa anche se non capiva il motivo. Forse era dovuto semplicemente al fatto che dall’altro capo del telefono c’era quello che una volta aveva tentato di ammazzarla.
Si alzò e si preparò in tutta fretta, per niente intenzionata a rimanere nell’albergo. Ma, nel salotto destinato unicamente ai Mentori del Distretto 4, - che si riduceva a un paio di divani, due poltrone, un tavolo e un enorme televisore – l’attendeva il suo Mentore che le ordinò di rimanere lì, dicendole che avrebbe pensato lui alle faccende pubbliche.
A malincuore Martia dovette accettare. Il Distretto 4 era già abbastanza sotto i riflettori, ultimamente.
Così rimase lì, a seguire gli Hunger Games e a meditare su cosa potesse servire ai suoi Tributi.
Roland se la passava bene, insieme al suo alleato del Distretto 8. Avevano cibo a sufficienza e si erano trovati un riparo in una zona dell’Arena dove erano praticamente soli.
Mags, invece, non se la passava bene. Si era insediata vicino a un fiume, dove poteva pescare facilmente dato che non era molto portata con la caccia, ma lì si affollavano spesso altri Tributi ed era spesso costretta a nascondersi, anche per giorni interi per evitare uno scontro nel quale aveva paura di soccombere.
Se la giornata di ieri non aveva visto nemmeno un Tributo morire, quel giorno annegò la ragazza dell’11, cercando di attraversare il fiume, e la ragazza del 5 perforò lo stomaco del suo compagno di Distretto con una freccia, dimostrandosi ancora più assetata di sangue di quanto non si credesse già. E il tutto, senza un motivo preciso.
Decise che avrebbe mandato un’arma a Mags, quale ancora non lo sapeva. La ragazza ne aveva un disperato bisogno dato che le era rimasto un solo coltello e si stava avvicinando il gran finale.
Riguardo Roland, era contenta di vedere che le medicine mandate avevano funzionato, facendo guarire una volta per tutte quel morso di serpente. Ascoltando i suoi discorsi, inoltre, apprese che aveva intenzione di rimanere in una zona isolata dell’Arena fino a quando sarebbe stato possibile. Così optò per mandargli dei fili per costruire reti per tenere lontani i nemici e qualche amo, che gli sarebbe sicuramente tornato utile.
Sapeva che l’arma di Mags sarebbe costata di più e non voleva fare favoritismi, ma a questo punto doveva per forza: lei aveva più probabilità di salvarsi, doveva cercare di fare in modo che sopravvivesse il più a lungo possibile.
Roland invece… Be’ lui fino a quando aveva con lui il suo alleato, Seth, poteva sperare di farcela, ma da solo non aveva speranze contro i Favoriti.
 
Quella sera, mentre i suoi stilisti la truccavano e agghindavano, sentì un nodo allo stomaco.
Era in ansia per quella sera, che sarebbe stata decisiva per i suoi ragazzi. Le servivano nuovi sponsor, perché l’assegno di Leo bastava a malapena per comprare quello che aveva deciso. E se poi uno dei due sarebbe rimasto ferito? Come lo avrebbe aiutato? I soldi dal Distretto non erano molti…
Era in ansia anche per Leo, che era letteralmente scomparso dopo quella sera dell’intervista.
Era strano che non l’avesse cercata, in nessun modo. Né chiamandola, né venendo a bussare alla sua porta o altro. Era una cosa che Leo avrebbe fatto. O almeno il Leo che conosceva.
“Su, dolcezza, sorridi un po’” disse uno dei preparatori vedendo la sua aria pensierosa. “E’ solo una sera come tante altre.”
Martia annuì, ma dentro di sé non poteva far altro che continuare a ripetersi che lui non c’era, quindi non sarebbe stata la stessa cosa. L’unica sera in cui non era stata con Leo a una festa del genere aveva finito per farsi male alla caviglia e piangere per metà della serata.
Fece un respiro profondo e si guardò allo specchio. Era pronta.
Ora, anche senza di lui, doveva farsi valere.
Alla festa sembrava esserci meno gente: stavolta vi erano solo i Mentori e i ricconi di Capitol City. Tutti coloro che non erano candidati ideali per sborsare soldi erano rimasti fuori.
Martia entrò nel giardino della villa con passo sicuro e con un finto sguardo deciso. In realtà avrebbe preferito essere da qualsiasi altra parte, piuttosto che lì.
Iniziò a gironzolare, assaggiando i vari piatti che le venivano offerti, fin quando non incontrò i due ragazzi che l’avevano tenuta compagnia l’altra sera: Jun e Sen.
Furono molto cortesi, si preoccuparono delle sue condizioni come se fosse stata una loro amica e alla fine offrirono una piccola somma di denaro, indirizzandolo specialmente a Roland.
Martia li salutò, dopo circa mezz’ora di chiacchiere, con l’intenzione di assaporare un po’ della musica della sala senza le risate isteriche dei due ragazzi nelle orecchie. Poco più in là un signore di mezza età la fermò, presentandosi come un ricco banchiere, e, dopo una lunga chiacchierata riguardo alle strategie dei suoi Tributi, le consegnò un assegno con una somma modesta da dividere tra Roland e Mags.
Martia credeva che tutto stesse andando per il verso giusto quando, passeggiando per il grande salone, si imbatté in Lana con il suo fidanzato. “Ciao, Martia!” cinguettò lei con voce assordante.
“Oh, ciao. Tutto bene?”
“Dovrei chiederlo io a te. Non sono stata io a svenire in dirette nazionale” rispose la ragazza.
Martia rise in modo nervoso, pensando che effettivamente la ragazza non si sbagliava. Avrebbe voluto chiederle dove fosse Leo, perché la sua assenza anche a quella festa la stava facendo preoccupare da impazzire, ma non voleva destare sospetti. “Come procede la serata?” si limitò a chiedere.
Lana si accigliò. “Ancora una volta dovrei essere io a chiedertelo. Non sono io a dover raccogliere i soldi per impedire che dei ragazzini muoiano. A che punto sei? Chi ha più soldi? Lui o lei?”
Martia si morse il labbro, tentando di tenere a freno la lingua. “Un po’ di più Roland, ma complessivamente bastano e avanzano per ora.”
“Strano” commentò lei. “A me sta più simpatica Mags. Tieni, prendi questi soldi e facci qualcosa di utile per lei” disse porgendole un assegno.
Di fronte a quel gesto tentennò, temendo qualche inganno. Ma alla fine, conscia che per Lana loro erano solo due conoscenti e niente più, prese l’assegno e lo intascò, ringraziando.
Mancava poco alla mezzanotte quando decise che era ora di andare.
Si stava annoiando a morte e aveva accumulato abbastanza denaro da non sentirsi in colpa. Si diresse verso l’uscita e, di fianco al cancello, vide Leo parlare con Verin.
Le sembrò che qualcuno le avesse dato un pugno al centro dello stomaco per la fitta improvvisa che avvertì e il cuore accelerò tempestivamente il battito.
Si finse calma e continuò a dirigersi verso l’uscita, respirando a pieni polmoni per calmarsi.
Fu Verin a chiamarla. “Ehi, Martia!”
Lei si voltò, fingendo di vederli solo in quell’istante. “Oh, ciao ragazzi. Da quanto tempo siete arrivati?”
Verin alzò le spalle. “Dall’inizio della festa o poco dopo. Tu invece? Non ti ho vista in giro.”
“Sono anche io qui da molto e me ne stavo giusto andando. Forse stavate troppo isolati per vedermi” commentò lei nascondendo la sua ira.
Solo dopo quella risposta trovò il coraggio di guardare Leo dritto negli occhi e vide che anche lui la stava fissando. Notò che aveva qualcosa di strano: se ne stava lì, impalato, rigido, con un bicchiere mezzo vuoto da una parte e la mano libera gli tremava un po’. Il livido vicino all’occhio stava guarendo.
A Verin non sfuggì la tensione tra i due e il fatto che lui non stesse dicendo niente, mentre solo qualche giorno prima era appiccicato a lei. “Vuoi rimanere un po’ con noi?” propose.
“No, grazie” rispose Martia gelida. “Devo andare. Domani mattina sarà una giornata impegnativa. Buonanotte” fece per andarsene, poi si voltò e disse a Leo: “Complimenti, comunque. L’occhio guarisce in fretta anche senza le vostre medicine all’ultimo grido.” Si girò e prese a camminare velocemente.
Sentì che Leo la chiamava ma non si voltò. Era ormai lontana dall’ingresso quando lui la prese per un braccio e la bloccò, parandosi davanti. “Martia, ascolta…”
“Non vedo di cosa potremmo parlare.”
“Non è come pensi. Posso venire da te stanotte?”
Martia rise, nervosa. Una risata isterica che risuonò sopra il sottofondo musicale della villa. “Hai una bella faccia tosta, lo sai? Cosa pensi che sia? La tua concubina? Fai quello che vuoi tutto il giorno e poi passi le notti a dormire nel mio letto? Scordatelo.”
“No, ascolta…” provò a prenderle la mano ma lei la tirò via in malo modo.
“Lasciami stare!” strillò liberandosi dalla presa. “E’ meglio per te che tu sparisca. Dico davvero. Sparisci e non farti più vedere perché io non pretendo molto da te, ma non puoi esigere di non farti vedere per giorni e poi di dormire con me. Ti saluto.” Si tolse le scarpe frettolosamente e, arraffando il vestito con l’altra mano, iniziò a correre verso l’albergo.
Leo non provò nemmeno a seguirla.
 
Martia era seduta nella Hall dell’albergo dove in teoria dovevano essere riuniti i Mentori per vedere questo festino organizzato dagli Strateghi. In realtà lì c’erano solo lei e il suo Mentore, che quella mattina aveva comprato le cose da spedire ai ragazzi, e i Mentori dei Tributi del 12.
Stava iniziando.
Era comparso un tavolo grande alla base della montagna che portava alla Cornucopia. Ogni Tributo aveva un sacco o zaino con il proprio nome.
A farsi coraggio per primo fu il Tributo del 10, che arraffò lo zaino indisturbato e scappò via.
I problemi arrivarono dopo: la ragazza del 12, che probabilmente aveva quindici-sedici anni, uscì allo scoperto, tentando di arraffare lo zaino il più veloce possibile. Ma una freccia della ragazza del 5 le attraversò la gola.
I Favoriti rimasti, ovvero il ragazzo dell’1, la ragazza del 2 e quella del 5, uscirono allo scoperto, gridando per il trionfo. Si appropriarono dello zaino della ragazza e dei loro e poi si nascosero dietro al tavolo.
“Merda…” bisbigliò Martia sottovoce mentre tutti fremevano per l’attesa. Nessun Tributo, uscendo dalla foresta li avrebbe visti. Avrebbe notato il cadavere della ragazza, gli zaini mancati e avrebbe pensato che erano andati via. Un agguato perfetto.
A uscire allo scoperto fu la ragazza del 3 che, non appena provò a prendere lo zaino, fu afferrata dalla ragazza del 2. Ma aveva una sorpresa: cacciò un coltello dalla tasca e lo conficcò nel braccio del Tributo del 2, trapassandolo. E mentre lei si contorceva a terra, ne approfittò per scappare.
Roland e Seth colsero il momento per uscire mentre gli altri due Favoriti erano impegnati con la loro compagna. Seth fu veloce, prese lo zaino e corse via, ma Roland, non al massimo della forma, ci impiegò di più: la ragazza del 5 lo vide e gli piantò una freccia nel polpaccio. Cadde a terra, con un urlo straziante.
“Seth! Aiuto!” urlò all’amico che era poco più avanti. Lui si voltò, lo guardò e corse indietro. Inaspettatamente prese lo zaino e gli disse: “Mi dispiace, c’è un solo Vincitore” e corse via.
Martia rimase a bocca aperta di fronte la scena. Avrebbe voluto intervenire di persona, aiutare il piccolo Roland mentre il ragazzo dell’1 correva verso di lui pronto a sgozzarlo.
Vide le lacrime scendere sul volto del ragazzo. Dolore, non per il polpaccio, non per la consapevolezza della propria morte, ma per il tradimento subito.
In quel momento Mags si affacciò dal folto della foresta e vide il suo compagno di Distretto a terra, con il viso bagnato dalle lacrime che cercava di trascinarsi lontano dal suo assalitore. La ragazza iniziò a corrergli incontro e disarmò rapidamente il ragazzo dell’1. Lottarono un po’, l’uno contro l’altra, mentre la ragazza del 5 provava a fronteggiare il grosso ragazzo del 12 che aveva evitato le sue frecce.
Mags colpì il ragazzo dell’1 alla gola con l’elsa del coltello, facendolo boccheggiare. Giusto in tempo per aiutare Roland a rialzarsi. Era appena in piedi quando il Tributo dell’1, rialzatosi, si avventò su di loro, perforando lo stomaco di Roland.
Mags riuscì a ferirlo a una gamba e a farlo allontanare, ma Roland cadde a terra e, con un solo rantolo, morì, sputando sangue dalla bocca e macchiando l’erba di rosso.







Salve gente! Eccomi di nuovo qui. Questo capitolo è un po' lungo, ma davvero non ne potevo più di fare capitolo miscuoli per un totale di 346219374 capitoli in totale. E' ora di dare un taglio a questa storia.
Vi piace come capitolo? Ci terrei molto a sentire la vostra opinione.
Vorrei aggiungere una cosa, che probabilmente non ho detto precedentemente: il personaggio di Mags corrisponde al personaggio della Collins (ovviamente) ma la sua storia ho deciso di cambiarla. Non so se avete notato ma le differenze con la Mags del libro sono molte. Spero la cosa non vi turbi. Spero di ricevere qualche recensione, anche con parolacce o insulti nel caso in cui la storia faccia schifo, ma voglio almeno sapere cosa ne pensate :D a presto!

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Lys3