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Autore: Emily Kingston    27/01/2014    6 recensioni
Herimione Granger | Ron Weasley | Terzo Anno
- Harry non è ancora arrivato? –
- Harry?! – chiese confuso.
Ginny divenne color peperone al solo sentirlo nominare e si allontanò, dicendo che aveva visto un bellissimo quaderno alla vetrina del Ghirigoro.
- Oh, giusto, Harry – si riprese, aveva dimenticato di aver mentito su chi doveva incontrare.
Be’, sperava di incontrare anche lui, in effetti, ma non era propriamente il ritardatario contro quale stava imprecando da dieci minuti buoni.
- Ron! – si voltò.
No, non era decisamente Harry che stava aspettando.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Emi's corner
Questa storia è datata 2011 ed è tornata nelle mie mani dopo una serata di 'spulciamento' (perdonatemi la licenza poetica), alla ricerca di una folgorante ispirazione. 
Quando l'ho scritta sono quasi sicura che fosse stato un Romione fact a farmi da spunto o qualcosa del genere, ma ora come ora non posso esserne certa al cento per cento. Fatto sta che, dopo averla corretta un po' e riveduta in alcuni punti, ho pensato che mi avrebbe fatto piacere pubblicarla per avere dei pareri esterni. 
E' una breve shot senza pretese, con l'unico scopo di far sorridere qualche Drunk sfegatata come me su un giovane Ron impacciato e un amore nascente. 
Nel mio immaginario la storia si svolge nell'estate tra il secondo e il terzo anno di Harry, Ron e Hermione, quindi i ragazzi hanno tredici anni e Hermione quasi quattordici (essendo nata nel '79). 
Buona lettura a tutti!

 



 
Accidentally

Il via, vai continuo di gente che c’era nelle ultime settimane d’Agosto a Diagon Alley l’aveva sempre un po’ infastidito.
Vecchie streghe dai lunghi e crespi capelli grigi che si aggiravano furtive con enormi calderoni tra le mani, alti maghi allampanati che andavano da un negozio all’altro alla ricerca delle cose più strane per i loro esperimenti (quelli con la lunga barba d’argento, la veste “all’antica” e gli occhialini tondi o a mezzaluna erano quasi sempre alchimisti).
Ogni tanto scappava fuori anche qualche folletto che andava alla Gringott ed era pieno di ragazzini in età da Hogwarts che affollavano il negozio di Madama McClain, il Ghirigoro e il Serraglio Stregato, dal quale uscivano con le specie più assurde di animali - dai gufi alle buffe Puffole Pigmee.
Sbuffò, lanciando uno sguardo all’orologio sopra il bancone di Florian: non era da lei fare ritardo.
Il sole batteva fastidioso e il piccolo ombrello non riusciva a placare il calore dei suoi raggi.  Era certo che, presto o tardi, la testa gli sarebbe andata a fuoco.
- Vuoi qualcosa? – Florian si avvicinò a lui, sorridendo.
Florian Fortebraccio era un mago magro, di media statura, con un lungo codino di lisci capelli castani, il naso leggermente adunco e due ridenti occhi grigi.
Scosse la testa, dicendogli che avrebbe aspettato ancora un po’.
Vide passare Seamus Finnigan e Dean Thomas, alcuni suoi compagni Grifondoro, diretti a I migliori articoli per il Quidditch.
- Hanno in mostra una Firebolt! – avevano esclamato, tutti eccitati.
L’aveva sentito dire da Fred e George, diciamo pure che non parlavano praticamente d’altro da quando erano tornati dalla vacanza in Egitto, a parte che erano arrivati nuovi scherzi da Zonko e che, quell’anno, ci sarebbe stato da divertirsi.
Lui, però, si era limitato ad alzare le spalle di fronte a Dean e Seamus, dicendo che stava aspettando sua madre.
Merlino solo sapeva quanto avrebbe desiderato vedere una Firebolt, una vera Firebolt, ma se lei fosse arrivata e non l’avesse trovato lì l’avrebbe sicuramente trasformato in una spazzola da scarpe, o peggio, in un orologio, come aveva tante volte minacciato di fare la professoressa McGranitt.
Rabbrividì alla sola idea.
- Sei sempre qui? – Ginny e sua madre si avvicinarono, guardandolo sospettose.
- Harry non è ancora arrivato? –
- Harry?! – chiese confuso.
Ginny divenne color peperone al solo sentirlo nominare e si allontanò, dicendo che aveva visto un bellissimo quaderno alla vetrina del Ghirigoro.
- Oh, giusto, Harry – si riprese, aveva dimenticato di aver mentito su chi doveva incontrare.
Be’, sperava di incontrare anche lui, in effetti, ma non era propriamente il ritardatario contro quale stava imprecando da dieci minuti buoni.
- Ron! – si voltò.
No, non era decisamente Harry che stava aspettando.
Sua madre si eclissò con un sorrisetto malizioso, avvicinandosi a Ginny, che aveva smaltito il rossore, e allontanandola da quella zona.
Hermione arrivò trafelata davanti al piccolo tavolo rotondo, tenendosi la pancia.
- Alla buon’ora! – sbottò, alzandosi.
Lei lo guardò afflitta.
- Lo… so… colpa… di… mia madre – ansimò, ravviandosi i ricci ribelli.
Ron si prese un attimo per guardarla.
Era molto abbronzata e aveva tagliato i capelli; adesso, al posto della massa informe di ricci che le arrivavano fino a metà schiena, aveva un taglio alla spalla, più composto e meno indisponente.
Ron fece un gesto di stizza con la mano, come a voler cacciare un brutto pensiero.
Si avvicinò a lei che respirava ancora irregolarmente a causa della lunga e affannosa corsa.
Gli occhi di Ron caddero miseramente sulla sua maglietta, o meglio, sullo scollo della sua maglietta1
Raggelò.
Se Hermione l’avesse visto l’avrebbe sicuramente ucciso, anzi no, l’avrebbe rinchiuso in una stanza, legato ad una sedia e poi avrebbe fatto apparire un grosso ragno peloso, lasciandoli soli a conversare.
Un brivido freddo gli percorse la spina dorsale al solo pensiero.
Ma lui non aveva mai visto Hermione senza divisa, la divisa che lei teneva forzatamente abbottonata fino all’ultimo maledetto bottone.
Come faceva lui a rendersi conto che la sua amica stava crescendo? Doveva ridursi a momenti come quello, rischiando la vita, per giunta!
Santo Merlino!
Imprecò mentalmente contro il vecchio mago medioevale, prima che la ragazza lo abbracciasse, stringendolo fraternamente.
Ron rimase rigido nel suo abbraccio, arrossendo fino alla punta delle orecchie. Solo quando sentì la risatina inconfondibile di Fred e George, si decise a cercare la sua guancia tra la sua capigliatura per stamparle un amichevole bacio.
Sputacchiò capelli per qualche minuto, finché qualcosa di morbido non incontrò la sua bocca.
Qualcosa di umido, qualcosa che non sembrava affatto una guancia.
Sobbalzò.
Adesso Hermione avrebbe sicuramente lasciato che un ragno lo divorasse! Ma lei sorrideva radiosa, forse non si era accorta di nulla, in fondo, non era mica stato niente di che, solo un bacetto accidentale, neanche era durato tanto.
Sì, solo un bacetto accidentale, inutile preoccuparsi.
Si sedettero, l’uno con le orecchie rosse e l’altra tranquilla e sorridente.
- Che vi porto ragazzi? – Florian si avvicinò di nuovo al loro tavolo, sorridendo.
Ron avrebbe tanto voluto un bicchiere di Whisky2.
Represse il pensiero ancor prima di accorgersi di averlo realmente formulato, come se Hermione potesse fargli una ramanzina sull’alcool e i problemi anche solo per aver pensato a bere del Whisky.
- Io fragola e limone – rispose con l’aria di uno che è stato rincorso, e acchiappato, da un Bolide Furfante.
- Io yogurt e vaniglia –
Florian si congedò con un sorriso tornando poco dopo con i due gelati tra le mani.
Hermione sembrava ancora relativamente tranquilla, mentre mangiava il suo gelato e giocherellava con una ciocca di capelli.
Forse l’aveva preso per un maniaco sessuale, per questo si comportava così; mangiava il gelato tranquillamente per ostentare nonchalance, ma si arricciava i capelli perché era nervosa, tesa, impaurita.
Scosse la testa, i suoi fratelli non avevano poi tutti i torti nel dire che era un po’ idiota. Okay, forse più di un po’, in alcuni casi.
O forse le era parsa una cosa così spiacevole e fuori luogo che voleva fingere che non fosse accaduto e questo implicava l’ignorarlo.
Hermione alzò lo sguardo e gli sorrise.
Ah, al diavolo, almeno l’aveva baciata.




Ovviamente Ron non è un piccolo pervertito, ma solo un tredicenne con gli ormoni che iniziano ad andare in subbuglio e una migliore amica di quattordici anni il cui corpo sta cambiando. Personalmente, penso sia normale che, ogni tanto, gli cada un po' l'occhietto, come a tutti i ragazzi. 
Ovviamente di nuovo, Ron ha solo tredici anni, non è che sta sognando di ubriacarsi, ho solo voluto fare un paragone. In quel momento si sentiva come uno che vuole del Whisky per dimenticare tutto quello che è successo, non è che veramente desiderava bere del Whisky. 
   
 
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