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Autore: firephoenix    28/01/2014    4 recensioni
Arieccomi gente! Visto l'inaspettato successo di Maka Red Riding Hood ho deciso di cimentarmi in un'altra long simile dove Maka e gli altri personaggi di Soul Eater si ritroveranno catapultati niente meno che nel paese delle meraviglie! Già, già! Spero che vi piaccia! ;)
"Che diavolo sto facendo? Sono impazzita? Stressata mi passai le mani tra i capelli e sugli occhi e calpestai qualcosa di piccolo e tondo. Alzai il piede trovandomi davanti una piccola boccetta di vetro blu. La presi. “BEVIMI” c'era scritto sopra. Mi lasciai sfuggire una risata sarcastica mentre la soppesavo con la mano.
«Fanculo!» esclamai e la svuotai in un sorso."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Com'è che iniziava quella poesia? Quella che avevo letto appena una settimana prima in classe e che mi sembrava di aver letto anni e anni fa? Ah già.
Tutto è così silenzioso intorno a me e la mia anima è così tranquilla.”
Iniziava così, con le riflessioni di un uomo che stava per togliersi la vita. Ricordo di essere rimasta basita di fronte a quel testo; come poteva una persona prossima al suicidio pensare una cosa del genere? Mi ero chiesta. Era disumano, era arrendevole, e io non sopportavo arrendermi.
Eppure ora, appoggiata sulla terrazza bianca di un castello delle fiabe, ad aspettare l'alba immersa in un'irreale tranquillità insieme a ragazzi e ragazze molti dei quali a me sconosciuti, forse riuscivo a comprendere quel passo, quei versi che mi avevano inquietato. Il protagonista non si stava arrendendo, aveva capito quale era il suo destino e aveva deciso di intraprenderlo anche se conduceva dritto alla morte. O forse era solo un pazzo.
Quale fosse il mio caso tra questi?
Il sole sorse all'orizzonte tingendo le nuvole di un piacevole colore oro-aranciato.
Lo avrei scoperto molto presto.
Strinsi la ringhiera della terrazza così forte che le mie nocche sbiancarono. Soul di fianco a me mi batté due volte la mano sulla schiena in modo consolatorio.
«Vinceremo non essere nervosa» mi disse poi in tono strafottente senza però riuscire a nascondere un lieve tremore e soffermando le sue dita sulla mia scapola sinistra più del dovuto, come in una carezza.
«Non sono nervosa, sono determinata» presi una lunga boccata d'aria. Orgogliosa lo ero di sicuro.
Soul non fece in tempo a rispondere alcunché, che all'orizzonte in lontananza una colonna di fumo prese a vorticare e ad alzarsi precipitosamente verso il cielo color pesca. Avvertii il mormorio sommesso dalle persone sulla terrazza e con la coda dell'occhio vidi Tsubaki affiancarmisi per guardare meglio il tremendo spettacolo di fumo nero che improvvisamente si deformava rivelando la forma di un uomo imponente con in mano una sorta di bastone e con una corona in testa. Un istante dopo la figura scomparve così com'era arrivata.
«La guerra è ufficialmente aperta. Andiamo a combattere» annunciò la mora sconsolata e la fine ebbe inizio.

 

«Cosa voleva dire l'uomo di fumo nero?» chiesi a Tsubaki mentre aspettavo il mio turno per entrare nel portale azzurro aperto da Excalibur.
«È una specie di tradizione. Il posto dove stiamo andando è la pianura desolata dove sono state combattute tutte le guerre del paese delle meraviglie. Si chiama Grande Scacchiera e ne capirai il perchè quando la vedrai. Comunque sia, quello che ha fatto comparire Medusa è il re nero, un pezzo degli scacchi come ben saprai, e significa semplicemente che lasciano a noi la prima mossa con i bianchi»
«Capisco» annuii e insieme avanzammo verso il vortice azzurro biancastro che dava apparentemente nel nulla, ma che ci avrebbe condotti al campo di battaglia. Cercai Soul con lo sguardo e lo notai proprio mentre entrava nel portale.
«Andrà tutto per il meglio me lo sento» Tsubaki mi sorrise dolcemente, ma riconobbi nella sua voce quel misto di preoccupazione e ansia che la contraddistingueva. Annuii.
Poi, senza darmi il tempo per eventuali ripensamenti, mi gettai a capofitto nel portale.

 

La prima cosa che percepii fu il trambusto di uomini e donne che parlavano e il clangore di spade che stridevano insieme all'accozzaglia di armature indossate dall'uno e dall'altro esercito. Solo dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte per abituarmi alla luce del sole mi accorsi del panorama da brivido: mi trovavo all'angolo sinistro della scacchiera più grande che la mente umana potesse concepire; era disegnata su di una pianura secca e giallastra come un enorme prato che non veniva annaffiato da anni. Le pedine erano giganti, solo i pedoni erano alti come una casa a due piani e delle altre pedine faticavo a vederne la cima.
Come anticipatomi da Tsubaki eravamo nel lato dei bianchi, mentre l'esercito di Medusa stava coi neri; cercai di glissare sul fatto che sembrassero molto più numerosi di noi.
«Maka» la voce di Soul giunse inconfondibile alle mie orecchie. Lo vidi avvicinarsi con in mano un'armatura bianca che faceva perfetto pendant coi suoi capelli nivei «Indossala, non è pesante, ma è resistente e ti proteggerà almeno la parte superiore del corpo»
«Tu non la metti?» gli chiesi mentre mi aiutava a legarmela addosso.
«Hai mai visto una falce con l'armatura?» ghignò «E poi se la avessi sarei talmente figo che ammalierei tutti e vinceremmo subito»
Feci una smorfia per trattenere il sorriso che mi si affacciava sulle labbra.
Mentre mi stringevo i codini e mi sistemavo ripensai alla sera prima; ci eravamo allenati qualche ora e mi ero sorpresa a scoprirmi più brava di quanto pensassi. Certo, non ero la campionessa mondiale, ma con l'aiuto di Soul magari non sarei morta prima ancora di cominciare a combattere. Sospirando alleggerii la mia mente da quei pensieri e tesi una mano verso l'albino.
«Vorresti concedermi l'onore di questo ballo?» gli sorrisi divertita.
«Non aspettavo altro che me lo chiedessi» ghignò ancora e, stringendomi la mano, si trasformò in una falce: l'unico fascio rosso in quel bianco surreale.

 

Una volta che fummo tutti pronti Tsubaki mi condusse accanto a sé, in prima linea, ed iniziammo ad avanzare verso il centro della scacchiera, imitati corrispettivamente dai nostri nemici. Non so perchè, ma mi sembrava tutto troppo calmo; intendiamoci... guerra? Mi sarei aspettata come minimo assalti e urla in stile Black*star uno contro l'altro e un casino da fondere i timpani. Invece c'era un silenzio irreale, quasi forzato, e non saprei dire quale delle due situazioni avrei preferito.
E poi la vidi. Avanzava di fronte a noi vestita di nero, senza armatura o alcuna protezione che non fosse il suo viscido ego: Medusa.
Mi avevano chiesto prima di incamminarci se volessi un elmo, avevo rifiutato; volevo che quella bastarda mi guardasse bene in faccia prima di morire. Strinsi con forza Soul e, non so bene come, ma percepii che ricambiava i miei stessi sentimenti e il mio stesso odio.
«Mi occupo io di Medusa» fece Stein armato di una lunga spranga di metallo e della sua solita sigaretta quasi leggendomi nel pensiero «Non è la prima volta che ho a che fare con delle streghe... sono soggetti al quanto... interessanti» un lampo sinistro gli passò tra le lenti degli occhiali.
«Ma...» feci per protestare. Avrei voluto occuparmi io di lei.
«Ho la sensazione che dovrai affrontare qualcos'altro, Maka, forse qualcosa di peggio» mi interruppe e Tsubaki annuì mesta come a dire che condivideva la stessa preoccupazione.
«Di tutti gli altri ci occuperemo io e il mio esercito. Nessuno può sconfiggerci» fece poi Black* star sorridendo sicuro, anch'egli in prima fila. Stavo per chiedere loro cosa potesse esserci di peggio di Medusa quando vidi la mora trasalire e, seguendo il suo sguardo, notai una figura ancheggiante accanto alla “Regina Rossa”. Blair si spostò i lunghi capelli viola dietro le spalle con una mano, guardandoci con aria lasciva. Ormai ci separavano pochi metri e riuscivo a vedere il sorriso compiaciuto sulle sue labbra traditrici. Mi fece “ciao ciao” con la manina e strizzò un occhio. Stronza.
Stavo per urlarle dietro un intero vocabolario di parolacce quando tutti si fermarono. Eravamo al centro del campo di battaglia, faccia a faccia col nemico. Il silenzio era pesante e palpabile come la tensione.
«Medusa» disse Tsubaki e la sua voce suonò per tutta la scacchiera.
«Cara Regina Bianca» la strega accennò un falso inchino irrisorio.
«Questa guerra è inutile. Ritirala e molte vite saranno risparmiate» tipico di Tsubaki proporre la pace. Medusa rise sprezzante.
«Prima o poi moriamo tutti, no?»
«È davvero necessario?» tentò ancora la mora.
«Assolutamente si! Devo mostrarvi il mio nuovo gioiellino» rispose la strega assottigliando gli occhi in maniera raccapricciante «Tesoro mio, vieni avanti non essere timido»
Dalle retrovie emerse barcollando una figura magra e molle, fissava insistentemente per terra, trascinando i piedi e lasciando che i capelli rosa tagliati apparentemente senza alcuna regola gli coprissero buona parte della faccia. Indossava un vestito lungo e nero col collo alto e bisbigliava frasi senza senso quasi come non si accorgesse di ciò che gli succedeva attorno. Era la persona più strana che avessi visto in vita mia.
«Ma è maschio o femmina?» mi sussurrò Soul con voce metallica, facendomi quasi strozzare per non scoppiare a ridere. Un po' di contegno, Maka! Poi la figura alzò il capo e ogni briciola di ilarità mi fu aspirata via dal corpo. I suoi occhi neri e vuoti si fissarono su di me ed io riuscii quasi a sentire i muscoli di coloro che mi circondavano contrarsi.
«Su Chrona, non essere maleducato. Dì qualcosa» fece Medusa con falsa gentilezza. Con estrema lentezza la testa di Chrona girò a scatti come un ingranaggio verso la donna.
«Ma io... non so come comportarmi» sussurrò con voce flebile ed un brivido mi percorse la schiena.
«Lascia parlare me allora! Dai!» una voce sgradevole giunse dalla seconda linea. Allungai il collo per capire chi avesse parlato, ma non vidi nessuno farsi avanti.
«No...» cercò di imporsi debolmente Chrona.
«Come se avessi bisogno del tuo permesso!» disse ancora la voce, dopodiché il corpicino esile del ragazzo iniziò ad essere percosso da forti spasmi e convulsioni e la sua schiena prese a deformarsi. Inorridii di fronte a quello spettacolo raccapricciante; vidi Tsubaki coprirsi la bocca, Black*star fare una smorfia schifata, Kid distolse lo sguardo mentre Liz copriva con le mani il viso della sorella minore ed io fissavo con la bocca aperta una montagna informe nera con due sfere bianche al posto degli occhi emergere tra le scapole del ragazzino sfinito.
«Finalmente! Stupido, idiota!» sbuffò poi colpendo Chrona sulla testa «Io sono Ragnarok, chi è che dobbiamo uccidere, eh?»
«Me» prima di pentirmene le parole erano scivolate fuori dalla mia bocca e udite da tutti. Per un attimo un baccano indistinto tra lamentele ed imprecazioni riempì il campo di battaglia «Mi avete detto che avrei dovuto affrontare qualcosa di peggio di Medusa... credo che non vi sia altro da aggiungere»
«Oh, Maka cara! Pensavo che non ti avrei più rivista» la strega mi sorrise beffarda.
«E io pensavo di ucciderti con le mie mani. Siamo rimaste deluse entrambe a quanto pare»
Percepii il ghigno di Soul affianco a me.
«Chi sei? Io... io non ti conosco...» Chrona mi fissava smarrito.
«Mi chiamo Maka Albarn e...»
«Non so come comportarmi coi tuoi codini...» cos'è un insulto?
«Non devi comportarti in nessun modo, razza di idiota! Uccidila!»
Feci roteare Soul tra le mie mani e mi misi in posizione di attacco cercando di non dare a vedere quanto fossi nervosa.
“Andrà tutto bene, non sei sola” la voce di Soul giunse direttamente nella mia mente. Se fossi stata in qualsiasi altra situazione lo avrei preso a calci nel culo anche solo per averci provato ad entrare nella mia testa, in quel momento però gli fui solo grata.
“Lo so” pensai e seppi che mi aveva sentito.
«Dimentichi che spetta a voi la prima mossa» ghignò Medusa. Mezzo secondo dopo un lampo di luce attraversò la distanza tra i due eserciti e venne fermato di riflesso dalla mano della “Regina Rossa” che perse immediatamente la sua espressione falsa in favore di uno sguardo di odio puro. Medusa si fissò il palmo dal quale scorse un piccolo rivolo di sangue e lasciò cadere il bisturi.
«Scacco» ghignò Stein e la guerra ebbe inizio.

 

Mi rimangiai tutto quello che avevo detto prima sulla tranquillità.
Ci lanciammo direttamente gli uni contro gli altri con così tanto ardore che quasi persi di vista Chrona... almeno finché dalla sua schiena non si alzarono un paio di orribili ali nere e lui si sollevò, dirigendosi verso il margine della scacchiera. Lo seguii.
Per la strada abbattei e stordii diversi soldati di Medusa un po' grazie a Soul ed un po' grazie ai miei anni di karate che di certo non mi furono di peso.
“Guarda i loro occhi, Soul! Sono come quelli di Kid!” pensai mentre colpivo uno di loro col manico della falce, atterrandolo.
“Sono ipnotizzati... combattono contro la loro volontà” mi rispose ed io provai l'ennesima ondata di disprezzo verso la strega. Finalmente, dopo parecchi avversari, giungemmo al confine della scacchiera ansanti e sudati ed io ebbi la brillante idea di guardare il campo di battaglia; per poco non mi venne un infarto. Gli uomini non erano gli unici a combattere quella guerra; davanti ai miei occhi le enormi pedine del gioco si muovevano, distruggendosi a vicenda come se un'entità invisibile stesse conducendo una partita a scacchi. Grazie al cielo gli enormi cocci rotti che esplodevano quando una pedina “mangiava” una sua simile svanivano prima di toccare il suolo (ovvero prima di sfracellarsi sulle teste dei soldati) e si materializzavano ai bordi del campo. Proprio accanto a me giaceva una grande testa di uno dei due cavalli neri rivolta verso l'alto, decisi di salire sopra i cocci alla base del suo collo per per avere una visuale migliore della scacchiera.
Spada contro spada i due eserciti avanzavano l'uno addosso all'altro senza tregua; notai Tsubaki con la sua chioma nera raccolta in una coda alta, spalla a spalla con Black*star, vidi il perfetto (e simmetrico) gioco di squadra di Liz, Kid e Patty, scorsi anche Kim, la ragazza dai capelli rosa, abbrustolire tre soldati grazie ad una specie di lanterna (Soul mi spiegò poi che Jacqueline, l'amica di Kim, aveva le sue stesse capacità) ed infine, ancora esattamente al centro del campo di battaglia, a metà tra una casella nera ed una bianca, mi si mostrarono Stein e Medusa, intendi in una danza mortale tra colpi magici e arti marziali. Erano così veloci che il mio occhio faticava a seguire i loro movimenti e nessuno dei due sembrava prevalere sull'altro. Poi un urlo raccapricciante mi portò alla realtà. Girai la testa di scatto e notai subito la figura di Chrona, con le ali nere ancora spalancate dietro di sé ed un'enorme spada nera che gli penzolava tra le mani, stagliarsi contro il cielo azzurro barcollando sopra il naso del cavallo, parecchi metri sopra di me.
«Forza, cretino! Uccidila!» urlò Ragnarok, e con un salto scomposto al quale nessun essere umano sarebbe sopravvissuto, Chrona si lanciò dal muso della pedina e atterrò con un frastuono davanti a me, provocando un'onda d'urto che per poco non mi fece cadere a terra. Senza ulteriori esitazioni il ragazzino mi scaraventò addosso la spada nera che riuscii per un pelo a parare con Soul, avvertendo il suo dolore come mio; dopodiché mi affrettai ad allontanarmi velocemente da lui con un salto all'indietro ed il fiato corto.
«Sai? Il mio sangue è nero...» sussurrò Chrona, poi mi attaccò ancora, questa volta ero più preparata, così lo schivai velocemente, passando sotto la sua spada e ruotai fulminea la falce per colpirlo alle spalle, mietendo il nulla. Chrona era sparito.
“Cazzo, è veloce!” imprecò Soul. Non feci in tempo a rispondere che un nuovo attacco arrivò dall'alto. “Maka!” l'urlo rimbombò nella mia mente mentre alzavo immediatamente la falce sopra la testa e paravo l'affondo del ragazzino, creando due profondi solchi dei miei piedi nel collo del cavallo. Pregai che non mi cedessero le ginocchia. Poi Chrona caricò nuovamente ed io, schivandolo, mi lanciai contro la curva a elle tra il collo ed il muso dell'animale di alabastro; prima di pensare se fosse la cosa giusta da fare, usai la parete come base per slanciarmi e saltai all'indietro mietendo l'aria con la falce e, per mia fortuna, non solo quella.
Chrona non fece una piega mentre osservava il suo sangue nero come l'inchiostro scivolargli lento giù da un fianco ferito; la cosa non mi piacque neanche un po'. Un istante dopo infatti il suo sangue che sgorgava iniziò a ribollire e, fluttuando nell'aria, si divise in centinaia di spilli appuntiti. Chrona sorrise in modo disumano.
«Il mio sangue è nero...» sussurrò.
“Scappa!” mi urlò Soul; mossi appena due passi e l'insieme di aghi mi piombò addosso.
Mi graffiarono gambe, braccia, viso, rigarono l'armatura e mi tagliarono parte dei codini, ma riuscii per miracolo a nascondermi dietro ad un coccio della pedina, salvandomi la vita.
“Maledizione, ma cosa cavolo è quel tipo?”
Nuovamente l'attacco di Chrona arrivò all'improvviso, tranciando in due il masso dietro il quale mi ero riparata. Colta di sorpresa scivolai all'indietro e, non trovando alcun appiglio col piede, rovinai giù dal collo del cavallo fermandomi solo quando andai a sbattere la schiena contro una superficie frastagliata. Mi massaggiai i muscoli indolenziti gemendo dal dolore e mi accorsi di essere caduta in un angolo nero della Grande Scacchiera con le spalle ancorate alla mezza testa di un alfiere bianco. Avrei dovuto alzarmi e scappare, se Chrona fosse atterrato lì in quel momento sarei morta di sicuro in quell'angolo; invece, che un fulmine mi colpisca, mi misi a ragionare.
“Soul! Tu hai del sangue nero in corpo giusto?”
“Maka che cavolo fai? Togliti di lì! Ti stai mettendo in trappola da sola!”
“Rispondimi!”
“Si! Lo ho! Adesso alzati!”
“Credo... Soul credo che il sangue nero sia ciò che rende così forte Chrona... non c'è un modo in cui possiamo sfruttare il tuo?”
“Non lo so... forse si, ma non so quanto possa funzionare”
“Dobbiamo provarci o non riusciremo mai a batterlo. Soul... qualunque cosa tu debba fare io... non ti lascerò mai. Sono con te fino alla fine”
“Maledizione, Maka! Ti preferisco quando mi urli addosso. Almeno non sono costretto a pensare cose tremendamente poco cool come il fatto che ti amo”
Avvampai e il mio cuore perse un battito. Santi numi lo ha detto!
“Maka, adesso mi abbandonerò al sangue nero... non so cosa succederà a te ne a me, ma... spero che riusciremo a venirne fuori. Ehi, cavolo! Ovvio che ci riusciremo!”
Sorrisi ancora un po' imbarazzata.
«Grazie, Soul» dissi ad alta voce, poi chiusi gli occhi.
Chrona atterrò in quel momento davanti a me, impugnò la spada a due mani e, dopo averla alzata sopra la testa, la abbatté con un urlo su di me. Il battito del mio cuore mi rimbombò in testa come uno sparo e all'improvviso non ero più me stessa, non ero più la ragazza secchiona e coraggiosa che tutti conoscevano.
Io. Ero. Follia.
Ancora seduta, alzai le gambe fulminea e fermai la spada nera di Chrona con i piedi. Il rumore del sangue nero contro le mie scarpe si diffuse come un'onda su tutta la pianura e, mentre il ragazzino dai capelli rosa spalancava gli occhi ed iniziava a tremare, io cominciai a ridere senza freno. Eravamo immobili, in stallo.
«Che... che cosa hai fatto? Pe-perchè non muori? Io non so cosa fare...» poi caricò e mi colpì ancora nello stesso punto «NON SO COSA FARE! NON SO COSA FARE! NON SO COSA FARE!» urlò senza mai smettere di colpirmi e senza sortire alcun effetto che non fosse farmi ridere ancora più forte. Improvvisamente però il sorriso mi scomparve dalle labbra, mi sollevai velocemente e bloccai la sua spada a mani nude. Guardai il mio sangue rosso scorrermi insieme a quello nero sui polsi, ma non faceva male, proprio no, neanche un po'. Lasciai una mano sulla lama e con l'altra mi abbassai a prendere la falce della quale mi ero quasi dimenticata.
«Muori» proferii sorridendo dolce e, con un gesto del braccio piuttosto scoordinato, tranciai Chrona a metà.
Davanti a me, il corpo del ragazzino prese a vorticare e, con un urlo disumano, scomparve per sempre.
«Yu-uuuuuu! Ho vinto, ho vinto!» esultai iniziando a saltellare nel campo di battaglia tra giganti che si distruggevano e persone che combattevano fino alla morte.
Poi successe l'inaspettato:
«Ok ragazzi! Com'è noiooooso fare i cattivi, non vi pare? Su, su! Svegliatevi!» ordinò Blair in piedi sopra un pedone. Improvvisamente la testa iniziò a farmi male tanto che pensai potesse scoppiarmi. Mi afferrai il capo tra le mai, lasciando cadere la falce, e crollai sulle ginocchia; un vorticare infinito di voci mi turbinavano nella mente: “Maka! Maka mi senti?” “Follia, follia, follia” “Afferra la mia mano” “Non lasciarti andare ti prego” “Abbandonati a me, Maka” “Più potente, più potente!” “MAKAAA!”
La voce di Soul mi colpì come uno schiaffo in faccia. Trasalii respirando più aria che potessi, come se fossi rimasta in apnea. L'albino, che aveva ripreso forma umana, si inginocchiò accanto a me e mi abbracciò con slancio.
Il ricordo di tutto ciò che avevo fatto mi avvolse.
«L'ho ucciso» mormorai con il viso premuto contro il petto si Soul e le lacrime agli occhi.
«Ce l'abbiamo fatta Maka, ce l'hai fatta» mi disse lui accarezzandomi dolcemente i capelli. Ripensai al viso di Chrona mentre lo falciavo in due. Era stato orribile.
Per un attimo mi abbandonai alle carezze del ragazzo che mi stringeva; non eravamo in un campo di battaglia, non c'era nessuna guerra, solo io e lui. Poi però la realtà urlò troppo forte per essere ignorata e fui costretta ad aprire gli occhi.
Rimasi basita. Tutto l'esercito nero era in ginocchio, alcuni si tenevano la testa con le mani, altri avevano già recuperato il senno e, come Kid nel Castello Rosso, abbracciavano persone che fino ad un momento prima sembravano a loro sconosciute. In mezzo a tutta quella gente semi seduta le due figure in piedi al centro della scacchiera attirarono subito la mia attenzione. Fu questione di un secondo, una distrazione fatale, e in lontananza potei scorgere la spranga di Stein trafiggere Medusa la quale si accasciò al suolo priva di vita. All'estremità della scacchiera una torre bianca si mosse in verticale intrappolando con la regina il re nero in un perfetto scacco matto, disintegrandolo sul posto. Seguì un momento di silenzio stupefatto, poi tutti i sopravvissuti iniziarono ad esultare, prima con una certa incredulità e poi lasciando andare tutta la gioia e la felicità con urli liberatori.
«È finita» esalai emotivamente sfinita.
«È finita» mi confermò Soul stampandomi un bacio affettuoso sulla fronte «andiamo dagli altri»
Insieme ci ricongiungemmo alla nostra compagnia: Kid, Liz e Patty si stavano abbracciando, erano tutti e tre pieni di lividi e ferite, ma sembravano quasi non farci caso, Black*star urlava come un ossesso su quanto la vittoria fosse tutta merito di un certo dio, Kim stringeva professionalmente la mano ad uno Stein piuttosto provato per complimentarsi mentre Jacqueline gli accendeva una sigaretta (e quando dico gli accendeva intendo proprio che era lei stessa a fare da accendino) Soul si allontanò da me per andare a darsi grosse pacche da macho con altri suoi conoscenti, alcuni dei quali dell'esercito nero, mentre io vagai in cerca dell'unica persona che non avevo ancora visto.
Trovai Tsubaki a parlare in modo concitato insieme a Blair. Blair! Come ho fatto a dimenticarmene! 
«Ehi! Potevi dircelo che era tutto un piano santi numi!» la sgridai bonariamente avvicinandomi.
«Oh, Makina! Blair avrebbe voluto tanto dirtelo, ma Tsu ha insistito nel mantenere tutto un segreto!»
Mi voltai di scatto verso la mora con una faccia sconcertata.
«Eh si, c'ero io dietro tutto» sorrise lei un po' imbarazzata «io ero l'unica a conoscere il segreto di Blair»
«Cioè che è una strega?» perchè era ovvio che fosse riuscita a risvegliare tutti dalla trans grazie ad un incantesimo.
«Oh no... solo solo una gatta con poteri magici» sorrise «un misto tra Soul e Medusa, nya!» e si trasformò in un morbido micio viola. Proprio il paese delle meraviglie!
«Abbiamo sfruttato le sue capacità a nostro favore, decidendo di “infiltrarla” tra i nemici» mi spiegò Tsubaki felice.
«Pazzesco... quindi adesso tornerà tutto come prima?» domandai, chiedendomi quale sarebbe stato il mio posto d'ora in avanti.
«Non proprio... io...» Tsubaki arrossì trattenendo un sorriso «ho deciso che non voglio più fare la regina»
«Tsu è fantastico! Finalmente avrai più tempo per te!»
«E l'altra sera Black*star mi ha chiesto di sposarlo» i suoi occhi irradiavano felicità «così il Castello Bianco sarà in una sorta di democrazia tra dame, ma Black*star rimarrà convinto di esserne lui il re»
Risi di gusto.
«E il Castello Rosso?»
«Lo governerò io» mi rispose Blair «Il magenta mi sta molto meglio del bianco non trovi?» sorrisi incredula.
«E così vissero tutti felici e contenti, insomma» quell'affermazione mi fece tornare alla mente la profezia e quasi mi venne un colpo accorgendomi che tutto combaciava alla perfezione: io e Soul avevamo sconfitto Chrona in posizione di stallo, all'angolo della scacchiera (Coraggio ed intelletto con freddo metallo, ristabiliranno l'ordine in stallo); per farlo avevamo dovuto ricorrere alla follia ( folli risa si alzeranno in battaglia); Tsubaki aveva deciso di prendere in mano il suo destino e si era ritirata dalla carica di sovrana e Blair aveva risvegliato l'esercito nero, facendo loro ricordare da che parte stavano (Regina di scacchi sarà pedina di dama, i vinti vincitor).
Stavo per condividere le mie riflessione con Tsubaki quando il grido di Liz mi fece voltare bruscamente.
E il tempo si fermò.
Si fermò il sangue nelle mie vene.
Si fermarono i miei pensieri, il vento, il suono di ogni cosa.
Poi delle ginocchia caddero a terra con estenuante lentezza ed il resto accadde tutto troppo in fretta.
«No... NO!» scattai in avanti afferrando il volto di Soul tra le mani ed inginocchiandomi accanto a lui. Ignorai l'ultimo perfido sorriso di Medusa mentre scompariva per sempre in fasci di oscurità come aveva fatto Chrona. Sarebbe stato inutile inveire contro qualcuno già morto, anche se era stato lui stesso a compiere quel crudele gesto, quell'abominevole ingiustizia.
«Soul! Soul! Resisti! Ti prego resisti...» ma la dura consapevolezza dell'asta di ferro conficcata nel suo petto ruppe la mia voce e le mie lacrime.
«Maka...» provò ad avvicinarsi Tsubaki che già piangeva.
«NO! Andate via! Andate via tutti!» urlai come impazzita. Sapevo cosa avrebbero detto, che non avrei potuto fare più nulla per lui, ma non mi importava; così, facendo sdraiare lentamente Soul a terra, lo strinsi a me dondolandomi avanti e indietro finché non rimase più nessuno.
«Soul... Soul... Soul...» singhiozzavo cercando invano di coprire l'enormità di sangue che gli usciva dal petto, la dove l'asta era spuntata. Pronunciai il suo nome fino allo stremo, fino a quando non ebbi più voce. Solo allora mi accasciai completamente sfinita sul corpo del ragazzo che amavo e che, per colpa del mio orgoglio, non lo avrebbe mai saputo. Ma ormai era troppo tardi.
Sola, in quella pianura di morte, rinnegai i mie ricordi e la mia vita fino a dimenticare il mio stesso nome e mi abbandonai al nulla, cadendo in una profonda oscurità che sapeva di sangue.

e il domani non vedrà chi ama.”

 

 

 

 

 

Salve salvinooooo (?)
*Questo messaggio è registrato, l'utente firephoenix è già scappata col suo pc dall'altra parte del mondo onde evitare imminenti percosse. Ci tengo perciò, solo a precisare qualche punto:
1 il verso di poesia iniziale è preso da “I dolori del giovane Werther” di Goethe.
2 questo capitolo era di una lunghezza estenuante quindi complimenti per chi è arrivato alla fine
3 per chi è arrivato alla fine... firephoenix invoca pietà
4 il prossimo capitolo è l'epilogo
Grazie per la vostra gentile attenzione e buona giornata.

XOXO
voce registrata di firephoenix*

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