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Autore: poetzproblem    28/01/2014    1 recensioni
Rivedere Rachel è come vedere il sole dopo due mesi di oscurità; può sentire le endorfine danzare nel suo corpo e la sua pelle formicolare, e il suo cuore correre all'impazzata, sussultando e saltando i battiti. Quinn non può pretendere di pensare in modo razionale in questo momento.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Rachel
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Heart to Heart'
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NDT: questa è una traduzione. Potete leggere l'originale qui oppure qui. Lasciate una recensione se vi va, così potrò tradurla e inviarla all'autrice.

Disclaimer dell'autore: i personaggi di Glee non sono miei, mi piace solo giocarci...assolutamente senza trarne profitto.

 

The Heart Has Reasons

by poetzproblem

Sometimes you wake up. Sometimes the fall kills you. And sometimes, when you fall, you fly.~Neil Gaiman

 

 Quinn sta sorridendo dolcemente, mentre le sue dita disegnano distrattamente piccoli cerchi sul punto della sua guancia dove due labbra morbide si erano posate solo qualche secondo fa, quando sente una mano gentile sulla propria spalla, che la riscuote dalle sue riflessioni. Abbassando il braccio, il suo sguardo si dirige verso la scalinata vuota che Rachel Berry ha appena salito, incontrando due occhi blu che la fissano da sotto due sopracciglia scure. Aggrotta la fronte, riconoscendo il ragazzo per averlo visto ad una festa a cui Rachel l'aveva trascinata durante una delle sue visite a New York lo scorso semestre.  Billy, o Bobby, o Brady...qualcosa del genere. Ricorda che Rachel le ha detto che questo tipo ci prova con tutte, e Quinn l'aveva odiato per principio.  

"Quinn, giusto?" le chiede con un mezzo sorriso che probabilmente pensa sia affascinante. Lei inarca un sopracciglio, guardandolo con tutto il freddo disinteresse che ha perfezionato durante la sua carriera scolastica. E decide che la sua iniziale opinione di lui non è cambiata. Con piacere perverso, guarda il sorriso del ragazzo svanire, e si sente rassicurata al sapere che non ha perso il proprio tocco e Bucky...o Benny?...si passa una mano tra i capelli perfettamente pettinati e sbuffa, "Non puoi stare qui. Lo spettacolo comincerà presto. Dovrai andare a sederti se vuoi guardare l'esibizione di Rachel."

Lui scuote la testa prima di allontanarsi, senza scomodarsi ad accompagnarla all'uscita. Sorride mentre lo guarda, chiedendosi se sia possibile che Finn Hudson e Jesse St. James abbiano un figlio segreto che frequenta la Nyada.

Quinn si toglie Barney...o Buddy?...dai pensieri mentre si fa strada tra la confusione dietro le quinte, abbastanza certa di stare andando nella direzione giusta. Il mormorio eccitato degli artisti e dei tecnici svanisce, diventando il chiecchiericcio impaziente del pubblico, e Quinn si ferma, guardandosi attorno nell'auditorium sorprendentemente affollato in cerca di una faccia familiare o di un posto vuoto. Il suo telefono vibra nella sua tasca, lo tira fuori per guardare lo schermo, aggrottando la fronte quando vede il messaggio di testo.

Prima fila, Lezzie SonGayPerBerry

Stringe il proprio telefono tanto forte da farsi male al palmo mentre si fa strada verso la corsia centrale, con gli occhi che osservano ogni testa finchè non vede il viso sorridente di Santana Lopez. Sospirando, Quinn si affretta verso il posto vuoto, pregando silenziosamete che Santana non sia dell'umore di fare domande, perché onestamente non ha alcuna risposta da dare. Rivedere Rachel è come vedere il sole dopo due mesi di oscurità; può sentire le endorfine danzare nel suo corpo e la sua pelle formicolare, e il suo cuore correre all'impazzata, sussultando e saltando i battiti. Quinn non può pretendere di pensare in modo razionale in questo momento. Sa solo che Rachel ha sentito la sua mancanza, che stava sperando che lei sarebbe venuta a vederla stasera, e che vuole parlarle dopo lo spettacolo. Parlare a Rachel non sempre è una cosa che si conclude bene per Quinn, ma stanotte…stanotte Rachel l'ha baciata sulla guancia e le ha sorriso nel modo in cui soleva sorridere a…a…beh, a Finn.

"Quello stupido sorriso che hai sulla faccia farà meglio a significare che finalmente hai reclamato la tua nana," dice Santana.

"Rachel," Quinn sottolinea con un'occhiataccia, "non è una proprietà che posso reclamare."

"Vabbè," mormora l'altra alzando gli occhi al cielo. "Basta che io non debba più sopportare i suoi occhi da cucciolo tutti tristi."

Quinn si morde il labbro inferiore e giocherella con la manica della giacca, guardando il palco mentre la sua mente elenca svariati motivi per cui Rachel abbia voglia di parlarle, e non tutte hanno un lieto fine.

"Hai messo a posto le tue stronzate," chiede Santana in un tono che suggerisce che sarà seriamente incazzata nel caso Quinn non le dia una risposta affermativa.

"Non esattamente," ammette, e non vede l'ora di evitare lo sguardo bruciante che sente sul proprio viso.

Santana la guarda a bocca aperta, "Ma che cazzo?"

Quinn esala un sospiro frustrato e si volta per guardare la sua amica, "Non abbiamo avuto molto tempo per discutere, Santana."

"E chi parlava di discutere? Avresti dovuto solo prendere il suo culo minuscolo e baciarla fino a farla diventare sana di mente."

Santana aggrotta la fronte, riflettendo, "Anche se a dire la verità la sua pazzia è una condizione permanente."

Le parole di Santana dipingono istantaneamente un'immagine nella mente di Quinn, costringendola a deglutire a fatica, sentendo il viso arrossire e il suo cuore battere mentre immagina di baciare Rachel. Non è esattamente una fantasia nuova, ma di solito se la concede solo quando è da sola, al buio.

"Non viviamo in una specie di soap opera per teenager," fa notare a Santana. "Le persone normali non prendono qualcuno e lo baciano senza avvertirlo."

Santana ride, "Berry non è proprio normale. Lo sai che ama tutte quelle stronzate romantiche."

Quinn sospira, scostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

"So che le amava con Finn, ma io non," non conclude la frase. Ci sono molte cose che Quinn non è. Non è una persona con cui è facile andare d'accordo, e non è aperta, e non è il sogno docile e gentile di qualcun altro, ma soprattutto non è il coprotagonosta romantico che Rachel ha desiderato fin da quando Quinn l'ha conosciuta. Prende un respiro e chiude gli occhi, tentando di tenere sotto controllo il tremore nella voce, "Che succederà se non mi vuole nello stesso modo in cui io voglio lei?"

"Ma dici sul serio?" abbaia Santana, abbastanza forte da attirare l'attenzione della coppia di mezza età seduta accanto a lei.

Quinn arrossisce, chinando la testa e sforzandosi di tenere la voce bassa.

"Va bene, le sono mancata. E allora? A meno che durante gli ultimi due mesi non ti abbia detto che è innamorata di me, stai solo presumendo che…che lei..."

"Voglia fare dei figli con te," suggerisce Santana in tono disinvolto, e la donna accanto a lei guarda entrambe con silenzioso disgusto.

"Puoi smetterla?" sbotta Quinn.

Gli occhi scuri di Santana si induriscono, giudicandola, "Giuro di Dio, Fabray, che se ti tiri indietro dopo che ho trascinato qui il tuo patetico culo..."

"Non ho intenzione di farlo, okay?" insiste Quinn, sperando di convincere sé stessa quanto Santana.

"Non posso continuare a farmi questo. Ho bisogno di dirle quello che provo, anche se significa perderla."

Santana inarca un sopracciglio, "Posso garantirti che non la perderai."

"Ma potrei rimanere incastrata come sua amica per sempre," si preoccupa Quinn, permettendo a tutti i suoi dubbi di strisciarle di nuovo dentro. Desidera di aver avuto più tempo per parlare a Rachel prima dello show, perché sarà una tortura sedere lì per le prossime due ore senza sapere cosa pensa l'altra ragazza di lei.

"Scusami mentre vado a trovare un violinista che suoni per te."

"Vai a farti fottere, Santana."

"No grazie," ribatte l'altra, disinvolta, "Ho già una bionda sexy che mi aspetta a Lima. E poi Berry probabilmente mi ucciderebbe nel sonno," aggiunge sottovoce.

Quinn prende un profondo respiro per calmarsi mentre le luci del teatro cominciano a spegnersi, "Dimmi di nuovo che questa è la cosa giusta da fare."

Santana sbuffa e si avvicina, tenendo la voce bassa e severa, "Non ho voglia di dirti qualcosa che sai già. Quindi smettila di fare l'idiota, rilassati e guarda la tua ragazza mentre fa quello che sa fare meglio."

Quinn freme di piacere all'idea che Rachel sia la sua ragazza, e si accomoda sulla poltrona mentre le luci si spengono, cercando di fare del proprio meglio perché l'ansia che prova svanisca. Dopo due esibizioni, Quinn si accorge di quanto queste persone siano brave e capisce meglio perché Rachel stesse dando di matto lo scorso semestre. È come se ci fosse un'intera scuola piena di Rachel Berry, e anche se Quinn personalmente pensa che la voce di Rachel sia superiore, non si può negare la dura realtà: la ragazza dovrà senz'altro affrontare una seria competizione nel suo tentativo di avere successo a Broadway. Quinn vuole sostenerla in tutti i suoi successi e tutte le sue sconfitte, e promette a sé stessa che non importa cosa accadrà fra loro stanotte, non permetterà che la loro amicizia ne soffra.

A metà dello spettacolo, una tormentata melodia suonata da un pianoforte echeggia nel teatro, e un riflettore illumina Rachel. Quinn inconsciamente si siede più dritta nella sua poltrona, assorbendo la visione di Rachel sul palco, il posto a cui appartiene, e si accorge, sussultando, di quanto le siano mancate questa vista e la sua voce. Al liceo l'aveva vista esibirsi ogni settimana, ed ora momenti come questo sono così rari che Quinn ha dimenticato quanto Rachel sia radiosa quando canta.

'You've been on my mind. I grow fonder every day.

Lose myself in time just thinking of your face'.

Quinn riconosce la canzone all'istante, e la voce di Rachel è perfetta come sempre, ma si accorge presto che Rachel non è completamente immedesimata nella sua solita immagine di performer. I suoi occhi stanno cercando tra il pubblico mentre canta, ed è solo quantdo finalmente trova Quinn che sembra rilassarsi, e sorride mentre canta i versi seguenti.

'God only knows why it's taken me so long,

To let my doubts go. You're the only one that I want.'

Il cuore di Quinn vacilla, fermandosi per un respiro che i suoi polmoni non sembrano riuscire ad esalare. Rachel non smette di guardarla, nemmeno per un attimo e sente ritornare in vita la familiare connessione che c'è fra loro. La parte predominante, cinica, della sua mente razionalizza dicendole che la scelta della canzone da parte di Rachel dev'essere una coincidenza, e si costringe a respirare. Il suo petto si espande, e il suo cuore decide che sarà divertente battere tanto forte da annegare il suono della voce di Rachel.

'I don't know why I'm scared, I've been here before.

Every feeling, every word, I've imagined it all.

You never know if you never try

To forgive your past and simply be mine.'

Gli occhi di Rachel si chiudono mentre riversa la propria anima nella canzone, ma poi si aprono e la ragazza sorride a Quinn prima che la sua voce raggiunga un volume impossibile.

'I dare you to let me be your, your one and only.

Promise I'm worthy to hold in your arms.'

Rachel finalmente distoglie la propria attenzione da Quinn, e come se fosse stato abbassato un interruttore, ora sta catturando tutto il pubblico invitandolo all'interno dell'incantesimo che sta tessendo.

'So come on and give me the chance

To prove that I'm the one who can

Walk that mile until the end starts.'

Gli occhi di Rachel continuano a tornare su Quinn, anche se non indugiano su di lei per più di un secondo. Santana le dà una gomitata ma Quinn la ignora, troppo affascinata da Rachel per dare all'amica un minimo di soddisfazione.

'I've been on your mind.

You hang on every word I say.

Lose yourself in time at the mention of my name.

Will I ever know how it feels to hold you close?

And have you tell me whichever road I choose you'll go.'

Quinn si chiede se è questo che Finn provava ogni volta che Rachel cantava per lui nella sala prove del coro. Il suo cuore batte, e il suo stomaco sta facendo capriole ed evoluzioni che farebbero morire d'invidia un ginnasta. Ha sempre avuto reazioni viscerali alle esibizioni di Rachel—e non sempre piacevoli—ma stanotte è la prima volta che pensa davvero che Rachel possa provare gli stessi sentimenti che prova lei. È esaltante, e anche un po' terrorizzante. Santana si sporge oltre il bracciolo della poltrona, avvicinando le labbra al suo orecchio e sussurrando, "Pensi ancora che ti consideri solo un'amica?"

Anche sopra la musica, e nonostante il dolce mormorio delle parole, Quinn può sentire la nota di divertimento nella voce di Santana e si volta per vedere il sorriso presuntuoso che ha sulle labbra. Quinn sa di avere sul viso un sorriso idiota, ma non riesce a curarsene, e rivolge di nuovo la propria attenzione a Rachel.

'I know it ain't easy, giving up your heart.'

Quella parte della canzone non è esatta, perché è stato tanto, tanto facile dare il proprio cuore a Rachel. La parte difficile è stata vincere il suo. È in piedi nel momento esatto in cui il brano finisce, applaudendo e gridando più che può. Sue Sylvester sarebbe fiera di lei. Non le importa nememno se le persone attorno a lei la stanno guardando come se fosse pazza, o che un terzo del pubblico si rifiuti di seguire il suo esempio di standing ovation. Le importa solo del fatto che Rachel le sta sorridendo come se fosse l'unica persona di cui le importi.

Rachel fa un inchino e abbandona il palco, e Quinn si rimette a sdere, stordita. Mancano ancora quaranta minuti alla fine dello show, ma tutto quello che vuole è andare dietro le quinte e trovare Rachel. L'artista seguente sale sul palco e lei applaude educatamente, ma solo per abitudine, finchè Santana non le dà una botta sulla spalla. Forte.

"Che cazzo stai facendo?" sibila. Quinn si limita a guardarla confusa e Santana alza gli occhi al cielo, "Vai a parlare con Rachel."

Il suo cuore traditore sussulta e freme di nuovo, e Quinn guarda il ragazzo sul palco che è a metà di una ballata lenta e cantilenante che non riconsce affatto.

"Io..."

"Vai," abbaia Santana, attirandosi un'occhiataccia dalla donna accanto a lei e un irritato richiamo a fare silenzio. Santana le si rivolge aggrottando la fronte, "Per favore, non si sta perdendo niente. Ancora dieci secondi e Nathan Lame lassù dovrà rimboccare le coperte al pubblico."

La donna si arrabbia, "Beh, non ho mai..."

"Sì, si vede," sbotta Santana, voltandole la schiena e puntando il proprio cipiglio contro Quinn.

"Perché sei ancora qui?" chiede.

Quinn reprime un sorriso e scuote la testa. Un'ondata di vertigini la attraversa all'improvviso, e si china in avanti posando un bacio impulsivo sulla guancia di Santana, reprimendo una risatina quando l'amica si ritrare e si sfrega il viso, irritata.

"Ew, risparmia queste stronzate per Rachel."

Scivola fuori dal proprio posto più furtivamente che può, e abbassa la testa mentre si affretta ad uscire dall'auditorium. Ripercorre la strada che ha fatto poco prima, ma questa volta incontra un ostacolo, nella forma di una ragazzo muscoloso e alto un metro e novanta, con capelli castani e ricci.

"Scusi, solo gli artisti hanno il permesso di stare nel backstage durante lo show," la informa.

Quinn guarda oltre la sua spalla, non è disposta a farsi fermare visto che deve parlare con Rachel. Rilassandosi, regala al ragazzo il suo sorriso più dolce e alza lo sguardo su di lui, "Non potresti fare una piccola eccezione per una fan dei Giants?" miagola, accarezzando lentamente con un dito il logo sulla maglietta di lui.

Lui ricambia il sorriso, prendendole gentilmente la mano e togliendola dal suo petto.

"Tesoro, io gioco per una squadra diversa."

Il sorriso di Quinn si spegne, e lei sbuffa, "Senti, ho bisogno di parlare con Rachel Berry. Non potresti solo dirle che sono qui?"

Lui inarca le sopracciglia, "Sei un'amica di Rachel?"

"Sì, la migliore," sottolinea lei.

Gli occhi del ragazzo si fanno sospettosi, "No, quello è Kurt Hummel," la informa.

Quinn lo fulmina con lo sguardo, "La sua migliore amica ragazza," ringhia, ignorando il fatto di quanto è meraviglioso dire che è la sua ragazza, e sperando che presto avrà il significato che vuole disperatamente che abbia.

"No," nega lui di nuovo, "quella è Santana."

"Col cavolo," sbotta lei. Rachel e Santana possono anche essere nel mezzo di una lunga tregua, ma sa che si tirano ancora sceme a vicenda nei giorni buoni. Quinn si pianta le mani sui fianchi, facendo ricorso al capitano dei cheerios che vive ancora dentro di lei, "Ascolta, amico, ho bisogno di parlare con Rachel adesso, quindi ora tu ti volti, riporti il tuo culo ingombrante là dentro e le dici che Quinn vuole vederla."

"Quinn?"

I suoi occhi si spostano dall'espressione poco divertita del giovane alla ragazza minuta che sta proprio dietro la spalla sinistra di lui. Le braccia di Quinn si rilassano e ricadono lungo i suoi fianchi, e sorride timidamente, "Ciao, Rach."

Rachel ricambia il sorriso, posando una mano sulla spalla dell'energumeno, "Scusa, Paul. Avrei dovuto dirti di mettere Quinn sulla lista."

Lui si rilassa istantaneamente, e le sorride mentre lei gli passa accanto.

"Nessun problema," risponde disinvolto, "Solo la prossima volta ricordati di avvertirmi dei tuoi ospiti," le dice, "e una prossima volta ci sarà di sicuro," le fa l'occhiolino, "Sei stata fantastica."

Rachel gli regala il suo sorriso più luminoso, "Grazie, Paul."

Poi rivolge quel sorriso su di lei, e Quinn è costretta a lottare per respirare.

"Ciao," sussurra, arrossendo deliziosamente.

"Tu," Quinn deglutisce a fatica, "Sei stata brillante."

"Sì?"

"Sì," ripete stupidamente.

Paul ridacchia, "Credo che giochiamo per la stessa squadra."

Quinn lo fulmina con lo sguardo, ma poi Rachel la prende per mano, intrecciando le loro dita, e lo sguardo di Quinn non può far altro che concentrarsi su quella connessione.

"Vieni con me," dice Rachel stringendole la mano con affetto, e Quinn la segue obbediente. Escono fuori, via dall'anfiteatro, e il freddo della notte punge la loro pelle, ma il calore del tocco di Rachel le impedisce di sentire freddo. Perde il conto delle direzioni che prendono ma all'improvviso sono all'interno di un edificio, percorrendo un breve corridoio finchè non arrivano ad un piccolo atrio con delle comode potrone e un divano a due posti, sotto un soffitto di vetro illuminato dalle luci di New York City.

Rachel la trascina fino al divano e si accomoda finchè le loro ginocchia non si toccano.

"Sono davvero felice che tu sia qui," dice, con gli occhi scintillanti e un dolce sorriso.

"Anch'io," sospira Quinn, leccandosi nervosamente le labbra.

"Quella canzone…è stata," non finisce la frase, scuotendo la testa. Vuole chiedere, ma non riesce a trovare le parole giuste.

Rachel arrossisce, ma incontra lo sguardo di Quinn con decisione, "La stavo cantando per te," confessa a bassa voce, e Quinn trattiene il respiro. Aveva sentito nel profondo che era vero, ma avere Rachel che lo conferma distrugge il suo sistema nervoso.

"E solo per te," aggiunge Rachel con un sorriso d'intesa.

Quinn ricorda l'anno precedente, e la sua vista di appanna per le lacrime non versate, perché finalmente sente la riposta che allora aveva tanto desiderato.

"Davvero?"

Gli occhi di Rachel sono lucidi in modo sospetto mentre tende una mano per posarla su una guancia di Quinn e asciugare una lacrima solitaria che è riuscita a fuggire.

"Intendevo ogni parola, Quinn," conferma, abbassando la mano e prendendo un respiro tremante, "Si dice che la distanza renda l'amore più forte," scuote la testa e fa un sorriso stanco, "Non so se sia vero—con Finn ha avuto l'effetto opposto," ammette, e Quinn si irrigidisce al sentire il nome di lui.

"Penso di sentire ancora la mancanza della relazione che avevo con lui, ma non sento la sua mancanza," chiarisce Rachel.

"Ma tu," tace per un attimo, mordendosi il labbro e guardando intenta negli occhi di Quinn. "Lo sai che sono passati cinquantun giorni dall'ultima volta in cui ho potuto toccarti in questo modo?" chiede, accarezzando con il pollice il dorso della mano di Quinn e facendo impazzire le farfalle che quest'ultima ha nello stomaco.

"Non sapevo quanto," si interrompe di nuovo. "Non mi hai permesso di vederti, il mese scorso," dice alla fine, gli occhi pieni di dolore e accusa.

Quinn deglutisce di nuovo, chiudendo gli occhi per bloccare il ricordo del ventuno di febbraio, e lo sfortunato anniversario che ha segnato.

"Ti detto perchè," si difende. "Volevo solo fingere che non fosse mai successo, e avere te accanto, o perfino Santana, lo avrebbe reso impossibile."

"È questo il vero motivo?"

"No," ammette Quinn, aprendo gli occhi. "Avevo paura che sarei crollata e avrei finito per dirtelo," sospira, abbandonando tutte le proprie difese, "dirti quello che sento per te."

"Cosa senti per me, Quinn?" implora Rachel.

Quinn distoglie lo sguardo, scuotendo la testa. Non sa perché Rachel si aspetti che lo dica e basta, come se non fosse la cosa più terrorizzante che abbia mai dovuto fare—e Quinn ha avuto un bambino ed è stata speronata da un camioncino ed è rimasta temporaneamente paralizzata.

"Lo sai già," mormora invece, perché è ovvio che non ha nascosto nulla a Rachel in questi ultimi mesi.

Rachel sospira, "All'inizio non lo sapevo."

Fa un sorriso pieno di rimpianti, "Non finchè non ho passato tre giorni a piangere perché tu…sembravi non aver voglia di starmi vicina," dice a bassa voce.

"Ero così arrabbiata con te perché mi stavi evitando, ed ero furiosa con Santana che mi diceva di lasciar perdere perché avevi bisogno di spazio. Non riuscivo a smettere di pensare…all'anno scorso, e a come mi ero quasi sposata e a come tu," si ferma, reprimendo un singhiozzo e chiudendo gli occhi. Il cuore di Quinn si stringe, e si avvicina di più a Rachel passandole il braccio libero attorno alla vita, e la ragazza nasconde subito il viso contro la sua spalla, abbracciandola così forte che fa fatica a respirare. O forse è solo perché finalmente Rachel è così vicina a lei.

"Ehi, sto bene. È passato."

Rachel annuisce, "Lo so," borbotta, "ma continuavo a pensare che avrei potuto perderti, proprio quando ci eravamo finalmente riavvicinate, e continuavo a vedere il tuo viso dopo le regionali, e a ricordare quello che mi avevi detto in quel corridoio e," alza il viso per guardare Quinn negli occhi, "Ero così cieca. Sono stata così cieca," ripete dolcemente, sollevando la mano che era posata sulla vita di Quinn per accarezzarle il collo.

"Ho sempre voluto esserti più vicina. Dal primo momento in cui ti ho vista nella tua uniforme da cheerleader, che camminavi per i corridoi, ho voluto piacerti, e non mi sono mai data pena di capire perché. Penso volessi credere che si trattasse solo di…di…"

"Finn," suggerisce Quinn, con meno amarezza di quanto si aspetti.

Rachel annuisce con aria colpevole, "Non lo era, però. Non lo voglio più, però io," sorride timidamente, "Voglio ancora te—ora più che mai—e mi manchi ogni minuto in cui non stiamo assieme."

Quinn prende un respiro, e poi lo esala lentamente, "Perché sono la tua migliore amica?" chiede, esitante.

Rachel alza gli occhi al cielo, "Perché sono innamorata di te, Quinn."

Le sue braccia stringono Rachel ancor di più, e guarda in quei bellissimi occhi castani, vedendo riflesso in essi tutto quello che aveva sempre sperato.

"Dillo di nuovo," ordina con fervore.

"Ti amo," ripete Rachel con un sorriso gioioso, e all'improvviso, il mondo di Quinn diventa più luminoso.

Qualcuno la ama—Rachel la ama—con tutti i suoi difetti, sapendo quasi tutto di lei, le cose belle e quelle brutte, e ogni errore che ha fatto e ogni bugia che ha detto fin da quando aveva quindici anni. La persona che è sempre stata capace di oltrepassare le sue difese e metterla a nudo. La ragazza di cui si è innamorata fra le granite e la gravidanza e i furti di fidanzati e i capelli rosa e stupidi matrimoni affrettati. Questa folle diva ossessionata da Broadway che riesce a provocarla, e a calmarla, e farla diventare matta, e a ispirarla a diventare la versione migliore di sé stessa.

"Quinn?" geme Rachel, preoccupata, ha smesso di sorridere e Quinn si accorge di averla fissata in silenzio per più tempo di quanto avesse voluto. Si sente di nuovo come se fosse in cima al mondo.

Un sorriso le incurva lentamente le labbra, e china la testa finchè le loro bocche non distano lo spazio di un respiro.

"Provalo," la sfida.

Sente il respiro di Rachel fermarsi, guarda i suoi occhi chiudersi e poi—poi il fantasma di un bacio, dolce, esitante, e fin troppo breve. Non è abbastanza—non sarà mai abbastanza—e Quinn insegue quelle labbra, catturandole e affondando le dita nei lunghi capelli scuri di Rachel per tenerla vicina.

Non è affatto come aveva immaginato—non ci sono fuochi d'artificio o campane o sinfonie. Non è dolce come vino, o morbido come velluto. Non le fa tremare le ginocchia.

La fa sentire forte.

La fa sentire al sicuro.

La fa sentire come se fosse tornata finalmente a casa.

Quando riesce a separare le sue labbra da quelle di Rachel, è quest'ultima che insiste per baciarla ancora, e Quinn sorride.

"Ti amo," sussurra contro le labbra di Rachel.

Rachel inclina la testa all'indietro e la guarda con i suoi occhi scuri, "Ce ne hai messo di tempo," la rimprovera scherzosamente, costringendola ad avvicinarsi per un altro bacio, profondo e pieno di promesse. Ad entrambe ci è voluto più del dovuto per arrivare a questo momento, ma adesso Quinn non ha assolutamente nulla di cui lamentarsi. Sono esattamente dove dovrebbero essere.

xox

Note dell'autore: "One and Only" di Adele

Note del traduttore:

One and Only, traduzione italiana: Sei nei miei pensieri/il mio affetto è aumentato ogni giorno di più/Mi sono persa nel tempo/pensando al tuo viso/Dio solo sa perché mi ci ho messo così tanto a lasciar andare i miei dubbi/Tu sei la sola, l'unica che voglio/Non so perché sono spaventata/è già successo/Ogni sentimento, ogni parola/Ho immaginato tutto/Non lo saprai mai se non proverai/A dimenticare il passato e ad essere solo mia/Ti sfido a permettermi essere tua, la tua sola ed unica/Ti prometto che merito/Di stare tra le tue braccia/Perciò avanti, dammi la possibilità/Di mostrarti che sono l'unica che può percorrere quel miglio/Finché non inizia la fine/Mi hai pensata/Ti sei aggrappata a ogni mia parola/Ti sei persa nel tempo/al sentire il mio nome/Saprò mai cosa si prova ad abbracciarti?/Saprò mai cosa si prova al sentirti dire che percorrerai la strada che io sceglierò?/So che non è facile concedere il proprio cuore.

  
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