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Autore: _Rainy_    28/01/2014    3 recensioni
Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato. Non un tiranno assetato di potere contro cui combattere, ma una malattia pericolosa. L'11a cacciatrice di taglie della Terra del Fuoco che torna al mestiere per cui è nata con un'ultima, pericolosa missione, che le cambierà la vita.
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Un regno diviso in quattro terre. Un governo sbagliato, con a capo la propria madre. Una fragile principessa dovrà scontrarsi con una realtà che le è sempre stata nascosta fin da bambina : il suo regno sta morendo. E solo lei realizza che il nemico contro cui combattere è molto più vicino di quanto sembra.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Gwen, Scott | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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15. (Gwen)

 

Gwen lo guardò storto:
- In che senso? Cosa dovremmo fare?

Duncan sorrise e spiegò:
- Semplicemente dovremmo ritrovare delle pietre anticamente usate per dei rituali religiosi per le loro proprietà curative e propiziatorie chiamate Pietre di Luna dal popolo dei Mei, guardiani del monte con l’unico accesso alla grotta dove vengono prodotte e..

Gwen continuò a fissarlo, perplessa:
- Cosa vuol dire che vengono “prodotte” ?

- Siamo curiosi eh? – Continuò a sorridere lui, un sorriso da perfetto idiota stampato in faccia – Vuol dire che il popolo dei Mei produce queste pietre in una fucina nel cuore del monte dove abitano, isolandosi dal mondo. Le producono fondendo un metallo particolare, l’Adamantio, e mescolandolo ad una polvere che si pensava fosse arrivata sulla terra direttamente dalla luna, e quindi chiamata Polvere di Luna, da cui deriva anche il nome delle pietre.

- Perchè non possiamo produrle da soli?

- Perché le riserve di Adamantio di questo mondo sono state consumate molti anni fa con la dittatura di Perpetuo II, ne sono rimaste in quantità sufficienti sono sul monte sacro dei Mei.

Gwen annuì.
- Ma a cosa dovrebbero servire?

Duncan divenne improvvisamente insicuro, quasi la ragazza avesse toccato un tasto dolente del suo discorso:
- Be’, pensiamo che potrebbero curare il morbo grazie alle loro proprietà curative…

- Potrebbero? – La cacciatrice era di nuovo scettica.

Duncan annuì.
- Ehm… Si. E’ un metodo mai sperimentato, ma ormai ci rimane solo questa alternativa… Ti prego, devi aiutarci…

Lo sguardo del ragazzo era supplicante, quasi pensasse che senza Gwen non avrebbero mai potuto farcela.

La ragazza lo fissò, studiando i dettagli del suo volto: i capelli un po’ verdi come segno distintivo, i profondi occhi acquamarina, un piccolo tatuaggio alla base del collo raffigurante lo stemma della gilda di stregoni di cui faceva parte e una pietra nera incastonata nel sopracciglio che invece indicava l’esilio dello stregone, probabilmente cacciato dalla sua stessa gilda in giovane età.
Annuì: lo avrebbe aiutato.

Il viso del ragazzo si illuminò:
- Molto bene, partiremo stasera! Ci attende un viaggio non troppo lungo, ma dovremo scalare il monte a piedi, perché i draghi non possono avvicinarsi oltre ad un certo punto a causa degli incantesimi protettivi dei monaci…

- I Monaci del Crepuscolo… - Disse senza pensare Gwen.

- Cosa? Come lo sai? – Chiese stupito lui.

La ragazza arrossì:
- Mia madre ne parlava spesso, penso che avessimo una pietra di luna a casa, sepolta in un cassetto, simbolo dell’antico lavoro che faceva mio nonno, alle fucine… Quando ancora i Mei non erano isolati dal mondo…
- Fantastico, potrebbe tornarci utile…

-LA SERA-

Si squadrarono per alcuni minuti, poi Duncan pronunciò la fatidica frase:
- Posso guidare il drago? In fondo conosco la destinazione…

Gwen lo guardò allibita e scosse la testa con decisione, mentre anche Xia dava chiari segni della sua disapprovazione.
Il ragazzo ridacchiò e salì dietro a Gwen, mantenendosi a debita distanza.

Se l’una non poteva vedere l’imbarazzo dell’altro, quest’ultimo non poteva vedere il rossore sulle guance di lei quando fu costretto a circondarle la vita con le braccia per reggersi.
E nel frattempo Xia ridacchiava, divertita.

- Andiamo Xia, ai monti del Silenzio.

Il drago si alzò goffamente in volo, rallentato dalle ferite, ma Gwen sentiva che non desiderava altro che volare di nuovo.

Volarono per ore ed ore, affrontando piogge e soli a picco, fino a quando avvistarono la sagoma minacciosa del monte in lontananza e atterrarono in una piccola radura nebbiosa.
I due passeggeri scesero agilmente dal corpo squamoso del drago e si guardarono intorno: una radura completamente spoglia e oscura, con alberi avvizziti e fili d’erba secca che spuntavano da un terreno arido e inospitale.
Non si udiva neanche il più piccolo suono, fatta eccezione per i loro respiri.

- Che posto è questo? – Chiese Gwen.

Duncan era cupo in volto:
- Per arrivare al monte dobbiamo superare la foresta silente, il prato delle nebbie e la grotta dei sogni dimenticati, luoghi dei quali i pochi che hanno fatto ritorno o non sono durati abbastanza da raccontare le loro avventure o sono impazziti a causa del gas tossico che circonda la valle, evitato comodamente dal drago in volo. – E indicò Xia, con un gesto secco e veloce.

- Padrona, non posso proseguire oltre questo punto, lo sento. - Le comunicò il drago.

Gwen annuì e sfoderò la spada. Duncan la imitò, estraendo un pugnale di pietra scura dalla giacca.

- Non hai, ovviamente, idea di quali pericoli potremmo dover affrontare, dico bene?

Lui scosse la testa.

- Molto bene, allora andiamo… - Sussurrò Gwen per incoraggiare più se stessa che l’altro.

Lentamente cominciarono a muoversi verso la fine della radura e subito videro che i rami costituivano un insieme intricato e indistricabile, le cui uniche vie percorribili erano due sentieri assolutamente identici, uno lastricato con delle pietre per la maggior parte sconnesse e ricoperte di erbacce, e l’altro sterrato, completamente abbandonato a se stesso.

- Quale prendiamo? – Chiese Duncan.

Gwen si diresse decisa verso quello sterrato: non le piaceva affidarsi a percorsi lastricati e quindi ritenuti “sicuri”, perché avrebbero sicuramente ospitato delle trappole e poi erano anni che combatteva su terreni sterrati e inospitali.
Il ragazzo la seguì senza fare domande.

Si incamminarono a passo svelto e ben presto divenne irreale il silenzio presente nella foresta, interrotto dal rumore dei loro passi e dai rami secchi che spezzavano avanzando.

- Perché pensi sia un luogo pericoloso? Qua non c’è assolutamente null…

Non terminò di dire la frase che improvvisamente un minuscolo verme grigiastro con un occhio blu al centro della fronte spuntò dal terreno e si lanciò contro di lei.
Erano piccoli, ma insidiosi, con lunghi artigli scuri ai lati del corpo, che ferirono la ragazza alla spalla e un rivolo di sangue le uscì dal taglio.
Quasi contemporaneamente un altro verme saltò fuori dal terreno alle spalle di Gwen e passò la coda sulla ferita inferta dal verme precedente, raccogliendo il sangue che ne stava colando.
La ragazza rimase immobile per qualche secondo a guardare quei vermetti che le saltavano addosso e le facevano minuscole ferite per poi raccogliere il sangue che ne colava.

Duncan fu più reattivo e cominciò a menare fendenti a destra e a manca. Purtroppo non ne andò a segno nessuno, perché i vermi erano piccoli e assai veloci.

Gwen si riprese in fretta e con la sua infallibile precisione di cacciatrice ne fece a fette qualcuno prima che potesse toccarla, in una danza di sangue e metallo.

- Rebuntur!

Dalle mani di Duncan di sparsero tante scintille verde acido, che si infilarono nel terreno e lentamente portarono in superficie tutto ciò che li sotto si annidava: decine e decine di vermi che si riunirono in un unico punto e lentamente cominciarono a costituire una figura più grande, un verme strisciante costituito da centinaia di suoi simili riuniti.

- Diost… - Sibilò Gwen – Cos’è questo essere?!

Duncan ridusse gli occhi a due fessure, preparandosi a combattere:
- E’ un Vermithrall*, una creatura composta da vermi estremamente difficile da uccidere, ma almeno lo si può colpire più facilmente…

Gwen ghignò:
- Difficile da uccidere? La prendo come una sfida personale…

E gridando si lanciò contro la creatura, affondando la spada dentro di essa e rigirandola molteplici volte. La creatura urlò e qualche verme si staccò da essa, ma presto si ricongiunsero al corpo originale.
Gwen ansimò.
Provò a ripetere l’attacco, ma il risultato era lo stesso: nessuno.

Duncan ghignò a sua volta, divertito:
- Hai finito la tua performance da guerriera-faccio-tutto-da-sola? Molto bene, ora lascia fare agli esperti e vatti a rifugiare su un albero!

La cacciatrice lo squadrò, perplessa, ma lui le urlò, mentre già cominciava ad illuminarsi di luce verde:
- Muoviti o sarà troppo tardi!

Appena la ragazza ebbe lasciato il suolo per accomodarsi su un tronco secco, Duncan squadrò il Vermithrall che era rimasto confuso da quella fuga e cominciò a recitare antiche parole magiche:

- Josis Veneris Los, Josis Veneris Los, Josis Veneris Los…

In una cantilena infinita.
Quando si fu illuminato di luce così abbagliante che Gwen dovette coprirsi gli occhi, il ragazzo si chino e tirò un deciso pugno al suolo. Dal segno che aveva lasciato per terra si sprigionarono delle onde concentriche di colore verde che si allargarono sempre di più, fino a lambire il Vermithrall, che indietreggiò strisciando, spaventato.
Duncan alzò la testa: al posto degli occhi aveva due tizzoni di luce verde e i suoi capelli tinti di quel colore risplendevano.

- Josis Veneris Los!

Gridò.
Una voce che non era quella fresca e sprezzante dello stregone che Gwen conosceva, ma qualcosa di più profondo, un coro di voci che cantilenavano insieme quella formula magica.
Un raggio verde investì la creatura e tutto si tinse di luce accecante; Gwen chiuse gli occhi.

Quando li riaprì Duncan era steso al suolo e del Vermithrall nessuna traccia, solo una polvere grigia per terra.

La ragazza scese in fretta e furia dall’albero e corse da Duncan:
- Complimenti… Ora svegliati e andiamo!

Il ragazzo non si mosse.
Gwen lo squadrò perplessa:
- Avanti, tutto qua il tuo potenziale magico?!

Il ragazzo non si mosse.
Gwen sentì un brivido scenderle lungo la schiena:
- Se non ti alzi entro cinque secondi, razza di stregone dei miei stivali…

Contò mentalmente, ma il ragazzo non si mosse.
La cacciatrice sentì una goccia di sudore freddo colarle lungo la schiena e si chinò sul ragazzo:
- Ti prego Duncan! Non posso salvare il mondo da sola, insomma, ci siamo appena conosciuti, ma tu sai dove dobbiamo andare… Io non mi ricordo neanche qual è la nostra prossima tappa…

Duncan non si mosse.
Gli occhi di Gwen si inumidirono e senza pensarci due volte tirò uno schiaffo in pieno viso al ragazzo, per poi chinarsi ancora di più su di lui e sibilare:
- Alzati razza di..

Ma venne bloccata a metà frase dagli occhi di Duncan, che si spalancarono: erano di nuovo normali, di quella meravigliosa tonalità acquamarina.

- Uh, che bel risveglio signorina… Sai che hai degli occhi davvero belli e… Ma quelle sono lacrime?

Un ghigno stampato sul volto del ragazzo, che si puntellò sui gomiti.
Gwen si tirò su di scatto e si asciugò gli occhi con la manica, borbottando:
- Ovviamente no, deve essermi andata della polvere negli occhi a seguito del tuo folgorante incantesimo!

Lo stregone ridacchiò e si alzò:
- Potente eh? Ma perché avevi quell’aria così preoccupata?
- Hai disintegrato un essere vivente, ci vuole una bella dose di mangia per farlo e pensavo fossi morto per lo sforzo. – Rispose lei a occhi bassi.
- La tua scarsa fiducia mi offende! – Finse di mettere il broncio lui. – Ma sarò disposto a passarci sopra se ripeti la parte dove ammetti di avere totale bisogno di me!
- Eri sveglio?! – Sibilò lei, a occhi sgranati.

Lo stregone scrollò le spalle:
- Forse mi sei apparsa in sogno e…

Venne bloccato da Gwen, che con un movimento fluido della spada gli aveva fatto un taglio rosso sulla guancia. Lo stregone la guardò, sbalordito:
- A cosa devo questo?

La cacciatrice replicò fissandolo, con la spada ancora stretta in pugno.
- Non devi fare una cosa del genere mai più, ok? Mai più. Mi hai fatto spaventare davvero, perché…

Lo stregone la fissò, immobile, senza dire una parola e aspettando che concludesse la frase.

- …Io ho davvero bisogno di te!

 


*VERMITHRALL: Qualsiasi riferimento a Shadowhunter è puramente casuale ù.ù Tiè ahah! No ok, il nome l'ho preso dal Codice ^^ Ci sono appasionate della serie qui :) ?

 

 

-ANGOLO DELL’AUTRICE-
Ehm… Da quant’è che non pubblico qualcosa? Tipo qualche mese? Probabile…
Spero di esservi mancata, anche perché altrimenti la mia vita non avrebbe più senso >.<
Comunque sono stata presa da un periodo di vuoto creativo senza precedenti, ma penso di essermi ripresa e devo dire grazie ad una mia carissima amica (reale lol), che condivide con me la passione per le ficcy e leggendone a caterve insieme mi si è risvegliato quell’antico amore per mettere online le mie creazioni orribilose *^*
Ah, poveri voi!
Che ne dite di ‘sti due? Anche il prossimo chappy sarà su Gwen, ve lo dico, e già comincia a intravedersi qualcosa di Gwuancanoso, ma ancora molto labile, perché insomma, si sono appena conosciuti u.u
Dite la verità, quanti di voi hanno pensato/sperato/temuto che si baciassero quando Gwen si “avvicina”? Eh? Eh? Eeeeeh?
Spero di non aver deluso troppe aspettative, ma come ho già detto è troppo presto u.u
E inoltre Gwen comincia a sentire qualcosa che può tranquillamente spacciarsi per fiducia dato che lei non conosce il percorso quanto lui u.u
Ehm… Vi saluto, baciottoni, mi avete di nuovo tra le scatole lo so, vi auguro tanta felicità e… Baciottoni ciambellosi (jaaa, torno con il mio marchio di fabbrica [?])
Se volete recensire… Siete i benvenuti ahah, tschuuuuuus,
_Rainy_

   
 
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