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Autore: reby    28/01/2014    4 recensioni
ATTENZIONE: Nuovo titolo, ex "Dicono che gli angeli amano in silenzio".
AU! Destiel.
Castiel è il nuovo collega di Sam, che per l'inciso sta per sposarsi.
Ovviamente Dean si è preso l'onere di organizzare per il suo fratellino la festa di addio al celibato, invitando i colleghi di lavoro del minore dei Winchester.
E con due spogliarelliste e shot di tequila...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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L’aveva conosciuto nel modo più banale e antico di tutti: una festa.
Non una normale festa poi, ma un addio al celibato.
Lui ed il barista si erano accordati prima dell’arrivo del festeggiato: ogni cosa ordinata da Sam Winchester quella sera andava raddoppiata, in fatto di alcool.
Lui, invece, si era ripromesso di non esagerare per una volta perché ehi, è l’addio alle armi del mio fratellino Sammy!, ma le cose cominciarono a precipitare dall’arrivo di Mr Trenchcoat.

Il locale era un pub rinomato che Dean stesso aveva scelto, uno di quelli con tanto di privè e spogliarelliste di ogni sorta. Quando Sam l’aveva visto era impallidito e gli aveva scoccato un’occhiata così… così da Sammy che lui non aveva potuto far altro che passargli il braccio attorno alle spalle e ridacchiare scomposto.


Non sapeva quasi niente di quel tizio col trench.
Qualche tempo prima suo fratello gli aveva comunicato del nuovo acquisto dello studio legale in cui stava facendo gavetta, un tipo che aveva preso il suo posto nella consegna di caffè e scartoffie di poco conto.
La cosa che aveva attirato l’attenzione e la simpatia di Sam era la stoicità del tipo, che eseguiva tutti gli ordini senza mai lamentarsi, anzi si proponeva sempre per quelle incombenze che tutti rifuggivano come la peste. Era abbastanza riservato ma non si sottraeva mai ad una parola durante la pausa pranzo ed aveva un modo tutto suo di capire le battute e l’ironia dei colleghi.

Si chiama Castiel, gli aveva detto, ed indossa un trench praticamente ogni giorno.
Dean aveva annuito, un po’ incuriosito certo ma aveva subito relegato l’informazione in un angolo del suo cervello e lì era rimasta.
Fino a quella sera.


Dean Winchester non era famoso per la capacità di venire a patti con sé stesso. Anzi, la sua fama di testardo incallito era talmente radicata in lui che ormai il nome Dean poteva benissimo essere considerato un sinonimo di testardaggine. Bobby l’aveva ripetuto fino alla nausea.
Perciò non fu affatto facile per lui ammettere di essere, come dire, attratto anche da individui maschili.
Ovviamente non l’aveva detto a nessuno. Ci aveva provato un paio di volte a dirlo a sé stesso, le mani artigliate ai bordi del lavandino e i suoi due occhi verdi che lo guardavano di rimando di fronte allo specchio. Aveva ispirato ed espirato un paio di volte e poi mandandosi a ‘fanculo era uscito dal bagno borbottando.

Aveva baciato un uomo un mesetto prima della festa, per la prima volta.
Era brillo, ma non dava più la colpa all’alcool perché il suo fedele amico stretto nei pantaloni era decisamente sobrio e ugualmente allegro.
In verità non l’aveva solo baciato: aveva azzardato anche un tour nelle parti basse e non era stato così traumatico. Non aveva avuto nemmeno la tentazione di sparargli quando l’altro aveva fatto lo stesso con lui.
Era un bel passo avanti.
Perciò, nonostante l’impossibilità cronica di ammetterlo a qualsiasi essere pensante, il maggiore dei Winchester era bisessuale.
Non era effettivamente la cosa al centro dei suoi pensieri, visto che solo il weekend precedente alla suddetta festa aveva rimorchiato senza sforzo alcuno un’avvenente ragazza bionda con un seno così generoso che difficilmente avrebbe potuto essere confusa con un uomo.

I suoi problemi si ripresentarono prepotentemente quella sera.
Non ebbe alcun dubbio sull’identità dell’uomo appena entrato nel privè, considerato il vistoso trench beige che indossava nel modo più naturale possibile anche con il freddo pungente della serata.
Dean aveva il secondo bicchiere di tequila liscia in mano quando Castiel si avvicinò a Sam e gli strinse la mano con un sorriso un po’ stralunato, tanto che Dean considerò l’ipotesi che l’altro fosse già reduce da un paio di bicchieri.
Continuò a fissarlo spudoratamente e nemmeno ci faceva realmente caso, almeno fin quando Castiel si girò di scatto nella sua direzione e ricambiò il suo sguardo senza alcun tipo d'imbarazzo.
Dean sputacchiò fuori un po’ di tequila e si passò il dorso della mano sulle labbra.
Quando rialzò lo sguardo, Castiel era sparito.

Non lo rivide fino all’entrata in scena delle due spogliarelliste che aveva affittato per quella serata.
- Oh no Dean! - esclamò Sam, guardandolo attraverso gli occhi annebbiati dai numerosi cocktails.
- Dovere Sammy -, si limitò a rispondergli facendo scoppiare un applauso e numerosi fischi nella sua direzione.
Si sistemò meglio sul divano per non perdersi nemmeno un secondo di quel teatrino, quando sentì il posto accanto al suo abbassarsi sotto il peso di un’altra persona.
L’altra persona era Mr Trenchcoat che però non aveva affatto il trench addosso ed adesso mostrava un completo classico blu scuro, camicia bianca e cravatta azzurra lasciata lenta*. Particolare che indusse Dean a mandar già un copioso sorso dell’ennesima tequila, visto che aveva da poco scoperto che gli uomini in giacca e cravatta gli azzeravano la salivazione.
- Ciao Dean - esordì il nuovo arrivato senza guardarlo. – Spettacolo interessante -, aggiunse poi riferito alla ballerina che ondeggiava vestita da cameriera attorno ad un Sam imbarazzatissimo.
- Ci conosciamo? - gli domandò allora Dean, osservandolo di sottecchi.
- No, - rispose semplicemente lui guardandolo finalmente negli occhi. – Ma so che sei il fratello di Sam, e visto che ne ha uno solo ho supposto che fossi Dean -.
Quest ultimo lo guardò inarcando le sopracciglia sorpreso, ma poi alzò le spalle.- Non fa una piega-.
- Un altro giro? - gli domandò ancora Castiel, ammiccando al bicchiere vuoto che l’altro teneva in mano.
E fu l’inizio.
Non successe niente di eclatante in verità, solo che cazzo quel Castiel lo reggeva bene l’alcool e il barista invece conosceva bene Dean e gli stava rifilando cicchetti di tequila e rum uno dietro l’altro senza battere ciglio.
- E quindi non potevo non prendere due cazzo di spogliarelliste per lui, capisci? – stava spiegando ad un Castiel che sembrava realmente interessato a tutte le stronzate che uscivano fuori dalla sua bocca.
Il locale era pienissimo e la musica assordante, per questo Dean giustificò la minacciosa vicinanza dei loro volti, seduti sugli sgabelli del bancone.
A pochi metri da loro ormai Sam si era lasciato andare e ballava con le spogliarelliste ed il resto degli invitati.
Dean lo indicò.- Guardalo, finalmente si diverte un po’ l’avvocato! -
- Non ti vuoi unire? - gli chiese Castiel, scrutandolo per un attimo con la fronte aggrottata.
Il maggiore dei Winchester ci pensò su un attimo, per poi tracannare l’ennesimo shot. – Sto meglio qui, Cass- biascicò, per poi rendersi conto del modo in cui l’aveva chiamato.
- Ehm… -
Castiel a quel punto sorrise. Gli sorrise proprio in faccia, a pochi fottuti centimetri dalla faccia e Dean avrebbe voluto avere la stessa sicurezza che aveva nell’abbordare le ragazze in quel momento perché, cascasse il mondo, non sembrava che Cass gli stesse mandando segnali negativi. E poi quanti altri uomini sorridevano in quel modo così innocente e... paralizzante?
- Cass va bene. Ha un suono particolare - annuì lui.
- Come mai questo nome? -
- Famiglia molto religiosa. E' un nome dell'angelo del giovedì-, gli spiegò brevemente. Di certo aveva ripetuto quella spiegazione così tante volte nella vita da averla imparata a memoria come una poesia.
Dean ridacchiò, beccandosi una lieve occhiata contrariata. - No no, non rido per il nome -, si affrettò a precisare- rido solo perché oggi effettivamente è giovedì-.

Castiel sorrise lievemente, continuando a guardarlo in quel modo talmente profondo che alla fine fu Dean a distogliere gli occhi.
Dopo qualche minuto sentì l'altro ordinare un'altra tequila.
- Amico tu si che lo reggi l’alcool. Non ero più abituato a bere così tanto -, ammise il Winchester, reggendosi la testa.
- Vuoi prendere un po’ d’aria? -
Riaprì gli occhi di scatto.
Oh, hai cominciato un brutto gioco tu.

Senza rispondergli cominciò a camminare verso l’uscita secondaria, seguito a ruota da Castiel.


Una volta giunti fuori, una sferzata di aria fredda gli colpì il volto.
Un gruppo di ragazzi, distanti da loro, si stava passando quella che aveva tutta l’aria di essere erba e ridevano apertamente. Erano andati peggio di loro.
Peggio di lui.
- Sei un tipo strano, Cass - disse Dean, dopo un po’ di silenzio.
La strada sembrava oscillare davanti a lui pericolosamente, ma stava facendo di tutto per non darlo a vedere. L’unico problema era la lingua che, oltre ad essere impastata, non voleva star ferma. Un po’ come sempre, insomma.
- Grazie - rispose, poggiato al muro con le mani dietro la schiena.

Chissà se a lui girava, la testa.
Stava per rispondergli che non era esattamente un complimento, ma poi ci ripensò. E non perché la sua lingua aveva improvvisamente deciso di collaborare ma perché, in effetti, aveva formulato la frase proprio come un complimento.
Era strano perché non si sentiva a disagio, anche se entrambi non sapevano quasi niente l’uno dell’altro. Il solo imbarazzo derivava dal fatto che Dean era attratto da quel tipo con gli occhi più azzurri che mai e dall’aspetto misteriosamente strano.
- Io torno dentro Dean, devo salutare Sam- annunciò Castiel e Dean si mosse così velocemente che non si accorse della sua mano che correva ad afferrargli il polso.
Entrambi abbassarono gli occhi su quel gesto, poi sentì nuovamente lo sguardo di Castiel che cercava il suo e si affrettò a ritirarla.- Vai già via?-
L’altro annuì. – Domani devo svegliarmi presto. Apro io lo studio-, spiegò Castiel e il Winchester si limitò a vederlo sparire di nuovo all’interno.
Rimase ad aspettarlo e non si stupì di vederlo uscire poco dopo con indosso il suo benedetto trench.- Dovresti tornare dentro, Sam è… beh, non sembra molto Sam in questo momento-, concluse ridacchiando.
Dean stese le labbra in su. Aveva pensato a tante scuse per poterlo rivedere, ma in quel momento nessuna si decideva ad uscire fuori.
- Beh…- cominciò, ma fu bloccato sul nascere dall’avvicinarsi di Castiel al suo viso.
Si fermò a pochi centimetri, continuando a fissarlo in silenzio. Il fiato caldo gli solleticava i peli della barba di tre giorni e istintivamente si umettò le labbra.
Solo allora Castiel si avvicinò fino a posare le labbra carnose sulle sue.
Dean ispirò così forte che i suoi polmoni quasi chiesero pietà. Stava per sollevare le mani ed afferrarlo per il bavero del trench ma così come si era avvicinato, Castiel si allontanò.
Lo vide pescare un foglietto spiegazzato dalla sua tasca ed infilarla nella sua con calma.
Dopo di che, lasciandolo completamente inebetito come poche volte nella sua vita, lo salutò.
- Ciao Dean-, e con le mani in tasca si allontanò dal locale senza voltarsi, con il passo calmo ma deciso.
In un angolo della sua mente, l’angolo più Winchester di tutti, l’avrebbe rincorso fino e baciato fino a fargli sanguinare quelle fottute labbra.
Ma la tequila era fin troppo vicina al suo esofago e la comparsa di un Sam sorretto da due amici lo fecero completamente desistere.
Mentre con una mano reggeva la testa di suo fratello che continuava a rimettere dietro i cassonetti, con l’altra sfilò il foglietto dalla tasca.
Un numero di telefono.
Ecco cos’aveva alla fine dei giochi: un numero di telefono e la serata più assurda della sua vita.

Dicono che gli angeli amano in silenzio.
Ed io nel tuo mi sono disperatamente perso.

SPAZIO AUTRICE

Conf conf... dunque.
Perché questa cosa? Complice un freddo pomeriggio, una tazza di the nero e una nostalgia del Destiel così forte da doverla sfogare in qualche modo.
E' nata come oneshot, titolo ispirato da "il solito sesso" di Gazzè e dal telefono che suona a vuoto ed invece, ovviamente, sarà una mini ma mini long. Penso circa tre capitoli.
Uhm, credo d’aver fatto un casino con l’IC – cosa che io venero. Ma questa volta penso d’aver toppato alla grande. Spero non in un modo così catastrofico, ma sarete voi a dirmelo.
Tenterò di aggiornare entro venerdì, salvo scleri da sessione invernale.
Che altro dire, alla prossima!
Sabrina

   
 
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