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Autore: giorgtaker    28/01/2014    5 recensioni
Qualcuno si è mai chiesto come Mercuzio sia arrivato a Verona?
Come abbia conosciuto Benvolio e Romeo?
Cosa abbiano combinato tutti e tre assieme prima che Romeo incontrasse Giulietta?
E se incontrasse una ragazza di nome Beatrice e se ne innamorasse?
Questa è la storia di Mercuzio, anzi l'altra sua storia ^^
Spero vi piaccia :D enjoy
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Passarono vari anni. In quello stacco di tempo Mercuzio divenne il migliore amico di Romeo e Benvolio e ormai quei tre si consideravano fratelli. Venne a Verona anche Valentino, il fratello di Mercuzio, dopo la tragica morte dei loro genitori. I due ragazzi decisero di andare a vivere in una casa non troppo distante dai Montecchi, così il biondino riuscì a vedere i suoi amici a tutte le ore del giorno.
Ne combinavano di tutti i colori quei tre ragazzini: più di una volta avevano sbirciato le ragazze mentre di facevano il bagno, avevano corso per tutta la città inseguiti da un cavallo imbizzarrito, erano saliti sui tetti delle case giusto per “vedere e assaporare il mondo da un’altra prospettiva” aveva detto Benvolio per incoraggiarli a salire così in alto, e riuscivano ad andare a tutte le feste della città.
Spesso andavano a caccia di dolci fanciulle da ammaliare con canzoni o poesie. Molte volte le ragazze li guardavano divertite e non era raro che cominciassero a danzare sotto le note di ciò che i tre incantatori cantassero. Si sentivano i re della città, ma a riportarli ogni volta bruscamente nel mondo reale era Tebaldo, che non perdeva tempo, e più di una volta lui e i suoi scagnozzi si erano battuti contro i Montecchi.
Nonostante ciò, la loro vita a Verona era tranquilla. Riuscivano anche ad avere dei momenti di pace, nei quali parlavano delle loro giornate o dormivano. Escalus, per quanto non fosse contento della condotta del suo piccolo cugino, li lasciava liberi di fare quello che volevano. Pensava che prima o poi sarebbe arrivata loro una lezione di vita. Inoltre, non poteva occuparsi di loro, la città aveva bisogno di lui per andare avanti. Le lotte interne tra Montecchi e Capuleti erano sempre più frequenti e non se ne usciva mai senza almeno un ferito. La situazione era diventata insopportabile per molti cittadini e il principe non sapeva più cosa fare. Più volte fu costretto ad uscire dal palazzo per colpa di queste battaglie giornaliere, e più volte fu costretto a richiamare padre Montecchi e padre Capuleti a Villafranca.
Di questo i tre amici e i loro compagni non ne risentivano molto. Continuavano a giocare e a scorrazzare per la città.
Venivano considerati quasi adulti, nonostante i 13 anni di Mercuzio e i 12 anni di Romeo e Benvolio. Grazie a questa mentalità, i ragazzi avevano libero accesso alle taverne e posti in cui si poteva bere.
Non c’era una sera in cui i tre ragazzi, a volte accompagnati dal resto dei Montecchi, andassero in giro a fare baldoria. Da bravi ragazzi, non arrivavano mai al limite, anche perché, a detta di Mercuzio, “Non ci si può godere la compagnia, i canti e i balli delle dolci fanciulle che ci accompagnano”. A quelle parole, dette teatralmente la sera prima di ogni bevuta, tutte le ragazze arrossivano senza eccezioni.
Dopo aver bevuto e aver brindato alla salute del principe Escalus, gli amici di solito uscivano dalle taverne portandosi appresso il corteo di ragazzi e ragazze con cui andavano in posti leggermente più appartati per finire di festeggiare. In quei luoghi Benvolio cominciava a suonare e Mercuzio a cantare frasi poetiche volteggiando tra le fanciulle ammaliate da quelle parole. Romeo a volte si univa a Benvolio, suonando con qualsiasi cosa gli capitasse tra le mani, altre volte rimaneva in disparte a guardare divertito la scena: c’era un Benvolio concentratissimo nel suonare lo strumento mentre lanciava sguardi ammiccanti alle ragazze accanto a lui che lo lodavano per la sua bravura nel suonare, mentre Mercuzio cantava con la sua voce melodiosa, scuotendo la chioma riccioluta e sfiorando guance e nasi delle ragazze che gli stavano attorno. Non che Romeo fosse lasciato solo, anzi, molte ragazze adoravano questa sua voglia di mettersi in disparte. Lui era visto come il ragazzo “dolce e romantico”, Benvolio come il ragazzo “premuroso e gentile”, mentre Mercuzio aveva la fama del ragazzo “passionale e giocoso”. Mercuzio era felice di tutto ciò. Si divertiva con i suoi amici, era libero e in quel momento non aveva pensieri.
Questa situazione di benessere per i tre amici era ben lungi dal finire. C’era un piccolo problema, che però poteva diventare enorme: Mercuzio si innamorò di Romeo. Solo Benvolio conosceva questo sentimento, nutrito a poco a poco dal biondo, ma non sperava né che Romeo ricambiasse il sentimento, né che Mercuzio si struggesse per un “no” del moro. Il castano amava troppo i suoi due amici per pensare ad uno spaccamento tra di loro per un amore non corrisposto, così non prendeva parte in quella guerra interiore del più vecchio del gruppo. Lo poteva consolare, ma non poteva e non voleva dirgli “Romeo deve solo aprire gli occhi”, gli diceva solo “Stai calmo, passerà tutto”.
Il biondo, dal canto suo, non faceva notare questa lotta interiore. Sapeva che Romeo non era innamorato di lui (anche se sperava il contrario), ma non si lasciava sfuggire neanche una lacrima con Benvolio. Voleva essere spensierato anche se aveva questo peso sul cuore.
Un giorno, mentre i tre ragazzi vagavano in giro scherzando l’un con l’altro, Mercuzio notò una ragazza ferma in mezzo alla strada con un cesto pieno di stoffe posato a terra e la fronte imperlata di sudore.  Mercuzio fece segno ai suoi due amici di guardarla e questi non ci pensarono due volte: se Mercuzio fa segno che una ragazza è segna di nota è perché è veramente particolare. Infatti anche questa volta fu così: la ragazza aveva un viso ovale, con una spuzzata di lentiggini sul naso e sulle gote arrosate per lo sforzo, i capelli castani lunghi erano legati in una treccia che si stava sfaldando, ma che lei si ostinava a non rifare. Aveva gli occhi grandi color nocciola e le labbra sottili. Il vestito che portava era il chiaro segno che non era una nobile: color verde mela, molto semplice, stoffa resistente in modo tale che non si dovesse buttare dopo poco tempo, maniche lunghe e corpetto stretto che faceva intravedere un bel corpo.
Mercuzio colse la palla al balzo e si avvicinò alla ragazza che intanto di era appoggiata ad un muro per riprendere fiato “Posso aiutarvi?” chiese gentilmente
La ragazza lo fissò per un attimo “No, vi ringrazio, ma ce la faccio da sola”
“Insisto! Una dolce fanciulla non si dovrebbe caricare di cotanto peso sulle sue spalle. Ragazzi! Venitemi ad aiutare! Dove dovete portare questa cesta?” Romeo e Benvolio accorsero, ma nonostante la gentilezza del biondo, la ragazza decise di declinare ancora una volta l’offerta
“Non necessito di aiuto. Devo solo trasportarlo di pochi metri, riuscirò a farlo da sola. Grazie” per evitare di essere scortese la giovane fece un piccolo inchino
“Non vi fidate di me?” Mercuzio sorrise
“Non mi fido di voi” lei incatenò i loro sguardi
“Come mai, se è lecito domandarlo?” il ragazzo non si fece intimidire e non distolse gli occhi da lei
“So chi siete e cosa fate. Io sono una ragazza che non vuole essere immischiata in loschi giri. Ora, prima che io diventi scortese, se me lo permettete io me ne vado” si inchinò di nuovo e fece per prendere il cesto, ma venne bloccata, ma questa volta non era Mercuzio, bensì Romeo
“Scusateci allora se vi stiamo recando disturbo, ma possiamo almeno sapere il nome della dolce fanciulla che è presente davanti a noi?” chiese gentilmente
La ragazza lo fissò per un attimo prima di prendere un respiro profondo e di rispondere “Beatrice”
I tre amici saltarono sul posto “Che bel nome!”
“Davvero aggraziato, come voi”
“Oh, credo che potrei cantare versi sul suo nome per tutta la notte! Che dolcezza il suono che fa il vostro nome!”
Nel vedere una reazione così esagerata, Beatrice storse il naso “Messeri, per caso prendete in giro il mio nome?” chiese con un po’ di fastidio
I tra amici si bloccarono. Benvolio le sorrise “Assolutamente no. Il suo nome è il nome che vorrei dare a mia figlia. Noi tre adoriamo il nome Beatrice, lo usiamo sempre nei versi che componiamo. Come mai siete così tanto sbalordita?”
La ragazza non sapeva cosa rispondere “Da ciò che mi avevano raccontato, sembravate più una banda di malati di sesso”
“Invece adesso cosa vi sembriamo?” Mercuzio gonfiò il petto con orgoglio
“Mi sembrate dei bambini” a quella risposta secca i tre amici si fissarono. Non si aspettavano una risposta simile
“Volete dire che non ci vedete come tre ragazzi che riescono ad ammaliare le donne, ma come dei poppanti?” chiese per sicurezza Romeo
“Esatto” rispose Beatrice senza indugi “Siete come dei bambini, ma con dei corpi più cresciuti”
La fissarono per qualche secondo, poi Mercuzio disse “Allora, dato che abbiamo dei corpi più forzuti di quelli di un bambino, permetteteci di aiutarvi a portare questa cesta”
In quel momento lei cedette. Le portarono la cesta fin dove doveva consegnare le stoffe. Lì li congedò
“Vi ringrazio di avermi aiutata con quella cesta”
“Sempre al vostro servizio!” urlarono i tre amici inchinandosi
“Ora, se non vi dispiace, ritorno a casa mia”
“Non vi possiamo accompagnare fino lì?” chiese Mercuzio
“No, non saprete mai dove abito. Arrivederci” cominciò a correre verso la sua dimora salutandoli con un gesto della mano. I tre ragazzi sospirarono e andarono verso il bosco poco distante, sconsolati.
 
 
Non ci voglio credere che ho aggiornatoooo!!!! Oddio devo ringraziare un sacco di gente: Xx8mist_fire8xX, _Di Minna_, RomeoGiulietta98, Magic Moon, IrethTulcakelume, LadyHitachiin e Codex per le loro recensioni. Vi  ringrazio tantissimo a tutte quante *sparge cuori*
Ringrazio anche tutti quelli che hanno messo la storie tra le seguite/ricordate/preferite.
Che dire?? Mi dispiace se il capitolo non è come ve l’eravate immaginato, ma dopo due mesi non potevo non pubblicare, così vi lascio questo… coso da leggere. Sì, ho ancora il blocco dello scrittore. Mi sta dando parecchi problemi ultimamente :3
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi raccomando RECENSITE ^^ o mandatemi un messaggio privato, anche scrivendomi a caratteri grossi quanto il colosseo che faccio schifo è.è
Lo dico e lo ripeto, è per formarmi come scrittrice :D
Grazie mille per aver letto fin qua giù (se non ci siete arrivati, poco male, l’importante è che la storia vi sia piaciuta… scrivetemi se non è così XD) *si inchina*
AL PROSSIMO CAPITOLOOOOOO!!!!
Taker
   
 
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