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Autore: JeJe__    29/01/2014    2 recensioni
Un giorno d'estate, un signore anziano, ben voluto da tutti, si ammalò gravemente.
Al suo capezzale accorrono la cognata e il nipote, ma anche un farfalla bianca.
Che non vuole andarsene per quanto la si schiacci.
JongKey~
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Farfalla Bianca.






« Mi amerai per il resto della vita? »
« Certo... »
Che domanda stupida. L’avrebbe amato da qui al passare dei prossimi giorni.
L’avrebbe amato anche in quel momento; volendo esprimere tutto quello che provava in un solo sguardo, che solo lui avrebbe capito. Anche con un singolo bacio, una singola carezza, bastava a contorcere il cuore di entrambi.
« Anche se- »
« No. »
Lo zittì prima che potesse dire qualche altra cosa, sapeva il suo carattere, sapeva che avrebbe cominciato a parlare di un futuro inesistente.
Un futuro senza un loro. Senza il loro amore.
« Shh... » appoggiò con tocco leggero un dito sulle sue labbra carnose, che parevano bruciarsi al solo tocco. « Anche se tutto ciò dovrebbe sparire? »
« Si. Per sempre. »
« Per sempre. »
Quella sera unirono le loro labbra, i loro corpi, diventando un’unica cosa.
Un unico amore, che avrebbero condiviso fino alla fine dei loro giorni.
E forse, anche in un’altra vita.

***

In una piccola casetta, dietro il cimitero del tempio di Sonajzi, viveva un vecchio di nome Jonghyun.
Un posto abbastanza tranquillo, circondato dalla natura e dalla tranquillità, non tipica di una vita movimentata come quelle delle grandi metropoli come Tokyo; ma all’anziano sembrava andar bene così.
Era una persona amabile, simpatica e gentile con tutti i suoi vicini. Piaceva a ogni singola persona che incontrava, ma a volte era considerato un po’ pazzo.
Più che pazzo, abbastanza strano. La sua vita era strana.
A quanto sembra, la sua pazzia consisteva nel non essere sposato, e che non desiderava legarsi in un rapporto d’intimità con nessuna donna. Le chiacchiere della gente continuavano ogni giorno, inventandosene ogni volta una nuova.
‘E’ l’età!’ raccontavano le signore di fronte alla sua casetta.
‘Ma è così un bravo signore! Chi non vorrebbe sposarlo?’ si domandavano le vecchiette che organizzavano la seduta del thè ogni pomeriggio, nell’appartamento accanto.
Ma a lui non importava niente. Lui era già morto.

 
***

« Aspetta! Non correre così veloce! »
Come poté immaginare, le sue doti fisiche non ebbero grande successo in quel campo verde, immerso tra mille fiori. Più uno che correva felice tra di loro.
« Dai!! Guarda qui quante farfalle! »
Alzò le proprie braccia, imitando un aeroplano.
Lo era davvero. Ma più che un aeroplano, era una farfalla.
La farfalla più bella di tutte le altre, portava invidia anche al solo correre tra i fiori. Con i suoi capelli biondi e morbidi che si spostavano leggermente, per non dar fastidio alla sua vista mentre volava da un polline all’altro.
« Allora! Che aspetti? »
Si avvicinò al suo ragazzo, sorridendo non solo con le labbra, ma anche con il corpo. Un linguaggio che capivano solo loro due.
« Sposami. »
« Cosa... »
« Sposami. Diventa la farfalla che fa più leggera la mia vita. »

***

Un giorno di estate, Jonghyun si ammalò gravemente, tanto da esser costretto a chiedere aiuto a sua cognata e suo figlio. Arrivarono da lì a poco, portando un po’ di sollievo a quel vecchietto, la cui ora sembrava quasi giunta.
Lo osservavano ogni minuto, ma alla fine sfinito, si addormentò.
Poco dopo, dalla finestra aperta, entrò una grande farfalla bianca.
Il nipote la guardò appoggiarsi sul cuscino dell’anziano; cercò in tutti i modi di cacciarla via, ma senza successo. La farfalla ritornò allo stesso posto altre 3 volte, come se avesse intenzione di lasciare il malato.
Stufo di quell’insetto, riuscì finalmente a farla uscire.
Quella farfalla percorse una sua via, forse sapendo già dove andare; così curioso fece modo di seguirla. Non arrivò lontano: guardò con stupore come quell’esserino si posò su una tomba del vicino cimitero. Con un batter ciglio, la farfalla scomparì.
Si avvicinò alla tomba, osservando il nome scritto su di essa: Kim Kibum.
Accanto c’era anche un epitaffio che raccontava come il ragazzo era morto a diciott’anni. Si rese conto anche di come quella tomba era vecchia, costruita forse decenni fa, nonostante ciò era circondata da fiori freschi, con un serbatoio d’acqua riempito di recente.

 
***

« Lo sai...che le farfalle...muoiono dopo poche ore...? »
« Tu non morirai. »
« Sto per farlo, lo sai... »
« No! Io... Ti amo! Lo farò per sempre... »
Una dolce e debole mano, asciugò quelle lacrime che scendevano senza sosta su quel viso tanto amato.
« Anche io...ti amerò...per sempre. »
Un ultimo sguardo. Uno sguardo che poteva capire solo il linguaggio del loro amore.

***

Quando il giovane ragazzo ritornò a casa, Jonghyun perse la sua vitalità. Sembrava più magro, più pallido di prima.
Ma ormai, aveva un dubbio. Raccontò tutto alla madre, dalla farfalla a quello che aveva visto nel cimitero.
« Kim Kibum, dici? »
Il ragazzo annuì energicamente, ansioso di scoprire cosa nascondeva quel nome.
« Quando tuo zio era giovane, fu fidanzato con Kibum. Sfortunatamente, il ragazzo morì di tubercolosi proprio il giorno prima delle nozze. Quando lasciò questo mondo, tuo zio decise che non si sarebbe mai sposato e che avrebbe vissuto per sempre vicino alla sua tomba.
Per tutti questi anni ha mantenuto la sua promessa e ha conservato nel cuore tutti i dolci ricordi del suo unico amore.
Tutti i giorni, Jonghyun si recava nel cimitero, sia che l’aria fosse profumata dalla brezza dell’estate, sia che fosse appesantita dalla neve che cadeva d’inverno. Tutti i giorni pregava che lui fosse felice, bagnava la tomba con le sue lacrime e portava dei fiori.
E, quando tuo zio lentamente moriva, non potendo prendersi più cura del suo amore, Kibum è venuto qua per lui.
Quella farfalla bianca era la sua anima dolce e innamorata. »

 
 
‘Dimenticare il dolore è difficilissimo.
Ma ricordare la dolcezza, lo è ancora di più.’ C.Palahniuk.
 
 
Note dell’autrice:
Piaciuta?
L’ho scritta così, su due piedi! Non sono molta sicura su ciò che ho scritto, quindi, per eventuali errori, correggetemi e segnalateli, così che io possa migliorare.
I credits per la storia vanno al ‘Bazar di Mari’ che ha tradotto questa leggenda giapponese, da cui io ho preso spunto.
Detto questo, alla prossima < 3
Ps: Prima di tubercolosi, si moriva facilmente!
  
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