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Autore: Marra Superwholocked    29/01/2014    2 recensioni
Il Dottore non dimenticherà mai Anna.. Una compagna di viaggio totalmente fuori dagli schemi, così simile a lui.
"Si mise più comodo, accavallò una gamba per creare un supporto su cui scrivere e cominciò descrivendo la tempesta di quella notte."
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La verità lungo la scia


Il Dottore posò a terra il diario e la penna col gattino, si stiracchiò ben bene e andò verso la consolle: non poteva abbandonare i Pond.
Quando tornò a Londra e mise piede fuori dal Tardis, era buio e su una panchina poco distante da lì vi erano appollaiati Amy e Rory. Il Dottore fece comparire un sorriso sulle sue labbra, si avvicinò lentamente alle loro spalle e con un balzo atterrò dalla parte opposta della panchina per sedersi davanti agli occhi atterriti dei due piccioncini.
“Dottore! Ma dov'eri finito?!” gli urlò in faccia Amy tirandogli anche qualche sberla sul braccio, che non guasta mai.
“C'è stato un imprevisto del mestiere” scherzò lui di rimando in un tono un po' freddo. Pensava ancora al messaggio sulla carta psichica, l'avvertimento dello scricciolo... Stava succedendo qualcosa, ne era sicuro. “Amy, Rory: poco distante da qui ci sono delle giostre. Andateci. Io.. Devo fare una cosa.” Si alzò e raggiunse il Tardis senza voltarsi, con gli occhi increduli della sua coppia preferita puntata sulle sue spalle.

“Anna, quando te lo dico io, corri” le bisbigliò il Dottore mentre percorrevano i lunghi corridoi dei sotterranei che portavano alle carceri, accompagnati da un paio di guardie armate – una davanti e una dietro di loro.
Anna aveva sepolto la paura e adesso era carica di adrenalina; avrebbe potuto fare di tutto, in quello stato. Annuì piano.
Sotto il cappotto, il Dottore teneva stretto un leggero rigonfiamento. In quel periodo, senza saperne il vero motivo, aveva notato una certa utilità delle bottiglie di plastica. Se le portava in giro ovunque andasse e si erano rivelate davvero indispensabili. Poteva tirarla in testa a qualcuno per rimproverarlo, bere, fare scherzi a Rose.. E, se si fosse trovato di fronte ad una tecnologia aliena che avrebbe potuto mettere in pericolo la Terra, avrebbe svuotato la bottiglietta sui loro congegni. L'acqua può salvarti la vita.
Ora, con i polsi legati insieme dal lampo, tentava l'impossibile, e cioè far scappare Anna per poi usare la sua arma segreta.
“CORRI!” le urlò il Dottore. Ma lei rimase lì, impietrita.
E poi successe tutto molto velocemente: il Dottore prese dall'interno del suo cappotto la bottiglietta piena d'acqua e l'aprì, si voltò e con un sorriso un po' maligno ne scaricò metà addosso alla guardia. Quella che, invece, stava davanti a loro si girò, ma non seppe mai la verità, perché il Dottore lo annaffiò ben bene partendo dalla testa rinsecchita.
I due alieni tremarono, si mossero come in preda a delle convulsioni e poi si sciolsero davanti agli occhi spalancati di Anna.
“Troppa acqua tutta insieme, fa male” disse il Dottore in un ghigno. Nonostante lui non abbia mai voluto uccidere nessuno, a volte è indispensabile compiere quel gesto per salvare la vita delle persone a cui tieni e che se lo meritano.
In lontananza si udì un assordante allarme e tutti i corridoi si colorarono di rosso.
“Vieni!” Il Dottore la prese per mano e la trascinò fino ad una porta di metallo molto fredda; vi entrarono senza sapere dove fossero e si chiusero la porta alle spalle.
Poi qualcuno accese una candela.

Quando il Tardis atterrò, lui rimase qualche secondo attaccato alla consolle con lo sguardo basso. I suoi capelli non gli erano sfuggiti. A lui non sfugge mai nulla. Il colore era molto simile ai capelli di una ragazza di sua conoscenza. Ancora una volta era tormentato dalla voglia di sapere tutto.
Ma non era pronto.
Infatti, quando uscì lentamente dal Tardis, si trovò di fronte soltanto girasoli. Gli stessi girasoli che poco prima lo avevano visto sparire accompagnato dai rimproveri dello scricciolo, che ora non c'era più. Fece qualche passo guardandosi ogni tanto alle spalle; tirò fuori il cacciavite sonico e lo azionò.
Il suo volto non mutò molto nel venire a conoscenza di un fatto che aveva previsto da tanto tempo.
Dovete sapere che quando si compie un viaggio spazio-temporale ci si porta dietro una scia. È invisibile all'occhio umano ma, come ho detto prima, non si può ingannare il Dottore.
Ancora non sapeva chi fosse quella ragazza; l'aveva già incontrata – a Milano, a Londra , in un cratere lunare e persino nella biblioteca più grande dell'Universo – ma tutto ciò non aveva molto senso senza sapere la sua identità; perché lo seguiva in ogni dove?
Seguì la scia mentre il cacciavite sonico gli indicava la strada. Lui camminava; i suoi cuori correvano.
Si stava avvicinando al bosco. Una goccia di sudore gli attraversò fronte, naso, mento. Il tappeto di aghi di pino attutivano i suoi passi ma non poterono nulla contro il suo battito cardiaco; stava scoprendo la verità?
Lo sperava così tanto..
   
 
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