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Autore: Tortinaalcioccolato    29/01/2014    0 recensioni
La storia racconta del ritorno di una ragazza nel suo paese dopo 10 anni, affronterà il suo passato, gente che ha amato, odiato, tutto per riportare a nuova luce il nome della sua famiglia infangato
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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1. Luce aveva capelli lunghi mossi di un colore castano chiaro d'orato e gli occhi nocciola tendente al verde, non era molto alta, ma nemmeno bassae come tante donne era in forma ma spesso si lamentava di avere un paio di chili in più. L: siamo arrivati papà! - Accanto a lei in un'urna di coccio scuro intagliata in bronzo le ceneri di suo padre morto cinque giorni prima a Parigi. Queste erano state le volontà di suo padre, Antonino Monteforte, alla sua morte le ceneri dovevano finire in mare, gettate dal punto più alto del paese, la scogliera degli angeli, al di sotto di essa il mare il punto dove anche l'acqua toccava il massimo della profondità; a sinistra si poteva intravedere la spiaggia, poco più a destra il paese. La scogliera era raggiungibile con la macchina solo fino ad un certo punto, tanto più che il suo maggiolone carico di ogni cosa faticava di più. Si fermò circa settanta metri, il massimo che potè spingersi poi scese e con l'urna tra le mani proseguì fino alla scogliera a piedi. Era possibile arrivare lì anche passando per la spiaggia salendo una scala in pietra bianca e addentrandosi in un boschetto con sentieri già segnati, quella strada era abitudine mattutina di Leonardo Houston, un italo americano che viveva a Rubino da due anni; integrato mediamente nella comunità Leo era deciamente un bellissimo uomo affascinante, fisico sportivo, allenato, muscoloso con spalle larghe ben formate e gambe toniche. Faceva l'inseganante di educazione fisica al liceo di Rubino. Ogni mattina scendeva in spiaggia, cinque minuti di sretching per scaldarsi, e poi via su verso la scogliera in corsa sostenuta, li si fermava, faceva una serie di addominali, esercizi sul posto e poi ripartiva fino giù a valle, rientrava a casa, una doccia e poi dritto a scuola. Lu: Allora papà, dobbiamo salutarci davvero adesso, chissà come mai hai voluto queste sorti per te, tornare qui in questa città che ti ha voltato le spalle, che ha portato la mamma alla morte, ma ti giuro che riabiliterò il tuo nome, hai voluto che io tornassi qui anche per questo - Leo intanto era arrivato quatto quatto alle sue spalle - io ho sempre creduto in te e vedrai farò in modo che tutti tornino a chiedermi scusa, non ti farà tornare in vita questo lo so, ma ti farà riposare in pace, una pace che per tanto, troppo tempo non hai più ritrovato - aprì l'urna - bentornato a casa papà. Rilasciò la sabbiolina scura nell'aria, c'era poco vento. Si può sapere chi sei? Leo tronò dietro le sue spalle, Luce si voltò di scatto. Tu chi sei, vai sempre così di sorpresa dietro le spalle della gente? Bè sai com'è, vedo tutti i giorni belle ragazze che buttano ceneri dalla scogliera! Luce acennò un mezzo sorriso - Touchè, hai ragione, io sono Luce Monteforte, molto piacere! Leonardo houston piacere tutto mio - la stretta di mano di Leo forte, sicura e cordiale - ma mi chiamano tutti Leo! Hai detto Houston, non è italiano, non sei di Rubino? - Si incamminarono verso la macchina - Vivo qui da due anni, sono per metà americano NY! - lo disse con entusiasmo - Deve essere fantastica NY io non ci sono mai stata, sono nata qui a Rubino, comunque prima era mio padre, è morto cinque giorni fa, ma voleva tornare qui, le ceneri dalla scogliera erano le sue ultime volontà - lo sguardo si rabbuiò per un momento - beh è stato un piacere Leo, ci si vede in giro allora! Ehm se non dicessi a nessuno quello che hai visto te ne sarei grata! - Leo alzò le mani, i bicipiti si evidenziarono - io non ho visto niente, e non ho parlato con nessuna bella ragazza, certo se lo sapesse il commissario Loi ... - Luce scattò - Emilio Loi? - chiese - Noo Lorenzo! -rispose sorridendo, aveva denti bianchissimi - Lorenzo è diventato commissario - lo disse quasi stupita - Si, dirige il commissariato di Rubino, perchè lo conosci? Non le andava di rivelare troppo, o sbagliare risposta o magari il suo tono si limitò a una risposta diplomatica - l'ho conosciuto tanto tempo fa, ciao Leo e grazie! Tornando indietro si accorse come dieci anni non erano passati nel paese, sembrava ancora tutto uguale, la scuola, la passeggiata con i negozietti, il ristorante di Vincenzo e Nora, il bar di Betty. Anche il porto era identico, con le stesse barche di quando era bambina e le case limitrofe dei pescatori. La sua vecchia casa era più su del paese, dopo l'ospedale e il commissariato, passando di sfuggita notò Leonardo, era con Lorenzo, lo riconobbe subito anche lui non sembrava cambiato affatto. Anche Lorenzo però come un flash ... - ma quella era? - Leonardo colse al volo - chi? Il maggiolone rosso che è appena passato, avrei giurato di vedere ... - un latitante? Leo si elettrizzò all'istante! Lorenzo lo smontò in un secondo - non eccitarti troppo qui non succedono le cose da far west americano, e poi devo essermi sicuramente sbagliato, non è possibile che sia lei! meglio che torni al lavorare, e devi andare anche tu professore! Alle sei stasera per una birra da Betty? - ci sto! - accettò all'istante - ciao Lorenzo a più tardi! Leo prese la sua bicicletta gialla e blu, che lasciava sempre li pronto a fare l'ulima fatica di allenamento mattutino la pedalata fino a casa. Intanto Luce era arrivata a destinazione, da fuori la sua casa certo non era conservata al meglio, la facciata originariamente bianca ora dava su un grigio spento e pezzi di intonaco si erano crepati, aperti e cadevano giù. All'interno la casa era su due piani, ancora completamente ammobiliata; per prima cosa aprì le finestre del piano inferiore c'erano lenzuoli e grandi fogli di plastica a coprire tavoli, sedie, divani è tutto il resto. In alcuni scatoloni soprammobili e oggettistica varia, la polvere era tantissima e regnava sovrana dovunque insieme alla puzza di muffa e di chiuso. Raggiunse il piano di sopra dove c'erano le camere e un secondo bagno, ripetè lo stesso rituale, aprendo le finestre e dando luce e aria in ogni stanza. C'è nessuno? - sentì una voce familiare - Leo? ancora tu? ma non mi starai seguendo, spero ... perchè qualcosa che non va? - quello di Luce forse esageratamente scostante - ma no figurati, sono solo stupito ecco tutto! da quando sono qui non ho mai visto nessuno in questa casa e bè ora so il perchè, anche se a dirti la verità ho provato a chiedere un pò in giro ma ... - nessuno ti ha detto niente? mi sembra molto strano - il tono della voce si indurì - non hai mai sentito dire che questa è la casa del diavolo? - lo fissò - in effetti, forse, qualche volta ... - Leo era cauto - Allora sai già quello che devi sapere - tagliò corto - ti spiace se ... - lo invitò ad andare via - Ah si, scuami, volevo solo avvisarti a questo punto che siamo vicini, la finestra della mia cucina e della tua sono comunicanti! - vorrà dire che se mi servisse dello zucchero, o delle uova puoi passarmele senza uscire di casa! ma certo! - Leo si trattenne ancora - certo dovrai fare un lavorone di pulizia qui dentro - provò quasi ad invitarsi - Si! - Luce era tornata cordiale - voglio che torni bella com'era prima! - ma non colse l'invito velato di Leo a darle una mano - Ah! un'altra cosa - Leo la riportò alla realtà - ti ho visto passare col maggiolone davanti al commissariato, ma ti ha visto anche qualcun'altro. - si lo so, eri con Lorenzo - Infatti, per un attimo ha creduto di vedere qualcuno che conoscesse, devi essergli rimasta impressa, tanti anni fa quando vi siete conosciuti ... e non posso dargli torto - la guardò dall'alto al basso - ehm si forse è meglio che vada adesso, la scuola mi aspetta, non te l'ho detto sono un insegnante, ed fisica, al liceo! - Non avevo dubbi ... - Sorrise - ciao Leo!
  
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