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Autore: 3words8letters    29/01/2014    6 recensioni
Sapete cos'è il limbo?
Limbo è il passo incerto tra la spiaggia e il mare.
Limbo è un battito d'ali, con la paura di non poter volare
Limbo è stare qui tra il decidere e l'aspettare…
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 "Vero è che 'n su la proda mi trovai
de la valle d'abisso dolorosa
che 'ntrono accoglie d'infiniti guai.
 
Oscura e profonda era e nebulosa
tanto che, per ficcar lo viso a fondo,
io non vi discernea alcuna cosa."
 
        Dante- Inferno IV canto: il Limbo
 


E anche quel giorno riesco a sentirla, mentre varca la porta della mia sala, il solito passo leggero ma frettoloso, il solito profumo a riempirmi le narici.
Non posso descrivere il suo odore, posso solo dire che è delicato e…incredibilmente dolce. Come lei, d'altronde. La mia dolce Aurora.
Già solo il pronunciare mentalmente quel nome magnifico è una magia.
Una magia così incantevole che sono certo nessuno potrà mai provare a confronto.
E anche quel giorno le sue solite parole amorevoli mi giungono all'orecchio, provocandomi come delle scosse in tutto il corpo.
«Ciao Louis»
Riesco a sentire il mare da quelle brevi parole, pronunciate con tale gentilezza e grazia  da essere paragonabili solo alle voci angeliche delle creature celesti.
«Oggi come stai?» mi chiede, consapevole che anche quel giorno non avrà alcuna risposta.
Traffica qualcosa con quello che suppongo sia il macchinario dietro di me, quello che non smette mai di far rimbombare quel suono tanto lieve quanto maledettamente fastidioso, che riempie le mie giornate quando non c'è lei a farmi compagnia.
Un sospiro scoraggiato esce dalle sue labbra dopo un po'. Perché sospiri, tesoro mio?
I passi aggraziati delle sue scarpette risuonano per tutta la sala, poi avverto solo un leggero cigolio.
«Spero non ti dispiace se qui apro per fare entrare un po' di luce. Questa stanza è così…triste»
Oh, ecco cos'è che stava facendo.
«Ecco, così va meglio, non trovi anche tu?»
Sono contento di sentirla così allegra.
Nonostante io non riesca affatto a vedere la luce del sole sono convinto che a lei faccia piacere.
«Adesso sì che sembri davvero un angelo…» commenta, probabilmente poggiandosi sul mio lettino visto che sento la sua voce incredibilmente vicina.
«Oggi ti ho portato una sorpresa»
La mia dolce principessa è sempre così gentile con me, e quello che più mi fa esplodere il cuore è sapere che io non ho fatto assolutamente niente per meritarmelo, per meritarmi questo suo affetto sincero e incondizionato.
«Volevo portarti dei fiori, per adornare un po' questa stanza spoglia. Così quando ti saresti svegliato l'avresti trovata un po' più accogliente e allegra…»
Vorrei tanto dirle che l'unica cosa che vorrei davvero trovare al mio risveglio è il suo sorriso…
«…però poi mi son detta: non so nemmeno se è allergico al polline! Così sono andata sul sicuro e ti ho portato una scatola di cioccolatini che avevo a casa. Credo che al tuo risveglio potresti gradirli perfino più dei fiori!»
E' adorabile quando parla senza fermarsi, come per paura che qualcuno da un momento all'altro possa rubarle la lingua, impedendole di continuare la frase.
«…oh, in effetti potresti essere allergico al cioccolato, per la miseria…»
«Il ragazzo sconosciuto è allergico al cioccolato?»
Ed ecco che un'altra voce entra nelle mie orecchie, anche essa inconfondibile, purtroppo.
Una voce maschile, una voce piatta e scialba, che non riesce a trasmettermi nulla se non lo stesso fastidio che provo per il bip insistente della macchina affianco a me.
La ragazza sospira ancora -quante volte lo ha fatto finora? Dev'essere agitata per qualcosa- poi gli risponde seccamente.
«Può darsi…non lo so Max»
«Beh, a questo punto questi me li mangio io» dice lui con tono scherzoso quanto sfrontato.
Ma come si permette di mangiare i miei cioccolatini? Quelli che lei ha portato apposta per me?
«No, finiscila Max! Sono per lui!»
«Per il ragazzo senza nome? Che se ne fa? Nemmeno è sveglio!»
Un rumore di cartone -stanno lottando per i miei cioccolatini?- poi il tono aspro che lei utilizza solo quando è davvero seccata.
«Sei un egoista, Max. E sei pure senza cuore!»
Una risata giunge al mio orecchio, una risata roca, arrogante.
«Dai Aurora, stavo solo scherzando! Non mi trattare come se stessi rubando delle caramelle ad un bambino!»
Lei gli fa uno sbuffo impercettibile, ma posso giurare che l'ha già perdonato.
Lei è troppo buona per fare il broncio a qualcuno per più di un minuto. Le viene contro natura.
«Comunque…dovresti vedere cosa sta per arrivare!»
Posso giurare che nella voce dell'uomo ci sia talmente tanta eccitazione che mi aspetterei di sentirlo saltellare da un momento all'altro, coi suoi passi da tricheco ubriaco.
Anche Aurora sembra incuriosita quando gli chiede di cosa si tratta.
«Lo chiamano…lo Spiedo Umano!»
Vedo che questa passione di dare un soprannome ad ogni paziente non si esaurirà mai in lui.
Come me, che vengo chiamato ogni giorno "Il Ragazzo Senza Nome"
Ma porca puzzetta, io un nome ce l'ho, ed è pure bellissimo!
Ricordo ancora quando lei me lo diede.
Non potrei desiderare niente di più bello. Sentirlo pronunciare da lei con quell'accento ancora leggermente italiano è stupendo. Davvero credo che non ci possa essere un altro nome che mi calzi così a pennello. E non mi importa nulla se non ricordo come mi chiamassi prima, ormai è Louis il mio nome.
«Che intendi dire?»
«Un uomo…con un'asta di metallo lunga due metri infilzata nel torace!»
Raccapricciante.
Ecco qual è la prima parola che mi viene in mente.
«Come fa ad essere ancora vivo?»
«A quanto pare l'asta non ha danneggiato gli organi principali, ma lo stanno portando subito qui per operarlo…»
«Come pensano di tirarla via?Danneggeranno tutti i tessuti!»
«Probabilmente vogliono segarla ai lati, in modo da diminuire i danni…»
Tutte queste informazioni mi danno alla testa.
Inizio a immaginare me, infilzato come uno spiedo gigante.
Sarebbe spaventoso.
Altamente spaventoso.
«Wow…buona fortuna allora»
Eh dai, mollami! Lei ti ha congedato, perché sei ancora qua?
«Aurora…»
«Sì?»
«Se vuoi lo lascio a te…so che vorresti farlo»
«No no…vai tu, davvero...»
«Sei sicura? Probabilmente sarà l'unica volta in cui potrai trovare un caso così pazzesco..»
Sì…pazzesco.
Io mi terrei altamente alla larga da uno spiedo gigante.
Mi da i brividi.
«Dico sul serio Max, fai tu…poi mi racconti»
«Okay, basta che mi prometti di uscire da questa stanza…»
Non sento alcuna risposta provenire dalle sue labbra.
Forse sta soppesando l'idea di lasciarmi da solo, o forse vuole semplicemente ignorare quello sbruffone che continua a ordinarle ciò che deve fare.
«Vai a seguire il tumore che sta operando il dottor King»
«Va bene…dopo ci vado»
E' forse un tono un po' scocciato quello che sento?
Lo spero tanto, così quel coglione capisce che deve levarsi dai piedi una volta per tutte.
Se potessi gli farei la linguaccia.
«No, tesoro, dopo l'intervento sarà finito…vai ora su…non vorrei che rimanessi indietro, ricorda: fra due settimane c'è l'esame»
Oh già, l'esame…
Lo passerà di certo questo esame.
Ogni volta studia e ripete con me, e non posso negare quanto sia brava, appassionata…insomma si capisce che adora il suo lavoro e…
«Okay, amore»
Mi sento sprofondare negli abissi dell'oceano più nero e minaccioso.
Sento ogni mio tessuto sbriciolarsi a poco a poco.
Mi sento marcire.
Amore…
Ecco perché quel Max è sempre tra le palle…
Ti prego Aurora, non ascoltarlo.
Resta qui con me.
Studia con me come hai sempre fatto.
Non mi lasciare.
Ho bisogno di sentire ancora la tua voce.
Ho bisogno del tuo profumo.
Stai con me.
Ed è quando sento i suoi passi delicati percorrere in direzione d'uscita la stanza che non riesco più a pensare. Mi sento schiacciato da un peso all'altezza del petto, nonostante io non abbia più alcuna sensibilità ormai.
La verità è che sono un egoista.
Voglio lei, e la voglio solo per me, sempre.
Mi sento così meschino.
Non posso impedirle di andare via, di farsi una vita di cui io non faccio parte.
Non penso mai a ciò che ha bisogno lei, alla sua carriera da medico.
Oh, sono sicuro che diventerà un ottimo medico -l'ho già detto?-
E' così altruista, generosa, gentile…
Tutti i pazienti l'adorano per il suo modo di fare sempre premuroso.
E' così attenta alle loro esigenze, è così dolce quando parla con loro.
Già la sua voce sublime sarebbe capace di fungere come il miglior farmaco del mondo.
E' capace di cullarti con la sua soave melodia, è capace di rilassarti meglio di una dose di morfina.
Il suo accento italiano poi…Dio, quanto lo adoro.
Nonostante sia qui in America ormai da diversi anni continua a mantenere quell'inflessione che rende il suo parlare diverso da quello di tutti gli altri, speciale.
E' bello sentirla sfogarsi con me qualche volta, mi sento speciale anch'io quando decide di raccontarmi le sue cose personali. E' come se si fidasse di me, e non importa se lo fa solo perché sono addormentato, ne sono fiero lo stesso.
Fiero perché sono sicuro che la conosco molto più di come la conosce quel Max.
Lui può conoscere perfettamente tutte le lentiggini del suo viso, tutte le sfumature dei suoi occhi.
Può provare sui suoi polpastrelli  il tocco morbido e delicato della sua pelle..
Ma lui sa che viene qui a piangere ogni volta che un suo paziente muore o si aggrava?
Lui sa le sue paranoie? Tutte le volte in cui si lamenta di avere il seno troppo piccolo e le cosce troppo robuste?
Lui sa che sente di essere costantemente debole e insicura?
Lui sa che si vergogna a parlare davanti a tanta gente, che odia messaggiare continuamente? Che non ha mai fumato una sigaretta in vita sua?
Che prima di trasferirsi aveva un'immensa paura di stare sola?
Sa che il suo più grande sogno è adottare dei bambini?
Lui potrà anche avere il suo corpo -e rabbrividisco solo a pensare a una cosa del genere- ma sono io a possedere il suo cuore, la sua anima.
Non mi accorgo nemmeno quanto ho riflettuto su questo, per quanto tempo ho pensato a lei, sussurrando nella mia testa il suo nome, e beandomi dell'armonia che ne deriva, che eccola di ritorno.
E' tornata da me, sapevo che non mi avrebbe abbandonato.
«Sai, sono andata di nascosto ad osservare lo Spiedo Umano» dice con una punta di divertimento, pentendosi subito dopo. «Oh Dio, che cosa spregevole che ho detto…»
Si siede accanto a me, sempre mormorando tra sé e rimproverandosi di aver detto qualcosa di cattivo gusto.
«L'intervento è durato otto ore e quell'uomo è ancora vivo!» dice con tono entusiasta.
Otto ore? Sono già passate otto ore?
Da quanto tempo starà lavorando la mia principessa? Dovrebbe essere davvero esausta.
«Non posso crederci…è davvero un miracolo»
Ma ecco che il suo tono si rattrista di botto, ed io non posso fare a meno di notarlo.
«Servirebbe un miracolo anche per te…»
Sentirla così abbattuta mi spezza il cuore.
Vorrei solo farla felice, vorrei che ridesse sempre.
Quella risata mi colma l'anima.
Come quella volta in cui mi raccontò, tra le risate, la brutta figura che aveva fatto al supermercato.
O quando, con voce scherzosa mi disse:« Sveglia bel ragazzone! Sei pronto a fare strage di cuori?»
Oppure ancora quando si mise ad imitare la voce nasale del suo capo, che io, tra parentesi, nemmeno conosco.
Ma io la adoro anche quando è nervosa per l'esame, e facendo avanti e indietro per tutta la sala inizia a ripetere come una macchinetta tutto ciò che sa. Oppure quando impreca contro la sua goffaggine, o quando è esasperata per il comportamento opprimente della madre.
Insomma, non so da quanto tempo io mi trovi qui, su un lettino d'ospedale, completamente immobile, eppure mi sembra di conoscere quella ragazza ormai da una vita.
Riesco a cogliere il suo stato d'animo alla prima parola che pronuncia, oppure -ancora meglio- dai passi che sento quando entra.
Ma per me è la prima volta in assoluto che la sento così giù.
Vorrei gridarle che mi dispiace, che non deve star male per me.
Vorrei gridarle che non è colpa mia.
Vorrei stringerla a me, e sussurrarle che il miracolo è già avvenuto nel momento in cui lei ha messo piede in questa mia stanzetta.
Vorrei consolarla con le parole più dolci e romantiche che mi vengono in mente.
Purtroppo non posso, purtroppo sono costretto a sentire qualcun altro farlo al posto mio.
«Piccola, che hai?»
Ancora lui, le gira sempre intorno.
Per forza…è il suo ragazzo…
E questa consapevolezza mi distrugge più di quanto io già non lo sia.
«Niente Max, dico sul serio…»
«Stare qui ti fa deprimere, su andiamo, prendiamoci qualcosa da bere»
«No, davvero Max, non mi va…»
«Okay, non ti costringo…ma promettimi solo che uscirai da qui»
«I-io l'ho fatto…ti ho visto mentre aiutavi il dottor Adams»
«Davvero?»
«Già…è stato un bell'intervento, sei stato bravo…»
«Te l'avevo offerto…perché non hai accettato?»
«Quello era il tuo intervento. Non voglio farti così pena…»
«E' solo che…è da un po' che ti vedo così giù…volevo solo tirarti su di morale»
«Grazie Max…»
«Piccola, andiamo via, si vede che sei stanca, sei qui dalle 8 di stamattina»
«N-no voglio stare ancora un po' con lui…»
E in questo momento se potessi gonfierei il petto dalla soddisfazione.
Ha detto che vorrebbe restare con me.
O sto sognando o preferisce stare con me che col suo ragazzo.
Nonostante la stanchezza.
Nonostante l'invito del suo ragazzo.
Ha detto che vuole rimanere qui.
«Stai più con lui che con me ormai…» commenta leggermente irritato, mentre io sto gongolando.
«…dovrei essere geloso di un vegetale?»
Silenzio…
La chiamavano " la quiete prima della tempesta" - o no? Forse era dopo?- ed è proprio ciò che accade.
Non credo di averla sentita mai così fuori di sé quando gli risponde, quasi urlando. E lei non urla mai.
«Come osi dire una cosa del genere?! Come puoi chiamarlo così?! Sei spregevole…sei…sei» tanto è furiosa che mi meraviglio quando non le vengono in mente le parole adatte, quando si lascia andare semplicemente ad un ringhio quasi isterico.
Lei, la regina della dolcezza e delle buone maniere, imbestialirsi così per difendermi…
Se non lo sentissi con le mie orecchie non ci crederei.
«Scusami…hai ragione, tesoro, sono stato inopportuno»
Ed ecco che cerca di riparare al danno con quella voce da cucciolo indifeso.
Se fosse per me lo manderei a quel paese in due secondi, ma so che è chiedere troppo che lo faccia anche lei. In fondo la mia piccola non si smentisce mai.
Resta in silenzio, e sono sicuro che fa di tutto per far sbollire la rabbia.
Non è da lei perdere il controllo in questo modo, e adesso si starà maledicendo per aver urlato ed essersi probabilmente fatta sentire in tutto l'ospedale.
«Allora, vieni o no?»
Insiste ancora quel deficiente?
«No» ribatte secca lei. A quanto pare dovrà fare di più per farsi perdonare da lei.
«Aurora…»
«Ho detto no»
«Va bene…io lo faccio solo per te.
  Non bisogna affezionarsi ai pazienti, e tu lo sai bene…»
E' forse un avvertimento questo?
Quanto vorrei spaccargli la faccia.
Osa perfino farle la ramanzina perché prova un po' di affetto per me.
E' davvero patetico.
Il silenzio regna padrone nella sala, e sono sicuro che il ragazzo non è ancora andato via.
«Aurora…»
«Che c'è?» sbotta ad un certo punto, infastidita come non mai.
«Sai che sono passati ormai 40 giorni da quando è in questo stato, vero?»
Si riferisce forse a me?
Sono passati solo 40 giorni?
A me sembrano trascorsi anni interi…
Anni interi da quando è venuta da me la prima volta, così cauta, così silenziosa.
Anni interi da quando mi ha rivolto le sue prime parole.
Anni interi dal suo primo "Ciao Louis"
«Lo so benissimo Max…adesso lasciami sola»
Il suo tono deciso mi spiazza ancora una volta.
Quante volte ha provato a cacciarlo via oggi?
Mi sento così orgoglioso di lei…potrei piangere arcobaleni in questo momento.
«Lasciami il braccio Max, non verrò con te!»
E questa sensazione cos'è?
Sento che mi pervade tutto, sento che mi schiaccia, mi frantuma le ossa.
E' rabbia. Una rabbia mai provata prima. Una rabbia che mi consuma dentro perché non riesco ad esternarla. Mi sento fottutamente impotente.
Solo sapere che lui la sta…toccando…contro la sua volontà…
Dio, sento bruciare tutto.
Vorrei solo che questa sensazione andasse via, non ce la faccio più, è atroce.
«Tesoro…»
Perfino il bip della macchina sembra più acuto del solito in questo momento in cui nessuno fiata.
Non sento nemmeno i respiri.
Che se ne siano andati?
«Tu sei già affezionata a lui, non è vero?»
«Sì» risponde lei, con un filo di voce.
«M-ma perché? Non l'hai mai visto! Non hai mai visto i suoi occhi, né parlare, muoversi, non conosci niente di lui!»
Mi rendo conto amaramente che ha ragione.
Lei non sa chi sono, e in effetti non lo so nemmeno io.
Non ha mai visto i miei occhi celesti -o almeno credo siano celesti, li ricordo vagamente-
Non ha mai sentito il suono della mia voce, né tutte le parole che le dedico ogni attimo della mia vita.
Sono uno sconosciuto, un totale sconosciuto…
Eppure lei ha ammesso di essere affezionata a me.
Com'è possibile ciò?
E' proprio lei a rispondermi.
«I-io non so spiegarmelo…Ma c'è qualcosa…una forza che mi attira qui, ogni giorno, che mi spinge a volergli bene…è come…come una sorta di istinto materno. Voglio parlargli, voglio con tutta me stessa che si svegli per vedere i suoi occhi, voglio che si svegli per sentire la sua voce, voglio…»
«Perché proprio lui?»
«Non ha nessuno…Max…»
«E allora? Per quanto ne sappiamo potrebbe essere un criminale, un assassino, uno stupratore, un pedofilo…»
«Andiamo Max, ma non vedi che sembra un angelo? Ha un'espressione così tranquilla…e…dolce, così fanciullesca!»
Bastano quelle parole a farmi esplodere il cuore.
Non poteva dire frase più bella.
Nessuno può capire su cosa è basato il nostro affetto.
«Aurora, mi stai preoccupando…»
Potrebbe sembrare una sciocchezza.
Potrebbe sembrare pazzia, vaneggiamento.
Ma questa forza che ci lega è speciale, unica. Incomprensibile perfino a me stesso.
«Sei un medico in gamba, Aurora, ma sai anche tu che non è un bene provare questi sentimenti verso un paziente…»
«Lo so…ma io non voglio lasciarlo andare…» dice con voce spezzata.
«Vieni qui, piccola…»
Non dovrebbe andare così.
Non dovrebbe affatto andare così.
E' tutto sbagliato.
Sapere che la mia principessa si trova tra le braccia di quel…
Cristo, mi sento morire. Oh aspetta, tecnicamente io sono già morto, se non ci fossero le macchine a tenermi in vita…
«Lo farò io, tesoro, non preoccuparti…»
«No, non è ancora il momento»
Sento terrore nella sua voce.
Di cosa parlano?
«Sai che ormai non possiamo fare più nulla, se non si sveglia entro…»
«No, no, mi rifiuto di accettarlo…ci sarà pur qualcosa che possiamo dargli…»
«Peggiorerebbe solo la situazione, e lo sai…»
«Peggio di così? Insomma che abbiamo da perdere?»
«No Aurora, quello che vuoi fare tu si chiama accanimento terapeutico, e sai benissimo che non possiamo…»
«Io non voglio stare con le mani in mano ad aspettare che muoia!»
«E' già morto Aurora!»
Mi sento raggelare nell'istante in cui capisco. Nell'istante in cui collego ogni cosa di quella discussione.
40 giorni.
40 giorni di coma.
E' giunta l'ora di staccare la spina. E' giunta l'ora per me.
«Spostati…»
La sento venire da me.
Sento i suoi passi furiosi.
«Brutto coglione vedi di svegliarti, hai capito?»
Capisco che sta parlando con me, o meglio, urlando.
E' arrabbiata con me, ed io non posso fare niente per farmi perdonare.
Dov'è finita la mia dolce Aurora?
Perché si comporta così con me?
«Devi lottare! Non puoi arrenderti così!»
«Aurora, smettila! Non toccarlo!»
E' giunta la fine del mondo.
Mi sta toccando…lei mi sta toccando ed io non sento niente.
Non riesco a sentire il tocco furioso delle sue mani sulla mia pelle.
Quanto ho sperato di sentirla avvicinarsi a me, di sentirla mentre mi sfiora.
E adesso che lo fa, prego perché si allontani.
Perché non posso sopportare di non sentire nulla.
Non posso sopportare di non provare questa sensazione.
«Non. puoi. morire!»
Non capisco cosa stia succedendo lì dentro.
Sento rumori indistinti, urla, poi perfino singhiozzi.
Inconfondibili singhiozzi.
La mia principessa sta male. Sta male per colpa mia.
Lei mi grida di lottare, ma non sa che io sto già cercando di farlo con tutte le mie forze.
Mi ordina di svegliarmi, ma non sa che io vorrei farlo dal primo momento in cui l'ho sentita rivolgermi la parola.
Non sa quanto vorrei aprire gli occhi, e osservare il suo viso.
Osservare quelle labbra perfette da cui esce quella dolce melodia, osservare quegli occhi giocosi e vispi, osservare il modo in cui sorride, vedere finalmente la mia dea.
Oh, se solo potesse questa voglia matta e disperata darmi la forza necessaria, potrei benissimo vivere per centinaia di anni.
Purtroppo tutto questo sfuma indistintamente nella mia testa nel momento in cui, nonostante me lo ordini con tutto me stesso, riesco a vedere solo un inconfondibile buio di fronte a me.
Svegliati brutto bastardo!
I suoi singhiozzi mi fanno impazzire.
Vi prego, fateli smettere.
Non capisci, idiota?! Vuole che lotti per lei.
Io ci sto provando, mia dolce principessa, giuro che ci sto provando.
Oh quanto vorrei veder l'aurora…
Sono stufo del nero.
Voglio i colori.
Non voglio una collezione di illusioni, voglio ricordi veri.
Voglio vedere il Sole sorgere e illuminare il mondo.
Voglio vedere e sentire il profumo dei fiori, per poterlo associare a quel delizioso profumo che sento ogni volta che varca la mia porta.
Voglio sentire la risata giocosa dei bambini che si rotolano sull'erba.
Voglio viaggiare in tutto il mondo in sua compagnia. Vedere la massa cristallina e infinita dell'oceano, e perdermi con lo sguardo sull'orizzonte.
Non voglio un effimero sogno, voglio la realtà.
Io voglio provare sensazioni.
Io voglio provare il caldo o il freddo sulla mia pelle.
Io voglio saltare, ridere, cadere e rialzarmi.
Io voglio amare.
Io voglio vivere.
E' curioso come il fato possa giocare con le nostre vite.
Oh Aurora, tu che hai lo stesso nome della Bella Addormentata, proprio tu sei costretta a soffrire per un uomo che non si sveglierà mai, sei costretta a subire questo doloroso scherzo del destino.
Sono in un limbo.
Un limbo stretto e buio da cui è impossibile uscire.
Mi sento soffocare, sono in trappola.
Vorrei spaccare queste mura e raggiungerti.
Vorrei urlare, fuggire, ma sono bloccato, inerme.
Vorrei solo sentire ancora la tua voce…perché non parli più?
Che io sia morto sul serio stavolta?
Forse sarebbe meglio così, per entrambi.
Il mio ultimo desiderio è solo poter avere un'immagine istantanea di te, prima di spegnermi per sempre, non chiedo tanto, no?
Ma sono troppo debole, perfino per questo.
Oh mia dolce principessa, non posso andarmene senza prima rivolgerti il mio ultimo saluto.
Spero che un giorno incontrerai il tuo principe, l'uomo che ti sappia amare come meriti.
L'uomo che sappia cogliere tutte le sfumature del tuo umore.
L'uomo che non ti trascurerà mai per niente al mondo.
L'uomo che sappia farti ridere nelle giornate in cui ti senti giù.
L'uomo che sappia apprezzare ogni tua più sottile caratteristica.
L'uomo che ti ripeta costantemente quanto tu sia perfetta, nonostante quelli che credi siano i tuoi difetti peggiori.
L'uomo che ti porti in giro per il mondo come avrei fatto io.
L'uomo che riconosca quali siano le tue paure solo cogliendole nel tuo sguardo.
L'uomo con cui trascorrerai il resto della tua vita.
Mi auguro possa avere il matrimonio dei tuoi sogni, con un bel vestito, una bella cerimonia, ma soprattutto la cosa più importante: tanto, tanto amore.
Già ti immagino nervosa per i preparativi, mentre litighi con tua madre per il colore dei vestiti delle damigelle.
Sono sicuro che saprai donare la tua gioia ai tuoi bambini, e cresceranno sani e forti, buoni e altruisti come te.
Chissà, forse ci rincontreremo prima o poi.
Probabilmente non ti ricorderai di me, ma non mi interessa.
Mi basta portare nel cuore il ricordo del tuo profumo, tutto il resto non ha alcuna importanza.
Non piangere per me, principessa, nemmeno mi conosci…
Sento che è giunta l'ora di andare.
Sii felice, e non pensare a me, Il Ragazzo Senza Nome, e diventa il più bravo medico di Seattle.
Addio, amore mio











 
Ciao :)
Premetto, questa è la prima OS che scrivo, fino adesso ho scritto solo FF long.
E per di più è la prima storia che scrivo ad essere così seria e angosciante.
Non so se per voi è stato lo stesso, ma la fine drammatica mi ha scombussolato totalmente quando la scrivevo,
e anche adesso che la sto rileggendo.
Forse perché, in un certo senso, la sento come la "mia" storia,
visto che il mio sogno da grande sarebbe diventare un medico proprio come Aurora.
E' la storia più personale che abbia mai scritto.
Non so più che dirvi, mi sento svuotata.
Spero vi sia piaciuta, e mi farebbe davvero piacere sapere un vostro parere :)
Un bacione a tutte

 
   
 
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