Capitolo 7
Non
mancava molto alla sfida fra i due gemelli per la
conquista
della Cloth. Saga e Kanon erano stati appositamente divisi per quelle
due interminabili ore, in modo che non si potessero vedere prima
dell'incontro.
Il
minore passeggiava in un luogo appartato del Tempio, lontano da
chiacchiericci e persone che l'avrebbero incoraggiato a dare il
meglio. Ma questo lo sapeva anche da solo. Il suo avversario sarebbe
stato Saga, il preferito da tutti, lui lo sapeva. Non era guardato di
buon occhio dagli abitanti del Santuario, solo perché fra i
due era
quello più schietto e risoluto. Lo avevano accusato molte
volte di
essere taciturno e scontroso, ma gli unici che avevano mostrato verso
di lui apprensione ed amicizia erano i suoi amici e suo fratello.
Anche Owl, con il quale, in quegli anni, aveva litigato spesso,
sapeva avere fiducia in lui. Ma per chi avrebbe tifato in quello
scontro? Il suo pensiero andò prima verso di lei,
immaginandosela
mentre si portava le mani sulla bocca ogni volta che colpiva Saga in
volto o con qualche potente attacco appreso negli anni di
addestramento.
E
per lui? Avrebbe mostrato la stessa espressione, se fosse stato
colpito lui?
Non
riusciva a darsi una risposta, come non riusciva a comprendere il
motivo di quei pensieri. Avrebbe dovuto pensare allo scontro,
svuotare la mente e pensare solo alla Cloth dei Gemelli, ma quei
pensieri non venivano dalla mente, bensì dal cuore ed era
difficile,
per lui, ricacciarli interno.
Era
come se fosse dilaniato da due entità ben distinte, che
cercavano la
stessa medesima cosa ma con modi diversi.
Si
apprestò a sedersi all'ombra dello stesso albero dove, tre
anni
prima, aveva conosciuto proprio Owl, iniziandoci a battibeccare. In
fondo, sorrise, da quel tempo non era cambiato granché.
Erano
rimasti gli stessi, anche se più sviluppati.
Kanon
si era alzato di molti centimetri più di lei, che nonostante
si
fosse alzata per via dello sviluppo, rimaneva comunque più
bassa di
loro. Aveva ingrandito anche i muscoli proprio ad un Saint ed era
riuscito ad avere padronanza completa del suo Cosmo, dedicandolo
sempre alla causa per il quale tutti i cadetti venivano allenati:
Atena.
Scacciò
il pensiero della ragazza con rabbia, perché non riusciva a
credere
che, anche in un momento delicato come quello, gli apparisse nei
pensieri. Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche, e si
lasciò
andare con un sospiro addosso al tronco, alzando lo sguardo verso il
cielo.
Era
una bella giornata, quindi tutti avrebbero assistito alla sua
vittoria, o alla sua disfatta. Però non riusciva ancora a
credere,
nonostante lo avesse sempre saputo, di doversi battere proprio con il
suo gemello. Sangue del suo sangue. E se uno avesse vinto, l'altro
inevitabilmente sarebbe stato gettato nell'ombra. Qualora avesse
vinto lui, Saga sarebbe stato allontanato perché privo di
una Cloth.
O, se avesse vinto l'altro, tale gesto sarebbe stato riservato a lui.
<<
È ingiusto! >> Si lasciò andare in
un commento rabbioso,
battendo un pugno a terra, portandosi una mano alla fonte e guardando
dritto a sé.
<<
Anni di allenamento per essere poi gettati nel dimenticatoio.
Chiunque di noi sia! >> Questo commento però,
fu dettato da
profondo rancore e delicata tristezza, mentre digrignò i
denti non
avendo una risposta. Doveva solo combattere, solo quello. Avrebbe
dovuto vincere, così che la sua vita sarebbe stata perfetta,
non
pensando a quello che ne sarebbe stato degli altri. Doveva diventare
individualista, un Saint fortissimo che si interessa solo alla sua
Dea, ed ai compagni d'armi. Solo quello.
Ma,
ci sarebbe riuscito?
“Dannazione!”
Intanto,
fra le frasche di quello stesso albero, Yoma aveva osservato tutto,
sorridendo di pura soddisfazione. Quel ragazzo aveva coraggio e forza
da vendere, ma peccava di sentimentalismi, nonostante cercasse sempre
di reprimerli dentro sé stesso.
Comprendeva
bene quello stato d'animo. Osservava Kanon fin dalla nascita ed una
balzana idea gli balenò presto attraverso la mente. Per
mettere in
pratica il suo piano di vendetta contro i Saint della costellazione
dei Gemelli, che duecento anni prima lo avevano costretto ad un sonno
quasi eterno, doveva far sì che uno dei due fratelli
perdesse
l'incontro, anche volutamente.
Quale
arma migliore contro uno dei due, messa in pratica dal suo stesso
fratello? Avrebbero sofferto, così come avevano fatto Aspros
e
Deuteros nella prima Guerra Santa contro Hades. Dopo, la storia si
sarebbe ripetuta, così come un tempo.
Doveva
solamente limare i dettagli, e questa volta, il colpevole non sarebbe
stato il fratello giusto e ben visto dagli altri.
No,
questa volta, il vero protagonista, avrebbe rantolato nell'ombra.
E
chi meglio di Kanon, avrebbe covato quei sentimenti bui e
contrastanti verso Atena, colei che dovrebbe proteggere.
Sì,
il suo piano sarebbe andato a gonfie vele.
Pensando
a quello, scese con un'elegante capriola dal ramo, atterrando con le
mani in tasca e ginocchia piegate per attutire il colpo. Era vestito
con il suo solito completo nero, compreso di cilindro fra i capelli
castani. La barba irsuta gli dava quell'aria poco professionale che a
lui piaceva molto. Era preso per matto anche dai compagni, ma questo
non lo aveva mai fermato. Si era dimostrato, alla fine, lo Spectre
più malvagio ed infido di tutta la schiera infernale di cui
vantava
Hades.
Di
quello, ne andava molto fiero.
Inoltre,
la marionetta che aveva instillato al tempio tredici anni prima,
stava iniziando inconsapevolmente a giocare.
Accennò
un piccolo sorriso verso il ragazzo, che si alzò di scatto
appena
vide atterrare l'uomo poco distante da sé.
<<
Salve! >> Proferì divertito, mentre il gemello
digrignò i
denti in un'espressione rabbiosa.
<<
Chi sei? >> Chiese, ma la risposta arrivò solo
dopo una
liberatoria risata, che fece perdere quasi la pazienza al cadetto.
<<
Non credo sia importante il mio nome. Sono qua per proporti una
cosetta, piccola piccola! >> Ridacchiò l'uomo,
ma non fu preso
sul serio dall'altro, perché continuava a guardarlo con
scetticismo
dalla sua posizione di difesa.
<<
Come sei entrato? Tu non sei un abitante del Tempio! >>
Continuò Kanon, osservandolo dall'alto al basso. Ovviamente,
vestito
con quel completo scuro non avrebbe potuto certo essere un sottoposto
di Atena.
<<
Io posso andare ovunque. Nessuno fa caso a me. Vago nell'ombra...
>>
Lasciò la frase in sospeso, facendo intendere la sua
provenienza al
ragazzo, che inarcò il sopracciglio in un'espressione
interrogativa.
<<
Perché sei qua? Cosa vuoi da me? >>
Alzò di più la voce, ma
questo non intimorì assolutamente lo Spectre, che continuava
a
starsene al suo posto con le mani nelle tasche dei pantaloni.
<<
Ho sentito i tuoi pensieri e ciò che vortica nel tuo cuore.
Sei
titubante, ma io posso darti la forza per superare tutto
ciò. Hai
paura di venire sconfitto e dover lasciare il Tempio. Ma questo non
è
poi tanto orribile, sai? Voglio proporti qualcosa che va oltre
l'essere un semplice schiavo nelle mani di Atena! >>
<<
Ma cosa dici! Siamo disposti a dare anche la nostra vita per lei, ed
io continuerò a portarle i miei servigi anche lontano da
qua. Il mio
cuore e la mia lealtà apparterranno sempre a lei!
>> Proferì
freddamente, nonostante non fosse poi così convinto di
ciò.
Ripeteva a pappagallo tutto quello che, in quegli anni, era stato
detto loro dal loro maestro. Eppure sapeva che, forse, non sarebbe
stato così. Ma come si permetteva quell'uomo, di buttargli
in faccia
la cruda verità?
Tuttavia,
la risata di Yoma diede un taglio netto ai suoi pensieri.
<<
Tu sai che non è così, Kanon di Gemini!
>> Fece
incredibilmente comprensivo.
<<
Come fai a conoscere il mio nome?! >> Chiese il neo Saint
ferito nell'orgoglio.
<<
Io conosco tutto di te, ti osservo da molti anni! >>
Ridacchiò,
ma il ragazzo si appoggiò frastornato all'albero dietro di
sé,
portandosi una mano alla testa. Troppi pensieri contrastanti
vorticavano nella sua testa e quello fu il momento più
propenso per
lo Spectre di attaccare.
Incurante
di ciò a cui stava pensando, ed incurante della
lealtà del ragazzo
verso Atena e lo stesso fratello, si portò con un balzo di
fronte a
lui.
<<
Fermati istante, sei così bello!
>> Sussurrò
sottovoce, ed una volta arrivatogli di fronte, digrignò
anch'esso i
denti, ma in un sorriso sornione che spaventò leggermente il
cadetto. Purtroppo però, la possente corteccia dietro di lui
gli
impedì di scappare. Era con le spalle al muro e
ciò che successe
dopo fu inevitabile.
Yoma
portò un dito all'altezza della fronte di Kanon, ed
un'energia
negativa si impadronì del suo cervello.
Con
una risata, che fece fuggire anche alcuni piccioni che si erano
acquattati sull'albero, richiamò a sé il suo
bianco destriero e
lasciò il ragazzo in preda a pensieri non degni di un Saint
di
Atena.
Quello,
fu l'inizio del lungo logorarsi della sua anima.
Alcuni
minuti dopo, che il ragazzo usò per darsi una calmata e
riprendere
il controllo di sé stesso, Owl lo raggiunse,
perché era preoccupata
per non averlo visto più dalla cerimonia d'investitura dei
nuovi
Saint. Voleva augurargli buona fortuna, così come aveva
fatto con
Saga, che era rimasto nelle vicinanze dell'arena per prepararsi
all'incontro. Era un ragazzo premuroso e si preparava a lungo prima
di dover fare una cosa, mentre Kanon era sempre stato quello
più
impulsivo fra i due. Lei lo sapeva, per questo era andata cercandolo
per tutto il Tempio.
Lo
trovò appoggiato all'albero del loro primo incontro, mentre
guardava
un punto indefinito nel cielo alla ricerca di qualcosa, o come se
avesse seguito con lo sguardo qualcuno che se n'era appena andato.
In
un primo momento però non si accorse di lei, nonostante i
suoi passi
risuonassero sul terreno roccioso. Era troppo preso da sé
stesso e
dai suoi pensieri per accorgersi di qualcuno. Owl dovette chiamarlo
con un sussurro, per richiamare la sua attenzione senza spaventarlo.
Il ragazzo non avrebbe nemmeno riconosciuto il suo Cosmo, visto che
non era ancora ben sviluppato.
Lui,
sentendosi osservato, abbassò lo sguardo di scatto, mettendo
subito
all'erta i sensi; così facendo però,
spaventò lei, che si irrigidì
facendo un passo indietro. Per fortuna, lui tirò subito un
sospiro
di sollievo appena vide che era solamente lei.
<<
Sei tu... >> Gracchiò sospirando, ma quella
reazione fece
sollevare un sopracciglio ad Owl, che lo guardò di
sottecchi.
<<
Cosa vuoi? >> Continuò acido, ma lei non ci
fece caso. Lui,
d'altra parte, era fatto così. Non ci rimaneva
più male per i suoi
continui comportamenti spocchiosi.
<<
Sono venuta a chiamarti. >> Iniziò sottovoce,
puntando gli
occhi color nocciola nei suoi, color smeraldo. << Tra
poco
inizia lo scontro. E volevo augurarti buona fortuna. >>
Portò
le braccia al petto, stringendole contro di sé, tenendo fra
le mani
un oggetto che attirò l'attenzione del ragazzo, che tuttavia
rimase
in silenzio.
<<
Non sarà una questione di fortuna. >>
Alzò tranquillamente le
spalle, smorzando la tensione che si era venuta a creare.
<<
Vincerà il più forte! >> Gli si
infiammò lo sguardo e
strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.
<<
Ma la vostra forza si eguaglia. >> Continuò
lei, abbassando
colpita lo sguardo. Kanon sapeva che, in cuor suo, ella sperava che
vincesse Saga. Si era da tempo accorto di quello che provava per lui,
lo aveva sempre trattato diversamente dagli altri. Aveva sempre avuto
un occhio di riguardo per lui ed ogni volta che le rivolgeva la
parola, il suo viso s'infiammava. Per qualche anno sperò
anche che
quel trattamento lo avesse riservato anche a lui, ma in quel momento,
ripensando a ciò, gli veniva solamente da ridere.
Non
gli importava più di nessuno, forse neanche di suo fratello
e forse,
addirittura, nemmeno di conquistare la Cloth. Si sarebbe battuto con
Saga, ma per altri principi.
Ridacchiò,
costringendo la ragazza a riguardarlo negli occhi.
<<
Appunto perché la nostra forza si eguaglia, solamente chi
riuscirà
a sopraffare l'altro potrà vincere. >>
Spiegò inespressivo,
avanzando verso di lei, che trattenne il respiro cercando di ingoiare
più saliva possibile.
Quando
le fu davanti, poté sentire il suo alito sulla fronte, vista
la
differenza d'altezza, così alzò lo sguardo sul
suo volto, che la
scrutava con uno sguardo indecifrabile. Era un misto di tristezza e
malinconia, compreso di rabbia repressa. Sentimenti che Owl, in quel
momento, non riuscì a capire. Aprì leggermente la
bocca,
meravigliata per quella reazione. Mai, in tutti quegli anni, Kanon le
era stato così vicino. Poté sentire il cuore
martellarle nel petto,
alla vista del ragazzo così uguale a Saga. Per un momento
sperò
proprio che fosse lui, ma l'espressione del suo viso le fece crollare
in un momento tutte le speranze.
Chiuse
gli occhi la ragazza, impossibilitata ad osservare oltre quel volto
così famigliare ma allo stesso tempo così
sconosciuto. Quasi non lo
riconosceva più. Quelle espressioni e quel comportamento non
erano
da lui! Ma il cadetto, incurante della reazione che ebbe lei, le
poggiò una mano calda sulla guancia, strofinandola per
testarne il
contatto. Solo allora riaprì gli occhi nocciola, sgranandoli
quasi
meravigliata. Nemmeno quello si era mai permesso di fare. Non aveva
mai avuto un contatto con lei così ravvicinato, nonostante
avessero
passato tre anni praticamente insieme. Non si era mai avvicinata
così
tanto a lui, troppo presa a voler stare appiccicata a Saga. Si
sentiva una stupida, perché credeva di aver conosciuto tutto
di
loro, invece, in quel momento, Kanon sembrava più un
estraneo.
<<
Cercherò di non fargli troppo male. >> Disse
solamente, non
cambiano né tono della voce, né espressione.
Rimase per tutto il
tempo serio ed inespressivo, anche quando la distanza fra loro si
colmò ed i corpi dei due si poterono quasi sfiorare.
Ancora
una volta, Kanon aveva tirato in ballo il gemello.
Quando
però Owl si decise a parlare, il ragazzo si era
già staccato da lei
e camminava sul sentiero che lo avrebbe portato all'arena, per la
conquista della dorata Cloth dei Gemelli.
Non
era riuscita a dargli l'oggetto che stringeva fra le mani.
Con
Saga era stato facile; lui era amichevole e sempre pronto a ricevere
attenzioni. Ma con l'altro, così restio ad avere rapporti
con gli
altri, diventava sempre più difficile.
Doveva
sbrigarsi e seguirlo, così da poterlo raggiungere prima
dell'inizio
dell'incontro, ma quelle ultime parole l'avevano lasciata del tutto
interdetta. Si portò una mano alla guancia, laddove Kanon
l'aveva
appena sfiorata. Sentiva ancora il calore di lui sulla pelle ed il
cuore le stava battendo all'impazzata nel petto. Non riuscì
a capire
però, se il motivo di tale velocità di battito
era stata veramente
la vicinanza del ragazzo o perché egli aveva gli stessi
lineamenti
del gemello che, per anni, era apparso nei suoi sogni di ragazzina.
Non
riusciva a darsi una risposta però, perché
effettivamente di
risposte non ce n'erano. Ma non per questo doveva rimanere
imbambolata di fronte a quell'albero come se nulla fosse. Non poteva
perdersi quell'incontro, lo aveva aspettato per troppo tempo. Sapeva
che Shion sarebbe stato già a sedere sul suo trono dorato,
sull'ultimo anello delle tribune, e lei doveva già essere
lì.
Corse
così a perdifiato fino all'arena, reggendo i lembi del
vestito
immacolato, che non era riuscita ancora a sporcare, per non
inciamparci sopra.
Da
quella lotta, dipendeva il destino di uno dei due gemelli, e forse
anche il suo. Perché non riusciva a vedere la sua vita
lontana da
uno dei due. Entrambi le erano stati vicini, ognuno a modo suo.
Entrambi l'avevano aiutata a crescere e colmato il vuoto che le
lasciava Shion ogni volta che, indaffarato, non poteva dedicarle
tempo.
Tutti
e due erano stati come fratelli, nonostante i sentimenti differenti
che cominciavano a farsi spazio nel suo cuore. Per Saga aveva
iniziato a provare un affetto così forte da farla arrossire
ogni
volta che lui posava il suo sguardo smeraldino su di lei, mentre per
Kanon, aveva sempre provato un sentimento di rivalità ed
amicizia
che non era riuscita a vincere. Ma, nonostante si erano dimostrati
così diversi fra loro, ognuno le aveva lasciato qualcosa e
non era
pronta a dire addio ad uno dei due. Entrambi, con i loro modi ed
aiuti, l'avevano completata. Grazie a loro non sentiva più
il
desiderio di risvegliare in sé quel Cosmo tanto aspirato,
quindi,
come se il suo cuore fosse diviso in due, ed ognuna delle due parti
appartenesse ad uno di loro, se veniva a mancare una parte di quello,
sarebbe venuta a mancare una parte di lei.
Era
veramente pronta a ciò?
Purtroppo,
la vita al Tempio andava così da generazioni. Non potevano
esistere
due Saint per la stessa Cloth, era risaputo. Doveva essere forte,
tutto qua. Aveva tredici anni, ed oramai il suo risveglio come
guerriera era prossimo, nonostante il Sacerdote avesse taciuto sulla
questione. Erano stati proprio i gemelli, insieme ad Aiolos, a dirlo.
Anche lei, un giorno, avrebbe intrapreso una lotta all'ultimo sangue
per conquistarsi la protezione della sua costellazione, probabilmente
proprio in quell'arena.
In
quell'occasione però, ci sarebbero stati i suoi amici a fare
il tifo
per lei, come lei stava per far con loro?
Aiolos
era divenuto finalmente il fiero Saint dei Sagittario, custode della
nona Casa posta a difesa della dimora del Pope.
A
chi avrebbe chiesto il permesso di passare nella Terza?
Per
scoprirlo, non le restava che raggiungere finalmente l'arena, dove
Saga e Kanon aspettavano il via di Shion per iniziare quella
battaglia che avrebbe segnato per sempre le loro vite.
Fine
capitolo 7
…
Colei che scrive:
Ok,
anche se raffreddata, ce l'ho fatta a concludere questo capitolo u.u
È stato abbastanza difficile @.@
Comunque
ecco qua il capitolo che precede l'incontro dei due gemelli :3 ed
anche l'incontro fra Kanon e Yoma, così da farci un'idea sul
perché
il nostro caro gemellino abbia scelto la via del male u.u È
un po'
come l'ho vista io, ed un po' per esigenza di copione xD
La frase invece che dice Yoma: "Fermati istante, sei così
bello", è una frase presa dal manga, detta veramente dallo
Spectre ^^
Spero
di non avervi annoiato con troppa introspezione dei personaggi! E
spero di non aver combinato troppo macello con gli errori!
Bene,
non mi resta che ringraziare lettori e recensori per la pazienza :3
Un
bacione a tutti,
al
prossimo capitolo!