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Autore: icered jellyfish    29/01/2014    6 recensioni
[ THE BIG FOUR Hogwarts!verse | CROSSOVER – Rise of the Guardian/Tangled/How to train your dragon/The brave ]
• | Capitolo O7 | «Oh Merida» biascicò nuovamente lui, ricoprendo un ruolo da protagonista bello e dannato all'interno del discorso, «sei davvero simpatica quando te ne esci con queste stupidate».
Merida non poté credere alle sue orecchie, se solo avesse avuto a portata di mano il suo amato arco e le sue frecce, era certa non si sarebbe tirata indietro nello scoccargliene una dritta sulla caviglia ma, prima ancora che la sua rabbia fuoriuscisse dalla sua bocca con qualche disarticolata frase di rimando, Jack continuò quella che sembrava essere la conclusione al suo discorso.
«Io non ho paura di niente».
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5 - Petrificus totalus







C A P I T O L O   V

Petrificus totalus







Era sicuramente abituato ad essere circondato dal verde delle piante – Berk era stracolma di alberi e fitte vegetazioni – ma l'idea che una stanza artificiale ne fosse interamente riempita, in ogni dove, su ogni mobile o spazio marginale inutile al fine di muoversi liberamente, lo inquietava lievemente, come se da un momento all'altro queste potessero prender vita e attaccarlo – e, ad Hogworts, non era una supposizione così assurda o impensabile.
Abbassò lo sguardo fino a quel momento dedicato all'enorme cupola in vetro sopra di lui – l'unico punto risparmiato per fornire luce alla serra – per dedicarsi ad osservare con un misto di desolazione e rassegnazione i suoi compagni di lezione – non perché li odiasse, ma perché non aveva legato con nessuno di loro ancora. Erano passate un paio di settimane dal giorno dello smistamento ma, per quanto ci avesse provato, non era riuscito a farsi piacere da nessuno della sua casa o altre, non in modo particolare almeno, finendo così per salutare tutti per i corridoi ma non integrandosi con nessuno.
Quella era la prima lezione di erbologia della sua vita e gruppi di studenti parlottavano tra di loro in attesa che questa iniziasse con l'arrivo della professoressa – unica a mancare all'appello – e così, escluso da tutti, Hiccup abbandonò il suo volto tra le mani, appoggiando i gomiti al tavolo comune e sbuffando lievemente, annoiato non solo per l'attesa ma anche per tutto quel rimuginare sulla classica situazione che non era cambiata ma che, anzi, si ripeteva come ogni volta.
Senza un reale interesse, si mise ad osservare la pianta che aveva davanti – uguale a quella che anche tutti gli altri avevano – ripercorrendo con gli occhi tutte le increspature delle sue foglie e immaginando fossero vie che componevano una piccola città.
«Ma i Tassorosso non dovrebbero essere amici formidabili?».
Una voce sconosciuta lo destò dal suo stato d'animo abbandonato allo scorrere dei secondi, facendolo voltare verso colui che ora stava spavaldamente al suo fianco sfoggiando un sorrisetto stuzzichevole e pieno di impertinenza. Rimase in silenzio, non aveva mai avuto modo di conoscere quel ragazzo così sicuro di sé ma sapeva perfettamente chi fosse – Jack Frost sembrava esser solito fare scherzi a chiunque gli capitasse a tiro, non ci aveva impiegato molto a farsi una nomea all'interno di Hogwarts.
Sebbene il suo sguardo glaciale fosse posato sul suo, Hiccup per un attimo non fu completamente sicuro che si stesse rivolgendo a lui – e ancora stava cercando di ricomporre mentalmente la domanda che gli aveva appena posto, arrivatagli alle orecchie troppo all'improvviso perché l'assimilasse con dovuta attenzione.
«Amicizia e lealtà prima di tutto!» canzonò Jack, senza aspettare che gli rispondesse e continuando con una tagliente osservazione, «eppure, tu sei l'unico ad essere solo, fuori da ogni trio o quartetto».
Hiccup dischiuse le labbra e rimase a guardarlo sorridere più ampiamente e con quella che sembrava essere una velata aria di sfida – sebbene non sembrasse comunque voler attirare l'attenzione di nessuno, poiché sul suo volto e nel suo tono di voce non parevano esserci cattiveria o iniquità. Semplicemente, gli stava parlando, gli stava parlando come forse avrebbe fatto con chiunque altro, ma quella parvenza di autocompiacimento nella reazione di sasso che era riuscito a provocare in lui, non gli permetteva di inquadrare in maniera completamente positiva le sue indecifrabili intenzioni.
Come pietrificato per diversi secondi, iniziò a domandarsi silenziosamente per quale motivo un Serpeverde – casata con la quale avrebbe condiviso quell'ora di insegnamento – avesse deciso di avvicinarsi a lui, proprio a lui, per fornirgli il quadro della sua amara situazione alla quale nessuno pareva essersi mai interessato prima di allora.
Innalzò svogliatamente un sopracciglio, mancavano solamente un disegnino e una pugno nello stomaco per completare il tutto.
«Grazie per questa sintesi illuminante» esordì con sarcasmo.
Nel vederlo reagire in quel modo, Jack si lasciò scappare un risolo che tentò di sopprimere mettendosi l'indice sotto al naso; effettivamente non poteva negare di aver messo il dito nella piaga – sua intenzione sin dall'inizio, a dirla tutta, ma di certo offenderlo o deriderlo non era lo scopo del volersi rapportare con quel ragazzo pieno di lentiggini che aveva attirato la sua attenzione.
Sporgendosi in un inchino recitato con falsa eleganza, non si lasciò però allontanare o intimorire dal suo sguardo restio, decidendo così di continuare il suo punzecchiamento.
«Non c'è di ché» si atteggiò a gentiluomo.
Hiccup continuò a scrutarlo pur restando immobile nella postura e nell'espressione – tanto che si era addirittura dimenticato di sbattere le palpebre, socchiuse perplessamente. Non lo comprendeva, il suo comportamento era strano e senza apparenti punti di arrivo, e questo lo provocava.
«Scusa se te lo chiedo» si espose con un pizzico di avversione contenuta, «ma che cosa vuoi da me?».
Jack lo guardò con gli occhi stretti in una fessura intensa. Aprì la bocca pronto a voler dire qualcosa, ma alla fine sembrò decidere di voler tenere per sé ogni considerazione, sigillando il tutto con un sorriso carico di quella risposta che Hiccup non ebbe mai modo di ricevere.
In quell'istante, il mastodontico portone in ebano invecchiato si spalancò cigolando appena, permettendo così alla professoressa di fare la sua entrata in scena all'interno dell'aula.
Portava con sé una vaso contenente una pianta uguale a tutte quelle che già loro avevano e, una volta giunta davanti al tavolo e cosciente di avere tutti gli sguardi dei suoi alunni rivolti a lei, con un ampio sorriso iniziò a presentarsi e a presentare l'importanza della materia che insegnava – gesticolando confusamente con le mani, indicando in maniera generica l'intera serra e tutto il suo verde contenuto.
Era evidente l’amore che nutriva per la sua disciplina e quanto ne fosse particolarmente devota, tanto che i suoi sproloqui iniziarono a tediare più di una dozzina dei presenti e Hiccup non ne fu pienamente convinto, ma gli parve avesse chiamato le piante dinanzi i loro nasi mandragole.
Iniziò probabilmente a spiegare qualcosa e, seppur in modo ovattato – i suoi pensieri continuavano ad essere infastiditi dalla presenza di quel Serpeverde ancora accanto a lui –, quel che riuscì a percepire erano informazioni riguardo le proprietà curative appartenenti alla radice della suddetta pianta. Per quanto Jack osservasse con sguardo attento la figura dell'insegnante, Hiccup avrebbe scommesso non la stesse ascoltando realmente – il sottile sorriso sul volto di quel ragazzo era tremendamente enigmatico e indecrittabile, e questo lo disturbava.
Lo irritava, guardarlo con la coda dell'occhio e rendersi conto dei notevoli centimetri di differenza che lo separavano negativamente da lui. Era come un ulteriore provocazione, un ennesimo, silenzioso affronto che, per quanto involontario, lo seccava e lo faceva sentire in difetto di fianco alla sua perfetta figura – poiché gli appariva come se fosse capace di eccellere in tutto, e un po' si lasciava forse condizionare da questa sua convinzione basata su nient'altro che l'apparenza.
Uno come lui non poteva di certo avere problemi a trovare amici o una ragazza – o addirittura due o tre – e il suo sentirsi vittima e preda all'interno di quell’inconscia comparazione che aveva iniziato a fare tra loro due, gli fece perdere completamente il filo del discorso della lezione, riuscendo a captare solamente altri tre termini che davvero non comprendeva cosa potessero avere di accomunabile.
Pianto, fatale e protezione acustica; continuò a ripeterseli mentalmente senza trovare un nesso logico ad una frase che potesse comprenderli sensatamente tutte e tre, estraniandosi così da tutto e cadendo in uno stato di alienazione che lui stesso aveva creato e in cui lui stesso si era andato a ficcare.
Senza rendersi conto di cosa stessero facendo e perché, osservò ancora una volta i suoi compagni mentre si mettevano prontamente dei para orecchi sul capo,  anche Jack, addirittura, ma non lui – troppo distratto dai fiumi di pensieri dai quali si era lasciato trasportare, rinchiudendosi completamente e senza rendersene conto in un invisibile involucro dal quale si lasciò cullare dimenticandosi che il dovere di uno studente era quello di stare attento alle lezioni, e per un buon motivo.
Sull'istante, un ultrasuono così forte e così penetrante iniziò ad insidiarsi nei suoi canali uditivi, raggiungendogli i timpani e facendogli quasi credere stessero per esplodere. Ebbe appena il tempo di mettersi invano le mani sulle orecchie e di notare un piccolo essere umanoide – vegetale, piangente e urlante – appena tirato fuori da un vaso e ora tra le mani della professoressa, per poi accasciarsi al suolo e svenire.
In diversi si voltarono verso di lui, stupiti e allarmanti al contempo, ma solo una giovane Tassorosso ebbe il coraggio di aprir bocca per informare l'insegnante dell'accaduto.
«Professoressa, Hiccup è svenuto!» si pronunciò con una nota di choc e incredulità nel tono di voce.
Quella, alla notizia, si alzò appena sulla punta dei piedi per constatare cosa stesse succedendo e, appurato che uno dei suoi studenti giaceva a terra privo di sensi, non si mostrò comunque preoccupata o turbata.
«Non ha messo il paraorecchi» bofonchiò tra sé e sé e accennando più volte col capo segni di rassegnazione, per poi concludere come se nulla fosse. «Sì, beh, lasciamolo lì. Continuiamo» detto fatto, non lasciò che nemmeno un secondo del suo tempo venisse sprecato, continuando il travaso della sua mandragola e spiegando che con la terra queste si sentivano coperte e calde, ed era questo l'unico segreto capace di tenerle quiete e tranquille.
Divertito quanto destabilizzato, Jack rivolse più volte lo sguardo prima verso la spiegazione e poi verso Hiccup a terra, alternando, senza sapere esattamente a chi fosse più giusto dedicare la sua attenzione.
Nemmeno lui pareva essere particolarmente preoccupato per quanto successo, solo non riusciva a spiegarsi come avesse fatto quel ragazzo ad essersi dimenticato di mettere il para orecchi.
Prima di ritornare a seguire la lezione, decise infine di dedicare un ultimo sguardo verso quella buffa personcina che fin dall'inizio gli era sembrata curiosa e diversa dalle altre – lasciandosi scappare ancora una volta un appena percettibile sorriso. Gli era simpatico.







C O N T I N U A




    » N O T E    A U T R I C E ;

Prima cosa fra tutte: qualcuno mi regali Errol. So che non c'entra nulla con la storia ma infondonemmenocosìpoco, quindi per favore fatemi arrivare sotto casa una gabbietta con quel gufo spastico perché lo amo hahaha.
Passando alle cose inerenti, tadaaan~, ecco il famoso capitolo con Jack e Hiccup! Io non so come possa essere apparso ai vostri occhi, ma personalmente lo amo – ma forse perché ho iniziato davvero ad amare visceralmente questi due e devo assolutamente condividere con il mondo il video più bello in assoluto che li riguardi, nonché questoclickate per aprire.
Li friendshippo da morire, mi piace da morire l'headcanon creato sul loro rapporto e io voglio cercare di attenermici il più possibile – sperando di riuscirsci.
So che le mandragole sono un'argomento che viene trattato dal secondo anno in avanti, ma l'idea di scrivere su loro due durante una lezione di erbologia che riguardasse queste piante, mi piaceva da morire anche se sono solo al primo anno – mi avvalgo, dunque, ancora una volta della licenza poetica. (?).
Hiccup che sviene – come un Neville Paciock del secondo film/libro – è per me è tremendamente amabile ed IC, è impossibile non rimanere infatuati delle sue sciagure costantemente attaccate, abbracciate a lui. x°
Lo amo, basta, io amo Hiccup – sebbene in realtà abbia una cotta per Jack Frost MAVABEH. I miei discutibili complessi sentimentali non devono essere di dominio pubblico hahaha.
Oh, le case di Hogwarts; mi avete sempre dimostrato una certa ed esaltante curiosità sul come avrei smistato i The Big Four, e mi spiace di essere risultata alla fine così banale da aver lasciato che appartenessero a quelle preimpostate dall'headcanon più diffuso. x°
A mio discapito e giustifica devo però dire che tale decisione, se può interessare, è venuta comunque a seguito di una profonda riflessione che vede i miei gusti personali perfettamente concordi con l'headcanon, ma scusatemi lo stesso per la poca fantasia. :c
Baboom, non ho più voglia di scrivere le note autrice quindi arrivo subito ai consueti ringraziamenti a tutti – l'incremento delle aggiunte alle seguite e alle preferite è notevole e non penso esista il giusto accostamento di parole per esprimere appieno ciò che provo ogni volta che vedo aumentare i numeri di queste sezioni hahaha. Grazie!
Grazie ovviamente alle solite e adorabili P h o e, Shin92, kuma_cla e Ucha per regalarmi commenti così splendidi e ricchi che non riesco a credere di meritarmi! Sappiate che siete principalmente voi a tenere viva la mia voglia di scrivere e pubblicare!
Un saluto a tutti e alla prossima settimana – dove vedremo le due bellissime Rapunzel e Merida finalmente interagire tra di loro!


© a u t u m n
   
 
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