Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: sakura18    29/01/2014    0 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ciao a tutti scusate ancora per il ritardo. volevo dire che nel capitolo precedente ho sbagliato a scrivere "irassyaimase" (benvenuto/i) e invece ho scritto irassyaimasen con la fretta a scrivere ho aggiunto una "n" e con la fretta di leggere  mi è sfuggito scusate tanto! e volevo aggiungere un ultima cosa: dopo questo capitolo sarò ancora più in ritardo a pubblicare perchè del capitolo otto ho scritto solo tre pagine (sono bloccata!) quindi vi chiedo di avere molta molta pazienza per favore. e ancora scusate per i futuri ritardi. buona lettura!


Sette

 
L’angelo

 

Rosy
 
   Mi svegliai di soprassalto, controllai l’ora. le tre e dieci di notte. Mi rituffai nel cuscino, perché mi sono svegliata a quest’ora? uff. mi rigirai nel letto due o tre volte prima di sentire un urlo nel bosco. Mi alzai e andai alla finestra alla ricerca di qualcosa, di qualcuno. Aprì la finestra e un vento gelido mi colpì il viso, per istinto annusai l’aria. Non so perché lo sto facendo, ma ormai l’ho fatto. Riconobbi un odore strano, di marcio. Mi infilai il primo paio di scarpe che trovai e corsi di sotto entrando nel bosco.

   Il bosco di notte è così tetro! Perché sono venuta da sola in un posto del genere? Sono scema! Ecco perché. Ahhh! Un altro grido, proveniva da destra. Corsi nella direzione dell’urlo per poi fermarmi e rimanere in ascolto. Niente. Silenzio assoluto, ma poi sentì qualcuno calpestare un rametto, girai sempre a destra e ripresi a correre. Dovevo aiutare quella persona, dal grido sembrava una ragazza. La scena che mi ritrovai davanti agli occhi mi bloccò i piedi e rimasi lì ferma impalata. Mi sentivo un ghiacciolo, l’aria è fredda e la scena che vedevo mi raffreddò completamente. Davanti a me c’erano due corpi per terra, non si muovevano erano circondati da un enorme pozza di sangue, ma la cosa che mi spaventò più di tutte è che l’assassino lo conoscevo. Quei capelli biondi quasi bianchi, quella pelle così pallida e i denti aguzzi. Lui. Il vampiro che avevo visto fuori da scuola e quello che ci ha fatto visita a casa della Giuly. Vedevo che teneva sollevato un corpo inanime dai capelli biondi ormai colorati di rosso. Lo lasciò cadere per terra. Ora i corpi erano tre e quei tre corpi erano le mie migliori amiche. Io indietreggiai in preda alla paura. Il vampiro continuò a sorridere, aveva la bocca sporca di sangue. Il sangue delle mie amiche, all’improvviso mi sentì un brivido scorrermi nelle vene, smisi di indietreggiare e lo guardai. Tenni i miei occhi fissi ai suoi. Un sorriso si impadronì delle mie labbra, il vampiro mi corse incontro e mi saltò addosso. Mi svegliai in una pozza di sudore, avevo il respiro pesate. Misi una mano sul petto per regolare il battito. Controllai l’ora. le sei e quaranta. Mi misi seduta sul bordo del letto, che incubo orribile. Perché ho fatto un sogno simile? Non ho guardato nessun film horror ne mangiato pesante –non ho neanche cenato- nel libro alla fine non c’erano ne lotte ne uccisioni, quindi non capisco perché fare un sogno del genere. Mi passai una mano sulla fronte mandida di sudore. Decisi di alzarmi e andare a farmi una doccia fredda. Dieci minuti dopo uscì e mi vestì per la scuola. Indossai dei jeans bianchi e una maglia nera con scollo a V e le mie all stars nere. Mi truccai come sempre.
   Scesi a fare colazione. Mi versai il latte in una tazza e lo misi nel microonde e preparai il caffè. E se avevo fatto questo incubo perché succederà qualcosa di brutto? No, non posso accettarlo che succederà qualcosa alle mie amiche. Devo stare appiccicata a loro. Devo tenerle d’occhio. Devo proteggerle.  Il suono del microonde mi svegliò dai miei pensieri, presi la tazza con dentro il latte e mi versai il caffè.
È ancora presto, mio padre starà ancora dormendo. Mi sedetti e bevvi il mio “cappuccino” con calma. Mio padre scese poco dopo.
   -’giorno-
   -’giorno papà- andò verso il frigorifero a prendere il latte e se lo versò anche lui in una tazza, ma invece di riscaldarlo se lo bevve così.
   -dormito bene?- strano da parte sua chiedermi se ho dormito bene. Di solito non me lo domanda, forse è perché esco sempre di fretta? Probabile. Scossi la testa.
   -ho fatto un incubo tremendo- mio padre si sedette accanto a me. Lo guardai meglio aveva i capelli tutti spettinati e la maglia sgualcita e… un attimo, cos’è quello? Una macchia? Di.. sangue? Mi avvicinai meglio per vedere bene.
   -cosa c’è? Aah è una macchia di caffè. Ieri mattina mi è caduta una goccia, mi sono dimenticato di lavarla. Può sembrare sangue he? Già be… dai raccontami questo tuo sogno e poi fila a scuola- una macchia di caffè della mattina prima dice e perché non la messa a lavare? Però non sembra affatto caffè, ma se dice che lo è dovevo credergli. Gli raccontai delle grida, che mi sono precipitata fuori e dei corpi delle mie amiche abbandonati per terra. Del vampiro e del mio strano brivido. Gli dissi anche che ero andata a letto con una strana nausea.
   Finì di raccontarlo e vidi un leggero sorriso, spero di aver visto male. Mio padre disse qualcosa, non sentì cosa, ma sapendo leggere un pochino il labiale sembra che abbia detto “ci siamo quasi”. Se ha davvero detto così cosa voleva dire con “ci siamo quasi”? Ma a cosa? Cosa deve succedere? Decisi di lasciar perdere, avevo già qualcosa a cui pensare per oggi, questo sogno mi ha scombussolata parecchio, forse è meglio se lo racconto anche alle mie amiche. Sì, forse è meglio, infondo sono coinvolte con questo vampiro e lui nel mio sogno c’era.

   Arrivai a scuola in anticipo, più precisamente… dieci minuti prima. Fantastico, e ora cosa faccio? Mi appoggiai al muretto vicino al cancello e incrociai le braccia al petto. Diverse immagini mi balenarono nella mente, non mi volevano dare pace. Due corpi per terra. Il sorriso insanguinato del vampiro. le mie amiche morte. Queste immagini continuano a presentarsi nella mia mente, appena l’ultima sparisce, ricomincia tutto da capo. Stavo impazzendo, fare un sogno simile. Perché? Da quando sono arrivata sono successe delle cose strane. Le misteriose penne, il vampiro, i sogni, la zampa bianca. Anche io mi sento diversa da quando sono arrivata qui. La strana nausea –anche se l’avevo già da molto prima- mi arrabbio facilmente, prima non mi arrabbiavo mai e ora invece.. basta un niente –da parte di Vanessa soprattutto- che mi arrabbio. E poi questo strano odore di marcio che sento. Voglio delle risposte, ma non credo che le riceverò da mio padre, visto che mi ha detto una bugia. È ovvio che quella non era una macchia di caffè, comincio ad aver paura. Che sia un serial killer? Ho un assassino come padre?
   -Rosy? Rosy!- sentivo che qualcuno mi scuoteva. Ma grazie a questa persona mi ha fatto smettere di pensare male di mio padre. È ovvio che non è un killer.
   Guardai alla mia sinistra chi mi stava strattonando.
   -ciao Mattia- che sguardo strano, sembra preoccupato. Tenevo lo sguardo fisso sui quegli occhi bicolore. Questa è la prima volta che sostenevo lo sguardo così a lungo su qualcuno mentre mi guardava. Di solito lo distoglievo sempre.

   -stai bene Rosy? Hai una faccia. Hai dormito male?- direi malissimo e a quanto pare avevo una faccia davvero strana da quanto era preoccupato Mattia.
   -già, ho fatto solo un brutto sogno, ma è tutto a posto, sto bene- feci un sorriso sforzato, spero che non se ne accorga. Purtroppo non ha abboccato, sono un libro aperto non riesco a nascondere le mie emozioni e le mie preoccupazioni, non riesco a nascondere niente.
   -raccontami- si appoggiò anche lui contro il muro facendo così le nostre spalle si toccarono. O meglio dire, la mia spalla era contro il suo braccio. Mattia sarà alto più o meno dieci centimetro in più di me. Sono tutti più alti di me.
   -davvero, non è niente mi ha scombussolato un po’, ma mi passerà- feci un altro tentativo con il sorriso sforzato, ma come prima non funzionò. Aprirono il cancello ed entrammo, ci avviammo in un angolo dove nessuno può sentirci. Alla fine fui costretta a svuotare il sacco. Gli raccontai il sogno per filo e per segno senza tralasciare nulla. Mattia rimase in silenzio ad ascoltare, a volte gli vedevo apparire un espressione di terrore quando arrivai al punto dei due cadaveri lo vidi sbiancare, ma non disse niente e non mi interruppe mai.
   -ecco questo è tutto- lo guardavo di sottecchi. Mi aspettavo che si mettesse a ridere o a dirmi che è solo un sogno e che non ci devo più pensare, ma non disse niente di queste cose.
   -c’è altro che devi dirmi? È successo qualcosa che ti ha terrorizzato? Per fare un incubo del genere devi aver vissuto qualcosa di terribile- voleva sapere tutto. Glielo leggevo negli occhi, era davvero serio. Lui sapeva che c’è sotto qualcosa e vuole aiutarmi. Aprì la bocca per raccontagli della notte di Halloween quando la campanella suonò per farci entrare in aula. La richiusi e gli feci cenno che gli avrei raccontato dopo. Mi sedetti nel mio banco vicino alle mie amiche, cominciai a scrivere tre bigliettini uguali per poi lanciarli a loro. Li piegai e aspettai il momento giusto. li passai tutti senza farmi beccare. Vedevo con la coda dell’occhio le reazioni della Fra e della Giuly, non erano certo le migliori. E il loro colorito ora erano uguali, non potevo vedere la Vale, ma lei si girò per alcuni secondi e aveva un colorito cadaverico. La lezione finì e andai alle prossime. Mi toccò fare un compito a sorpresa a cui io non sapevo rispondere a quasi nessuna domanda. Spero almeno di aver preso la sufficienza.
   A mensa presi un piatto di pasta al pomodoro e raggiunsi il nostro tavolo. Sakura era insieme a Hiroki. Bene, così potevo raccontare tutto a Mattia. Pochi minuti dopo il tavolo era pieno. Alla mia sinistra c’era la Vale, alla mia destra la Giuly, davanti a me Mattia. Mancano solo due posti: uno è di Lorenzo e l’altro di Sakura. è meglio così se loro due non  sono seduti qui –e poi Lorenzo è da un po’ che non viene a scuola- non vorrei che altre persone siano in pericolo. Ormai per Mattia è tardi mi aveva scoperta, ed è ora che sappia cosa è successo.
   -Mattia ti ricordi che mentre stavo correndo io mi ero fermata e dopo sono svenuta? Te lo hanno detto no?- fece sì con la testa. -bene, quella volta mi ero bloccata a fissare fuori dalla porta perché avevo visto una persona, una persona che conoscevo, anzi che conosciamo.- mi fermai feci un respiro profondo e continuai.  -Vedi dopo la festa di Halloween siamo andate a casa della Giuly abbiamo fatto un gioco…-
   -la tavola Ouija- mi interruppe la Vale. Lui la guardò e poi tornò a posare i suoi occhi su di me.
   -esatto, abbiamo evocato suo nonno- indicai la Fra. -ha funzionato, ma poi qualcosa è andato storto e uno spirito ci ha contattate, ci ha voluto mettere in guardia su qualcosa che stava per arrivare da noi. Ci ha detto: “le tue amiche vedranno la morte, devi stare attenta al tuo sangue” poi le candele si sono spente e la finestra si è aperta, abbiamo visto delle dita aggrappate e abbiamo visto che era una persona, aveva i capelli talmente biondi che sembravano bianchi e i suoi lineamenti del viso erano molto belli, aveva anche una pelle molto pallida e infine sorrise e aveva dei canini molto lunghi- feci una pausa e guardai la sua reazione. Rimase in ascolto non riuscivo a capire cosa stesse provando così continuai. -ci ha inseguite io sono inciampata e sono caduta, ho pensato al messaggio dello spirito: “le tue amiche vedranno la morte” stavano guardando la mia morte e lo sentì. Un dolore al collo, e il mio sangue che usciva, lui stava bevendo il mio sangue, non feci in tempo a pensare più a niente che lui si staccò e sputò fuori quello che aveva bevuto. Era schifato mi ha puntato un dito e mi ha detto: “dovevate essere tutti morti” e poi si girò verso la finestra della stanza della Giuly e ha aggiunto: “ce ne sono altri” e si volatilizzò, io rimasi con due buchi profondi nel collo. Fortunatamente non ci ha uccise, e quella volta a scuola lo avevo visto, avevo paura che se non sostenevo il suo sguardo potesse uccidere tutti poi non so come mi è successo, ma sono svenuta- raccontai tutto d’un fiato e animando quello che successe. Abbassai lo sguardo sul mio piatto vuoto aspettando una reazione qualsiasi. Ma disse solo:
   -perché non me ne hai parlato prima?- nel mio campo visivo non c’era più il piatto, ora c’erano gli occhi di Mattia. Le mie amiche rimasero in silenzio, mute. Senza voce, infondo cosa c’è da dire?
   -non lo so- vidi un cambiamento di espressione, ora c’era solo gentilezza, sì Mattia è davvero un ragazzo molto gentile.
   -ora non sarai più sola. Non sarete- si corresse velocemente. -vi aiuterò io, se ci sarà qualcosa se vedrete qualcosa, vi aiuterò. Non vi dovete più preoccupare- avevo le lacrime agli occhi, vedevo sfocato. 
   La Vale invece aveva aperto i rubinetti ed era finita tra le braccia di Mattia. Era una scena molto dolce, mi fece sorridere.

   -grazie Matti- sorrise da sopra la chioma nera della Vale. Mi sentì un pochino meglio.
   
   La lezione di scienze la trascorsi facendo la verifica. Qualche volta guardavo in direzione di Mattia in cerca di un suo sorriso per rassicurarmi e lui me li regalava sempre.
   Andai a lezione di musica, oggi la prof doveva farci vedere una video cassetta di un concerto di Beethoven. C’erano già degli alunni  seduti composti ad aspettare l’entrata della professoressa. Raggiunsi il mio e mi sedetti vicino a Hiroki. Lo salutai e lui ricambiò con un cenno del capo, strano sembra nervoso. Mah, ormai mi sto abituando ai suoi cambi di umore. Almeno non sembra avere espressione cattiva, è solo nervoso e vorrei tanto sapere il motivo.
   La prof entrò come una furia mise la cassetta e spense la luce. Sentì Hiroki irrigidirsi e muoversi. Lo guardai con la coda dell’occhio e vidi che aveva appoggiato il mento sulla mano destra e la sinistra la teneva chiusa a pugno. Stava muovendo la gamba destra dal nervosismo.
   -pss- mi avvicinai a lui. -che hai? Perché sei nervoso?- vidi che spalancava gli occhi dallo stupore e dal terrore per avergli fatto quella domanda. Ma la prof ci interruppe.
   -silenzio laggiù!- mamma mia che caratteraccio, è girata male oggi. Rimasi in silenzio e guardai il concerto. Le mie orecchie erano felici di ascoltare questa musica, tutto d’un tratto mi rilassai, poteva succedere di tutto e io non avrei provato niente. avrei continuato ad ascoltare questa musica fino alla fine. Dopo un ora l’effetto di rilassamento svanì  e tutti i miei pensieri sono ritornati a invadere la mia mente.
   Mi alzai e seguì gli altri fuori dalla classe e andai all’ ultima ora. Entrai nello spogliatoio e vidi dei capelli neri in fondo alla stanza dove di solito mi cambio io. Le altre stavano arrivando adesso. Raggiunsi Sakura.
   -ciao- misi la mia sacca sulla panca e mi sedetti.
   -ciao- mi tolsi le scarpe e tirai fuori la tuta. Com’è silenziosa. Oggi la gente è strana. Finì di cambiarmi e aspettai la mia amica e uscimmo.
   Pochi minuti dopo stavamo già correndo, stavolta la corsa durava venti minuti. Corsi accanto a Sakura, mentre Hiroki è molto più indietro. Sembra ancora più nervoso di prima.
   -sai cosa ha Hiroki?- chiesi.
    -in che senso?- guardai i suoi capelli, così neri e lucidi, sembrano morbidi come piume.
   -sembra nervoso, tu sai il perché?- rimase in silenzio, poi scosse la testa. Penso che non abbia così voglia di parlare, la lasciai in pace e finì i venti minuti di corsa. Il prof fischiò e crollai a terra. Stranamente non sono stanca, sono crollata a terra solo per non continuare a correre. Mi sentivo bruciare da dentro, sentivo un fuoco che mi divorava e che voleva uscire, ma in qualche modo non ci riesce. Sakura mi porse la mano e la afferrai.
   -grazie- le vedevo delle goccioline di sudore sulla fronte, ma non aveva il fiatone. Mi controllai la fronte e il collo, non c’era nessuna traccia di sudore. Niente. E il respiro era accelerato, ma solo perché volevo correre ancora e ancora. Sakura non se ne accorse e si mise vicino a me a fare gli esercizi, cercai con tutte le mie forze a far uscire almeno una goccia di sudore, ma credo sia impossibile fare a comando una cosa del genere.
   -bella corsa oggi he?- la guardai da dietro il mio braccio. eravamo piegate in avanti e tenevamo le mani sulle ginocchia per poi ritornare dritte.


 

 

 

 

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: sakura18