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Autore: Shaina    30/01/2014    3 recensioni
La battaglia contro Poseidon è finalmente conclusa. E ciascuno dei sacri guerrieri di bronzo, vuole godersi la pace riconquistata. Ma sul fondo degli Abissi Seiya ha dovuto far fronte ai fantasmi del suo passato. Fantasmi che riguardano una bambolina dagli occhi verdi e che sono tornati a galla, quando ha ritrovato il suo viso dietro la maschera della strega che lo tormenta dal giorno della sua investitura come cavaliere. Un ricordo d'infanzia che Pegasus ritrova definitivamente in una limpida sera di luna.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ophiuchus Shaina, Pegasus Seiya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Sotto incantesimo
 

La luna è alta nel cielo e la sua luce si riflette sull’acqua del molo di Tokyo.  È una serata insolitamente calma, quella, e a lui viene da sorridere, al pensiero che gli dei abbiano fatto in modo che quell’incontro avvenisse in una serata tanto incantevole.
L’ennesima battaglia è finita solo da poche ore: nessuno di loro se l’è sentita di sprecare attimi preziosi come quelli. Così, sono partiti tutti quanti: in viaggio verso i luoghi dove ciascuno di loro custodisce i suoi ricordi più belli.
Soltanto lui è rimasto in Giappone: la sua vita è tutta lì. Anche se in Grecia, durante gli anni dell’addestramento, ha trovato qualcosa di prezioso. Anche se lo ha ammesso per la prima volta soltanto qualche ora prima, nei fondali marini.
Quando Atena ha annunciato che avrebbe fatto ritorno alla residenza di Mitsumasa Kido, concedendo a ciascuno dei suoi protetti qualche giorno di libertà, lui ha semplicemente afferrato la mano di Shaina, accanto a lui, dicendo a Saori di prenotare sul volo del ritorno due posti, oltre al suo.
Col senno di poi, si rende conto di aver agito da egoista: non ha nemmeno chiesto a Shaina quali fossero le sue intenzioni, ma la verità è che ha avuto paura. Se soltanto si fosse azzardato a chiederle di seguirlo, Shaina avrebbe anche potuto declinare l’invito. E quell’eventualità, lui ha preferito non considerarla un’opzione. Troppe volte l’ha vista dileguarsi prima che avesse preso una decisione. E forse, una volta a casa lei gliela farà pagare, ma proprio non riesce a farne a meno. Scusa, Shaina…
L’ha lasciata addormentata nella sua stanza: le ha ceduto l’unico letto presente nel buco che è il suo appartamento. Solo che per lasciarla dormire in santa pace ha dovuto tagliare la corda in fretta e furia. Se non l’avesse fatto non sarebbe riuscito a tenere le mani al loro posto. Quando mi ci metto divento impossibile…
La verità è che al termine di ogni nuova battaglia, cresce dentro di lui, il disgusto nei confronti del fetore della guerra. E i ricordi della sua infanzia, sono l’unica cosa che riesce a restituirgli un po’ di serenità. A diciassette anni, gli sembra di averne trenta. E forse, anche di più. Anche se i suoi amici continuano a trattarlo come un ragazzino.
Non riesce proprio a togliersi dalla testa quelle immagini: il Ligthing Bolt di Aiolia, quel giorno nella clinica finanziata da Mitsumasa Kido… poi la freccia d’oro, poche ore prima, nel regno di Poseidone. E lei che entrambe le volte gli salva la vita. Non farmeli più questi scherzi, Shaina… ti prego.
È da quando lei gli ha rivelato il suo segreto che vorrebbe tenerla chiusa in una campana di vetro: non quando gli ha rivelato i suoi sentimenti, ma prima, quando gli ha rivelato chi fosse. Il suo sguardo, nonostante gli anni trascorsi è ancora quello di un coniglietto. O di un cerbiatto. E lui spera che quell’espressione non scompaia mai dai suoi occhi.
Se mi sentissero gli altri non la smetterebbero più di prendermi per i fondelli. Ma la necessità che ha di ritrovare quello sguardo innocente è qualcosa di viscerale. Non c’entra niente con la devozione nei confronti di Atena. È qualcosa che somiglia all’affetto, ma non è propriamente corretto chiamarlo tale.
Ho voluto bene a quella bambina dal primo momento in cui l’ho vista. Ecco qual è il punto. E il fatto che l’abbia ritrovata qualche anno dopo dietro la maschera della strega che lo manda sempre in corto circuito con le sue scariche elettriche non cambia la sostanza.
Perché da quel giorno, Seiya non riesce più a guardare soltanto alle apparenze. E ogni volta che la vede, con indosso quella maledetta maschera di latta, smania per strappargliela di dosso.
E adesso, quella bambina sta dormendo nella sua stanza.
Pensandoci adesso, Seiya si rende conto di non sapere praticamente niente di lei: gli pare di ricordare di aver sentito dire da Marin e Aiolia che il paese d’origine di Shaina fosse l’Italia, ma tutto quello che sa di lei, riguarda esclusivamente la sua vita di guerriera.
Ed è la parte che gli interessa meno, in questo momento.
Avrebbe un milione di domande da porle. Ma qualcosa gli suggerisce che se azzardasse un tentativo, lei si chiuderebbe a riccio.
Per questo quando sente i suoi passi mentre lo raggiunge sul molo, preferisce tacere. «Hai dormito bene?» le chiede, quando lei finalmente arriva al suo fianco.
Shaina gli sorride, e quella è già una risposta sufficiente: «Ho visto la chitarra… sai suonarla?» gli domanda, e lui le è grato per quella domanda così fuori dalle sue corde, da suonare quasi puerile, ma allo stesso tempo, così normale: la normalità è l’unica cosa di cui sente il bisogno in quel momento, proprio perché nella sua vita, di normale c’è davvero poco.
«Me la cavo.» le risponde. E il fatto di guardarla davvero negli occhi, senza la maschera di metallo a coprirle il viso gli dà un sollievo immenso.
«Mi suoni qualcosa?» gli chiede, ancora, e lui sorride.
«Quello che vuoi.» le risponde. «Ma solo se mi prometti di non sparire nel nulla appena giro l’angolo. E che mi giuri che non nascondi qualche lama avvelenata nella cintura.» aggiunge, tirandola a sé. Lei non sa quanto possa mandarlo su di giri il fatto di averla accanto in abiti civili: le circonda il collo con il braccio, tirandola verso di sé, e la bacia, dolcemente. «Ho bisogno di te, Shaina.»
Ed è la seconda volta in quarantotto ore che tiro fuori discorsi da romanzo rosa... Vedi di non farmene pentire, strega.

 

  
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