CAP.11
"Hey!"
la salutò una voce alle sue spalle.
"Hey."
rispose Eleonora con poco entusiasmo.
"How
are you?"
"Fine
thanks and you?"
"Non
penso che tu stia bene, ragazza mia!" disse la voce, poco convinta.
"Senti,
John, non ho voglia di parlarne."
"Nemmeno
al tuo migliore amico?"
Migliore
cosa? In effetti, erano più che membri della stessa band,
erano migliori amici.
Sì, John era il suo migliore amico. Il suo unico amico.
"Come
va, quindi?" chiese lui.
"Così
così."
"Qual
è
il problema?"
"Lascia
perdere."
"Okay..."
disse il ragazzo dubbioso "Ricordi che oggi abbiamo i provini della
band?"
"Holy
shit!" disse la ragazza dandosi una manata sulla fronte "Mi ero
completamente dimenticata!"
"Beh,
meglio che ti sbrighi, alle 2 p.m. si inizia."
"Oh
God!"
Eleonora si
precipitò a casa, salutò Josh -il figlio dei
signori Smith, presso i quali
abitava- e si catapultò fuori dalla casa, dopo aver preso
una ciambella e la
sua chitarra.
Sulla
metropolitana c'era poca gente, stranamente.
La ragazza
si era ormai abituata alla fiumana di esseri viventi con la testa tra
le nuvole
che si spostavano ogni giorno.
Si sorprese
a canticchiare 'Sovrappensiero' dei Bluvertigo. Le mancava un po'
Morgan. Avevano
mantenuto buoni rapporti anche dopo la partenza di Mika e Jim dopo
XFactor.
Marco era
con lei quando la ragazza stava infilando vestiti a casaccio nella
valigia,
troppo agitata per guardare quello che stava facendo.
Era stato
sempre così disponibile ad aiutarla, a darle consigli, a
dirle che forse
avrebbe dovuto portarsi dietro anche un po' di calzini per sopravvivere
alla
dura vita della studentessa inglese.
Era anche
stato lui a convincere i suoi genitori a lasciarla stare tutto l'anno
fuori.
Anno all’estero: un sogno.
Era come un
padre per lei, no, un fratello, un amico. Non sapeva cosa, ma sapeva
che si
volevano tanto bene. Affetto, nulla di più, non amore. Non
carnale, almeno.
Platonico, forse. O forse neanche quello.
Entrò
negli
studios di Abbey Road pensando proprio a Marco, distogliendo per cinque
minuti
i pensieri da Mika. Per tutto l'anno scolastico non aveva pensato ad
altro, e a
Londra la situazione non era migliorata molto. Per quello era sempre di
cattivo
umore.
Solo quando
era con la band riusciva ad estraniarsi dal mondo e dal suo passato.
"Hi!"
"Hi"
Scambiò
dei
saluti veloci con gli altri membri della band e si mise subito ad
accordare la
chitarra elettrica.
John si
avvicinò a lei.
"Mi
raccomando, un suono duro e ruvido come non mai. Oggi ne va della
nostra
carriera musicale."
La biondina
annuì.
Dopo una
decina di minuti arrivarono i produttori.
Avevano
sentito la band su Youtube e avevano deciso che quei ragazzi sarebbero
potuti
diventare qualcuno.
Eleonora non
aveva perso il vizio di caricare le sue canzoni sul suo canale di
Youtube, che
era diventato il canale ufficiale della band.
'Come Justin
Bieber.' pensò la ragazza 'Ma siamo decisamente un'altro
genere.'
In effetti,
non aveva mai ascoltato Justin Bieber. Di cantanti del 2000 la ragazza
ascoltava solo Mika e Robbie Williams, che aveva iniziato negli anni
’90 con i
Take That, e Morgan, che come Robbie Williams aveva iniziato prima con
i
Bluvertigo. Gente di tutt'altro calibro, insomma. Soprattutto Mika.
Quasi solo
Mika. Non che ce l'avesse con Justin Bieber, i gusti sono gusti, a lei
non
piaceva, altri lo amavano. Lei amava Mika. Già, Mika.
'Accorda
questa fottuta chitarra e smettila di pensare a lui.' si disse.
Era di umor
nero.
"Iniziamo?"
chiese Armin, il batterista.
I ragazzi
annuirono e suonarono tutto il loro repertorio composto da canzoni di
Aerosmith, Alice Cooper, Kiss, Led Zeppelin, Metallica, AC/DC, Nirvana,
Guns'n'Roses e Whitesnake.
Eleonora e
John si alternavano alla voce.
"Bravi,
ragazzi, ma sapete suonare anche qualcosa di un po' meno duro?
Più
classico." chiese uno degli uomini in giacca e cravatta, quando ebbero
finito.
Eleonora
propose di suonare qualcosa dei Beatles, dei Queen o di Elton John,
anche se
tutto le ricordava Mika.
"Bene,
bene. Penso che possiate avere un contratto con la EMI."
La ragazza
si sentì mancare.
La EMI?
Okay, un po' band avevano avuto problemi con quella casa discografica,
come i
Tirty Seconds To Mars -ne aveva sentito parlare a scuola per i
corridoi- ma prima
che venisse comprata dal gruppo Vivendi Universal ed era pur sempre la
EMI! No,
era sicuramente un sogno.
"Accettate?"
chiese uno degli uomini.
"Sicuro!"
urlò lei, entusiasta.
I ragazzi
corsero a firmare. Eleonora aveva compiuto da poco diciott'anni, quindi
era a
(quasi) tutti gli effetti maggiorenne. Gli altri ragazzi avevano
più o meno
diciannove- vent’anni.
"Ma ci
credete: la EMI!!!"
I suoi
compagni la guardarono sorridenti. Era la prima volta che sorrideva da
mesi.
"Siete
stati bravissimi ragazzi! Vi voglio bene."
"Abbraccio
di gruppo!" concluse John.
Stettero
tutti abbracciati per un po': Eleonora, John, Armin, il tastierista
Brian e il
bassista Dave.
John prese
in mano la situazione.
"Ragazzi,
domani si prova fino alla nausea. Voglio che esca qualcosa di buono da
quegli
studios. Una nuova canzone, magari. Dobbiamo registrare un album, non
dimenticatelo e visto che per ora il nostro repertorio è
composto quasi
esclusivamente da cover, diamoci una svegliata!"
"Ma
John..." iniziò Dave, intimidito "Non abbiamo un nome per la
band e
quelli della EMI hanno detto che per domani dobbiamo averlo."
"Oh,
Davey non preoccuparti, Eleonora ed io abbiamo pensato ad un bel nome
per noi.
Che ne dite dei Black Wolf?"
"Come
la marca di abbigliamento? Perché no?" disse Dave.
"Allora
è deciso."
"I
don't wanna be another wave in the ocean
I am a rock
not just another grain of sand!"
Eleonora
stava cantando a squarciagola saltellando sul letto quando Anne
aprì la porta.
"C'è
John qui fuori che ti aspetta e Josh si è mangiato di nuovo
tutti i
cereali."
"Lascia
che tuo fratello mangi quello che vuole. Il colpevole è
casomai Johnny.
Interrompermi mentre canto, insomma! Un po' di rispetto per i Bon Jovi
ed il
suo quasi omonimo Jon! Bah, ragazzi! Chi li capisce!"
"Vestiti
che siamo in ritardo, come al solito." disse John, spuntando con la
testa
dalla porta aperta.
"Ehm..."
In effetti
era in reggiseno e pantaloncini. Non un look da studio, insomma.
"Su,
dai, sei bella, ma ora vestiti."
"Lo
pensi davvero?"
"Cosa?"
Si stavano
muovendo
velocemente per le strade di Londra per cercare di non arrivare con
troppo
ritardo.
"Che io
sia bella."
"Certo!"
Camminarono
per un po' in silenzio a testa bassa con le mani in tasca e la chitarra
in
spalla.
L'aria era
tesa.
Quando si
fermarono davanti ad Abbey Road, John iniziò a parlare.
"Senti..."
disse.
"Hey,
guys!" disse Brian mettendo le braccia sulle spalle dei due ragazzi.
"Ciao
Brian." dissero i due in coro.
Eleonora lo
ringraziò mentalmente per essere sempre nel posto sbagliato
al momento giusto.
Non voleva parlare con John di qualsiasi cosa volesse discutere.
"Entriamo?"
chiese Eleonora.
I due
ragazzi annuirono.
"Dave e
Armin sono già dentro a provare." disse Brian.
John si
avvicinò all'orecchio di Eleonora.
"Devo
parlarti. In privato. È abbastanza urgente."
NOTA
DELL’AUTRICE:
Hey, guys!
Questo
capitolo mi lascia un po’ perplessa. Spero di non avere
sparato troppe cavolate
sulla EMI, non so come si possa fare un contratto con una casa
discografica, i
ragazzi non hanno un manager etc.
Però
mi
sembrava la cosa giusta da fare per Eleonora. Cercare di
“distrarsi”. Okay,
considerando che anche il nostro Mika è nel campo della
musica, non so quanto
riesca a pensare ad altro –come avrete notato è un
po’ fissata- ma almeno fa
quello che più le piace: suonare.
Che ne dite
dei nuovi personaggi? Mi sembrano carini.
E mi scuso
se Mika non compare in questo chapter, ma arriverà,
tranquilli, guys!
Fatemi
sapere cosa ne pensate.
Cosa
avrà John
di così importante da dire ad Eleonora?
Bye-bye, al
prossimo capitolo
P.S. Mi
scuso se ci ho impiegato un po’ a scriverlo.