Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    30/01/2014    0 recensioni
Già, il mio Cri Cri adorato odia i cambiamenti, lo hanno sempre spaventato un po’, e poi…si, devo ammetterlo, adoro quella sua aria da cucciolo smarrito mentre si aggira per casa chiedendosi cosa abbia fatto di male per meritarsi tutto questo…il solito esagerato. Ma che posso farci? È fatto così, ed è anche per questo che sono pazza di lui...
Seguito di "Une nouvelle vie"
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il giorno della recita arriva tra sorrisi e canti festosi e, contrariamente alle aspettative di mia figlia, che ha fatto il diavolo a quattro pur di poter assistere a questo “scempio natalizio” come lo ha chiamato lei, Logan pronucia le sue battute in maniera ineccepibile e alla fine un grande scroscio di applausi festeggia i bambini, che ridendo felici si esibiscono in una serie di buffi inchini sul palco. Quella mattina Johanna e le ragazze corrono a preparare il pranzo di Natale, che abbiamo deciso di tenere a casa nostra per evitare di stancare troppo Grace, che ancora in convalescenza dovrebbe restarsene tranquilla e riposare il più possibile. Dovrebbe, appunto. Già, quella ragazzina in realtà è un vero terremoto anche da ferma, e sono sicuro che se dipendesse da lei sarebbe già in giardino a preparare palle di neve da lanciare contro tutti i presenti. Fortunatamente adesso c’è il suo telefilm preferito che sta guardando seduta sul divano insieme a Danièle, mentre ai loro piedi Logan, Adam e Roger si contendono i nuovi regali trovati sotto l’albero di Natale, sorvegliati dall’occhio vigile di Josè che però li fissa perplesso quando improvvisamente cominciano ad accapigliarsi senza apparente motivo, tanto che anche io e Nicolas siamo costretti a intervenire per dividerli. Intanto un delizioso profumino proveniente dalla cucina cattura ben presto la mia attenzione, spingendomi a raggiungere in fretta le ragazze per sbirciare indisturbato i loro manicaretti. Hèlene e Benedicte sono impegnate a farcire il tacchino, mentre Sophie poco più in là sta preparando dei biscotti alla marmellata che ricava con deliziosi stampini natalizi, e quando si accorge della mia presenza mi strizza l’occhio con fare giocoso, facendomi un ampio sorriso che mi affretto subito a ricambiare. Sono proprio contento che Johanna l’abbia invitata a passare le feste insieme a noi, ho sentito molto la sua mancanza in quest’ultimo periodo. Mi avvicino poi a mia moglie, che insieme a Laly è impegnata tra i fornelli a preparare una strana mistura che non credo di aver mai visto prima, così ne approfitto subito per cominciare a punzecchiarla un po’. In fondo è la mia specialità, no? Adoro farla arrabbiare.

- Allora, cos’è questa strana roba verdognola in padella? Si può sapere perché ti ostini a fingere di preparare pietanze, quando sappiamo tutti benissimo che non sei in grado di cucinare nemmeno un uovo sodo?

Dico infatti, e la vedo voltarsi verso di me per lanciarmi un’occhiataccia torva che mi fa subito venire voglia di ridacchiare, ma decido di non cedere alla tentazione assumendo anzi un’aria molto seria mentre la sento esclamare in tono canzonatorio: - Ah, ma davvero? È per questo motivo che ogni giorno ti spazzoli via alla velocità della luce tutto quello che metto in tavola?

- Che c’entra – ribatto – lì si tratta di sopravvivenza. Cosa dovrei fare secondo te, aspettare di morire di fame? Andiamo, ammetti che ho ragione: sei un disastro tra i fornelli!

- Guarda che se c’è qualcuno che è un disastro tra i fornelli quello sei proprio tu, mio caro, e ti ricordo che non sono stata certo io a bruciare il pranzo l’ultima volta!

La sua battuta fa scoppiare a ridere le ragazze, lasciandomi vagamente perplesso. Accidenti a quella spiona di Grace, mi ha sputtanato di fronte a sua madre e adesso lei lo ha fatto di fronte a tutti gli altri! Ecco, finisce sempre così, io la provoco cercando di farla arrabbiare e alla fine invece succede sempre il contrario. È lei a fare arrabbiare me. La fisso indispettito, facendola ridacchiare divertita mentre esclamo, punto sul vivo: - Ti odio!

- Ti amo.

Risponde lei senza scomporsi, prima di posarmi un bacio sulle labbra e invitarmi a uscire dalla cucina, cosa che non mi faccio certo ripetere due volte vista l’aria che tira. La giornata prosegue in allegria e serenità tra chiacchiere di ogni genere e grandi tavolate e, a un certo punto, mentre vedo Roy tirare fuori le carte da gioco per convincere gli altri a fare almeno una partita, mi accorgo di non riuscire più a scorgere Johanna tra i presenti, così comincio a cercarla in giro per casa. Per farlo attraverso l’ampia e affollata sala da pranzo, dove in un angolo Sophie e Charles stanno parlando fitto (cos’è questa storia? Mi sono forse perso qualcosa?) e finalmente la vedo. È in giardino, avvolta da una morbida mantella che la ripara dal freddo e mi da le spalle, probabilmente assorta in chissà quali pensieri che però io non ho intenzione di interrompere, per questo rimango un po’ a osservarla dalla finestra prima di decidermi a raggiungerla.

- Pensavo che ti avessero rapita gli alieni.

Esordisco avvicinandomi a lei, ma una lacrima intrappolata fra le sue ciglia stronca sul nascere tutta la mia ilarità, facendomi invece assumere un’aria seria e preoccupata mentre annullo la già breve distanza tra noi per prenderla fra le braccia.

- Tesoro, che cosa c’è? Ti senti bene, è il bambino?

Le chiedo ansioso e lei scuote lentamente la testa, come per rassicurarmi prima di asciugare quella lacrima solitaria che mi aveva tanto spaventato con un gesto veloce delle dita, sfiorandomi il viso in una tenera carezza.

- Va tutto bene, non preoccuparti. Io stavo solo…perdendomi nei ricordi. Stavo pensando a noi due e a come siamo stati fortunati a ritrovarci dopo tutti questi anni, e…

La sua voce si spegne all’improvviso e lei tira su col naso, nascondendo l’imbarazzo dietro una piccola smorfia che assomiglia vagamente a un sorriso.

- Scusami, sono una stupida, è che mi sento un po’ malinconica oggi.

Sussurra e io le sfioro le labbra con un bacio, prendendole il viso tra le mani per incontrare il suo sguardo sfuggente.

- Perché stai pensando a tutto questo proprio adesso?

Le chiedo.

- Bè – dice, facendo spallucce – non ne ho idea, probabilmente è colpa della gravidanza se sono così emotiva. La presenza della bambina comincia a farsi sentire.

La guardo, sornione.

- Come fai a essere così sicura che sarà una bambina? È ancora presto per dirlo.

- Perché lo sento – risponde, facendo un lungo sospiro – non chiedermi come, ma è così. Le nausee, questa malinconia ricorrente che non è proprio da me…insomma, sembra tutto come allora. Anzi, non proprio tutto perché, in effetti, qualcosa è cambiato. Tu sei qui con me, stavolta.

- E ci sarò per sempre, amore mio.

Rispondo, suggellando quella promessa con un tenero bacio che la fa abbandonare languidamente contro il mio petto.

- Ora – continuo, strizzandole l’occhio giocosamente – riguardo ai nomi, visto che credi che sia una femmina dovremmo cominciare a pensare a qualcosa come…

- No – mi interrompe con decisione, posandomi un dito sulle labbra - non provarci nemmeno. Sei un disastro con i nomi, non voglio neanche ascoltarti!

La fisso, leggermente spiazzato e cerco di obiettare ma lei mi incalza di nuovo, impedendomi così di continuare a parlare.

- Ti ho detto di stare zitto!

Mi intima infatti mentre mi prende per mano, affrettandosi a trascinarmi dentro per tornare dagli altri. Ma insomma, non sapeva neppure cosa volevo dire. È la solita dispettosa e prepotente, vuole sempre avere l’ultima parola. Ma in fondo, forse, è anche per questo che la amo da morire.

 

Fine

 

 

 

 

   
 
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