Waterday

 

Un normale giorno di pioggia.

Amava la pioggia. L’acqua scrosciava forte dal cielo, colpiva con delicata potenza la terra e il suo viso, scivolando silenziosa lungo gli zigomi o i capelli argentei.

Adorava i temporali estivi fin da prima di scoprire la natura del suo chakra, fin da quand’era bambino e lui e il fratello giocavano assieme, senza alcuna responsabilità per un villaggio da governare e per clan rivali da tenere a bada. Erano bei tempi, quelli, tempi che purtroppo erano ormai andati del tutto perduti.

Konoha ormai cresceva bene, il suo ruolo come villaggio guida per il Paese del Fuoco si era ormai consolidato e la sua potenza era riconosciuta ovunque; le furiose lotte interne erano state sedate, anche con la prontezza con cui aveva consegnato agli Uchiha la responsabilità della polizia -ma aveva fatto bene, poi?-. La pace sembrava finalmente essere arrivata, anche se ancora non ce n’era la certezza. Forse, non sarebbe arrivata mai.

Eppure lui si sentiva già esausto di tutto quello. Gli mancavano la forza e la decisione di suo fratello, lui era quello in grado di muovere mari e monti –letteralmente- per ottenere quel che volva per il suo villaggio. Anche quando questo significava combattere contro un pazzo squilibrato e un demone gigantesco, dimenticandosi di tutto il resto. Anche se significava perdere la vita, e lasciarlo con tutto il peso che la sua eredità comportava.

Chinò indietro il capo, lasciando che la pioggia –sempre più fitta- lo inondasse, assaporando l’odore di terra e muschio bagnato rilasciato dalla foresta. Le pozze ai suoi piedi continuavano ad allargarsi, ma non si preoccupava di trovare un riparo; gli piaceva, l’acqua…

Avrebbe voluto che Hashirama fosse ancora lì con lui –era lui quello in gamba, lui non si sentiva mai sicuro, non aveva incertezze- per consigliarlo, aiutarlo, consolarlo, supportarlo. Non si era mai sentito pronto a ricoprire una carica di potere, figurarsi quella di Hokage, per governare la sua Konoha. E neanche a finire di crescere quei ragazzini che i due fratelli avevano deciso di allenare. Avevano iniziato insieme, perché avrebbe dovuto terminare da solo?

La pioggia portò via le perle salate che scesero dai suoi occhi, cancellandole dalle guance bianche

-perché mi hai lasciato, nii-san?-

Perché le foglie non crescono senza l’acqua, otouto

 

 

0_0 accidenti, non ci posso credere…ho scritto davvero una cosa del genere? Ah, lgli acquazzoni portano davvero cattivo consiglio! Povero vecchio secondo hokage (che poi, povero diavolo, non ce l’ha un nome?), io l’ho caratterizzato un po’ fragile e insicuro, probabilmente non era così…..

Spero vi sia piaciuta, gli spoiler sono piccoli piccoli…^^

A presto, vostra wolvie