Quel
giorno il sole batteva forte sulla bellissima terra egiziana. Erano le
dieci
passate e Anank-sunamun amava stendersi a quell’ ora sulle
sponde del Nilo. I
suoi bellissimi capelli neri erano spersi sulla bellissima sabbia
bianca,
mentre i raggi del sole abbronzavano la sua pelle d’ebano.
Cullata dal leggero
rumore che faceva il fiume Nilo, si rilassava. Ma presto la
tranquillità di
quel momento fu rotta dal richiamo del servitore di suo padre, il
faraone
Amenhotep 4°.
“Principessa,
principessa Anank-sunamun”.
“Cosa
succede Siun?”.
“Principessa,
suo padre la stà aspettando nelle sue stanze. La malattia
è peggiorata e i
medici dicono che c’è poco da fare.”
“Oh,
Siun. Andiamo subito da mio padre.”
Percorsero
subito il corridoio del grande palazzo e giunti fuori la stanza del
padre,
Anank-sunamun venne annunciata a lui.
“Prego
figlia mia” disse una voce debole “vieni
avanti”.
“Certo
padre, ora sono qui”.
“Figlia
mia, mi resta poco da vivere e, per mia sfortuna, non ho avuto ancora
un figlio
maschio. Quindi, secondo la tradizione, dovrei passare il comando al
malvagio
figlio di mio fratello, e, per non arrivare a tutto ciò,
cara figlia mia, c’è
un principe disposto a sposarvi
e così
avrete voi il comando dell’ Egitto. Figlia mia, ti prego di
pensarci, non
voglio lasciare il comando nelle mani di un losco e malvagio
uomo.”
“Certo
padre. Se questo è il vostro desiderio, lo
rispetterò”.
“Oh,
Anank-sunamun, non mi hai dato mai problemi da quando eri una piccola
creatura
in fasce, ora spero che per tutta la tua obbedienza e gentilezza il Dio
Amon,
il tuo protettore, ti doni qualcosa di stupendo nella vita.”
E
con quest’ultima frese, spirò.
I
giorni passarono e, arrivava quello in cui doveva tenersi
l’incontro tra la
principessa Anank-sunamun ed il suo futuro sposo, un cinquantenne di
nome
Namib.
“Oh
principessa, non siete felice, fra poco incontrerete l’uomo
che la farà felice,
non è contenta?
“Certo
Rachele, sono contenta” disse mentre si guardava allo
specchio, facendo un
sospiro di amarezza.
“Ecco
fatto, ora siete pronta” disse Rachele entusiasta del lavoro
fatto.
Anank-sunamun era davvero bellissima. Portava i bei capelli neri
sciolti che le
arrivavano fino a metà schiena, e portava attorno al capo un
filo d’oro con un
ciondolo d’alabastro che le cadeva sulla fronte. I bellissimi
occhi neri erano
contornati da una matita verde smeraldo che ne risaltava la forma
allungata ed
il colore. Come veste portava una stretta tela dorata che le circondava
il
petto, un perizoma dorato per coprire l’intimità e
al disopra di questi due
pezzi, portava un velo argenteo che partiva dalla vita fino a sotto le
ginocchia e ai piedi portava dei sandali anch’essi argentati.
“Bene,
ora è pronta per la cerimonia. Vada, non faccia aspettare
tanto il suo futuro
sposo. “
“Certo
Rachele, spero tanto che riesca a superare tutto questo”.
“Non
crucciatevi principessa, sarà un uomo degno di voi.
“Lo
spero”.
Anank-sunamun
percorse lentamente tutto il corridoio del palazzo, fino ad arrivare
fuori la
porta della sala, quindi venne annunciata.
“Anank-sunamun,
principessa dell’alto e del basso Egitto, nonché
figlia del faraone Amenhotep
4°”.
Anank-sunamun
fece il suo ingresso nella sala e fu accolta da Namib.
“Salve
cara, io sono Namib, principe di Tebe, figlio del grande e potente Ashten. Le
assicuro, principessa,
che la tratterò con tutto il rispetto possibile, e
sarò un marito degno della
sua sposa ed un sovrano degno del suo Paese.”
Namib
aveva la testa rasata coperta dal parrucchino egiziano. Aveva occhi
neri e
pelle abbronzata. Portava al petto il pettorale blu e dorato, segno di
appartenenza ad una nobile famiglia egiziana. Portava alla vita un
gonnellino
bianco, ricamato con fili d’oro e portava dei semplici
sandali, anch’essi
dorati. Si vedeva già dal viso che era un uomo severo ma
buono. Anank-sunamun,
anche se aveva trentadue anni in meno a Namib, era consolata dal fatto
che era
un uomo abbastanza gentile. La parte pi difficile era superata.
“Ma
prima delle nozze, Anank-sunamun, mi hanno chiamato per partecipare ad
una
battaglia contro gli Ittiti e, quando tornerò ci
sposeremo.”
“Certo
Namib” disse Anank-sunamun “io ti
aspetterò”.
Ma
il loro matrimonio non avvenne mai, perché giunto in guerra
Namib fu ucciso e
ora gli Ittiti stavano marciando verso l’Egitto per
distruggerlo.
“Principessa,
presto, dobbiamo fare qualcosa per fermare gli Ittiti” disse
Ai, il suo
consigliere.
“Ai,
do a te l’incarico di risolvere questa situazione”.
“Oh,
grazie principessa, è un onore per me servire la
corona.”
Dopo
un consiglio di circa tre ore, Ai e i consiglieri uscirono dalla sala
dei
consigli ed Ai parlò.
“Mia
principessa, abbiamo deciso noi tutti che per superare il problema
degli
Ittiti, di farla sposare con il figlio del re Nabucodonosor. Sarebbe
anche un
modo per esaudire il desiderio di vostro padre, quindi sarebbe
l’alternativa
più giusta da prendere.
Anank-sunamun
ci pensò un attimo. Aveva accettato di sposarsi con Namib, e
sarebbe stata la
stessa cosa con il figlio del re Ittita, quindi alla fine
sentenziò:” Per me va
bene”.
“Bene,
principessa”.
TO
BE CONTINUED…
Ecco
a voi una nuova ff, questa volta storica. Spero che la trama vi attiri
a
leggere il resto, e mi raccomando, recensite in
molti…ciaoooooooooooooooo…