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Autore: i want to meet a vampjre    30/01/2014    5 recensioni
Ellen.
Nicki.
Volete sapere la loro storia?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                                           10°capitolo






Provai a chiamarla, sperando avesse il telefono ancora acceso, ma niente, tutto inutile, era spento.
L'avevo persa per sempre, ed era tutta colpa di sua cugina, che le aveva mentito, in realtà io non l'avevo mai baciata.

#flash back#

"Giorgia...io..." dovevo dirle quanto amavo Ellen, non lei. "Non ho nessun interesse per... te... voglio un'altra..." la guardai e sentivo sarebbe scoppiata presto a piangere.
"E' quella puttana di mia cugina?!" alzò la voce, probabilmente per nascondere le lacrime che cercavano di scendere.
"Giorgia..." mi interruppe.
"Si, è Ellen, dillo! Quella è solo una puttana stronza!" gridò ancora.
"Ora basta! Si è Ellen, la amo, e non amerò mai te, perchè sei solo una brutta stronza egoista!" le urlai in faccia la verità. Scoppiaì, non potevo più sopportare le sue schifose parole contro Ellen.
"Stronzo" disse soltanto e corse via.

Le parole di Giorgia erano solo piene di invidia e rabbia, Ellen non era quella persona, lo sapevo.

#fine flashback#



Tornai a casa stanco, disperato, e incazzato con il mondo. Non volevo vedere e sentire nessuno, solo chiudermi in camera e mettere la musica ad alto volume, sperando di non riuscir più a sentire i miei pensieri. Cosa impossibile.
Perchè quando sei triste hai soltanto bisogno di ascoltare musica triste? Non sono mai riuscito ad ascoltare musica allegra quando volevo solamente piangere e fare a pugni con me stesso.
"Nicki che hai?" bussò alla mia porta Walter.
"Lasciami in pace, cazzo. Lasciatemi!" gridai.

Poche volte nella mia vita mi ero seriamente infuriato, e una volta avevo anche fatto a botte con uno tipo della mia scuola, mandandolo in ospedale con un braccio rotto.

"Abbassa il volume almeno!" gridò lui per farsi sentire.
"No!" e sentii sbattere la porta di casa. 

Dopo qualche canzone il mio sguardo incontrò la tela che era vicino la porta della camera. L'unica cosa che mi rimaneva, a parte i ricordi e qualche foto. Il suo disegno
Era fatto benissimo, perfettamente si potrebbe dire. 
"Forse è il suo miglior lavoro" sussurrai prendendola.

Una cosa però ancora non mi era chiara: perchè se n'era andata così velocemente? Le dava fastidio il mio presunto rapporto con Giorgia? Provava qualcosa per me?
Tutto era un 'mistero'.
Provai a chiamarla di nuovo, e di nuovo, e decisi di lasciarle un messaggio in segreteria.
"Ellen, quello che ti ha detto Giorgia, è tutto sbagliato, io non l'ho baciata..." girai per la stanza parlando da solo. "Non amo lei, sai che sono innamorato di un'altra ragazza... e ora che lei se n'è andata mi sento vuoto, peggio di prima" sospirai. "Ti prego chiamami" chiusi.



In 15 giorni le avevo lasciato 214 messaggi, in segreteria. Non mi rispondeva, e la sua voce mi manca più di ogni altra cosa.
Era ciò che si può definire quello che serve per andare avanti in questa vita così complicata già di suo, ciò che ti fa stare bene anche solo sapendo di averla accanto.
Tutto mi mancava di lei, dalla sua voce, ai suoi abbracci. Lei.

Passarono altri giorni, e i messaggi che le lasciavo in segretreria iniziavano a diminuire, perchè sapevo non mi avrebbe mai chiamato, e non avrei più sentito la sua voce.

16 febbraio

Non le lasciavo più messaggi in segreteria, da parecchi giorni, ma dentro di me rimasero ancora quelle domande senza risposta.

"Pensi ancora a quella? Basta, oh!" mi continuava a dire Alex.
Ma io non potevo dimenticarla, non con quelle domande senza risposta pronte a torturarmi anche nel sonno.
Non risposi, come sempre.
"Ma perchè non ti porti una di queste belle ragazze, o anche tutte e due, a casa così ti diverti un po'... hai bisogno di divertirti."
Eravamo in un lurido pub, con due sue luride amiche puttane. 
"Nicki non sei più tu."
Forse nel modo di vestirmi, caro Alex, forse perchè indosso jeans scuri, felpa nera e cappuccio portato sulla testa, forse perchè non mi tolgo più le cuffie, o forse perchè non ti rispondo. Ma sono sempre io. Il Nicki che sta male per una ragazza.
"Ti concedo anche la mia, divertirti con loro, basta fare il depresso!" mi gridò.
Alzai lo sguardo, e mi tolsi una cuffia, pronto ad urlargli quelle parole che tanto mi tirava.
"Alex, vaffanculo" mi alzai e me ne andai rimettendomi l'altra cuffia nell'orecchio.
Tornai a casa e mi chiusi in camera mia, come sempre.

#fash back#

"Di dove sei?" mi chiese guardandosi i piedi.
"Sono Irlandese, vengo da Castlebar..." sussurrai e cercai di non guardarlo.
"Tu di dove sei?" gli chiesi.
"Australia... Adelaide" sorrise, forse pensando alla sua terra.
"Bella l'Australia, è nella lista dei posti da visitare" pensai ad alta voce.
"Io vorrei cosi tanto andarci in Irlanda.. da quando ero piccolo desidero di andarci, ma la prima prima tappa è stata qui a Roma" si accarezzò il ginocchio poi continuò con enfasi. "Tu che ci fai qui a Roma?" 
"Mi piace l'arte, così ho messo qualche soldo da parte e mi sono trasferita da mia cugina..." 

#fine flash back#


la sua voce, risuonava distorta nella mia testa, le davo un suono tutto mio, perchè non la ricordavo più.




Pov. Ellen

Era il 17 febbraio e stavo ancora cercando di costruirmi una nuova vita qui in Irlanda, con scarsi risultati.
Mi chiedevo ancora se avevo fatto bene a spegnere per sempre quel telefono e ad averne comprato un altro.
Ogni notte mi immaginavo mia cugina e lui che si baciavano o altro, ed erano felici senza di me. Avrò fatto bene?

Era la solita mattina fredda, erano le 5.45 del mattino, e io ero sveglia sul mio letto che guardavo la finestra con la solita malinconia.
Non potevo ancora crederci, non potevo ancora farmene una ragione, non potevo dimenticarmi di lui come se fosse niente.
Guardai l'orologio sulla mia scrivania e aspettai lo scoccare di un altro minuto.
5.46.
Spostai lo sgardo verso il mio telefono, con accanto quello vecchio, spento da quel maledetto giorno.
Mi ritrovai praticamente con quel telefono in mano e le mie dita che lo accendevano, stavo facendo la cosa giusta? Vedere cosa era successo in tutto questo tempo? 
Il telefono si bloccò di colpo, e mi spaventai perchè non rispondeva più ai miei comandi, ma dopo 3 minuti mi segno 245 messaggi di segreteria. 
Nicki? Ci teneva ancora a me? 

Passai le seguenti 5 ore nel mio letto ad ascoltare ogni sua singola parola, ogni sua singola richiesta di perdono, ogni suo 'mi manchi', ogni sua giustificazione, ogni suo aggiornamento della sua 'inutile', così la definiva, vita.
La sua voce mi era apparsa diversa, probabilmente dovuto al microfono di un telefono, ma sapevo che era lui.
Ora mi rimaneva l'ultimo messaggio. 
Lo aprii e portai il telefono all'orecchio.

"Ellen, sto cadendo a pezzi, sento solo vuoto intorno, non posso facercela se non sei qui con me, e sai perchè? Ti amo Ellen, cazzo. Addio"

Scoppiai in lacrime, perchè non mi aspettavo un suo 'Ti amo', non mi aspettavo tutto questo.
Guardai l'orologio e segnava le 10.52, riportai lo sguardo al telefono fra le mie mani. Chiamarlo o no.









 

yo a tutti.
19 giorni di assenza, non sono così tanto eh.

Questo capitolo, boh. 
Fa capire davvero quanto Nicki ci tiene ad Ellen.
Fatemi sapere che ve ne pare in una recensione!


-marika <3
  
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