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Autore: Dalinda    30/01/2014    1 recensioni
Una ragazza. Un incubo. Una famiglia distrutta. Un ragazzo le stravolgerà la vita. Un'inconveniente li separerà. Un viaggio per affrontare il suo incubo.
Come finirà?
Seguite la storia e lo scoprirete! Fatemi sapere se vi piace! :3 :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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-A New Meet-

 
(Emily's pov)

 
"Sei tu Emily?" mi disse il tipo di fronte a me, dubbioso…
"Sì, sono io!" Risposi veloce. Come faceva a conoscermi? Ero nuova e di tutte le persone presenti nessuno sapeva come mi chiamassi!
"É un piacere!" proseguì sfoderando un sorriso abbagliante. Il ragazzo di fronte a me non era alto, né robusto, aveva la carnagione chiara e due occhi da far invidia al mare. Erano di un blu profondo, sorridevano, ed emettevano felicità. Rimasi immobile come un idiota ad osservarlo.
"Stai bene?" chiese preoccupato
"Sì, tutto bene!!" le mie risposte erano sempre veloci, corte e fredde. Usavo con tutti questo tono soprattutto con i ragazzi e con tutte le persone che non conoscevo.
"Menomale! Mi stavo preoccupando!" finì sfoderando un sorriso a 32 denti che avrebbe fatto sciogliere chiunque.
"Sei più carina di come mi hanno descritto!" continuò sorridendo ancora.
"Grazie!" dissi impassibile. Non mi potevo fare convincere dal suo sguardo. Tanto meno dei suoi sorrisi così luminosi e allegri.
"Hai da fare dopo gli allenamenti?" chiese lui curioso, mentre sostenevo indifferente il suo sguardo angelico. Chiunque sarebbe stata al mio posto si sarebbe sciolta alla vista di quegli occhi e quel sorriso. Ma io non ero come le altre! Io ero diversa!
"Sì!" risposi fredda e veloce. Non mi lascio convincere dalla sua voce così dolce e la sua bellezza. "Devo andare!" Dico lasciandolo immobile sul punto di poco prima. Non mi posso distrarre devo rimanere concentrata. Devo salvare mia sorella. Di sicuro sarà passato un bel po' di tempo da quando sono qui. Osservai la stanza alla ricerca di un orologio e lo trovai al lato destro della stanza appeso alla parete. Lo osservai. Erano le 16:40 più o meno. Io non sono una persona molto puntuale ma avevo ricevuto un bel bidone di mezz'ora. Avrei fatto volentieri altro, invece di aspettarlo qui come una cretina! Camminai abbastanza velocemente ed anche abbastanza arrabbiata. Non lo accettavo! Ero quasi davanti la porta d'ingresso di quella stanza, con lo sguardo basso, rivolto verso le mie mani che sembravano piccolissime in confronto ai guantoni rossi. Cercavo di toglierli ma senza risultato. Mi concentrai fino a quando non riuscii a toglierli del tutto. Continuai a tenere lo sguardo sulle mie mani che portavano ancora le fasce nere, quando sbattei contro qualcuno. Da ciò che potevo osservare mentre ero ancora intenta a togliere le fasce era un uomo. Portava dei pantaloni di tuta stretti, con i polsini alle caviglie, di colore grigio, e di sopra una maglietta nera a maniche corte.
"Sta attento a dove cammini!" quasi gli urlai contro mantenendo il mio tono freddo. Per sua fortuna non ero caduta. Non sono invisibile!
"Scusa!" disse lui alzando in aria le mani per discolparsi. "Tutto bene?" chiese curioso abbassando il busto verso il mio e cercando il mio sguardo, che non gli avevo ancora mostrato.
"Benissimo!" dissi ancora acidamente.
"Non sembra!" disse lui in un sussurro quasi impercettibile. "Che ci fai qui?" chiese ancora curioso, cercando il mio sguardo ancora intento a togliere le fasce dalle mani.
"Avevo un allenamento!" dissi velocemente.
"L'hai finito?"
"Non l'ho nemmeno iniziato!" dissi veloce e indifferente.
"Sei Emily Bennett?" chiese ancora una volta il ragazzo dalla voce calda e roca. Quante cavolo di domande fa?! E poi qui tutti sanno il mio nome?
"Sì! e allora?!" dissi facendo trasparire tutta la mia acidità. Finalmente riuscii a togliere entrambe le fasce ed alzo lo sguardo verso il suo volto. Ha un espressione indescrivibile. Tra lo sconvolto e il curioso. La fronte leggermente corrugata è nascosta dal ciuffo scuro, che incornicia il suo sguardo stupito, allegro, curioso e profondo. Il suo sguardo è penetrante, sento come se mi stesse guardando dentro e mi stesse leggendo l'anima. Non mi piace questa situazione! Non riesco nemmeno a sostenere il suo sguardo! Per la prima volta, mi sento messa in difficoltà da qualcuno. Non posso lasciarlo trasparire, quindi mi serve tutta la mia forza di volontà. Indifferente sposto lo sguardo sul suo sorriso accennato contornato da delle splendide labbra rosee e carnose. Abbasso lo sguardo sui miei guantoni e lui porta il suo indice sotto il mio mento costringendo il mio sguardo ad incontrare il suo. Sono sicura che gli piace leggermi dentro! Ma io non riesco a sopportarlo. A quel tocco caldo il mio corpo si riscalda totalmente ed il mio sguardo si bloccò sui suoi occhi castani che potrebbero anche essere abbastanza comuni, ma su di lui erano speciali.
"Sono il tuo allenatore!" disse con voce calda e roca, calmo, con voce bassa.
 Il mio allenatore? Cosa? Non può essere! Eppure i suoi lineamenti, i suoi occhi hanno qualcosa di familiare! Accenna un seguimi con la testa e faccio come dice. Avrei voluto tanto urlarli contro, ma qualcosa dentro di me non me lo permetteva e non riuscivo a capirne il perché.
"Te ne stavi andando?! Non puoi più!" si ferma proprio davanti al sacco che avevo utilizzato il giorno prima. "Ti sei riscaldata?" chiede con voce calda e professionale. Scuoto la testa negando. "Bene allora stenditi a terra sul materasso ed inizia a fare 50 addominali!" dice. Dal suo tono non avrei avuto scelta!!!
"50?" replico aggrottando le sopracciglia.
"50!" ripeté lui, come se non fosse nulla di straordinario. Non mi andava di perdere altro tempo, così decisi di fare come mi aveva detto. Mi sdraio sul materassino blu e piego le gambe iniziando a toccarle con la testa ripetutamente. Feci 49 addominali ed appena arrivai alla 50esima esultai mentalmente buttando via tutto il fiato che avevo. Mi buttai sul materassino esausta. Rimasi pochi istanti immobile e poi il mio allenatore mi disse di alzarmi. Lo feci e mi posizionai davanti a lui.
"Divarica le gambe e metti la destra più avanti rispetto alla sinistra."  Sistemò ulteriormente quella posizione. "Ora porta il pugno sinistro sul mento mentre quello destro più in alto ma deve sempre proteggere il tuo volto" fece scivolare le sue grandi e forti mani sui miei fianchi per poi portare le sue dita sui miei avambracci sistemando la posizione. Il suo tocco oltre a riscaldarmi, mi provocò un brivido che salì lungo la schiena. "Devi assumere questa posizione, ma prima metti le bende sulle mani almeno." mi afferrò le mani e le bende che avevo lasciato per terra insieme ai guantoni. Velocemente fasciò entrambe le mie mani. Ritornai alla posizione di prima e lui mi incitò a colpire le sue mani che indossavano dei cuscinetti utilizzati per diminuire l'impatto. Il mio primo colpo fu fioco, ma poi ripensai alle parole di Jeff e focalizzai la figura di Greg. Iniziai a colpire. Destra, sinistra, destra. Continuai ancora per un po' ininterrottamente. Mi fermai un secondo per riprendere fiato e lui si rilassò. Portò le braccia lungo i fianchi, riprendendo anche lui fiato. Presa ancora dall'ira che quell'uomo creava in me sferrai l'ultimo pugno pieno di rabbia e rancore, colpendo il mio allenatore in viso. Sulla guancia. Scossi la testa e mi ripresi subito. Realizzai ciò che avevo appena compiuto ed iniziai a scusarmi avvicinandomi a lui. Lui, che era comunque rimasto in piedi, fece una smorfia di dolore.
"Scusa. Mi dispiace tanto! Non l'ho fatto a posta!" dissi per la prima volta veramente mortificata.
"Non fa niente! Un po' di ghiaccio e passa tutto!" disse lui sfiorandosi il punto dolorante.
"Scusami!" ripetei per l'ennesima volta. Lui accennò un sorriso per quel che poteva e mi accarezzò la guancia. Il suo tocco caldo mi rilassò e mi fece capire che aveva capito quanto mi dispiacesse.
"L'allenamento è finito! Sei stata molto brava Bennett!" disse toccandosi ancora il livido che accennava a farsi vedere. Accennai un sorriso per la prima volta e lui ricambiò.
"Grazie!" dissi con voce calma senza lasciare il sorrisetto che mostrava la mia bocca. Raccolsi i guantoni e andai verso il camerino.
"Bennett!" mi chiamò lui costringendomi a voltarmi. Si avvicinò e mi sorrise sfacciato. Si abbassò all'altezza del mio volto e mi lasciò un caldo ed umido bacio sulla guancia. Ritornò alla sua posizione di pochi istanti prima e si allontanò dietro di me, lasciandomi immobile.
 
 



CIAO BELLISSIME!!!
Come state? A me va tutto bene!! Non vedevo l’ora di scrivere questo capitolo e spero di esserci riuscita nel migliore dei modi… che ne pensate?? Fatemelo sapere! Baci… <3

 



Emily

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Zayn

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