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Autore: Heyale    30/01/2014    2 recensioni
Harry è destabilizzato. Vuole i suoi quattro fratelli lì con lui, non distanti, e si domanda come un accordo di chitarra può aver causato la rottura degli One Direction. Le risposte che cerca gli arriveranno tramite una lettera che ognuno di loro gli scriverà, raccontando come si sente, quali sono i suoi sbagli, chiedendogli scusa. Harry acquista e perde costantemente speranza, fin quando non riceve l'ultima lettera.
E' incredibile la magia che quattro lettere possono fare su un ragazzo come Harry Styles, ormai vuoto dentro, che aspetta solo di avere i suoi amici lì vicino.
"Perfetto, ora la speranza è maggiormente fastidiosa.
Non so più se contattarlo o no, forse rimarrei deluso dalla sua -non- risposta, e già con Liam è stata una brutta botta, non vorrei essere costretto a sopportare il doppio.
(...)
E' passata una settimana dalla lettera di Zayn.
Non gli ho mandato un messaggio, non ho più voluto farmi sentire."
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OneDirection
LETTERS TO HARRY

Io non c'entro nulla.
Io non c'entro nulla in questo enorme casino. Eppure ora mi stanno esplicitamente chiedendo di farne parte. Io però non voglio. Non so perché si stiano comportando così, non l'hanno mai fatto. E nemmeno per cause importanti. Hanno iniziato a litigare venti minuti fa, e ognuno ora prende le parti di chi secondo lui ha ragione. Siamo in salotto, io sono seduto sul divano, e sembra che per loro segni la linea da non oltrepassare. Alla mia destra, ci sono Zayn e Liam e alla mia sinistra Louis e Niall. Io non ho ancora aperto bocca, perché se provo solo a difendere qualcuno sono segnato a vita.
Ditemi se da uno stupido accordo di chitarra può nascere una cosa del genere. Stavamo provando degli accordi con Niall alla chitarra per una nuova possibile canzone, ma eravamo indecisi su un Mi maggiore o un Fa diesis. Zayn e Liam erano per il Fa, mentre Niall e Louis per il Mi. A me andavano bene tutti e due. La sola differenza era il colore che davano a quella parte della canzone. Uno era più basso, l'altro leggermente più alto. Ma stavano bene entrambi sul pezzo già scritto, come noi stavamo bene tutti insieme fino a venti minuti fa. Come facciamo di solito, eravamo nella nostra sala prove: due o tre microfoni, un piccolo bongo, la chitarra di Niall -che guai a chi la tocca-, un basso e un tamburello. Il giusto che occorre per buttare giù una possibile canzone. Io e Louis stavamo canticchiando qualcosa, Zayn batteva il bongo, Niall suonava la chitarra e Liam provava a suonare un po' il basso. C'era una bella armonia in quella canzone, suonava bene, sembrava non avere sbavature, se non per quell'accordo su cui non riuscivamo a deciderci. Da lì la cosa è degenerata. Il motivo non l'ho ancora capito.
-Harry!-
Mi giro veloce verso Liam, che mi ha appena chiamato in causa:-Mh?-
-Scusa, perché non dici la tua?!-
-Io...no, meglio di no...-
-Si può sapere che ti prende?!- mi domanda Niall, tutto rosso in viso.
-Ragazzi, dai, è solo un accordo...perché state facendo così?-
-Non è solo un accordo...- inizia Louis:-...qui si tratta di principio. Non vogliono ammettere che la loro idea fa schifo!-
-La nostra idea fa schifo?!- s'infervora Zayn:-Come può star bene uno stupido Mi dopo un Sol?! Ci sta quaranta volte meglio un Fa diesis!-
-Beh, a quanto pare non abbiamo più gli stessi gusti in fatto di musica!- sbotta Liam.
-E a quanto pare anche in fatto di amici!- ribatte Louis.
Alzo la testa di scatto, non può aver detto una cosa del genere. Non può aver parlato Louis così. Non può aver detto quella frase. Si potrebbe scatenare il finimondo, conoscendoli. Lui è sempre la mela della concordia, non della discordia, diamine!
Vedo le facce degli altri due, Niall pare -ovviamente- dare ragione a Louis. Zayn ha una faccia mista all'arrabbiato e all'esaurito, mentre Liam è totalmente furibondo.
-Harry!!- si rivolge a me quest'ultimo.
-Che c'è adesso?-
-Decidi, Fa o Mi?!-
-Smettetela con tutta 'sta faccenda! Stiamo solo rovinando la nostra band!-
-L'avete sentito? Anche per lui siamo diventati degli amici indesiderati.-
-Cosa?! Non ho detto questo! Ho detto che dobbiamo smetterla!-
-Già...- interviene Louis:-...Dovremmo smetterla. Io lascio.-
-Oh, grazie a Dio!- finalmente qualcuno si calma.
-No, Harry, hai capito male. Io lascio la band. Non posso stare con delle persone del genere.-
-Se molla Louis mollo anche io.- mormora triste Niall, lasciando cadere degli spartiti.
-Ma che state dicendo?!- grido io, in preda ad una crisi di nervi:-Non potete abbandonare la band! Noi siamo nati come quintetto, non come trio!-
-Ti sbagli Harry...- dice Zayn:-Come duo. Io la smetto qui, non posso più andare avanti.-
Guardo esasperato Liam, che di solito è uno dei più ragionevoli. Lui abbassa lo sguardo:-Come solista.- mi mette tra le mani gli spartiti appena scritti.
Io li fisso uno ad uno, sperando che qualcuno riacquisti il senno della ragione e dica "è tutta una cavolata, torniamo a scrivere le nostre canzoni". Ma non succede. Finché guardo Louis, il mio migliore amico, noto che la vista mi si sta annebbiando lentamente, e sento qualcosa di caldo scendere giù per la guancia.
Zayn mi attacca subito:-Smettila di fare il bambino! Non si poteva andare avanti così!-
-Ragazzi...- provo a chiamarli io, ma le parole mi si strozzano in gola.
-Ciao, Harry.- Zayn è il primo a varcare la soglia della porta.
-Ci vediamo.- Liam lo segue.
-Perdonaci, Harry.- E anche Niall si allontana. Rimaniamo solo io e Louis in questo stupido salotto. Io sono in lacrime, non riesco nemmeno a mettere bene a fuoco gli oggetti in questa stanza. Sento il viso tutto caldo e sento la mano del mio migliore amico appoggiarsi sulla mia spalla:-Mi mancherai, Harry.-
-Perché, Louis...?- stavolta riesco a dire qualcosa.
-Mi dispiace...-
-Si sistemerà tutto, Louis, dimmi che si sistemerà tutto...ti prego.- la mia voce trema ed è interrotta ogni tanto da alcuni singhiozzi.
-...Non lo so. Ci vediamo amico.- Anche lui varca la soglia della porta.
-Louis!!!-
Lui si ferma, ma non si gira, per poi continuare dritto per la sua strada.
Ora sono qui da solo.  Ma non come quando loro non ci sono perché magari sono a fare la spesa, o come quando loro vanno a trovare le loro famiglie, o come quando mi fa male la testa e mi rintano qui nel divano per stare un po' solo. Loro non ritorneranno. Loro non sono andati a fare la spesa, non sono andati a trovare le famiglie. E a me fa male la testa perché non riesco a smettere di piangere. Sarà pur vero, come mi ha appena detto Zayn, che devo smetterla di fare il bambino, ma con vent'anni anni sulle spalle credo di piangere per un motivo importante. I miei migliori amici...se ne sono andati. Loro...non ritorneranno.
Non so cosa fare. Non so se devo stare qui in dvano, se devo chiamarli, se devo chiamare i miei genitori, se devo dire loro di tornare. Sapete quando vi sentite destabilizzati su tutto? Quando tutta una cosa su cui avevi dato tutto te stesso si sgretola lasciandoti senza più morale? Quando ti succede qualcosa di talmente triste che non riesci più a pensare lucidamente? Ecco, elevate tutto questo alla centesima potenza. E' destabilizzante. E continuo a sentire le lacrime scorrermi sul viso. Gli One Direction ora sono davvero una direzione. Quella che ognuno ha preso per se, perdendo di vista quelli che sono i veri amici e la vera musica.
Sto provando a smettere di piangere, sto provando a dirmi "sii forte per loro", ma loro non ci sono.
Mi alzo da questo divano e raggiungo il telefono, nella speranza di avere un messaggio, una chiamata. Invece niente. Così compongo il numero di mia sorella, Gemma.
-Pronto?-
-Ciao Gemma, sono Harry.-
-Ciao Harry! Come stai?- la sua voce risulta squillante e allegra come il solito.
-Beh, non molto bene...mi riusciresti a raggiungere qui a casa nostra?-
-Tua e dei ragazzi o di nostra mamma?-
-Perché, dove sei te?-
-Sono in giro con Deena. Ma se è grave arrivo subito.-
-Grave no, ma avrei bisogno di te...sono qui in casa mia e dei ragazzi.-
-Arrivo Harry, aspetta dieci minuti.-
-Grazie.-
-Figurati, a tra poco.-
Spengo la telefonata e mi ributto sul divano. Giusto dieci minuti dopo suona il campanello, e così vado ad aprire.
-Ciao Harry!- Gemma mi abbraccia:-Tutto bene?-
-Entra...-
-Permesso? Hey, dove sono tutti?- si guarda in giro, probabilmente non riesce a capire del perché non ci siano gli altri quattro a salutarla.
-Se ne sono andati.-
Ci sediamo in cucina, lei deve aver già capito che qualcosa non va, perché ha cambiato espressione da quando è entrata.
-Dove sono andati?-
-Via. Non so dove.-
-Che è successo Harry?-
-Stavamo provando degli accordi per una canzone, poi hanno cominciato a discutere e ora...boh, se ne sono andati.- mi si inumidiscono gli occhi di nuovo.
-Ma come...Harry, come è possibile?!-
-Zayn e Liam dicevano che dicevano che un Fa era meglio dopo il Sol, mentre Louis e Niall dicevano che era meglio un Mi...ed è degenerato tutto.-
-Oddio mi dispiace tantissimo...ma ritorneranno, no?- mi stringe la mano. Un tempo mi servivano queste strette. Ora non hanno più effetto su di me, purtroppo.
-No.-
-Ma come no? Harry, voi siete gli One Direction, non potete sciogliervi così, dal nulla!-
-Senti, io ora sono perso! Cosa faccio senza la mia band?!-
-Prova a contattarli...-
-Non voglio...-
-Allora io ti consiglio di prenderti un po' di pausa. Consideralo come un piccolo stop, ritorna a casa, stai con me, la mamma...vedrai che si faranno risentire.-
-Se aspetti dieci minuti faccio su tutto e andiamo a casa.-
-Va bene, ti aspetto.-
Mi dirigo in camera mia, tiro fuori la valigia da sotto il letto e comincio a buttarci dentro tutti i miei vestiti, foto, plettri, cornici e tutti i quadernetti di musica.
Sono furioso.
Ma con me stesso, non con loro. Potevo sistemare tutto, potevo tenere unita la band, ma no. Non ci sono riuscito.

Trascino la valigia in macchina di Gemma, e dopo averla sistemata nel bagagliaio, partiamo verso casa.
Quando arriviamo mi butto sul letto lasciando la valigia sull'entrata e piano piano prendo sonno.

*

Sono passati dieci giorni dal litigio.
Io mi sto riprendendo, ma molto lentamente. Ho sistemato tutte le nostre fotografie sul comodino in ordine cronologico. Da Xfactor fino ad un mese fa.   
Ho provato a mandare loro dei messaggi, ma non mi rispondono.
Tutti on-line, ma nessuno in grado di rispondere, naturalmente.
Sono steso nel divano con mia sorella quando mia mamma apre la porta d'ingresso facendoci sobbalzare entrambi, fiondandosi su di me.
-Che c'è mamma?-
-Guarda cosa c'era nella cassetta della posta.-
Mi proge una busta bianca, sul retro c'è il mio nome.
-Da chi è?- biascico, senza quasi più la forza di parlare.
-E' da Liam.-
A quel nome mi risveglio dal coma, sfilando la busta dalle mani di mia madre. Corro nella mia vecchia camera, scartando la lettera e iniziando a leggere col cuore a mille.

"Caro Harry,
sono Liam. Lo so, sono stato un codardo a non rispondere più ai tuoi messaggi, ma questa cosa è più grande di me. Ne ho parlato con Sophia, lei ha detto che dovevo risolvere. Mi ha fatto ragionare: siamo gli One Direction. Noi siamo gli idoli di moltissime persone, cosa stiamo combinando? E' stato stupido, lo so, e l'ho capito ascoltando Same Mistakes. Volevo ricordarmi quelli che eravamo, e ho messo su Up All Night con Sophia lì con me. E' lì che lei mi ha fatto capire cosa stavo mandando a puttane.
Same mistakes, sì, perché stiamo commettendo tutti lo stesso errore di non voler risolvere più. Cosa diamine prende a noi quattro? Tu non c'entri nulla, credimi, ma non riesco più a trovare il coraggio di voler sistemare tutto, perché mi sembra che tutto sia andato perso.
Harry, perdonami. Noi ti abbiamo messo in mezzo senza che tu c'entrassi nulla, ma credimi, la colpa non è tua. Assolutamente.
Al contrario, tu hai fatto il possibile per farci restare uniti, ma noi abbiamo voluto fare i testardi, e abbiamo finito per scioglierci. Ora non so se anche gli altri saranno capaci di perdonare me come io ho fatto con loro, ma lo spero. Ora come ora sono a Wolverhampton, perché avevo bisogno di casa mia. I paparazzi non mi lasciano stare, mi chiedono continuamente i dettagli, e io ne ho già mandati a fanculo un paio.
Harry, ti scongiuro, perdonami. Dovevo starmene zitto, lo so, e non dovevo condizionare Zayn. Ma mi conosci, a volte mi impunto...ti abbiamo addirittura fatto piangere. Scusaci, me in primis.

Fammi sapere qualcosa. Non so se anche gli altri ti faranno avere notizie, ma da quello che ho sentito in giro Louis è a Doncaster. Del resto non so altro. Ho inviato la lettera qui a Holmes Chapel perché spero che tu ci sia, perché ci tengo davvero tanto che tu riceva le mie scuse. L'ho combinata grossa.
Liam."

Sorrido involontariamente. Finalmente la speranza si è riaccesa, qualcuno ha mosso il primo passo. Mi sembra incredibile, io non riesco a stare senza i ragazzi. Loro sono una famiglia per me: sanno tutto di tutto ciò che si potrebbe sapere di me. E in questo momento mi stanno mancando tantissimo, vorrei che tutto ciò fosse un litigio di passaggio come i precedenti, ma credo che i tempi d'attesa saranno un po' più lunghi del previsto. Io a loro ci tengo, l'idea di averli persi non mi riesce a sfiorare.
Corro al piano di sotto.
-Beh?- mi incita Gemma, notando il mio sorriso.
-Liam si è pentito, ha detto che vuole far pace!- abbraccio istintivamente mia madre e mia sorella.
-Sono contenta per te, Harry!- Gemma mi scompiglia i capelli:-Però ora non gasarti troppo, che non c'è solo Liam purtroppo.-
-Lo so, lo so...-
Mi butto sul divano, sono felice dopo dieci giorni di agonia. Mando un messaggio a Liam, dicendogli di aver letto la lettera. Mi evito whatsapp, vedrei il suo ultimo accesso e potrei rimanerci male. Ma sono comunque fiducioso, non si nasconde la mano che ha lanciato la pietra.

*

Sono passate tre settimane.
La situazione è ancora di più destabilizzante: non sono libero di andare a fare nemmeno la spesa che vengo assalito da paparazzi che mi chiedono constantemente cosa sia successo alla band. Ho visto su twitter che una ragazza ha incontrato Niall e gli ha chiesto che fine avessimo fatto, e lui ha detto che ci stava ragionando su. Non ho ricevuto risposte da Liam, ci sono rimasto male. La speranza si è spenta dopo cinque giorni, ormai non avevo più voglia di illudermi, così ho smesso. Sono costantemente in casa, non ho voglia di vedere nessuno. Sono venuto anche i miei cugini a trovarmi, dicendomi che andrà tutto bene, ma io non ci riesco più a credere. Questa è la nostra fine.
-Harry?-
Alzo gli occhi dal computer verso mia mamma, che mi sorride allegra.
-Che c'è?-
-C'è una lettera.-
-Non la voglio leggere.-
Mi guarda allibita, ma io non ci do retta. Continuo a guardare lo schermo del computer, non curandomi di lei.
-Ma, Harry, è da Zayn.-
-Tanto poi non mi farebbe più avere notizie. Sono stanco di illudermi, mamma.-
Sospira leggermente, posando la busta sul comodino:-Pensaci bene. Potresti commettere un grosso sbaglio, Harry.-
Se ne va dalla mia camera. Mi ritrovo come un po' di tempo fa: un ansia tremenda allo stomaco, la voglia di leggere, la paura di sapere ciò che è scritto.
Bevo un sorso dalla tazza di caffè di fianco a me e scarto la lettera, preparandomi ad una batosta emotiva.

"Caro Harry,
ti confesso che nemmeno io sapevo che un giorno avrei mai trovato il coraggio di scrivere una lettera ad una persona...ma non trovo nulla su cui scherzare in questo momento, quindi passo a dirti ciò per cui ho deciso di prendere in mano carta e penna. Non ti ho risposto ai messaggi perché a dirtela tutta non sapevo se tu saresti mai riuscito a perdonarmi  per ciò che ti ho fatto...mi sono fatto condizionare da Liam, mentre dovevo restare a mente lucida e aiutarti a mettere pace tra i fuochi. Ho provato a scrivere a Niall, ma non mi risponde. Ovviamente anche agli altri ho provato a scrivere, anche semplici domande, ad esempio "dove sei", ma loro non mi hanno dato retta. Solo che su Niall contavo di più, perché speravo che riuscisse a perdonarmi. Mi sono reso conto troppo tardi di cosa stavo perdendo. Porca miseria, noi siamo come fratelli...come abbiamo potuto farti questo, Harry? Tu non c'entravi niente, anzi facevi bene a mantenere la tua posizione, ma noi ci siamo interstarditi e non c'è stata più storia.
Non sai quanto ci ho rimuginato su quello stupido "ciao, Harry" con cui mi sono dileguato. Sono stato il primo ad andarmene, sapevo di non poter più reggere il confronto. Perché tutta quella situazione era assurdamente assurda.  Abbiamo litigato per un accordo...sembra impossibile. Ne abbiamo passate davvero di peggio, e ci siamo dati per sciolti dopo un litigio per due accordi. Mi chiedo per quale ragione la mia mente sia andata a farsi fottere in quel momento. Ora mi trovo a South Shields, io e Perrie siamo andati a stare un po' da sua mamma. Mi sono allontanato anche da lei, perché mi sembra tutto surreale. Tutto intorno a me sta perdendo significato, perché non ci siete voi, e perciò ora anche Perrie sembra di troppo. Ho provato a dirglielo, per fortuna lei mi ha capito, e così mi lascia stare la maggior parte del tempo. A volte mi manca, ma mi mancate di più voi, perché so che lei è qui con me, mentre voi siete chissà dove. Niall dovrebbe essere a Mullingar ho sentito dire, ma non lo so con precisione. Del resto volevo chiederti scusa. Accidenti, non pensavo di arrivare ad essere così tanto scemo da permettere una cosa del genere. Spero che per gli One Direction non sia finita, perché con loro finisco anch'io.  I paparazzi non mi lasciano in pace. Non ti dico il viaggio da Londra a qui com'è stato, tra poco mi mettevo a picchiare il primo che mi chiedeva permesso per passare. Ero davvero un fascio di nervi, stavo anche per beccarmi uno schiaffo in faccia da Perrie. Fammi sapere se ricevi la lettera, io l'ho spedita a casa di tua mamma sperando di trovarti lì. Perdonaci Harry, siamo stati degli stupidi, dico davvero.
Zayn."

Perfetto, ora la speranza è maggiormente fastidiosa.
Non so più se contattarlo o no, forse rimarrei deluso dalla sua -non- risposta, e già con Liam è stata una brutta botta, non vorrei essere costretto a sopportare il doppio. Mi domando solo perché non mi abbiano ascoltato quel giorno, perché Louis non sia saltato fuori con una delle sue solite battute cretine, perché Niall non si sia messo a suonare la chitarra per zittire tutti, perché Liam non abbia risolto tutto con un abbraccio o perché Zayn non abbia gridato il suo "Vas happenin". Sarebbe stato tutto più semplice, ma quel giorno eravamo tutti delle altre persone.
Appoggio la lettera sul comodino e accendo Midnight Memories. Parte Best Song Ever, e partono le risate. Ho sempre adorato quella canzone per il suo spirito allegro e malandrino, inoltre mi ricordo di tutte le prove che abbiamo fatto per imparare la coreografia.
Mi mancano davvero troppo.
Mi mancano le nostre cazzate insieme, mi mancano le canzoni cantate davanti al fuoco, mi mancano le nostre risate. Non ci posso credere che sia tutto finito, e la speranza mi sta consumando dentro.

*

E' passata una settimana dalla lettera di Zayn.
Non gli ho mandato un messaggio, non ho più voluto farmi sentire. Se gli andrà si farà risentire lui, perché con Liam è stato un colpo basso. Ora sono davanti alla cassetta della posta che contiene una busta. Posso chiaramente intravedere la scritta che porta il mio nome dalla fessura, e non mi ci vuole molto a riconoscere la calligrafia: Niall. Zayn contava su Niall, ma perché aveva mandato una lettera a me e non aveva risposto ai messaggi di Zayn? Troppe domande e nessuna risposta, così non posso andare avanti.
Prendo la lettera, e sgattaiolo in casa prima che arrivi qualcuno, non ho davvero voglia di paparazzi e autografi in questo momento. Ho solo bisogno dei miei quattro fratelli, erano loro che mi facevano sorridere se stavo male o ero triste. E pensare che ora sono loro la causa di quest'agonia mi fa stare ancora peggio.
Sono da solo in casa, non ci sono né mia mamma né Gemma. Scarto la busta, sedendomi sul divano, pronto all'ennesima falsa speranza.

"Caro Harry,
come va? Ok, pessimo inizio...sono in aereo per Mullingar, quindi non ho altri fogli per scrivere qualcosa di decente, altrimenti l'avrei fatto, fidati. Scusa anche se vedrai qualche lettera scritta male, ma ogni tanto mi gira la testa, non so perché. In aereo con voi quattro non avevo mai sentito nulla di strano, ora invece sto male. Ho anche sensi di nausea ogni tanto, per fortuna c'è qui Greg con me e perciò mi aiuta quando ho queste piccole crisi. Ma è perché voi mi mancate talmente tanto da farmi stare male. In questi giorni sono cambiate tantissime cose, e io non mi sento più lo stesso irlandese di prima. Mi sono ridotto a raccontare le mie pene a Theo, e mi è anche sembrato che mi guardasse male. Pensa te quanto sono fottuto per vedere un bambino piccolo guardarmi male. Harry, io voglio che torni tutto come prima, perché ora la vita non è più la stessa. Mi sento tutto scombinato, non riesco a trovare più la normalità di quando eravamo uniti. Mi mancano le battutacce di Louis, le tue uscite pervertite, gli acuti di Zayn alle prove e gli abbracci di Liam.
Davvero, io non ne posso più. Voglio che tutto questo cambi, voglio che tutto questo non sia più...tutto questo. Perché io rivoglio tutto quello, non tutto questo.
Sto facendo un gran casino, non è forse così? Ma sono le cose che mi vengono più spontanee scrivere, non ci sto nemmeno pensando.
E' come quando scrivevamo le canzoni, le cose venivano da sole. Ci veniva in mente una rima? La mettevamo. Ci veniva in mente una melodia? La scrivevamo.
Ma allora...cos'è andato storto l'ultima volta? Perché abbiamo litigato per una cosa così stupida? Quale meccanismo si è potuto rompere così disastrosamente? Io me lo sto chiedendo mille volte al minuto, Harry, perché voglio capire se sono stato io la colpa di tutto. In fondo, ero io ad avere la chitarra in mano, no? Mi bastava solo dire quale accordo suonava meglio al mio orecchio, e forse la cosa si sarebbe placata lì, invece ho voluto continuare per chissà quale motivo. Ti prego Harry, dimmi che tornerà tutto come prima. Io, giuro, non sopporto più nulla. Tutto mi sta stretto ora, sembra quasi che anche la mia presenza mi sia d'impiccio. Scusami se non ho risposto ai tuoi messaggi, ma te l'ho detto che non mi sento più me stesso, e volevo rispondere quando il vecchio Niall sarebbe tornato in se. E mi sembra di essere quello di un mese e mezzo fa solo ora, quando sono sicuro di star parlando a te. Ho ricevuto vari messaggi da Zayn, ma non ho risposto a lui per lo stesso motivo per cui non ho risposto a nessuno di voi quattro. Forse non lo sai, ma tutti abbiamo provato a rimetterci in contatto con tutti, ma nessuno ha avuto il coraggio di muovere il primo passo.
L'unica cosa che so è che ci sono tante domande. Ma nemmeno una risposta.
Se ti va fammi sapere, altrimenti a me importa che tu abbia letto questa lettera.
Niall."

Cosa mi succede?
Ho il respiro affannato, sulle mie guance sento scorrere qualcosa.
Passo la mano e noto che è acqua. Sto piangendo. Mi sorprendo di me stesso, a me non piace piangere. Ma forse era questione di tempo, dovevo solo aspettare quella goccia che facesse traboccare il vaso per lasciarmi andare. So solo che non ce la faccio più, voglio che tutto questo gran casino venga risolto, perché sto crollando.
Sto crollando sempre più velocemente.
Ho bisogno di loro.
Ho bisogno dei miei fratelli qui. Loro sapevano come consolarmi se stavo male o ero triste, perché adesso non sono qui con me? Li vorrei avere qui vicino per sistemare tutto con un abbraccio, senza bisogno di altre persone. Ci bastavamo noi cinque, ognuno però è diventato un quinto. E un quinto non sarà mai come l'intero.

*

E' passata una settimana dalla lettera di Niall. L'ho riletta tutti i giorni, ma ora c'è qualcos'altro.
Quarta lettera in mano.
Quarta tachicardia.
Quarta speranza.
Quarta scarica di adrenalina.
E' la prima volta che vedo scritto il mio nome da lui senza lo smile alla fine, vuol dire che è serio questa volta.
Mi stendo a letto, prendo un respiro profondo, bevo un po' di latte e inizio a leggere.

"Harry.
No, non inizio con "caro...", perché per quella bisogna essere amici. E io con te sono stato un bastardo, non posso considerarmi ancora tuo amico. Me ne sono andato quando dovevo rimanere lì. Ti ho lasciato solo quando dovevo restare con te. Ti ho dato contro quando dovevo aiutarti.
Scusami, Harry.
Quel giorno non ero in me. Non lo so nemmeno io il perché, so solo che non c'era il Louis solito, ce n'era un altro. Anche se non riesco a capirne il motivo. Sono stato un coglione, lo so. Me lo ripeto in continuazione, non vedo altri colpevoli se non me. Cazzo, dovevo stare zitto. Dovevo dire che mi andava bene l'altro accordo, perché in fondo cosa cambiava? Cambiava che ora non ci saremmo sciolti. Cambiava che ora io non sarei disperato. Cambiava che ora non avrei questa voglia di riusirci tutti in un abbraccio infinito. Cambiava che ora i paparazzi non ci romperebbero talmente tanto i coglioni. Cambiava che ora tutto sarebbe al suo posto. Mi mancate tantissimo, Harry, voi siete la mia famiglia.
Fidati, non passa un secondo che io non stia pensando a quel giorno, a ciò che potevo fare per evitare tutto ciò. Il fratello maggiore di solito deve mettere pace, non seminare zizzania. Nemmeno Doncaster ora mi sembra più la stessa, e dire che ci ho vissuto praticamente tutta la vita. Tour esclusi, ovviamente.
Mi mancano i nostri tuor. Ti ricordi le prove per i video? Quando abbiamo fatto Best Song Ever stavamo morendo dalle risate, come quando abbiamo girato Kiss you. Ma il nostro primo video per me resterà sempre il migliore. La sabbia fredda sotto i nostri piedi, la maglia a righe che indossavo, il tuo imbarazzo nella scena dell'inciso con quella ragazza, Liam che cade saltando il tronco di legno, Zayn che quasi annega  in acqua e Niall che ride per ogni cosa che facciamo. Mi mancano i vecchi tempi, diamine. Vorrei ritornare a quando i veri problemi erano "bretelle nere o rosse?", mentre adesso il vero problema è "ma gli One Direction sono davvero finiti?". Tutti mi hanno detto di pensare ai media, ai fans, a tutte le canzoni cantate, ai tour, agli album. Ma nessuno capisce che io penso a voi quattro, perché il male non l'ho fatto ai media, bensì a voi, che siete la mia famiglia, e per colpa mia ora non siamo più nulla. Voglio ritornare a quelle bretelle, a quei ricci veri, a quei sorrisi consolatori, a quei denti storti, a quel ciuffo biondo, a quel "and live while we're young", a quelle converse bianche, a quel naso rosso, a quel "Superman is here".  Cos'abbiamo combinato, eh? Un casino, ecco cosa, che ci potevamo benissimo risparmiare.
Non ti ho risposto ai messaggi perché non ero in grado di affrontarti, perché saoevo che avevo io tutti i torti. Sono un'emerita testa di cazzo, ma scrivo questa lettera per rimediare a tutto ciò. Quando la leggerai, ti prego, contattami. Io ti giuro che da quando spedirò questa lettera avrò il cellulare sempre con me, perché voglio ricevere una tua chiamata. Lo so che sono un pessimo amico, ma così non possiamo andare avanti. Staimo deludendo tutti, in primo luogo noi stessi, perché ci eravamo ripromessi che nulla di banale ci avrebbe mai divisi. E ora siamo lontani per che cosa? Per un accordo.
Harry, dobbiamo sistemare le cose.  Così non si può andare avanti, è un mese e mezzo che io piango ogni giorno. Non ne posso più, voglio risolvere il casino che ho combinato. Non do la colpa agli altri, voglio solo rimettermi in contatto con loro, perché ho fatto un disastro e devo smetterla di piangermi addosso. Se non mi sbrigo a fare qualcosa, nulla si risolverà mai da solo, no? Chiamami.
Louis."

Non esito. Stranamente non ci penso, non rifletto sul da farsi. Compongo il numero di Louis, portandomi il telefono all'orecchio.
-Pronto?-
Mi ha risposto. Sono felicissimo, è un sollievo sentire la sua voce.
-Ciao Louis, sono Harry.-
-Harry! Mio Dio che bello sentirti...-
-Già, dillo a me. Come stai?-
-Male. Mi mancate.- lo sento sospirare. Allora sento che è questo il mio Louis.
-Anche voi, credimi. Senti, sono stato uno stupido, io...-
-No, Harry, è stata colpa nostra. Non dovevamo metterti in mezzo, siamo stati noi gli stupidi.-
-Voglio rivedervi e sistemare tutto.-
-Parliamo con calma tutti quanti, tra tre giorni. Ci vediamo a Londra, alla nostra vecchia casa, alle cinque.-

-Ok, ma gli altri?-
-Tranquillo, ci penso io. Harry, gli One Direction non sono finiti. E non finiranno mai. Ci vediamo sabato.-
-Grazie, Louis.-
-Figurati.-

***

Io non c'entro nulla.
Io non c'entro nulla in questo enorme casino. Eppure ora mi stanno esplicitamente chiedendo di farne parte. Io però non voglio. Non so perché si stiano comportando così, non l'hanno mai fatto. Louis sta continuando a ridere, stranamente è Niall che cerca di calmarlo. Zayn sta suonando il tamburello come se fosse una danzatrice del ventre, continuando a picchiarlo sul fondoschiena, mentre Liam filma il tutto con il suo cellulare. Louis mi ha appena offerto una parrucca viola da mettere in testa e Niall un ciuccio di gomma, accompagnando il tutto con un "inizia a fare la lap-dance, Harry!". Figuriamoci se con una parrucca viola e un ciuccio in bocca salgo sul cubo e inizio a muovermi come uno spogliarellista arrapato. Rido a questi pensieri, è troppo bello averli qui con me, di nuovo, dopo tanto.
Anche se sono già tre mesi che abbiamo risolto quell'enorme disastro, un mese e mezzo senza di loro è sembrato un anno.
Niall mi fa segno di infilare la parrucca, così sbuffando la metto in testa, avvicinandomi alla colonna che regge la volta del muro.
-Ragazzi, vi voglio bene!- grido, prima di iniziare a fare lo scemo come non mai.



Angolo autrice
Heyy gente :D
Complimenti per essere arrivati qui in fondo, ammetto che credo sia stata dura da leggere quasi quanto sia stata dura da scrivere. Non so come mi sia venuta in mente quest'idea, è tipo da quest'estate che l'ho iniziata, ma poi l'ho data per cestinata. A distanza di mesi però, quando miss. Ispirazione si è fatta sentire, sono riuscita a finirla. Spero vi sia piaciuta, un bacione :*

Ale xx
Lou xx
  
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