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Autore: SaraRocker    30/01/2014    2 recensioni
storiella -rigorosamente- Spuffy
Ambientata alla fine della seconda stagione. Buffy e Spike si sono alleati per sconfiggere Angelus, ma seppure i due riescono a salvare il mondo, Angel non riacquista la sua anima e Spike non riesce a riottenere la sua Drusilla.
I due alleati sono quindi costretti ad evadere per la loro sopravvivenza, legati da un patto di sangue fatto poco prima della battaglia.
-Estrattp cap.9-
-Drusilla si portò a sedere contro la testiera del letto, gli occhi imperlati di lacrime "Odori di lei... Sei impregnato di lei... Dentro, fino alle viscere." sibilò indicandolo. La mano tremante.
"Stai delirando"
"No, William... Lei ti entrata dentro più profondamente di quanto abbia mai fatto io..." gli rispose poi, troncando immediatamente ogni suo pensiero e sgombrandogli istantaneamente il cervello.
"Sin da quando l'hai vista la prima volta... Lei ti ha ossessionato" proseguì Drusilla, non potendo nascondere un profondo dispiacere nella sua voce "Dicevi di odiarla, perchè avevi paura di ammettere di amarl-" "Stai dicendo idiozie!" la interruppe improvvisamente, gridandole contro con disprezzo, in bilico di fronte ad un precipizio spaventosamente profondo.-
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Buffy Anne Summers, William Spike
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Promise
 
-Perchè credi di amarmi?



Le due cacciatrici fecero irruzione nella stanza con ferocia. Immediatamente brandirono le proprie fidate armi: i tipici paletti per l'eliminazione di vampiri. La prima cosa che la ragazza proveniente da quella dimensione notò, fu Spike legato su una delle pareti dell'ufficio, completamente sanguinante e con il viso livido. La pelle, solitamente pallida e marmorea, era lurida di sangue rappreso e sudore e la reazione della donna fu un immediato furore. L'altra Buffy, invece, non appena aveva fatto irruzione all'interno, aveva subito capito chi fosse il rapitore. Nonostante lo avesse visto esclusivamente di spalle, poteva riconoscere quella statura imponente e quella shiena larga, ma flessuosa. I capelli castani erano tirati leggermente in alto ed all'istante dimenticò la situazione in cui si trovava, totalmente abbagliata dal vampiro che, di fronte a lei, sguainava una spada che le era decisamente familiare.
Abbassò subito il paletto che reggeva tra le mani, il tutto mentre la sua sosia era corsa apprensiva verso lo Spike in fin di vita.
"Angel..." soffiò, mormorando appena, facendo voltare il moro immediatamente. Quest'utlimo guardò esterrefatto la cacciatrice, notando solo in un secondo istante la presenza di una sua alias. Il suo viso, riflettè Buffy, sembrava esattamente come lo ricordava nei tempi in cui ancora possedeva un'anima. Possibile che in quell'universo, con il loro incontro mai avvenuto, il vampiro fosse riuscito a preservarla?
"B-Buffy.."
Aveva pronunciato il suo nome con quella sua tipica innocienza che sempre la lasciava interdetta. Sembrava davvero il suo uomo, colui che aveva abbandonato in un'altra dimensione, privo di umanità ed incollato ad una vampira macabra e spietata. Nel suo tono di voce c'era poi una nota di completa confusione, ed all'istante, ogni proposito di minaccia od omicidio, erano scomparsi dalla mente della donna.
"Che fai? Buffy, uccidilo!" L'altra bionda, notando l'atteggiamento della propria -nuova- alleata, l'aveva richiamata mentre, con cura ed apprensione, cercava di liberare il proprio amato biondo dalle catene in cui era racchiuso. Era completamente confusa dall'improvvisa arrendevolezza dell'altra. Tutte quelle reazioni non erano affatto tipiche di lei.
Spike -quello della dimensione d'origine- aveva realizzato la presenza di Angel con il semplice olfatto, molti minuti addietro, quando ancora era fuori. Entrò velocemente, posizionandosi poi di fronte la propria cacciatrice, imponendosi tra lei ed il proprio sire. Accadde tutto molto velocemente, troppo per poterlo effettivamente comprendere a pieno. Guardò gli occhi confusi di lei, lucidi di paura ed incredulità. Immediatamente lui si sentì inutile. Lei aveva riservato quella meraviglisoa espressione anche al moro? Accantonò quei pensieri, capendo bene di doversi concentrare sul presente, per quanto potesse farlo soffrire. 
"Goldielocks..." cercò di attirare la sua attenzione, riuscendoci. Lei immediatamente si incantò nei suoi occhi chiari, ma profondi, ascoltandoli come fossero una nenia rilassante. Lui proseguì "Lui non è l'Angel che credi tu, ok?"
A quelle parole, la ninna nanna si interruppe "Invece è lui! Ha un'anima! Il suo guardo-" "Questo non c'entra nulla, Buffy!" la aveva interrotta bruscamente Spike, facendola irrigidire. Non solo le aveva parlato in modo particolarmente severo, ma il fatto che avesse pronunciato il suo nome, invece che uno dei suoi soliti ed insopportabili nomignoli tanto tipici di lui, stava a significare che quella era veramente una questione sulla quale ascoltarlo. Tornò ad osservarlo, arrendevole rispetto al solito, non sfidandolo nemmeno con il proprio sguardo verde ed intenso. Il vampiro restava difronte a lei, le braccia divaricate per evitarle per coprire oltre di lui il moro. Annaspava con il fiatone nonostante non dovesse respirare. Era così umano.
"Lui non ha quelle memorie..." mormorò, improvvisamente mortificato per la reazione, Spike. La cacciatrice comprese bene quella frase, avvertendola però, comunque, particolarmente dolorosa. Angel, quello di fronte a lei, non aveva mai vissuto una relazione romantica ed adolescenziale al fianco della giovane Buffy Anne Summers, inesperta cacciatrice di vampiri. Abbassò lo sguardo afflitta, sentendosi sorprendentemente infantile.
"Non è lui... Mi dispiace"
Fu in quel momento che il moro intervenne nervoso "Che diavolo..." cercò di domandare, indietreggiando di qualche passo "Che succede?"
Era palese il fatto che non comprendesse la presenza di quei doppioni, ed immediatamente, la cacciatrice proveniente da quella dimensione, sfruttò la situazione. Fece cenno allo Spike in forze, di soccorrere il proprio sosia, e non appena il vampiro obbedì, lei avanzò in direzione del moro.
"Si può sapere come hai potuto rapire Spike?"
"S-So che non mi crederai, ma io..." cercò di rispondere il moro, mentre entrambe le ragazze lo guardavano curiose "Io l'ho fatto per te"
Udendo quelle parole, la ragazza originaria si irrigidì istantaneamente. Nonostante l'altra se stessa non potesse capirlo, ciò che il vampiro le stava dicendo era reale ed effettivo. Buffy, la vera Buffy, era più che a conoscenza dei sentimenti nascosti nell'anima dell'uomo e, vedendolo tanto confuso ed improvvisamente timoroso, non potè evitare di provare una forte tenerezza.
"Per me? Io non so nemmeno chi tu sia!" gli inveì contro l'altra cacciatrice, arrabbiata ed acida. Spike, la sua fonte di felicità, era a pochi centimetri da lei in fin di vita, e quell'uomo le stava dicendo che tutta quella sofferenza procuratagli, era per il suo bene. Non poteva credergli.
"Ma dice la verità"
quella frase, detta con respondabilità e certezza, era uscita dalle labbra dell'altra giovane, che non era riuscita a mantenere il silenzio a riguardo. All'istante, sia il moro che la sua sosia, la osservarono confusi. Immediatamente la cacciatrice si sentì in dovere di dare spiegazioni.
"Lui è Angel. Un vampiro con l'anima... Io... Io lo conosco"
Non disse altro. Non seppe con certezza perchè, ma non si sentì in dovere di aggiungere altro. Non parlò del loro amore eterno ed indissolubile, forse proprio perchè aveva lentamente smesso di crederci. Si limitò a dirle quelle poche verità senza alcuna importanza, per poi voltarsi verso gli altri due vampiri poco lontani. Guardò immediatamente il suo Spike.
Aveva avuto paura di ferirlo. Aveva temuto che, dicendo altro, avrebbe colpito involontariamente il biondo, e si era istantaneamente sentita in dovere di non farlo. Lei voleva bene a Spike, quello poteva ammetterlo -a sé stessa-. Non lo amava, ma teneva alla presenza del ragazzo e non avrebbe mai voluto farlo sentire a disagio. In qualche modo desiderava che lui sapesse che Angel non aveva più lo stesso significato che aveva in precedenza. Non era più un pensiero fisso e costante. Era solo una variabile importante.
"Un vampiro con un'anima?" domandò confusa l'altra cacciatrice, dimostrandosi visibilmente disgustata all'idea "Non è possibile"
"Invece lo è. Lei ha ragione" intervenne il vampiro castano, guardando attentamente la bionda scettica. Sospirò abbassando la propria arma. Buffy, quella originaria, aveva riconosciuto istantaneamente la lama, sosia di quella che le aveva portato Kendra mesi prima, certa che avrebbe ucciso Angel, cosa che invece non era accaduta.
"Non sembra" fece secca la bionda proveniente da quella dimensione, ancora tesa, pronta ad ogni eventuale attacco "Hai rapito Spike e, se non sbaglio, stavi cercando di eliminarlo... Questo non è esattamente l'atteggiamento di una persona con l'anima"
"Lo avrei fatto per il tuo bene! Lo avrei fatto per proteggerti!" esclamò sicuro di sé il vampiro "Spike è un animale senza anima e non è in grado di amart-" "Non dire stupidaggini!"
Ad interromperlo, questa volta, era stata la Buffy originaria, completamente in disaccordo con quelle parole. Si fece avanti, imponendosi tra Angel e l'altra sé stessa, decisa a mettere un fine alla questione.
"Se davvero volevi fare qualcosa per il suo bene, perchè uccidere la sua sola fonte di gioia? Una cacciatrice è destinata a stare sola per sempre, è vero, ma tu le stavi per strappare qualcosa di fondamentale... Non mi sembra assolutamente un atto di altruismo" sorrise sarcastica ed accusatoria allo stesso istante, spaventata dalle sue stesse parole, ma completamente d'accordo con sé stessa "Tu, Angel, sei un egoista. Lo sei sempre stato, purtroppo... Anzi! Non so se dire che sei oltremodo altruista o un egoista ignaro di esserlo! Tu ami Buffy, e volevi uccidere Spike, ormai ufficialmente inoffensivo... Per lei? Non ci credo. Oltretutto, tu, in quanto suo sire, sai meglio di tutti fino a che punto William è in grado di amare con, e senza anima..." sospirò, per poi guardarlo dritto negli occhi, ora improvvisamente consapevole delle proprie parole e di come esse potevano ferire il moro "Volevi rovinarmi la vita in una delle poche dimensioni in cui sono pienamente felice.."

Lo aveva detto davvero? Sì.
Aveva ammesso, non semplicemente a sé stessa, ma anche davanti al biondo stesso, che la completa felicità della propria alias era dovuta alla presenza di Spike. Aveva abbandonato il proprio orgoglio per qualche istante, trascurando quanto per lei fosse importante, soprattutto vista la situazione che stava affrontando con William. Aveva dimenticato sé stessa altrove, troppo concentrata a scalfire a parole il vampiro moro di fronte a lei.
Realizzò solo in un secondo istante ciò che aveva detto a pieno. Guardò attentamente il viso sconcertato di Angel, completamente afflitto dalle parole della giovane, improvvisamente deconcentrato sul fatto che fosse in presenza di due Buffy e due Spike, e lei si era sentita morire. Si portò le mani di fronte alla bocca, come in procinto di urlare, mentre invece, la sola cosa che si udì, fu un singhiozzo leggero, simile ad un pianto soffocato.
Corse fuori dall'ufficio velocemente, consapevole che l'altra sé stessa sarebbe stata ben più che capace di sconfiggere Angel, non sentimentalmente distratta come lei. Una volta in corridoio, si abbandonò contro una parete sospirando pesantemente, quasi tremante. Non poteva piangere, non per una cosa tanto frivola. Iniziò a contare mentalmente, alla ricerca di una distrazione, ma tutto parve inutile. Iniziò a ticchettare le unghie sul pavimento in modo scostante, e lentamente, avvertì il mondo farsi più frenetico. Il cuore le pompava velocemente, il respiro era sempre più pesante e gli occhi si stavano pian piano appannando umidi.
Poi, una figura, appena uscita dall'ufficio la raggiunse. Non ci impiegò nemmeno un secondo a capire chi quest'ultimo fosse. La giacca in pelle lunga fino agli anfibi ben poco ortodossi erano più che un segno di riconoscimento. Sapeva che per lui, quei pochi abiti, avevano persino un valore simbolico. Erano ciò che lo distaccavano dall'essere William Pratt, uomo che -da ciò che lei aveva potuto intuire- lui disprezzava profondamente. Non cercò il suo viso, limitandosi ad osservare il pavimento, scorgendo su esso i suoi scarponi neri. Aveva paura che con i suoi occhi le avrebbe fatto confessare troppi segreti che lei preferiva tenere per sé. 
Si limitò semplicemente a sospirare, notando come, con la semplice presenza del biondo, il mondo avesse smesso di ruotare in modo tanto frenetico ed esasperante. Vide le sue scarpe avvicinarsi a lei e, dopo un fruscio della giacca, la figura dell'uomo le apparve seduta al suo fianco. Si aspettava -o meglio, sperava- che lui parlasse, ma invece, la sola cosa che presto circondò entrambi fu il silenzio. 
Trovò così il coraggio, di cercare il suo viso. Incontrò il suo profilo severo, ma affascinante, ed i suoi occhi celesti puntati sulla parete di fronte, apparentemente annoiati. 

Perchè non diceva nulla?

"Dov' è L'altro Spike?" domandò infine la bionda, palesemente spaventata da quel silenzio, troppo sconosciuto ed, al medesimo istante, eccessivamente intimo.
Il vampiro scrollò con noncuranza le spalle, sempre fissando il muro di fronte a lui "Nell'ufficio... L'altra Buffy stava per raggiungerti, ma le ho detto che era il caso che ci pensassi io..."
"Perchè?"
"Perchè ero preoccupato, pet" si limitò a rispondere il biondo, facendo leggermente imbarazzare l'altra che, avvertendo le guance accaldarsi, abbassò il capo. Guardò i propri piccoli piedi, poi quelli di Spike ed infine, nuovamente tentata, tornò ad osservare il suo viso. Sussultò quasi incontrandolo, questa volta, ad osservarla anche lui. Immediatamente, Buffy scostò lo sguardo.
"S-Sei troppo apprensivo" cercò di rimproverarlo immediatamente, sperando di risuonare risoluta ed innervosita, malriuscendoci.
"Sempre stato" acconsentì lui, annuendo. Sospirò, per poi estrarre dal proprio spolverino un pacchetto di sigarette quasi vuoto. Ne tirò fuori una, per poi accenderla velocemente e portarsela alle labbra. La cacciatrice lo guardò in disaccordo, già sul punto di dirgli che era vietato fumare lì dentro, ma presto rinunciò al tentativo, ricordandosi chi avesse al proprio fianco. Sorrise senza nemmeno rendersene conto, mentre il silenzio tornava a poggiarsi pigro su di loro.

"Sei stata davvero coraggiosa." 
Quelle parole risvegliarono la ragazza, riportandola con la mente al presente.
"Sì, insomma... Non credevo avresti sfidato Angel... Nè tantomeno ammesso quelle cose" spiegò sinceramente sorpreso, riferendosi a come si era rivolta al moro "Sei davvero straordinaria"
La ragazza deglutì a vuoto, sentendosi inadeguata a quelle bellissime parole e a quelle adulazioni che lui le stava riservando. Improvvisamente le tornò alla mente la dichiarazione che, la mattina stessa, le aveva riservato. Si morse il labbro inferiore, scuotendo la testa.
"Non puoi dirmi questo... Stavo per mettermi a piangere e-" "Ed è comprensibile, dannazione!" la interruppe lui, rigirandosi la sigaretta tra le mani "Con quello che stai passando con Angel, è più che comprensibile.." ribadì poi dopo qualche secondo.
Lei sospirò, cercando di assimilare le parole di lui. Come poteva trovare sempre una soluzione -dannatamente corretta, oltretutto- a ciò che lei diceva? Sembrava nato per starle vicino, e questo la spaventava totalmente. Era terrorizzata dal fatto che lui, un ragazzo tanto umano, fosse un vampiro. Dal fatto che lui fosse convinto di amarla, e dal fatto che lei non sapesse mai come rispondergli.
"Sai... Dire tutte quelle cose ad Angel... Io" cercò di dire lei, non sapendo bene come proseguire. Sospirò, prima di tornare a parlare "Mi è sembrato di fronteggiare un demone che mi affliggeva da molto."
"Immagino che non si tratti del solito demone... Sai no? Quello che, dopo avere trafitto con un pugnale, muore" cercò di scherzare il vampiro, pur avendo compreso a pieno le parole della ragazza. Lei annuì qualche volta, sorridendo, sentendosi improvvisamente più leggera; più libera di parlare.

"Perchè credi di amarmi?"
Quella domanda le era uscita dalle labbra tanto velocemente che non era nemmeno certa di averla pensata a pieno. Semplicemente, si era sentita in bisogno di sapere cosa lui pensasse vedendola, di conoscere cosa veramente, quel demone biondo, celasse oltre l'odore di pelle e tabacco. 
Dall'altra parte, lui sentendola chiedergli una cosa simile, all'apparenza non era cambiato in nulla: non si era irrigidito, né tantomeno aveva mostrato qualche segno di agitazione. Aveva semplicemente preso la sigaretta, ormai quasi finita, e l'aveva pressata contro il pavimento, spegnendola. Non era tornato a guardarla, ma aveva semplicemente continuato a fissare la parete di fronte a lui, come ptoesse leggervi sopra la risposta. 
"Io non credo di amarti." disse il biondo, facendola sussultare. Immediatamente, Buffy alzò lo sguardo in sua direzione, quasi spaventata da quella frase, ma non disse nulla, notando come il vampiro avesse riaperto le labbra, palesemente in procinto di continuare.

Aveva paura che lui non la amasse? Perchè tanto timore?

"Io so di amarti" precisò a breve, non distogliendo mai lo sguardo dal muro "Probabilmente non mi credi... Probabilmente pensi che senza un'anima un vampiro non può provare nulla e... Beh, anche io un tempo credevo fosse così. Pensavo fossero tutte briciole" spiegò con voce pacata "Pensavo fossero solo tracce che si sarebbero sbiadite. Credevo fossero solo... Consuetudini umane. Qualcosa che sei avezzo a seguire. Ed invece, nulla cambiò mai. Io ho amato raramente in questi oltre cento anni di esistenza, ma sempre con passione... Una passione non umana" Prese una pausa, stendendo appena le proprie labbra in un sorriso "L'amore non è un fatto di cervello, ma passione. E' passione rude e folle che ti divora da dentro e che ti fa fare ciò che vuole... Io sono schiavo di questo sentimento e non so come liberarmene"
Questa volta, volse il suo sguardo verso la ragazza, che lo stava ascoltando silenziosamente. Le ammirò i tratti leggeri e giovani, i capelli corti e biondi e gli occhi verdi e brillanti, poi sorrise nuovamente, ora in modo più genuino e sincero. In un modo più presente.
"Mi chiedi perchè so di amarti, dunque?" incalzò il biondo, delineando con evidente interesse il verbo 'sapere', ben differente da 'credere'. Lei annuì silenziosamente.
"Perchè quando ti guardo, ogni mio proposito svanisce. Perchè passo le mie ore a pensare ad un modo per farti sorridere, perchè anche la sola idea che un tuo sorriso sia merito mio, mi fa sentire più umano. Perchè improvvisamente, non mi interessa più il fatto che Harris possa essere tuo amico, a patto che tu ci sia. Perchè sono terrorizzato dal fatto che tu sia umana ed io immortale. Perchè, anche adesso, vedendo i tuoi occhi così spaventati, so per certo che morirei per te se me lo chiedessi" Spike tese una mano verso il suo volto, per poi accarezzarle dolcemente una guancia "E probabilmente lo farei con un sorriso ed una battuta idiota"

La ragazza ascoltò quelle parole con un'attenzione devota, sentendosi improvvisamente importante -fondamentale- per qualcuno. Gli crebbe totalmente. Dimenticò il fatto che l'uomo non avesse un'anima, e si domandò se mai effettivamente, da quando aveva stretto con lui quell'ambiguo rapporto che protavano da settimane avanti, se lo fosse realmente più chiesto. Probabilmente no. Era cristallina la sua umanità e sincerità.
Si sentì inadeguata ed orribile, incapace di dirgli che anche lei si sentiva come lui, che lo avrebbe amato o altro. Si sentì spaventosamente spietata, ed in colpa nei suoi confronti, evidentemente indegna di amare lui.
Osservò attentamente il suo volto, analizzandolo a pieno, fino ad incontrare la forma delle sue labbra. Non si era resa conto, durante le sue riflessioni, di quanto vicine fossero. Sospirò confusa. Provava un sentimento, di questo era certa, ma ancora non era in grado di dare un nome a quest'ultimo.
"Baciami"
Lui, udendo quella suppplica, perchè sì, dalle labbra di lei era uscita come tale, si era irrigidito, ed aveva sgranato gli occhi confuso. Non era però riuscito a ribattere nulla, troppo concentrato in quell'innocente bellezza di fronte a lui. Lei gli stava guardando le labbra ammaliata, come avvolta in una trans bizzarra.
"Spike..." incalzò dopo qualche secondo "Ti prego, baciami"

Si era tuffato nelle labbra di lei pochi istanti dopo, incontrando immediatamente il suo dolce sapore che tanto lo ammaliava. Si sentì immediatamente estasiato, travolto da centinaia di sensazioni travolgenti. Portò le proprie mani sulla schiena di lei, inziando a percorrerla adorante. Lei, invece, ne portò una ai capelli, mentre con l'altra gli sfiorava delicatamente il volto, in preda anch'ella alla frenesia. Aprì la bocca, facendolo entrare prepotentemente. Sentì la sua lingua adorarla in ogni modo, e presto il loro bacio si tramutò in una danza colma di erotismo celato. Le lingue si scontravano, muovendosi all'unisono e le mani si muovevano rudemente, afferrando e tirando tutto ciò che era sulla loro strada. 
Si staccarono solo quando la ragazza annaspò alla ricerca d'aria. Lei gemette non appena lui si allontanò, avvertendo già il proprio basso ventre fremere. In tutta la sua vita, solo Spike le aveva fatto avvertire sensazioni tanto devastanti.
Abbassò lo sguardo imbarazzata, mentre lui restava ad osservarla totalmente spaesato. Probabilmente, se il suo cuore fosse stato ancora vivo e pulsante, a quell'ora sarebbe stato sull'orlo di scoppiargli.
Avrebbe volentieri voluto chiederle cosa lei pensava di lui ma, in tutta sincerità, era terrorizzato all'idea di sentire la risposta.

Fu la porta dell'ufficio che si apriva nuovamente, a distrarre entrambi, salvandoli da una situazione di completa eccitazione e confusione.








 
Angolo dell'autrice!

Tan daaaan! Vi piace? :') spero di sì, ovviamente ahah
Allora, che dire? Angel era il cattivo u.u ma ricordate che sono ancora nella dimensione sbagliata D= che casino!

Beh, fatemi sapere che pensate e... Grazie a tutti per le scorse  recensioni e perchè mi seguite ^-^
  
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