Titolo:
He likes
Coke (and boys too but seems a little bit obvious)
Fandom: One Direction
Personaggi: Harry Styles/Louis
Tomlinson, camei degli altri tre
Genere: romantico
Rating:
per tutti/verde
Avvertimenti: one shot, AU
Parte: 1/1
Contoparole: 2424
Sommario: Louis si è
innamorato. Harry
beve solo coca-cola. Scoprire il nome di qualcuno non è mai
stato così
semplice.
Note: nuovo anno, nuovo fandom. Per
il titolo si ringrazia l’onnipresente Valeria :D
Postata anche su AO3 e sul mio LJ (h-pixie.livejournal.com) :)
Pix.
He
likes Coke (and boys too but seems a little
bit obvious)
La prima volta che lo vede Louis
rimane con la bocca aperta.
Fino a quel momento non sapeva di credere ai colpi di fulmine.
« A che tavolo vanno
queste? » chiede Louis, portandosi la
comanda davanti agli occhi e cercando di interpretare la scrittura del
suo
collega. « Sembra un otto, ma lì non
c’è nessuno ».
Dà un’ulteriore occhiata alla sala, prima di
rivolgersi a Niall che, dietro al
bancone, serve altri clienti.
« È un sei » risponde Zayn, prendendogli
il vassoio dalle mani. « E ci vado io
a quel tavolo ».
« Perrie? » chiede Louis, ma Zayn si è
già allontanato. Louis riconosce in
lontananza Perrie e le sue amiche, sì definitivamente sono
loro e hanno ufficialmente
perso Zayn per il resto del suo turno.
La campanella dell’ingresso suona per l’ennesima
volta in quella lunga
giornata.
« È arrivato il tuo amico » gli dice
Niall, indicando col mento la porta dove
un piccolo gruppo di ragazzi è appena entrato.
Louis si gira a guardarli. Sono sempre i soliti tre ragazzi e, come
quasi ogni
giorno, vanno a sedersi in un angolo tra i più lontani dal
bancone del bar.
Louis osserva quello che fin da qualche settimana prima, quando erano
ricominciati i corsi universitari dell’Accademia di Belle
Arti lì vicino, aveva
richiamato la sua attenzione. È alto, probabilmente supera
Louis di tutta la
testa, fin troppo magro e con una chioma talmente folta che spesso si
è fermato
a fissare, desiderando solo di poterci infilare le dita per
accarezzargliela. Sta
iniziando a sviluppare una sorta di fissazione per i capelli, pensa
Louis
scuotendo la testa leggermente quasi a voler scacciare un brutto
pensiero.
Niall lo guarda, cercando probabilmente di nascondere una risata. Ci
riesce in
parte, ma a Louis non sfugge lo sguardo tra il divertito e
l’ironico che gli
rivolge. « Lou, sei ridicolo. Che nome proviamo oggi,
comunque? Abbiamo provato
con John, Steven e Peter »
apre uno dei
cassettoni del bar, quello con le lattine di coca-cola e inizia a
tirarne fuori
un paio. « Oggi abbiamo Andrew, ancora John, Harry e Edward.
Quale ti ispira? »
Louis lo guarda, quel gioco era iniziato un paio di settimane fa, su
idea di
Zayn. Il ragazzo misterioso sembra avere una sorta di dipendenza dalla
coca-cola e Zayn aveva suggerito di scoprire come si chiamasse grazie
alla
trovata della coca-cola di fare le lattine personalizzate. Niall si era
proposto di andare personalmente a prendere la loro ordinazione e di
chiederglielo, abbandonando per un attimo il suo amato bancone, solo
perché
Louis sembrava trasformarsi in un ragazzino di dieci anni ogni volta
che il
ragazzo metteva piede all’interno del bar.
« Non lo so, settimana scorsa ero convinto sarebbe stata
quella giusta, ma non
ha fatto una piega vedendo il nome John » replica. Fa un
respiro profondo, prende
il blocchetto e si dirige verso il tavolo, maledicendo mentalmente Zayn
che
sembra non volersi schiodare da Perrie.
Non appena arriva al loro tavolo, il ragazzo misterioso alza lo sguardo
da
quello che sembra essere un album per schizzi e bozze di disegno, e gli
sorride.
Louis in quelle volte che l’ha servito nelle due settimane
precedenti ha potuto
notare il sorriso perfetto, bellissimo, con tanto di fossette sulle
guance che
migliorano il tutto, del ragazzo. Vorrebbe dire di essere immune a quel
sorriso, ma sarebbe una bugia troppa grossa.
« Buongiorno, ragazzi » li saluta arrivando al loro
tavolo e cerca di non
guardare il ragazzo, concentrandosi sugli altri due. « Cosa
vi porto? »
« Cappuccino » risponde quello coi capelli rossi
che hanno scoperto chiamarsi
Ed la settimana prima.
« Cappuccino anche io » risponde l’altro.
Louis scrive sul blocco velocemente, alza lo sguardo per guardare
l’ultimo
ragazzo, ma lui non sembra voler rispondere, troppo preso a sorridere.
« E tu?
» gli chiede Louis, ma il suono sembrano rimanergli
incastrato in gola ed esce
leggermente arrochito. Si schiarisce la voce mentre il suo sguardo cade
sulla
maglia larga del ragazzo che, come al solito, è sporca di
vernice colorata.
« Io… » sembra rifletterci un attimo e
Louis lo maledice mentalmente. Fa così
ogni volta, ma finisce sempre per ordinare lo stesso. « Una
coca-cola, grazie »
conclude.
Louis nemmeno lo scrive sul blocco, li ringrazia e torna al bancone da
Niall.
« Un tè caldo, un cappuccino e una coca?
» chiede Niall, chinandosi per
prendere un vassoio vuoto da un ripiano sotto la macchina del
caffè.
« No, stavolta due cappuccini e una coca. Che ne dici?
Proviamo con Edward? ».
Niall si sporge dal bancone per guardare la faccia del ragazzo
misterioso. Sembra
rifletterci su un attimo.
« No, è al sole ma non brilla quindi niente
Edward. Proviamo con Harry, ha la
faccia da Harry » e senza possibilità di replica,
prende la lattina col nome e
la sistema sul vassoio, prima di girarsi verso la macchina del
caffè per fare i
due cappuccini. Louis vorrebbe replicare qualcosa come,
“Harry? Secondo te, si
chiama veramente Harry?” ma sta zitto perché ha
paura che la sua voce possa in
qualche modo tradirlo ancora.
Una volta pronti passa tutto a Louis, sussurrandogli un buona fortuna
quanto
mai scontato. L’ultima volta per la fretta di raggiungere il
tavolo e scoprire
se il nome sulla lattina fosse quello giusto, ha ribaltato mezzo
cappuccino sul
vassoio e Niall l’ha dovuto rifare tra insulti a mezza voce e
maledizioni ai
parenti prossimi di Louis. E se qualche santo era finito in mezzo,
Louis aveva
fatto finta di non ascoltare.
Facendo attenzione a dove mette i piedi, Louis torna al loro tavolo e
poggia
prima la coca-cola e poi i due cappuccini, si allontana con un sorriso
riuscendo a evitare di incrociare lo sguardo con il ragazzo. Tende
l’orecchio
mentre fa finta di controllare la zuccheriera su un tavolo
lì vicino. La
reazione arriva quasi istantaneamente.
« Ma se facessi la foto alla lattina col mio nome e la
mettessi su instagram
quanto farei ridere da tantissimo a come se non ci fosse un domani?
» chiede ai
suoi amici.
Louis, senza nemmeno ascoltare la risposta dei suoi amici, si allontana
con un
sorriso più che mai raggiante dipinto sul suo volto. Il
ragazzo misterioso
finalmente ha un nome, si chiama Harry e Louis vorrebbe solo ridere a
pieni
polmoni e ringraziare Zayn per la sua brillante trovata. Forse anche la
coca-cola merita una menzione d’onore grazie a quelle
lattine.
Va, con ancora il sorriso stampato sulle labbra, a un altro tavolo a
prendere
l’ordinazione, ma prima si rivolge a Niall alzandogli
entrambi i pollici in
segno di vittoria.
La prima volta che vede il ragazzo misterioso fuori dalle quattro mura
del bar
è una sera di metà settembre. Ancora non riesce a
chiamarlo per nome, né nella
sua testa né quando ne parla con gli altri. È
sempre il ragazzo della
coca-cola, quello con le fossette e il sorriso fantastico, tutto denti
e guance
morbide. Non riesce a non sorridere a sua volta ripensandoci.
Quella sera è in un locale per una festa universitaria,
l’hanno costretto ad andarci
Niall, Zayn e anche Liam per
svagarsi un
po’, per distogliere la mente dal troppo lavoro, dai turni
poco umani che fa.
D’altronde, pensa, una piccola festa non ha mai ucciso
nessuno. Certo che non
si sarebbe mai aspettato di incontrare il ragazzo misterioso
– Harry, si
corregge.
« Liam, assaggia un po’ qua! » grida
Niall, porgendo all’altro uno shot di
qualcosa. Louis non vuole nemmeno sapere cosa sia, ma accetta di buon
grado
l’altro shot che gli sta porgendo Zayn.
Proprio mentre sta per mandare giù si accorge che il ragazzo
misterioso è lì
vicino. Non sa se lo riconosce dai capelli, dalle fossette o dal
sorriso, tanto
che Louis praticamente si strozza col suo shot. Niall sembra vedere
anche lui
il ragazzo misterioso e ride tanto da contagiare anche gli altri. Forse
sono
tutti un po’ ubriachi e il fatto che ridano senza motivo non
può far altro che
confermarlo. Harry, si gira verso di loro, con una birra in mano, ma
nessuno
sembra prestargli attenzione e lui stesso sembra non guardare nessun
altro
oltre a Louis. Alza la bottiglia quasi a mimare un brindisi e gli fa
l’occhiolino prima di andarsene. Il cuore gli balza nel petto
tanto che si
trova a chiedersi se è stata una sua impressione, se
quell’occhiolino fosse
esistito sul serio. No, si ripete, non è successo veramente
e quello non è
Harry. Harry avrebbe avuto una coca-cola in mano, non una birra. O
forse
semplicemente è lui a essere troppo ubriaco per pensare
correttamente.
Fissa il punto in cui Harry è sparito tra la folla,
desiderando solo di poterlo
seguire.
Il giorno dopo si sveglia con un mal
di testa lancinante, la
bocca impastata e una voglia assurda di vomitare. Però il
ricordo di un sorriso
tutto denti e fossette continua a tornargli alla mente.
Quando Harry, finalmente non
più il ragazzo misterioso,
torna al bar è qualche giorno dopo. Louis lo guarda da
dietro al bancone con un
sorriso probabilmente stupido stampato sul viso. Lui stesso si sente
stupido,
tanto che, non appena Harry e i suoi amici si siedono, a Louis non
sfugge Zayn
che lo guarda scuotendo la testa come se non può credere a
ciò che ha visto.
No, effettivamente nemmeno Louis riesce a pensare che la sua cotta
potesse
raggiungere livelli di stupidità tali. L’ordine
stavolta va a prenderlo Zayn
perché lui è costretto dalla mancanza di Niall a
restare dietro al bancone. Non
sa se sia un bene o un male non poterlo servire come al solito.
Sicuramente
evita la solita figura di merda, però sono anche istanti
preziosi che si perde
del suo sorriso. E delle fossette. E dei capelli. Ma soprattutto il
sorriso.
« Prendono tre coca-cole stavolta. Qual è la
prossima mossa, ragazzo
innamorato? » gli chiede Zayn. Louis prova a controbattere
che non è
innamorato, ma viene fatto tacere sul nascere.
« Non lo so. Avevo pensato solo di scoprire il nome, non sono
riuscito a
pensare altro » replica. Apre il cassetto con le coca-cole e
osserva i nomi. «
Ne ho ancora un paio col suo nome, portane un’altra per avere
la conferma »
replica, stringendosi nelle spalle.
Zayn finisce per portare tre coca-cole, una col nome Harry e due con
nomi di
donna.
Quando poi i ragazzi si alzano per pagare, Louis è sicuro
che Harry abbia il
sorriso più bello del mondo. Ma forse l’ha
già detto e pensato troppe volte.
Zayn sicuramente ha iniziato a odiarlo. Ci fosse stato Niall sarebbe
stato
diverso. Le sue occhiate divertite lo fanno sentire meno cretino.
La seconda volta che vede Harry fuori
dal bar è prima del
suo turno. Harry gli passa davanti e ha un’evidentissima
macchia colorata su
una guancia. Per la prima volta non è coi suoi amici, ma con
una ragazza,
troppo bionda e troppo bella. Harry le sorride come se fosse la cosa
più
preziosa al mondo e il cuore di Louis ha un tuffo.
Si ripete che non è gelosia, ma forse sta mentendo a se
stesso.
Quando Harry torna coi suoi amici al
bar è qualche settimana
dopo. Insieme a loro c’è anche la ragazza bionda.
Louis cerca di non pensarci
mentre va a prendere l’ordine. Ha quasi contato i giorni in
cui non l’ha visto.
“Sono 18, anzi 17 perché oggi non conta,
giusto?” si chiede. Eppure quando va a
prendere l’ordine, lo sguardo di Harry sembra non
abbandonarlo mai un attimo.
Gli sembra quasi di stare in una dimensione alternativa, quasi onirica,
dai
contorni sfumati, tanto che quasi pensa di essersi immaginato la
ragazza
bisbigliare un “Ma è lui?” e la voce
calda di Harry rispondere con un “Zitta!”.
Quando torna al bancone del bar si rende conto di non aver scritto
nulla sulla
comanda e di essersi dimenticato quello che la ragazza ha ordinato.
Harry però
non si smentisce e Zayn va a servigli un’altra coca-cola col
suo nome scritto
sopra e a scusarsi per la dimenticanza del suo collega con una frase
che li fa
ridere tutti quanti. Louis vorrebbe chiedergli cos’ha detto
di tanto divertente,
ma Harry gli passa affianco proprio in quel momento per andare in bagno
e ogni
cosa si cancella dalla sua mente.
Ha sicuramente bisogno di fare qualcosa perché inizia a
rendersi conto che la
situazione sta diventando ingestibile.
La sera stessa esce con Zayn e Niall
e finisce per farsi uno
nel bagno di un locale. La situazione è squallida, ma Louis
si sente un po’ più
leggero. Quando torna dai suoi amici si sente la testa galleggiare e
non appena
torna a casa si addormenta di botto sul divano. Né Niall,
né Zayn si
preoccupano di trascinarlo in camera sua.
Quella notte sogna delle fossette e
macchie di colore
sgargianti.
Harry è quasi un
ossessione, un pensiero costante. Non ci ha
praticamente mai parlato se non per prendere le ordinazioni, eppure
sente che è
quello giusto per lui. Non sa da cosa l’ha capito, forse
dagli occhi del
ragazzo, forse dal fatto che non vorrebbe fare altro che passargli le
dita tra
quei ricci e tracciare i contorni delle sue fossette con le sue labbra.
Louis non
sa cosa fare, rischia di impazzire se ci pensa ancora un po’.
Vorrebbe trovare
un modo per far capire di essere interessato, ma non sa cosa fare.
Niall lo
guarda scuotendo la testa, quasi intuendo quello che vi si agita
dentro.
« Lou, prova con questa la prossima volta che viene
» gli dice, aprendo il
cassetto frigorifero e tirando fuori una lattina dopo un paio di
secondi di
ricerca. Louis la guarda e legge quello che c’è
scritto. Si trova a ridere
della sua stupidità immensa.
Quando Harry torna al bar
è solo. Louis gli va a prendere l’ordine
senza nemmeno fare caso al fatto che il suo turno è finito
da almeno cinque
minuti. Harry gli sorride e Louis sente che ogni giorno si innamora
sempre di
più di quel sorriso.
« Perché non c’è il mio nome
scritto sopra stavolta? » chiede Harry non appena
Louis torna indietro con la lattina e il bicchiere.
« Perché quello è il mio »
gli dice indicando la scritta sulla lattina.
Louis gli guarda le labbra che da imbronciate si distendono in un
sorriso. Le
vede mentre si sporgono prima di tendersi pronunciando sottovoce il suo
nome. “Louis”
non ha mai avuto un suono così dolce.
Vorrebbe baciarlo. Forse dopo lo farà per davvero.