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Autore: ineedamikashug    30/01/2014    2 recensioni
Un grazie non basterebbe.
Adesso è famoso ma scommetto che si ricorda di me.
Abbiamo passato assieme gli anni più belli.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Venne da me ogni volta che poteva.
Ritagliava il suo spazio per me.
Mi faceva piacere.
Rallegrava le mie giornate con i suoi sorrisi.
Un giorno venne a trovarmi la maestra.
Quando entrò era tutta rigida, sembrava quasi arrabbiata.
Mi parlò mi disse cose a vanvera, nemmeno le ricordo, non la ascoltai.
Parlava di cose che non volevo sentire.
Ecco, ricordo solo che mi disse che le mancavo a scuola, le manca il mio chiasso.
Il mio chiasso.
Se avessi avuto le forze, le avrei tirato un ceffone.
Quello che mi colpì è che appena uscì, pianse.
Non l'avevo mai vista piangere.
Piangere per me poi.
A volte davvero non la capivo.
Era una bella signora, la maestra.
Bionda, occhi scuri.
In certi aspetti assomigliava a mia madre.
Forse erano amiche.
Uscì chiudendo delicatamente la porta.
Successero altre cose belle in quel pediodo.
Circa a metà Novembre, mi operarono.
Qualcuno mi aveva donato il midollo!
Lo sapevo già, ma ero felice.
Chissà chi me lo aveva donato.
Pochi giorni dopo l'operazione mi sentivo in forze.
Decisi di andare a salutare il mio donatore, era ancora in ospedale.
Mi veniva da piangere, era da un po' che non camminavo con le mie gambe.
Era nella stanza vicino alla mia.
Mi dissero che era una donna, una ragazza.
Entrai nella stanza, ma non c'era nessuno.
Un'infermiera mi disse che si stava cambiando, per poi tornare a casa.
La aspettai seduta in un letto.
Quando uscì rimasi spiazzata.
Era Helene.
Mia sorella Helene.
Era un po' pallida in viso, ma sorrideva felice.
Si sistemò i capelli e mi guardò.
Mi limitai a sorridere.
Poi mi alzai e corsi ad abbracciarla.
Lei mi bagnò il viso con le sue lacrime e io continuavo a ringraziarla e dissi una frase che non pensavo di dire 'Jade sarebbe fiera di te'.
Non so nemmeno quale parte del mio cervello elaborò quella frase.
Ma era bella. La volevo rendere orgogliosa.
Mi disse che doveva andarsene e lo fece, baciandomi la fronte.

Arrivò Dicembre, un Dicembre triste.
Non nevicava e io dovevo stare dentro.
Scommetto che non faceva nemmeno tanto freddo fuori.
Volevo uscire.
Non ero mai uscita da quell'ospedale.
Quella mattina arrivò Yasmine.
Aveva un cappottino rosso e un fiocco alla testa abbinato.
Era molto carina.
"Yasmine!".
"Hey! Tutto bene?".
"Certo tu?".
"Abbastanza..fa freddino fuori".
"Oh, vorrei tanto uscire".
"Non puoi?".
"Non penso".
"Che peccato".
"Non c'è neanche la neve!".
"Ho notato! Che brutta cosa".
"E' l'unica cosa che mi piace dell'inverno".
"A chi lo dici".
"Niente scuola oggi?".
"No, mamma mi ha fatta stare a casa perchè dovevo tenere d'occhio Fortunè".
"E ora con chi è?".
"Con Michael, volevo venire a trovarti".
"Bene".
Al pomeriggio venne anche lui a trovarmi.
Ero così felice di vederlo.
Aveva il naso rosso, segno che fuori faceva un po' freddo.
"Hey!".
"Ciao Katy".
"Tutto ok?".
"Fa un po' freddino".
"Siamo a Dicembre!".
"Che fai ancora in pigiama?".
"Cosa?".
"Vestiti su!".
"Ma perchè?".
"Perchè usciamo".
"Usciamo? Non posso!".
"Si che puoi".
"Oddio davvero?".
"Veloce dai". Sorrise.

Quando finii di prepararmi ero emozionata.
Era da mesi che non vedevo la luce naturale.
Londra d'inverno era magica, mancava solo la neve.
"Allora, com'è rivedere Londra dal vivo?".
"E' bellissimo".
"Attenta a non prendere freddo e a non cadere eh!".
"Ora dove andiamo?".
"Andiamo in macchina, vieni, ti accompagno".
Salimmo in macchina, ma non vidi dove stavamo andando.
Quando l'auto si fermò, non riconobbi il posto.
Mi aiutò a scendere e salutammo.
Entrammo in questo edificio addobbato di luci colorate.
Ci accolse una signora.
"Michael?".
"Si, sono io".
"Vieni, ti accompagno".
"Grazie". Si girò verso di me. "Pronta?".
"Ehm, si".
Uscimmo di nuovo e vidi qualcosa di meraviglioso.
Ghiaccio.
Una pista di pattinaggio.
"M-Michael?".
"E' tutta per te, quanto tempo vuoi".
"Wow..".
"Sai pattinare?"
"Lo facevo da piccola con papà".
Mi infilò i pattini e andammo in pista.
Mi prese le mani e iniziammo a muoverci.
Ero felice come non mai.
Iniziammo a volteggiare, a ridere, a giocherellare.
Mi divertii tantissimo.
Appena ci fermammo successe l'imprevisto.
Vidi un fiocco di neve sulla punta del mio naso.
"Michael!".
Iniziò a nevicare.
  
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