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Autore: Kimmy_chan    30/01/2014    5 recensioni
Erano ormai passati 22 anni dalla fine degli ultimi Hunger Games; Peeta e Katniss avevano formato una loro famiglia ed erano tornati nel distretto 12. Una mattina autunnale Katniss si sveglia, causa dell'ennesimo incubo, e non trovando suo marito accanto a sè va a cercarlo...ma quando esce di casa trova una sorpresa.
Qualcuno che lei conosce molto bene è tornato.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                                                                                             La decisione

Pov Katniss

Quella notte, io e Peeta, non riuscimmo a chiudere occhi, non solo perchè lo assaltai con la mia passione irrefrenabile, ma anche a causa dei pensieri che continuavano a girare freneticamente nelle nostre menti...

Chissà a cosa pensava Peeta... 

Probabilmente rimuginava, ancora, su quel suo attacco... quello di poche ore prima. In quel momento  stava sicuramente decidendo se rimanere o fuggire, come stava per fare, verso la Capitale.

Io, dal canto mio, in quelle poche ore che ci separavano dall'alba, ormai prossima, pensai solo ad un modo per tenerlo stretto a me.

Lo amavo; e, tutt'ora, non saprei come fare se non fosse accanto a me. Ma, questo, lui non lo capiva...
Pensava che potessi farcela.. 
Secondo lui, sarei potuta andare avanti, come avevo sempre fatto in passato.
Pensava ancora che fossi quella Katniss di tanti anni prima... Quella che secondo Gale avrebbe deciso chi scegliere, tra loro due, in base alle mie possibilità di sopravvivenza con loro... Ricordo le parole precise che disse quella volta, in quello scantinato, a Capitol City: "Tra noi due, Katniss sceglierà quello che ritiene indispensabile alla sua sopravvivenza". 
All'epoca ci rimasi male; non mi aspettavo di ascoltare certe parole da lui. Non mi pensavo che mi reputasse così fredda e calcolatrice; ma la cosa che mi sorprese, e mi fece più male, fu che Peeta, con il quale stava parlando, non contestò. 
In passato, forse, potevo essere stata come mi descrivevano loro... 
Ma ora non ero più quella di una volta.

L'alba si avvicinava sempre  più velocemente.

Girai il volto per osservare quello di mio marito, che era accanto a me.

Peeta era lì che fissava il soffitto con sguardo assente. 
Dovevo agire. Stava prendendo la sua decisione e non potevo permettergli di lasciarmi; perciò mi sedetti sul letto e lo iniziai a fissare.
Non reagì fino a quando non mi allungai verso di lui per accarezzare la sua morbida guancia rosea; lui non mi negò questo contatto ma rimase fermo, impassibile.

Mi stava per abbandonare. 

Le poche, ma calde, ore di passione che avevamo passato, non lo avevano smosso dalla sua precedente decisione.

Sentii un brivido freddo che attraversò tutto il mio corpo nudo... Non poteva abbandonarmi!
-Peeta, non mi lasciare.- dissi con foce strozzata, dando voce ai miei pensieri.
Egli, si mise a sedere davanti a me e mi accarezzò la guancia  -Non ti stò abbandonando, ti stò salvando...- prese un profondo respiro e concluse la frase, come se ciò gli provocasse un grande dolore al petto - da me.-
Sapevo che quelle parole stavano facendo male a lui quanto a me; ma non poteva lasciarmi, anzi, lasciarci. 
-Non puoi andartene!- mi alzai con un veloce balzo e mi posizionai di fronte alla porta della camera - Non ti lascerò andare!-
-Stai calma... Lo faccio per voi, lo sai. Sono pericoloso. Confidavo che tu saresti sempre riuscita a bloccarmi... forse... No! Non so cosa è successo oggi nella mia mente, ma  non deve più riaccadere! Se voglio stare con voi devo andare dal Dottor Marsel. Lui mi aiuterà, come ha sempre fatto.- rispose Peeta venendomi in contro.
Le sue nudità, avvolte dalla fioca luce che gli stava sorgendo dietro, mi distraevano. 
Forse, dopo tutti questi anni, solo il mio amore era aumentato... Forse, il suo amore per me si era affievolito; per questo non ero riuscita a farlo tornare da me, prima... prima che tentasse di strangolarmi.
-Tu..- iniziai -Tu non mi ami più?- chiesi, cercando di mantenere gli occhi fissi nei suoi. Non dovevo cedere... sentivo che le lacrime stavano per fare la loro comparsa sul mio volto. Ma no! Non volevo sembrare debole.

Questo strano lato del mio carattere era rimasto, durante gli anni, ma si era alleviato; non volevo sembrare debole, anche se lo ero. Senza di lui non ero niente.

Lui, mi guardò sorpreso - Cosa?- poi piano, piano, si avvicinò a me e mi abbracciò.
E in quel momento, con il contatto della mia pelle e la sua, tutte le mie barriere erano cadute. Iniziai a piangere. 
piansi per tutto il tempo che mi tenne stretta a sè. 
-Cosa ti passa per la testa? Io ti amo e ti amerò per sempre. Dopo tutto quello che ho passato per stare con te credi che il mio amore possa svanire?- chiese, mentre mi teneva ancora stretta a sè. 
-No... ma allora perchè non sono riuscita a farti tornare da me questa volta?- chiesi, tra un singhiozzo e l'altro.
Mi sentivo come se fossi tornata bambina. Ero fragile e scoperta, in tutti i sensi.
-Non lo so. Per questo voglio andare dal Dottore. Devo capire.- rispose lui con tono tanto dolce ma altrettanto triste.
-Non voglio che tu te ne vada...- dissi stringendolo ancora di più a me.
-Non ho detto che ti lascerò per sempre, devo solo andare da lui. Devo parlare con lui, faccia a faccia, non attraverso uno stupido telefono. Devo capire, con lui, cosa non è andato. E quando avremo capito cosa non è andato tornerò...- prese le mie spalle e mi spinse leggermente, in modo tale che potessimo vederci negli occhi -tornerò sempre da te e dai bambini.- poi appoggiò le sue calde labbra sul mio collo.

L'alba stava facendo capolino dalla nostra finestra, ma non ci interessava, quei pochi attimi che avevamo ancora insieme li volevano sfruttare per unirci nuovamente...


Pov Caterina

Sentii suonare la sveglia ed aprii all'istante gli occhi. Era sabato, e a scuola non ci si andava di sabato; però avevo messo la sveglia, e mi ero subito svegliata perchè avevo un appuntamento al parco centrale del Distretto, per le dieci, con alcuni miei compagni di classe. Tra loro ci sarebbe stato anche Josh. Il giorno prima, alla gita scolastica nel distretto 11, io e lui avevamo parlato molto.

Mi piaceva sempre di più, ed anche piacevo a lui! Ero così felice. 

Mi alzai dal letto e mi preparai. Erano più o meno le nove. Avevo tempo per fare colazione ed avviarmi tranquillamente all'appuntamento.
Scesi le scale e trovai mamma e papà, in cucina, che preparavano la colazione e si lanciavano strani sguardi... Di complicità? D'amore? No... di preoccupazione.

-Buongiorno!- esclamai entrando, saltellante nella stanza. I miei genitori si girarono, entrambi, verso di me e mi rivolsero un sorriso forzato -Buongiorno tesoro.- 
Qualcosa non andava... erano strani.


Pov Katniss

Dovevamo dire a Caty che il padre sarebbe mancato per un po' da casa... ma come? Non potevo raccontare ad una bambina piccola cosa era accaduto quella notte, in quello stesso luogo, tra il suo adorato padre e sua madre. Non potevo! 
Ma dovevo pensare a cosa dirle...

-Mamma...- chiese mia figlia fissando le mie mani che si erano bloccate nel momento in cui avevo iniziato a rimuginare su quanto dovevo dirle -Stavi preparando la colazione? - aggiunge mia figlia.
-Ah! Sì.- mi rimisi a cucinare - tuo padre mi sta insegnando a fare la frittata come piace a te. Ne vuoi un po'?- le mostrai la padella al cui interno vi era un'impiastro di uova strapazzate. Doveva essere una frittata...
Ero demoralizzata, non riuscivo a fare nemmeno una frittata decentemente.
-Mmmmh.. non sembra una frittata, ma okay la assaggio. Sarà sicuramente buona!- ripose Caty, tentando di tirarmi su di morale.
La mia piccola ne prese un pezzo, se lo mise nel piatto e si sedette sullo sgabello che si trovava vicino al bancone. Ne prese una forchettata e le assaggiò. 
Speravo che fosse almeno mangiabile.
Attesi... e attesi... quei pochi secondi sembravano eterni. 
Dovevo imparare a cucinare. Peeta doveva andare e io dovevo imparare a mandare avanti la mia famiglia. Non ci sarebbe più stato per un po' e io dovevo imparare.
-Buono!- esclamò alla fine, mostrandoci un sorriso soddisfatto, la nostra piccola Caty.
-Davvero?- chiesi stupita.
-Sì! Mi piace!- rispose la bambina, poco prima di portare nuovamente alla bocca una forchettata colma di uova.

-Bravissima, Katniss!- esclamò mio marito, mentre mi stringeva a sè.

C'ero riuscita! Era un piccolo passo si, ma ero riuscita a fare un pasto decente a mia figlia.
Potevo resistere un po' senza di lui. Forse, ce la potevo fare; ma ero comunque preoccupata, non c'eravamo più separati da quando era tornato al Distretto tanti anni prima.


Pov Peeta

Poteva farcela... ne ero certo. 
Katniss ha la qualità di riuscire in tutto ciò che fa, se solo si impegna un po'.
Non sapevo quanto sarei stato lontano dalla mia famiglia, ma almeno sapevo che sarebbero stati bene.
In panetteria ci sarebbe stato Karl, il mio aiutante, ormai era abbastanza abile, e avevamo accordato giusto pochi minuti fa come dividere i soldi guadagnati nel locale, fino a quando l'avesse gestita lui da solo. Mi fidavo di quel giovane ragazzo. 
I soldi non sarebbero mancati e Katniss mi aveva visto fare le pulizie e cucinare più volte; ma se avesse avuto bisogno di aiuto la Signor Mafuls aveva promesso che le avrebbe dato una mano.
Dovevamo dire a Caterina e al piccolo che non ci sarei stato per un po'; sapevo che questo non sarebbe stato facile, ne sarei uscito distrutto, ma dovevamo farlo.

-Caterina...- iniziai.
La bambina finì di masticare l'ultimo boccone della sua colazione, alzò la testa e la rivolse verso di me -Sì, papà?- 
Io mi avvicinai a lei, mi sedetti su di uno sgabello accanto al suo e la guardai negli occhi -Tesoro, papà ti vuole tanto bene, ma per un po' non sarò a casa.-
-Cosa?- domandò sbigottita -Hai litigato con la mamma? Dai, le passerà. Non devi andare via, si risolverà tutto.- poi si buttò tra le mi braccia - Papà non te ne andare!- ed iniziò a piangere a dirotto.
-Piccola mia, ti voglio tanto bene, ma devo andare nella Capitale per alcuni affari. Non posso non andare. Devo. Mi fa male il cuore separarmi da te, tuo fratello e dalla mamma; ma non posso evitarlo.- le dissi, cercando di rassicurarla, mentre la stringevo tra le mie braccia e le accarezzavo delicatamente i capelli color mogano che portava legati in una morbida treccia.
-Okay, ma quando tornerai?- 
-Non lo so. Vi farò avere mie notizie, ovviamente, ma non so niente.- 
-Quando parti?- 
-Questa sera.-
Caty sciolse il nostro abbraccio e mi guardò scioccata -Questa sera?- 
-Sì..- risposi afflitto. Il suo sguardo mi aveva mandato una fitta al cuore.
-Va bene, allora oggi non esco con i miei compagni e stiamo tutti insieme. Okay?- chiese con un tono che mi suonava tanto come un'imposizione.
-Va bene... se è quello che vuoi.- 
-E' quello che voglio.- rispose decisa.

La mia piccola bambina, si alzò e se ne andrò, correndo, verso il piano superiore.

La mia piccola peste cresceva e diventata sempre più determinata ma anche sempre più intelligente.
Era l'ultimo giorno che passavo con la mia famiglia, per un po' di tempo non li avrei visti... Volevo portarmi dietro qualche altro bel ricordo... 
Ero un po' più sereno nel rendermi conto che sarebbero stati bene; ma sentivo che stavo dimenticando qualcosa... ma non sapevo cosa.

Katniss, che ci aveva lasciati soli per andare a svegliare il piccolo Feen, che avrebbe dormito fino a domani se non lo avesse svegliato, entrò con passo rapido, con in braccio il nostro pargolo.
-Peeta, dobbiamo trovare il modo per comunicare con Gale, oggi non possiamo andare a cena a casa sua!- 
-Hai ragione!- come avevo fatto a dimenticarmene? Quella sera dovevamo andare a cena dell'ex migliore amico di mia moglie e non che mio ex rivale in amore... 
-Vado a chiedere ad una delle sorelle se ha il suo numero, mi sbrigo così quando torno facciamo qualcosa tutti insieme. Per caso ti serve qualcosa da prendere un città?- chiesi.
-No... Quello che voglio non si può comprare...- rispose con tono deluso.
-Oh... amore.- mi avvinai a lei e la abbracciai, avvolgendo lei e il nostro adorato bambino tra le mie braccia.

Non volevo lasciarla. Non volevo lasciare i nostri bambini. Ma dovevo per il bene di tutti noi. 
Dovevo risolvere questo problema.






Angolino di Kimmy_chan
Dio mio! Un mese che non aggiorno!! La prossima volta potete linciarmi!! Ma FINALMENTE HO AGGIORNATO!!!!!! *----*
Mi sembra che stia migliorando nella scrittura... non credete?!
Ora cosa succederà? Che ne pensate?!
Vediamo cosa dite u.u

Aggiornerò al più presto (<3)
RECENSITE!





 
  
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