Era venerdì 17 aprile quando mi trasferii in Transylvania. Una settimana dopo incominciò la mia più grande avventura. Mi svegliai con un grande mal di schiena, causato dai pesanti scatoloni trasportati i giorni precedenti. Ero arrabbiata. Mi mancavano i miei amici della Pennsylvania, e sapevo che mi sarebbero mancati. Sapevo però che me ne sarei fatta una ragione. Mi alzai dal letto, dal dolore che mi provocava la schiena ebbi l’impulso di poggiarmi sul comodino. Feci un bel respiro e mi alzai. Andai a prendere il mio beauty-case. Mi misi un po’ di cipria, poi il phard, una matita marrone attorno ai miei grandi occhi a gatta verde scuro e il mascara. Dopo presi l’olio per capelli, da mettere sui miei capelli ricci castano biondo. Voilà, ero pronta per uscire di casa ed esplorare Bran. Uscii da camera mia, scesi le scale borbottando e mi persi. “Oddio, dov’è la cucina? Ho fame!!!” Pensai. Mi girai di scatto istintivamente. Notai una porta marrone un po’ vecchia. “Sarà quella la porta che porta alla cucina?,… Le porte portano, ma la porta non può essere portata,… Aspetta, invece si può portare la porta, quindi le porte portano, e le porte possono essere portate, attraversando un’altra porta che anch’essa può essere portata,… Fooorte,… Ok Megan, ritorniamo a dove porta quella porta!,… Dove porta?,… Il mio cervello dice che devo aprirla,… Aspetta, ma c’è ho un cervello?,… Cavoli Megan! Apri quella maledetta porta!”. Posai la mano intorno al pomello e lo girai. Aprii la porta, tutta cigolante. Dentro c’era il bagno, e dentro il bagno seduta sul water c’era Jemma, mia sorella, che mi guardava, con quei suoi occhi marroni coperti leggermente dai suoi capelli castano scuri lisci, arrabbiatissima. Imbestialita mi urlò contro:- Megan! Esci immediatamente! Vuoi vedere una torta al cioccolato?!-. Risposi un po’ ironicamente:-Ma tu non la facevi verde?-. Lei mi urlò ancora più forte:-Esci o te la lancio!-. Così intimorita risposi:- Non trovo la cucina-. Lei ancora più arrabbiata, a denti stretti rispose:- E’ alle tue spalle!-. Chiusi forte gli occhi e strinsi forte le mani. “Ti prego, dimmi che non è vero!”. Mi girai lentamente, aprii gli occhi, e vidi la cucina. “ Ok, non ho il cervello”. Chiusi la porta e imbarazzatissima andai in cucina. Salutai i miei genitori. Mia mamma, più alta di mio padre, bionda dagli occhi verde scuro come i miei, e mio padre moro con gli occhi marroni. Mi sedetti a tavola. C’era un appetitoso piatto di frittelle. Me lo stavo divorando con gli occhi. Mi accanii sulle frittelle, e me le divorai in due minuti. Quando finii di mangiare alzai la testa e i miei genitori mi guardavano sconvolti. Ci fu qualche secondo di silenzio e poi mia mamma mi domandò:- Megan, oggi cosa fai? Hai detto che volevi uscire e vedere la città-. –Sì, ma non voglio la compagnia né di Jemma né di Jack- risposi un po’ freddamente. –Ma sono i tuoi fratelli!- mi disse mio padre. –Sì, ma voglio stare da sola!- chiusi il discorso. Mio padre fece spallucce. Andai in camera a prendere il mio telefono e uscii di casa. Chiudendo la porta di casa inspirai bene l’aria pura del mio giardino, un aria…Diversa...non so, forse ..come un costante autunno,… Foglie, umidità,...Pioggia!!!! Uscii dal cancello. Attaccai le cuffie al telefono e mi misi ad ascoltare la musica. Scelsi <
Passarono un po’ di ore. Ero dentro un bar per bere un bicchiere d’acqua. Avevo una sete boia. Entrai dentro il bar e mi sedetti. Si avvicinò una donna bassa dai capelli scuri come la notte. Ci misi tipo mezz’ora a farli capire che volevo un bicchiere d’acqua. Sembravamo due ritardate. Mi portò poi il bicchiere d’acqua e in neanche due secondi lo finii. Entrò poi quel ragazzo che avevo incontrato prima. Mi vide e mi salutò. Si avvicinò a me e mi salutò:-Ciao-. –Ciao Alexander- risposi. –Che fare tu qui?- domandò. –Io fare qui popò!- risposi ridendo. Mi guardò male. –No scherzo, ero venuta per bere un po’ d’acqua- aggiunsi. Rimase in silenzio qualche secondo. Poi disse:-Megan, questa notte esserci luna piena, non uscire casa! Essere pericoloso!-. “ Sì un lupo mannaro! Che paura! La gente di questi posti è proprio idiota,…”.